Ad Al Bano è stato assegnato il “Premio Internazionale Padre Pio” e in questa intervista il cantante ci parla del suo rapporto con il Santo di Pietrelcina.

<<LO CONOBBI DA BAMBINO

E NON L’HO PIU DIMENTICATO>>

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DI Roberto Allegri - Foto di Nicola Allegri

Il 23 novembre 2009 al cantante pugliese Al Bano è stato assegnato il “Premio Internazionale Padre Pio”, attribuito ogni anno a personalità che, per devozione e nel nome del “Frate con le stigmate”, si sono distinte in iniziative umanitarie e di volontariato.

Fondato nel 1998 da Padre Antonio Gambale, confratello e amico di Padre Pio, con la collaborazione di Gianni Mozzillo e Claudio Crovella, il Premio è diventato ormai una istituzione ed ha come presidente monsignor Filippo Melone, giudice della Sacra Romana Rota e membro del Consiglio CEI (Conferenza episcopale italiana). La cerimonia di premiazione si tiene, normalmente,  nella Basilica Tempio di San Luca Evangelista a Casapulla, vicino a Caserta. Quest’anno ricorreva la nona edizione del Premio e sono molti i protagonisti delle istituzioni religiose e civili, dello Spettacolo e della cultura,  dell’arte e dell’imprenditoria insigniti di questo riconoscimento.

   

Al Bano era stato più volte segnalato da giornalisti e amici alla giuria del Premio. Ma finora senza esito, perché lo stesso cantante aveva sempre scoraggiato l’iniziativa. Al Bano è notoriamente una persona generosa, sempre pronto a sostenere campagne di solidarietà, protagonista eccezionale di iniziative umanitarie, ma ama agire al di fuori della pubblicità. Sostiene che quando si fa il bene bisogna tenere presente il consiglio evangelico “non sappia la tua mano destra che cosa fa la sinistra”.

   

Quest’anno, in occasione della nona edizione, ha accettato la candidatura ed è andato a ritirare il Premio.

  

<<E’ un Premio straordinario, che mi rende felice e orgoglioso>>, ci ha detto il cantante. <<La ragione principale per cui mi è particolarmente caro, sta nel fatto che Padre Pio, per me, è come una persona di famiglia. Ho imparato a conoscerlo da bambino. Mio padre, mia madre, le mie zie, tutti erano devoti di Padre Pio. Lui è nato in provincia di Benevento, ma ha trascorso la sua vita in Puglia, e noi pugliesi lo abbiamo sempre considerato un “nostro” santo. Il Premio Padre Pio esiste da una decina d’anni. Desideravo riceverlo, ma in fondo non mi sentivo degno. E ora considero il fatto che mi sia stato dato come un “segno” di benevolenza da parte di Padre Pio. E’ questa mia “convinzione” interiore a rendermi molto felice.>>

  

Siamo a Cellino San Marco in una fredda giornata di novembre. Al Bano ci porta in un angolo della sua tenuta che appare di rado nei servizi fotografici. E’ una zona che si chiama Aurisciano, immersa nella natura selvaggia. Lì Albano ha realizzato dei laghetti, uno per ogni figlio. E accanto ad un albero secolare di eucalipto, ha costruito anche una cappella utilizzando le pietre scartate dalle cave di tufo. E’ un piccolo gioiello di quiete, dove Albano ama passeggiare nei rari momenti liberi.

  

<<Padre Pio è un argomento molto delicato>>, dice ancora. <<Il suo esempio mi ha insegnato il ritiro, la discrezione e perciò non ho mai fatto sfoggio della mia devozione per lui. Ma è un fatto che è sempre stato presente nella mia famiglia. Tutti ne parlavano.>>

  

<<Lo hai mai incontrato?>>

  

<<Una volta sola. Ero un ragazzino quando le mie zie mi portarono a San Giovanni Rotondo, in una giornata di novembre fredda come oggi. Ricordo il viaggio in pullman e la mia meraviglia nel vedere le colline del Gargano, così diverse dal paesaggio piatto del Salento. Ricordo il convento, con poca luce, la Messa e questo frate dalla barba grigia che mi confessò e mi diede la comunione. Ricordo anche il famoso profumo di viole che, seppi in seguito, emanava dalla persona del Padre. Allora non potevo capire di essere di fronte ad un santo ma col tempo me ne resi conto.>>

  

<<Fu, quindi, un incontro importante>>

  

<<Molto importante. Padre Pio fu la prima figura spirituale che conobbi. Poi vennero dei frati missionari passionisti a Cellino, negli anni Cinquanta, e mi folgorarono con le loro parole. Spiegavano il Vangelo con una forza incredibile, erano veri guerrieri della fede. Ma nel corso degli anni ho sempre seguito le vicende legate a Padre Pio, la sua muta rassegnazione di fronte alle ingiuste condanne, l’oceano di fedeli che si riversava al convento di San Giovanni. E mi sono accorto che il Padre aveva lasciato un segno dentro di me, qualcosa che mi ha dato, e mi dà ogni giorno, la sensazione che lui è lì, presente in modo fermo nella mia vita. E’ sensazione che dà calore>>

  

<<Tuo padre, don Carmelo, era devoto di Padre Pio? >>

  

<<Sì, anche lui aveva una profonda devozione per Padre Pio. Ricordo che nella sua stanza c’era un quadro del frate con le stigmate. Negli ultimi anni di vita mio padre era diventato cieco e rimaneva seduto con il volto rivolto alla finestra, a parlare in silenzio con il sole . Un giorno mi accorsi che aveva la stessa espressione di Padre Pio nel quadro. Sembravano fratelli. Ci vidi un segno, un segno di dolore ma anche di speranza.>>

  

<<Nei tuoi viaggi hai avuto modo di vedere come Padre Pio sia conosciuto in tutto il mondo?>>

 

<<Durante le mie tournée, ho conosciuto tanta gente devota del Padre. E anche tanta gente scettica ma che dopo averlo conosciuto era cambiata. Ricordo, ad esempio, che nel luglio del 1968, pochi mesi prima della morte di Padre Pio, incontrai Pippo Baudo all’aeroporto di Bari. Viaggiammo insieme alla volta di Milano e durante il volo Pippo mi disse di essere stato da Padre Pio. “Mi ha veramente sconvolto”, mi confidò. Non mi raccontò i particolari ma la sua espressione era meravigliata e serena allo stesso tempo>>