Il freddo che avvolge, le sciarpe intorno al
collo, i cancelli...si aprono non si aprono....quale sarà quello
giusto?
La gente sciama felice davanti al Palaghiaccio
di Marino, aspettando il IX° Clab Raduno.
I crocicchi, gli abbracci, i panini con la
porchetta, i pass-clab e i famigerati "bonifici" ostentati
con orgoglio misto a timore.
In alcuni è ancora vivo il ricordo del 8
dicembre 2002, raduno pessimamente organizzato, stava per finir
male, tanta delusione ma alla fine ancora felicità per esserci
stati comunque.
Quest’anno l’organizzazione mette a
disposizione dei 4000 clabbers (saranno molti di meno gli effettivi
partecipanti) una struttura apparentemente più idonea a contenervi
la passione dei fans della prima e anche dei moltissimi dell’ultim’ora.
I cancelli si aprono e la varia umanità del
popolo dei "rimbaglioniti" si precipita all’interno del
Palaghiaccio, buio pesto, solo pochi fari blu illuminano il palco
semplice e ingabbiato dai tubi innocenti tanto odiati dagli
spettatori dei concerti. Qualcuno pensa alle "luci blu dei
benzinai", qualche altro acquista i gadget di sempre, per
raccontare agli altri: c’ero anch’io. E a tentoni nel buio si
cercano gli amici della mailing list, quelli dello scorso concerto,
del sito internet, del circolo di sognatori di cui ciascuno si onora
di far parte. Altri, naviganti solitari, sono felici di starsene da
soli a godersi il mare di gente, che onda dopo onda, si solleva dal
torpore quotidiano per ritrovarsi tutti ancorassieme...
E’ come una fiera, come il mercatino della
"domenica mattina" cantato e ricantato in coro anche dalle
ugole più timide. La fiera dell’usato e del nuovo. Del già visto
e del non ancora. Le famiglie prendono posto sui gradoni, nonne,
madri e figlie, e qualche pro-nipotina precettata per l’evento.
Qualcuno ha freddo, e in effetti la temperatura
è semi-polare anche all’interno. Si ri-indossano i giacconi
riposti tropo frettolosamente sulla poltroncina accanto. I più
temerari si accalcano sotto il palco, per conquistarsi uno scatto
prezioso, godersi un gesto in più. All’inizio pochini per la
verità, poi la fila dei "pratisti" si ingrossa sempre di
più, le donne, tante, che osanneranno il divo Claudio al primo
malizioso ancheggiamento.
E poi le iniziative dei fans, come sempre il
cuore le comanda. I cappellini di Natale indossati per manifestare
la propria gioia di trascorrere la festa tutti assieme
appassionatamente prima di infilarsi nei pranzi e nei cenoni
dell’intimità familiare di ciascuno. Ma anche questa è una
famiglia, forse ancora più intima. Intimità di intenti, di
emozioni, di sogni comuni ai più, e sopratutto di voglia di
ritrovo, di condivisione, di incontro, insomma un tentativo di
perdersi nel "traffico di cuori", prima di tornare alle
proprie vite trafficate, spesso prive di spazi per vivere una strada
lastricata di sogni.
E poi c’è il popolo della rete, non
onnicomprensivo ma molto vasto, "Doremifasol" riunisce
gran parte dei siti internet dedicati a Claudio, un modo come un
altro per far conoscere le meraviglie di questo artista a tutti
coloro che navigano nei mari di questo mondo, un tam tam di tamburi
lontani che si ingrossa sempre più, che si fa eco di cuori. In
questo circolo di appassionati si inserisce l’iniziativa
"Regala una stella a Claudio Baglioni". Uno stuolo di
volenterosi distribuisce ai presenti dei cartoncini su cui ciascuno
avrà la bontà di riportare un pensiero, una frase, magari spesso
un semplice grazie. Le stelle di Natale arrivano a Claudio, ci
saranno, forse, dei premi, ma alla fine non è questo che conta.
Importante è che ognuno abbia scavato dentro di sè per trovare il
modo di dare il suo personale tributo emozionale a questo grande
artista che si chiama Claudio Baglioni.
Il raduno, forse un concerto al risparmio, ma
tanta tanta energia che tutti alla fine si portano dentro. Gli
striscioni vengono arrotolati, il traffico in cui le macchine
"gonfie di sere accellerate" intasano la voglia di tornare
per raccontare, dà a ciascuno il proprio tempo in più per
riflettere. Forse, su come portare il proprio amore "per le
cento e mille strade" della vita.