Intervista con il religioso gesuita scienziato Guy Consolmagno, astronomo della Specola Vaticana

GLI EXTRATERRESTRI? A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO

di Roberto Allegri - Foto di Nicola Allegri

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Quello degli extraterrestri è un tema che interessa molto anche la Chiesa. Mentre la gran parte delle Nazioni rende pubblici i dossier segreti sugli avvistamenti di oggetti non identificati, la Chiesa ha di recente organizzato un congresso di Astrobiologia presso la Pontificia Accademia delle Scienze durante il quale i più grandi esperti di vita nello spazio hanno esposto le loro teorie e discusso sulla reale possibilità che l’uomo non sia solo nell’Universo. <<Un incontro con scienziati da tutto il mondo e di diverse religioni>>, spiega fratello Guy Consolmagno, astronomo e gesuita americano, membro del gruppo di ricercatori della Specola di Castel Gandolfo, l’osservatorio astronomico del Vaticano. <<Studiosi curiosi e interessati all’argomento che hanno voluto incontrarsi e confrontarsi. Ma l’idea che ci siano altre razze e altre intelligenze oltre quelle terrestri non è contraria al pensiero tradizionale cristiano. Lo studio dell’universo è una meravigliosa avventura che riempie di stupore di fronte a ciò che Dio ha creato. La verità è che non sappiamo realmente nulla di eventuali forme di vita extraterrestri. Finora non abbiamo trovato alcuna prova ma non possiamo pensare che Dio sia così limitato da creare solo sulla Terra. E l’universo potrebbe benissimo contenere altri mondi con esseri creati dallo Suo stesso Amore.>>
Guy Consolmagno, 57 anni, astronomo e scienziato planetario, laureato al famoso MIT di Boston, è considerato uno dei massimi esperti al mondo di meteoriti. E’ autore di numerosi libri nei quali sostiene la necessità che scienza e religione lavorino insieme per comprendere sempre più in profondità le leggi che regolano l’Universo. Lo incontriamo nella nuova sede della Specola Vaticana, il prestigioso osservatorio della Chiesa Cattolica, conosciuto in tutto il mondo. Da pochi mesi infatti, i laboratori e gli uffici dell’osservatorio sono stati spostati dal Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, dove si trovavano sin dagli anni Trenta, al monastero delle monache Basiliane, nella parte opposta dei Giardini Papali. Fratello Guy ci fa così da guida nei laboratori di ricerca, nella biblioteca dove sono conservati oltre 22 mila volumi tra cui seconde edizioni originali di Copernico, Keplero e Newton, e nell’archivio dove si trovano tutte le fotografie fatte col telescopio dagli anni Trenta ad oggi.

Fratello Guy, la Chiesa è dunque molto interessata allo studio delle stelle?

<<Lo è da sempre. Basti pensare che l’astronomia era una delle quattro materie che formavano il “Quadrivium”, cioè il percorso di formazione nelle università medievali, fondate proprio dalla Chiesa. La nostra fede dice insegna che Dio ha creato l’universo per amore e che ama la sua creazione al punto da aver mandato il suo Figlio Unigenito a diventarne parte. Sant’Atanasio, nel IV secolo, ha detto che l’Incarnazione ha reso sacro l’universo stesso. Quindi studiarlo è come pregare, è un atto di onore verso Dio. Ed è anche un ottimo modo per conoscerlo meglio, per vedere il suo “stile”. In sostanza, la mia fede mi dice “chi” ha creato l’universo mentre la mia scienza mi dice “come” lo ha fatto. La Chiesa è molto attiva nel sostenere l’Astronomia perché ovviamente crede in un Dio che ha creato l’Universo. Secondo i filosofi teologi, questo atto creativo non è un semplice intervento avvenuto una sola volta tanto tempo fa, ma una continua volontà di mantenere l’esistenza dell’universo attraverso i tempi, dal momento che parte di questa creazione è la creazione del tempo stesso. E si tratta di una creazione fatta in modo sistematico e razionale. Ciò significa che abbiamo fiducia nel fatto che l’universo debba essere inteso proprio in modo sistematico e razionale. Teniamo presente l’inizio del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Il termine greco per “verbo”, cioè “parola”, è “Logos”, da cui si ricava “logica”. Come si vede, quindi la logica era presente fin dall’Inizio.>>

Nello studio delle stelle è contemplata anche l’ipotesi di altre vite oltre quella presente sulla terra. La Chiesa cosa ne pensa?

<<Scienza e Fede su questo sono d’accordo: non si possiedono elementi per fare una dichiarazione definitiva sull’argomento. E’ ancora troppo presto, possiamo fare solo congetture. Ma gli studi che la scienza ha fatto in questa direzione ci hanno portato molto più vicini alla realtà. C’è anche da dire che non esiste nulla nelle Sacre Scritture che possa confermare ma neppure contraddire la possibilità di vita intelligente su altri pianeti. >>

La Chiesa ci insegna che l’uomo è figlio di Dio. Se gli alieni davvero esistono, dovremmo considerali quindi nostri fratelli?

<<Molto di più. Siamo tutti creature di Dio. Qualsiasi soggetto che è in grado di essere consapevole di sé e dell’esistenza degli altri, e che è libero di scegliere di amare gli altri o di rifiutarli, secondo san Tommaso d’Aquino avrebbe i tratti dell’animo umano, ciò fatto “a immagine e somiglianza di Dio”. Quindi, se gli extraterrestri avessero queste caratteristiche di “intelligenza” e di “libero arbitrio”, non solo sarebbero nostri fratelli ma condividerebbero con noi la stessa “immagine e somiglianza” con Dio stesso.>>

Film e romanzi però ci presentano gli alieni come qualcosa di cui avere paura.

<<Si tratta solamente di storie, di fiction. La gente troppo spesso crede alle storie di UFO che non sono vere, che sono basate sulla paura. A volte addirittura, usano queste credenze come un sostituto per la religione. Molte di queste storie sono raccontate da ciarlatani che vogliono ingannare la gente per avere denaro, oppure sono il frutto di menti malate o spaventate. La verità è che avere paura del cosmo e di quello che viene dal cosmo, significa impedire a se stessi di apprezzarne la bellezza. Ma ancora peggio di coloro che temono gli alieni sono quelli che sperano che gli UFO verranno sulla terra per risolvere i nostri problemi. A questo dobbiamo invece pensare noi stessi. E poi, se io fossi un alieno sarei molto cauto. C’è già stato un Salvatore venuto sulla terra ma gli uomini non gli hanno riservato una bella fine!>>

La gente comune, la gente di tutti i giorni, in che modo deve guardare verso la scienza e verso eventuali abitanti di altri pianeti?

<<In realtà, tutte le persone sono “scienziati innati”. Guardano la natura e sono colpiti dalla sua bellezza, si preoccupano del tempo e vogliono capire in che modo influenzi la vita. Abbiamo a che fare tutti i giorni con automobili o computer che non funzionano e usiamo spesso la nostra capacità di ragionamento naturale per capire cosa non va e come possiamo risolvere il problema. Tutto questo fa parte di una mentalità scientifica. E riguardo agli alieni, pensare a loro ci permette di arrivare ad una migliore comprensione di cosa significa essere “umano”. E chiedendoci cosa possa significare la salvezza di Cristo per le altre stelle, ci fa apprezzare meglio cosa significhi per noi. Dobbiamo avere fiducia nella scienza. Dobbiamo prima di tutto credere che l’universo esiste davvero e non è un’illusione. Poi che vi siano leggi razionali che possiamo arrivare a capire, e non il caos. E infine che sia una cosa così buona da essere degna di essere studiata, proprio come l’ha giudicata Dio alla fine della Creazione.>>

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