SUCCESSO ALL’EUGANEO

BAGNO DI FOLLA PER BAGLIONI IN UNO SPETTACOLO "SMISURATO"

 

La pioggia, che un po' ha disturbato, non è riuscita però a impressionare il pubblico. La cosa più impressionante infatti è stata il palco. Hanno dovuto levare anche le porte da calcio per farcelo stare, "smisurato" e faraonico come l'impianto che Claudio Baglioni ha messo su per cantare ieri sera allo stadio Euganeo davanti a 18mila persone, con 350 luci motorizzate e 150 analogiche con una potenza, dalle 100 casse acustiche, di 200mila watt, con 10 torri. Ci vuole una settimana per montarlo. I numeri servono proprio per dare la dimensione del divertimento che ha provocato questo show-evento alle migliaia di appassionati che hanno gremito le tribune e cantato insieme a Baglioni i suoi successi. Oltre a 33 elementi d'orchestra e a sei elementi della band c'erano anche decine e decine di performers selezionate nei giorni scorsi in città che hanno reso il prato dell'Euganeo una gigantesca piazza della vita con un palcoscenico regalato «a chi magari non ne avrà mai uno» come ha già detto Baglioni. Il concerto è partito con Claudio da solo che gira attorno al campo con la chitarra, cantando le sue prime canzoni poi sono arrivati tutti i successi con un'esecuzione da brivido di "Poster" insieme a Gianni Morandi e ovviamente "Sono io", "Tutto in un abbraccio", "Grand'uomo" e ""Mai più come te" dall'ultimo disco.

 

 

Anche moltissimi vicentini ieri allo stadio Euganeo di Padova per l’unica tappa veneta del cantante romano

BAGLIONI, UNA FIESTA SUL PRATO

 

di Nicoletta Martelletto

Padova. Claudio Baglioni sfida il temporale, vince la terza tappa e la maglia è sempre bianca, sopra jeans immacolati e anfibi neri che fanno duro. Il tour senza pedali in giro per l’Italia anche allo stadio Euganeo taglia il traguardo del successo. C’erano vicentini a migliaia ieri sera, con i fedelissimi del cantante romano che dopo 5 anni ha reimboccato la via degli stadi e delle grandi folle.

Il risultato è una fiesta sul prato, dove per tre ore si tracannano birre e acque minerali, si karateka, si balla, si pattina - c’erano anche gli atleti della scuola New Age di Trissino al ritmo di "La via dei colori" - e soprattutto si canta a squarciagola. Uno show che supera se stesso e cancella i precedenti, anche quello inventato sul tram nel ’98. Così Claudio Baglioni celebra i 35 anni di attività, i mille concerti e ribadisce il concetto del suo ultimo cd: «Sono io, l’uomo della storia accanto». È lui, che nelle sue canzoni si riflette davvero: "Io a tutti gli altri/ho dato un pò di me/da amico vero ".

È proprio lui, figlio di Porta Portese, capace di emozionare col suo sorriso pieno e la zazzera cinerea, in omaggio all’età. Una musica indelebile quella nata negli anni ’70 che si celebra ancora nei mitici "Viva l’Inghilterra", "Questo piccolo grande amore", "Signora Lia" e prende il volo con "Passerotto non andare via" e "Avrai".

Ma oggi si gira pagina: Baglioni e il suo alter ego Pepi Morgia hanno costruito uno spettacolo ai confini col musical. Una storia vera non c’è, ma ci sono giovanissimi da lanciare, 300 comparse all’Euganeo selezionate tra scuole di ballo e palestre, più un’orchestra di 33 elementi che entra nei momenti dedicati alle parole del cuore.

L’ospite attesissimo è Gianni Morandi: un duetto di dieci minuti in una notte di post solstizio che nessuno dimenticherà. Alle 23.15 dopo il "grand’uomo" irrompono le note di "C’è un grande prato verde". Baglioni fa a Morandi: «Trovi caro il biglietto?». L’altro risponde: «No, per uno spettacolo così. Nessuno l’ha mai fatto in Italia».

E la notte magica prosegue sulle parole di "Fammi andar via".

 

 

Padova

NOSTRO INVIATO DI ...

 

di Giò Alajmo

Di porto in porto, di stadio in stadio, la "portaerei" con sopra Baglioni ha gettato le ancore anche sul prato dello stadio Euganeo dove ieri, davanti a 25mila spettatori, ha avuto luogo il terzo dei "concerti unici" di questo breve gigantesco tour. Caldo umido, afa e anche un rischio di tempesta, ma in fondo Baglioni val bene una sudata o una pioggia, hanno pensato le decine e decine di performer locali chiamati a riempire la scena e a diventare per tre ore protagonisti del più grande show mai allestito in Italia. Sono in numero inferiore rispetto alle date precedenti «perché quelli scelti sono bravi ma le proposte erano oggettivamente inferiori come qualità rispetto a Milano e Ancona».

Qualcosa è cambiato rispetto alle prime date: piccoli spostamenti di scaletta e l'aggiunta di un brano del nuovo album, quella scanzonata e sderenata "Serenata in sol" dal testo assurdo e diventata un piccolo scioglilingua per i baglioniani, con il verso "sono solo sotto il sol e so solo un solo in sol" che ricorda a Claudio i tempi lontani della crisi di "Oltre", quando non riusciva assolutamente a scrivere testi che lo soddisfacessero, di un album di fatto già venduto e pubblicizzato ma che era tutt'altro che pronto.

Nuova anche l'ospitata, ovviamente, dato che cambia a ogni data, accogliendo sul palco gli amici con breve preavviso. Ad Ancona fu Bocelli, a Milano Pausini. A Bari ci sarà Ron e ieri è stato Morandi a salire sul palco incrociando le voci in due brani, "Poster" di Baglioni, che ha ricambiato con "Un mondo d'amore". Nessuna traccia di Biagio Antonacci che qualcuno aveva annunciato riportando "voci di corridoio", ma dopo aver evidentemente sbagliato corridoio. Antonacci sarà, come previsto, l'ospite di Firenze. In compenso sul prato c'era la sua ex moglie Marianna Morandi venuta ad accompagnare il padre.

«Con Claudio abbiamo avuto poche occasioni di fare cose insieme - ricorda Gianni - ma non dimentico quando venne a fare il "regalo" per i 18 anni di Marianna. Avevamo fatto una festa e lui arrivò a sorpresa».

«Papà mi disse "girati" - ricorda Marianna, oggi diventata un'apprezzata attrice - e mi trovai Claudio davanti. Feci un mezzo "colpo"», ride.

Morandi è reduce dalla "partita del cuore" a Reggio Emilia dove aveva rimediato una botta al ginocchio, che non gli ha impedito, gonfio e zoppicante, di partecipare allo show, che sarà uno dei pochi impegni che si è riservato quest'anno, a parte qualche apparizione al Festivalbar. Il prossimo potrebbe essere una partita della nazionale cantanti a Bagdad appena la situazione si sarà davvero stabilizzata.

«È stato un viaggio interessante, questo a Bagdad - dice - e l'idea era di andare a controllare l'ospedale da campo della Croce Rossa gestito da volontari italiani. C'era una fila di bambini con vari problemi, ustioni da benzina, radiazioni, ferite. Per alcuni più gravi era pronto un ponte aereo per l'ospedale pediatrico di Genova. A Reggio Emilia abbiamo anche invitato e fatto giocare alcuni dei calciatori della nazionale irachena conosciuti a Bagdad. Ci hanno raccontato cose orrende. Quando giocavano male o perdevano una partita il figlio di Saddam faceva cose terribili. Uno era stato chiuso per 4 giorni in una cella piena di sterco, un altro si era fatto tre mesi di carcere, un terzo aveva sbagliato un rigore e il figlio di Saddam gli aveva puntato una pistola alla testa sparando poi in aria. Li faceva allenare con palle di pietra e uno che correva poco l'aveva messo a correre davanti al proprio aereo, decollandogli sulla testa».

E il rapporto con Baglioni invece?

«Abbiamo cominciato insieme alla Rca, io un po' prima di lui e me lo ricordo questo ragazzo occhialuto, trent'anni fa, che vinse un concorso coi Ricchi e Poveri. Mi diede anche una canzone "Chissà se mi pensi" che non utilizzai mai, mentre mi ritrovai a cantare "Poster" negli anni '80 perchè, al momento di riprendere a cantare non avevo repertorio a parte "Canzoni stonate" e quindi cantavo quelle degli altri, come "Emozioni" di Battisti. Con Claudio abbiamo fatto insieme solo "Svalutation" di Celentano, con Jovanotti. Giocavamo. Lui diceva che "Il presidente" ricordava la sua "Signora Lia", e la settimana dopo mi aveva chiesto "allora Morandi, mi ha plagiato qualche altra canzone oggi?". Fu la prima volta che finimmo tutti in mutande in tv».

Cosa ti pare di questo show?

«Mi piace l'idea di stare in mezzo con la gente attorno. L'avevo fatto anch'io col ring nel tendone ma lì si trattava di un piccolo spazio con tremila persone. Qui tutto è moltiplicato per dieci. Non so come faccia Baglioni a complicarsi la vita in questo modo. È un eroe. Ma gli piace e si diverte. E ogni volta che fa una cosa già gliene vengono in mente altre tre».

L'"eroe" in questione aspetta le 21.30 per avere un po' di buio e poi entra in scena per le sue tre ore di spettacolo. La gente è rimasta fino alle 19 sotto il sole in attesa che le porte si aprissero, che si risolvessero i problemi di biglietti e posti e che lo show avesse inizio. Poi le colonne di amplificazione cominciano a diffondere le prime note, tra lampi e fulmini tutt'attorno e Claudio esce con la sua chitarra a salutare la folla cantando solitario le prime canzoni e poi con la band i primi brani in attesa dell'ingresso dei performer per "Uomini persi". E poi via così per tre ore di musica canzoni, coreografie e cori.

A Roma si sta pensando a trarre dallo show un dvd ma il problema è come rendere dentro l'obiettivo della telecamera la dimensione di uno spettacolo in continuo movimento su un ettaro di prato.

 

 

LE SIGNORE DEL PICCOLO GRANDE AMORE

Aspettando l'apertura dei cancelli: «Ci emoziona, ed è anche bellissimo»

 

di Simonetta Zanetti

PADOVA. Quando erano giovani li ha fatti innamorare e oggi, a quasi trent'anni di distanza, la sua voce continua a farli sognare, riaccendendo la luce sui ricordi degli anni in cui bastava una maglietta fina per perdere la testa. Il popolo di Baglioni è questo, giovani di ieri nascosti sotto qualche capello bianco e signore di oggi con un po' di pancetta. Arrivano all'Euganeo tranquilli e composti sulla scia delle note del cantautore le cui prove riecheggiano nel pomeriggio. Niente ragazzine in delirio incollate ai cancelli, l'attesa per Baglioni assomiglia di più ad una sagra paesana, una sorta di festa dell'Unità: il vero assalto si consuma ai chioschi tra panini con la porchetta e con il wurstel, malgrado il sole. Ma anche la compostezza cela a modo suo la passione: per vederlo la gente è venuta da tutte le parti come Carolina Annovi, 62 anni, al suo terzo «appuntamento» con il cantautore, seguita dalla figlia, fan ad alta fedeltà con ben 10 concerti all'attivo. Sono partire da Modena nel primo pomeriggio per essere presenti all'apertura dei cancelli: «La passione l'ha presa da me che lo seguo fin dagli inizi - confida orgogliosa la signora Carolina indicando la figlia - ; a distanza di anni Baglioni è ancora in grado di trasmettermi emozioni nuove, quindi ogni volta che è a tiro, ne approfitto per andare a vederlo». Un artista a 360 gradi, ma anche un uomo affascinante: «Perché sono venuta al concerto?» domanda incredula Teresa, sola e rigorosamente strizzata nel suo abitino bianco di velo che la fa assomigliare ad una sposa. Insegue la sua passione da quando era ragazzina. «Sono qui per lui, ovvio. Come fa a non piacere un uomo così?». E sono proprio le donne le fan in prima fila, signore di mezza età, alcune delle quali non hanno esitato a rispolverare l'abbigliamento di allora, con maglie a rete e reggiseno a vista, pinocchietti e zatteroni: i ricordi fluiscono impazziti dalla porta aperta sul passato. Il fascino del cantautore è uno dei motivi ricorrenti, per le fan Baglioni rappresenta una sorta di Principe Azzurro per tutte le età, da cui nessuna sembra immune, come confermano anche Katia Zago e Alessandra Roverso, nella diffusa accoppiata madre-figlia: «Chi non si è innamorato sulle note delle sue canzoni d'amore? -domandano in coro-. E poi è anche un gran bell'uomo». «E' un artista che ha saputo adeguarsi ai tempi -aggiunge Gianluca Moscato- che le accompagna». André e Maria Antonietta Gris arrivano addirittura da Strasburgo. Per una volta l'«innamorato» è lui: «Ho conosciuto Baglioni grazie a mia moglie che è italiana. Quando ci siamo incontrati possedeva un suo disco -spiega André in un italiano un pò stentato-. Erano i tempi di Sabato Pomeriggio. Da allora sono caduto in amore e anche se non capisco tutte le parole seguo il cuore, la grinta e la passione che mi trasmette. Per questo abbiamo organizzato le nostre vacanze su questo appuntamento». C'è poi, immancabile, la coppia che fa del concerto una sorta di pellegrinaggio, un tributo ad un amore nato e cresciuto sulle note del cantautore. Ezio e Rosalba Iachelini arrivano da Cles, li interrompiamo mentre si baciano: «Le sue canzoni sono state la nostra colonna sonora fin dall'inizio. Sembra scontato ma ci siamo innamorati con Questo piccolo grande amore e da allora non ci siamo più lasciati» confidano quasi con vergogna. Accanto a tanta devozione c'è anche lo spettatore rassegnato: «Accompagno mia moglie e mia mamma - spiega sconsolato Bruno Da Silva alla ricerca della biglietteria-. Sono tutte e due a loro modo delle fan: mia moglie è una di quelle sfegatate che si porta dietro la passione fin dall'adolescenza, indissolubilmente legata a Fratello Sole e Sorella Luna; anche mia madre si dice una sua grande estimatrice anche se in verità fatica a distinguerlo da Battisti». Daniela Faldon, Bianca Pancot e Fabio e Matteo Campo dall'Orto abbassano un po' la media, che sembra essere saldamente ancorata sui 35: «Lo abbiamo sentito qualche anno fa a Treviso e ci è piaciuto troppo, quindi siamo tornati. A distanza di anni Questo Piccolo Grande Amore rimane una canzone stupenda» sottolineano le ragazze, sotto il sole da due ore per aggiudicarsi la pole position. Sono le sette, si aprono i cancelli: è l'ora dei ricordi.

 

 

Disturbato dalla pioggia il concerto-kolossal dell'artista romano sbarcato ieri sera allo stadio Euganeo di Padova

IN 25 MILA A CANTARE CON CLAUDIO

E con Gianni Morandi uno strepitoso duetto sulle note di «Poster»

 

di Francesco Patanè

PADOVA. Un giro di pista con la chitarra in mano sulle note dei suoi grandi successi del passato e sotto un cielo che minaccia di rovesciare il più classico dei temporali estivi. Così Claudio Baglioni ha iniziato ieri sera allo stadio Euganeo la terza delle otto tappe del tour Sono Io. Dopo due anni di assenza il cantautore romano ritorna a Padova davanti a 25 mila persone. Un successo che bissa quello del 2001 sia per la bellezza dello show che per il calore che il pubblico gli ha riservato. Soltanto per la data padovana poi il grande ospite della serata è stato un altro grande vecchio della canzone made in Italy, Gianni Morandi, che a metà concerto è salito sul grande palco quadrato in mezzo al campo accompagnato dalle grida degli spettatori. Il ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones si è esibito in duetto, cantando Un mondo d'Amore e Poster.

Un boato saluta l'entrata dell'idolo di generazioni di innamorati sulle note di 51 Montesacro e Signora Lia. Camicia e pantaloni bianchi, Baglioni passeggia con l'inseparabile chitarra nera. Oltre tre ore di concerto nelle quali il cantautore romano, accompagnato da sei musicisti e da un'orchestra di trenta elementi, ha cantato alcuni brani del suo nuovo album Sono io, l'uomo della storia accanto inseriti all'interno di una scaletta con le più indimenticabili canzoni di un repertorio intramontabile che unisce ormai tre generazioni di appassionati della musica leggera. Da Strada Facendo ad Avrai, da La vita è adesso a Mille Giorni di Te e di Me, Baglioni ha ripercorso più di trent'anni di colonne sonore di amori e delusioni adolescenziali. Ma quello di Baglioni non è stato soltanto uno splendido concerto, organizzato magistralmente dalla Zed: sugli oltre cento metri di palco si sono alternati ballerini ed artisti di strada che hanno dato vita ad una coreografia unica, di sicuro mai vista sul prato dell'Euganeo.