The Quiet One

 

 

The Quite One “quello tranquillo”, così venne definito George Harrison, uno dei

musicisti più significativi della storia del rock. Dire rock potrebbe sembrare limitativo

per il chitarrista di Liverpool in quanto le sue melodie sono, da ormai più di tre lustri,

eseguite dalle orchestre più quotate del mondo. Come per tutti i comuni mortali anche

nella leggenda di una rock-star hanno inciso piccoli-grandi particolari nella sua crescita

“professionale”. In questo caso l’età. E si mi riferisco proprio all’età anagrafica.

Giusto per rinfrescarvi la memoria il quartetto inglese era formato appunto da

4 componenti: John Lennon e Ringo Starr sono nati nel 1940, Paul McCartney nel

1942 e il nostro George nel 1943 e fin qua la matematica (che non è un opinione

neppure x gli anglosassoni) non fa una piega.

Anzi i numeri la fanno da padrone, quei nove mesi di differenza tra Paul (18 giugno)

George (29 febbraio) hanno inciso come un macigno. Qualsiasi genitore del mondo si

sarà accorto che nella comitiva del proprio figliuolo spicca il tipo + intraprendente,

quello furbetto, il taciturno, l’introverso, il qualunquista. Ebbene l’età anagrafica dei 4

beatles naturalmente abbinata al carattere di ognuno di loro ha fatto si che l’autore di

Here comes the sun  venisse relegato ad un ruolo da comprimario. Vi assicuro che la

prevalenza di brani firmati Lennon/McCartney è una prevalenza solo quantitativa.

The Voice al secolo Frank Sinatra, profondo estimatore del duo John/Paul, alla

domanda di quale brano fosse il suo preferito, rispose:

 

Something

 

Something in the way she moves
Attracts me like no other lover
Something in the way she woos me

I don’t want to leave her now
You know I believe her now

Somewhere in her smile she knows
That I don’t need no other lover
Something in her style that shows me

Don’t want to leave her now
You know I believe her now

You’re asking me will my love grow
I don’t know, I don’t know
You stick around now it may show
I don’t know, I don’t know

Something in the way she knows
And all I have to do is think of her
Something in the things she shows me

Don’t want to leave her now
You know I believe her now

 

 

Comunque non tutti i mali vengono per nuocere oltretutto ad essere uno dei favolosi

quattro di male non c’è proprio nulla. Il non trovarsi sotto i riflettori permise a George

di sviluppare al meglio il suono del suo strumento: la chitarra.

“ Fino a undici anni ero un cattolico osservante, poi sono diventato un chitarrista”

In ogni album dei beatles compare almeno un brano dove Harrison collabora o come

cantante o come cantautore.

 

E’ sintomatico e per nulla casuale, dopo quanto descritto,

che il primo brano si intitolasse Don’t bother me (Non datemi fastidio). La vena

introversa di George fuoriesce anche in un semplice pezzo rock dalle velleitarie

pretese. Siamo nel 1965 ed I need you è il primo salto di qualità. Recentemente ho

avuto il piacere di assistere ad un’esibizione live degli America i quali hanno nel loro

repertorio una canzone dall’omonimo titolo. Bene durante il concerto hanno eseguite

entrambi i brani come tributo ad un grande artista e soprattutto ad un vero e proprio

gentleman. L’anno successivo è la volta dell’album rubber soul. Nuove sonorità per i 4

baronetti e soprattutto per un Harrison sempre più in ascesa. Il sitar entra nella sua

vita di prepotenza grazie all’amicizia con il maestro indiano di nome Ravi Shankar. Si

tratta di una vera e propria novità nel panorama della musica pop mondiale. A trarne

vantaggi dalla filosofia indiana sono anche i testi, sempre più profondi e mistici.

If I needed someone (se avessi bisogno di qualcuno) e within you without you (dentro

di te fuori di te)sono le perle a metà dei sessanta. Mentre Taxman (l’esattore),

presente nell’album revolver, è un dichiarato attacco ironico al fisco ma anche ai

politici dell’epoca (appunto x questo sempre attuale).

 

 

 

Taxman

 

(One, two, three, four, one two)


Let me tell you how it will be
There's one for you, nineteen for me
'Cause I'm the taxman
Yeah, I'm the taxman
Should five percent appear too small
Be thankful I don't take it all
'Cause I'm the taxman
Yeah, I'm the taxman
(If you drive a car car) I'll tax the street
(If you try to sit sit) I'll tax your seat
(If you get too cold cold) I'll tax the heat
(If you take a walk walk) I'll tax your feet
Taxman!
'Cause I'm the taxman
Yeah, I'm the taxman
Don't ask me what I want it for
(Ah, ah, Mr. Major)
If you don't want to pay some more
(Ah, ah, Mr. [..])
'Cause I'm the taxman
Yeah, I'm the taxman
If I reduce it, can you sleep
(Ah, ah, Boris Yeltzin)
Get back [..] V.A.T.
(Ah, ah, Mr. Bush)
'Cause I'm the taxman
Yeah, I'm the taxman
If you get a hat hat, I'll tax your hat
If you get a cat cat, I'll tax your cat
If you wipe your feet feet, I'll tax your mat
If you walk away away, I'll tax your [..]

 

The inner light (la luce interiore) è il primo brano di George a comparire si un singolo.

Mentre Only a northern song (solo una canzone del nord) va ad arricchire la colonna

sonora del cartone animato yellow submarine.

I beatles sono sempre stati un entità autonoma, il “mostro a quattro teste” come li

definì qualcuno ma alcune collaborazioni artistiche hanno impreziosito non poco il

brano che segue.

 

 

 

        While my guitar gently weeps

 

I look at you all see the love there that’s sleeping
While my guitar gently weeps
I look at the floor and I see it needs sweeping
Still my guitar gently weeps
I don’t know why nobody told you how to unfold your love
I don’t know how someone controlled you
They bought and sold you.

I look at the world and I notice it’s turning
While my guitar gently weeps
With every mistake we must surely be learning
Still my guitar gently weeps
I don’t know how you were diverted
You were perverted too
I don’t know how you were inverted
No one alerted you.

I look at you all see the love there that’s sleeping
While my guitar gently weeps
Look at you all...
Still my guitar gently weeps.

 

 

Influenzato dalla lettura dell’I Ching e dalle teorie orientali sulla interrelazione degli

accadimenti,: “decisi di scrivere una canzone basata sulla prima cosa che avrei visto

aprendo un libro qualsiasi, dato che sarebbe stata relativa a quel momento, a quel

tempo.” Capitarono le parole “gently” e “weeps” e su quelle costruì il testo. Qualcosa

di simile, ma di più saporito,  accadde per Savoy truffle infatti era il titolo di una

scatola di cioccolatini ….i vari nomi dei dolciumi vennero poi elencati nel brano.

Immagino mangiati strofa dopo strofa.

 

Il 1968 è anno della pubblicazione dell’album The Beatles chiamato a furor di popolo

l’album bianco. Volete sapere perché questo nome? Giudicate voi:

 

 

 

Il 1969, l’ultimo anno di vita della band inglese, è da considerarsi come un periodo di

croce e delizia. Le sessions di Let it be portano all’interno del gruppo tensioni ed

insofferenze, inoltre la presenza della giapponesina vestita di nero crea malcontento e

disappunto. Probabilmente era arrivato il momento di congedarsi. Dopo anni vissuti

gomito a gomito, plettro a plettro, spartito a spartito, cominciava a prevalere la voglia

di distaccarsi da quella che John Lennon definì una prigione dorata.

Ironia della sorte volle che nonostante i rapporti non fossero + idilliaci la musica ebbe

un’impennata finale. Infatti gli scarafaggi  salutarono il mondo con un album

meraviglioso: Abbey road!

Tra i brani provati in quel periodo figura anche all things must pass che divenne il

capolavoro di George di li a poco. Ma questa è un'altra storia.

 

 

Paolo   #14

 

 

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