Cagliari, 20/02/06

 

FRATELLI SILENZIOSI

 

Tutti i giorni mi reco nella Casa Famiglia che ospita Alberto, mio figlio, disabile gravissimo. Oltre Lui, incontro Italo, Ivano, Paolo, Stefano, Francesco, Valentino, Antonello, Martino e Gilberto. Tutti sono disabili ed alcuni, come Alberto, sono molto gravi.

Pensate forse che non abbiano nulla da insegnare a noi, persone "normali"? Sbagliato.

La loro presenza silenziosa, che non chiede ma che "impone" una risposta spontanea e rapida, mi obbliga a continue riflessioni su tanti interrogativi. Il primo è quello di dare un senso ed un perchè alla loro esistenza. Qualcuno neppure cammina e parla, eppure basta un semplice sguardo per catturarti ed "obbligarti" ad occuparti dei loro bisogni.

Alberto mi guarda, muto, con un occhietto spostato rispetto all'altro, per uno strabismo che non è stato possibile correggere completamente, Antonello con i suoi occhi che sono frammenti di un manto Immacolato che ben conosciamo, Valentino con il Suo sguardo scanzonato e ridente che sta a significare: "eccomi qui per sempre su questa sedia a rotelle, ma con un'immensa voglia di vivere", Francesco, anche Lui un po' strabico, con gli occhi scuri, luminosi che mi ripete con un bel ritornello: "LLLLLai porta casa mamma", Ivano, da dietro le Sue lenti spesse, che mi dice sempre: "dov'è Marinella? Saluta tua mamma", Italo, persona Down, che mi guarda, mi abbraccia e mi dice: "non sto tanto bene", ma non è quasi mai vero. E' Lui che il giorno della Festa del Papà mi fece gli auguri, primo ed unico in questo nostro mondo di "uomini desolatamente normali", perchè "sei il Papà di Alberto".

 

Non aggiungo altro, se non spiegare perchè sono "Fratelli silenziosi", anche se l'avete già capito. La loro assenza di richieste è più imperiosa di una vera domanda d'aiuto e ti spinge all'azione, all'impegno vero e totale, alla loro difesa "senza se e senza ma", al "sacrificio continuo". Per questo ora dico: "Grazie, Fratelli silenziosi. E perdonateci per quanto non sappiamo o vogliamo fare per Voi".

 

Giorgio Giovanni Lai