E' stato fantastico. Beh non potevo che cominciare così.
Il mio primo raduno è davvero qualcosa di indescrivibile almeno dal punto di vista delle sensazioni che si provano. Tenterò ugualmente.
Ma cominciamo dal principio. Dopo aver conosciuto alcuni Clabber (il fiorentino Marco, la pugliese Isabella e la bella napoletana-romana Federica per citarne solo alcuni) e aver rivisto Annamaria, Carlo e la sempre allegra Annalisa si torna in camera preparandosi per il grande evento.
La notte di sabato (o forse dovrei dire la mattina di domenica visto che alle 4:45 ero ancora sveglio) è stata travagliata perché non sapevo che cosa sarebbe potuto accadere da lì a poche ore: mi piace pensare questa è il raduno è l'unica occasione in cui non solo tutti noi siamo lì per lui, come negli altri concerti, ma è anche vero che lui è un po' lì per noi. E dunque che cosa farà Claudio per il pubblico a lui più vicino?  
Sveglia alle 8:00 e ci si comincia a mettere a posto e si parte per Prato Giardino dove però già alle 11:00 la coda è bella lunga (ma la notte prima del raduno dormite? Beh parlo proprio io!).
Arrivano Stefania e Giulia che, dopo avermi presentato il "mitico" (anche se lui dice di no) Tony Assante, mi incaricano di andare a prendere i palloncini (dopo Catanzaro un'altra volta i palloni, forse perché ho la faccia da pagliaccio: sarà quello il mio destino?).
Alle 14:15 Giulia, Francesca ed io ci avviamo verso il negozio. Tutto ok e alle 14:45 sono già pronto a godermi lo spettacolo.
Ma il piano non è a punto e così stiamo per 10 minuti a cercare un compromesso con lo staff di Claudio ed io e Francesca ci posizioniamo sotto il palco dalla parte del pianoforte pronti a far volare i palloni.
Ore 15:05 appare l'uomo che ha un guardaroba ricco di colori (bianco e nero) mentre intona "Mia libertà". Tutto ha inizio. Da sotto il palco appare sereno e sono felice nel constatare che il suo humor è quello dei tempi migliori (dico la mia: Pino Insegno mi è piaciuto, ma mi sarebbe piaciuto vedere e sentire Claudio come presentatore).
Dopo aver fatto volare i palloncini grazie anche all'aiuto di una ragazza della prima fila (grazie ancora!), tutto prosegue nel migliore dei modi. Vado a prendere posto nell'ultima fila. Per fortuna siamo fans e nessuno si lamenta se ti alzi durante una canzone. Questo è un eufemismo visto che ho seguito praticamente tutto il concerto in piedi sulla mia sedia.
I punti più alti della giornata sono stati, a mio parere, la ragazza che ha cantato "Con tutto l'amore che posso", Fammi andar via (la prima volta che la sento del vivo) e la struggente versione di Patapàn.
Il concerto si chiude intorno alle 20: la domanda che mi ero posto durante la notte insonne ("che cosa farà Claudio per il pubblico a lui più vicino?") ha ottenuto una risposta: ha fatto il massimo un'opera d'arte. Probabilmente alle 20:05 ognuno di noi pensava già al raduno dell'anno prossimo.
Dopo una piccola amarezza personale, si va  una pizza insieme a circa 15-20 clabber veniamo a sapere che Claudio sta cenando a pochi passi da noi.
Usciamo ad "appostare" Claudio davanti al ristorante dove cerca di mangiare in santa pace. La prima ad uscire è la madre di Claudio che va via con la prima delle due Mercedes. Poi esce Rossella e subito dopo eccolo, è lui! Leggermente brillo (altro eufemismo!) fa un po' di scena, ci saluta, mi stringe la mano e gli facciamo delle foto prima che l'auto parta e scompaia nella notte per accompagnarlo verso una nuova avventura (sto esagerando, l'ho fatta troppo epica!).
Dopo questo esaltante pomeriggio in cui si riesce a fuggire dalla routine, si torna un po' tristemente alla vita "normale" di tutti i giorni con un nuovo insegnamento: la vita è più bella se ogni tanto si fa un salto ai giardinetti.
A presto.

Raffaele