Singolare incontro con l’autrice de “I sette scorpioni di Isis”, libro sull’antico Egitto dettato dagli spiriti.

 

LIVIA COLONNA,

 

PRINCIPESSA DEL MISTERO

Di Roberto Allegri Foto di Nicola Allegri

Copyright © 2007  editorialegliolmi.it   tonyassante.com

 

All’inizio, solo la lettura di un libro mandatomi dalla casa editrice. Un volume elegante, di oltre trecento pagine. Poi, c’è stata una serata passata davanti al camino a leggere. E poco per volta, l’entusiasmo si è acceso.

 

Il libro si intitola “I sette scorpioni di Isis”, edito da Sperling & Kupfer, ed è dedicato all’antico Egitto. Il nome dell’autrice mi ha subito colpito. Livia Colonna, principessa, discendente da una delle più antiche famiglie nobili europee. Ad una ricerca fatta in internet, è seguito un certo stupore. Scopro infatti che è discendente dei principi di Stigliano, figlia di don Landolfo, decimo principe di Stigliano, Principe di Aliano, Marchese di Castelnuovo, Signore d’Alianello, San Arcangelo, Roccanova, Giugliano e Melito, Patrizio Napoletano, Patrizio Veneto e Grande di Spagna di prima classe, Cavaliere d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta e Cavaliere di Giustizia dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio.

 

Nonostante tutto questo, mi pareva troppo facile però liquidare in fretta il libro come l’opera annoiata di una nobildonna con tanto tempo libero. So per esperienza che scrivere un libro comporta fatica e che è sempre bene riservare a chi questa fatica l’ha fatta almeno il beneficio del dubbio.

 

Con un stile elegante e nello stesso tempo asciutto, la principessa Colonna ha raccontato un cammino personale molto particolare, una sorta di educazione spirituale intrapresa fin da bambina ad opera di spiriti di sacerdoti dell’antico Egitto! Proprio così. Inutile dire che la vicenda mi ha molto incuriosito. E ho voluto incontrare Livia Colonna di persona.

 

Ho conosciuto una donna bella ed elegante, gentilissima e sempre sorridente. Una signora che potrebbe essere una delle regine dei salotti mondani ma che invece rifugge quel tipo di vita per dare spazio alla conoscenza di sé e del proprio spirito. E senza timore di apparire “bizzarra” non esita e scrivere un libro sulle sue esperienze davvero fuori dall’ordinario. Nella sua straordinaria casa di Osimo, nelle Marche, piena di sculture e quadri che lei stessa realizza e circondata da un fitto bosco, Livia Colonna mi ha raccontato la storia del suo libro e tutto quello che vi sta dietro.

 

<<Alcuni anni fa, per motivi molto personali, ho deciso di fare una vita riservata, lontano dalla mondanità>>, mi ha detto. <<Mi sono ritirata qui, nella casa di mia madre, sulle colline marchigiane, la casa dove ho trascorso l’infanzia. Avevo bisogno di ritrovare la parte più profonda di me stessa che avevo un po’ dimenticato. E in questo silenzio, in questa pace tra la natura, circondata dal bosco, ho coltivato il dialogo con i miei spiriti guida. Sono sette, sono antichi sacerdoti egizi, e mi hanno insegnato moltissimo. Con affetto e comprensione hanno educato il mio spirito, il mio pensiero, e mi hanno raccontato i segreti della loro straordinaria civiltà. Ho saputo così che gli antichi sacerdoti egizi comunicavano tra loro con la telepatia e che riuscivano a costruire le immense piramidi usando la forza del pensiero.

 

<<In questa casa dove sono pienamente me stessa, riesco a riflettere e trovare ispirazione per i miei quadri. Ma soprattutto riesco a ricevere con serenità gli insegnamenti dei miei spiriti guida. Per avere contatti con dimensioni sconosciute, io non cado in trance e non faccio sedute spiritiche. Io vedo i miei maestri, li sento parlare, converso con loro come farei con un qualsiasi amico.

 

<<Qualcuno mi prende per matta. Ma io ho smesso di dare peso alle opinioni degli altri. Vivo esperienze extrasensoriali fin da quando ero bambina, ma solo in questi ultimi anni, grazie agli spiriti guida egizi, ho capito come potenziare le mie facoltà in modo da recuperare dalla mente cosmica la conoscenze di quella antica civiltà. Quando sono con i miei maestri dell’aldilà è come se viaggiassi indietro nel tempo e posso poi descrivere tutto quello che ho visto e sentito. Questo è il mio libro. Vedi questo libro? Ho impiegato sette anni per completarlo. Si è trattato di un lavoro duro e delicato, svolto tutto con l’assistenza continua dei miei spiriti guida. Mi hanno sottoposto ad un severo tirocinio per migliorare al massimo le mie capacità  ed essere in grado di recuperare una sorta di conoscenza sopita.

 

<<Tutto è iniziato diciotto anni fa. Allora è cominciata la mia comunicazione con Adcem-Nut, antico sacerdote e Maestro nell’arte della Mummificazione. E’ un amico e un compagno meraviglioso, molto saggio e anche dotato di uno spiccato senso dell’umorismo. Lui mi ha presentato gli altri, nel corso degli anni: Betonthep, il gran sacerdote; Kaharbnam, l’astronomo; Sumhat, il medico; Nebdukhem, l’urbanista; Tehephron, il chirurgo; Mehervnut, l’ingegnere. Sono tutti premurosi, riservati e estremamente educati. Delle persone squisitissime. Come ho detto, con loro parlo come si fa con i normali amici, in un contatto tra dimensioni diverse che è sempre costante. Sono anche esigenti e hanno voluto che io non leggessi nulla sull’antico Egitto perché desideravano che la mia mente fosse pura, libera dalle nozioni derivanti dall’archeologia per poter assorbire una conoscenza diversa da quella descritta nei libri.

 

<<I miei maestri dicono di sì, e loro desiderano che sia finalmente riportata alla luce la vera cultura  dell’antico Egitto, il vero modo di vivere di quel popolo. E si tratta di un modo di vivere estremamente lontano da quello ipotizzato dagli studiosi. La civiltà egizia era molto imbevuta di spiritualità e i sacerdoti avevano una grande conoscenza dei poteri della mente  sulla materia. Comunicavano tra loro usando la telepatia e i discepoli venivano addestrati a questa pratica fin da giovani. Avevano impressionanti conoscenze scientifiche e il tutto era permeato dalla spiritualità. Mi hanno raccontato persino come facevano a costruire le piramidi. Non usavano tutti quegli schiavi, come si vede nei film. Erano i sacerdoti a fare tutto. Sceglievano il punto esatto dove erigere la piramide tramite dei complessi calcoli astronomici. Poi usando il potere della mente costruivano una “piramide energetica” sette volte più grande di quella che sarebbe poi stata realmente edificata. All’interno di quella “impalcatura invisibile”, realizzata con la forza del pensiero, la gravità era annullata e quindi i blocchi di pietra potevano essere spostati con grande facilità. Gli operai spingevano le pietre con poca fatica, aiutati anche dagli stessi sacerdoti che usavano la telecinesi e, partendo dalla parte centrale, la piramide veniva eretta verso l’esterno. Una volta terminata la costruzione, i sacerdoti toglievano la piramide virtuale disperdendone l’energia e la piramide reale, ora sottoposta alla forza di gravità, si assestava definitivamente. Le piramidi non erano monumenti funebri ma un “tramite”, un collegamento tra la vita terrena e quella cosmica.

 

<<Tutto questo è ormai quotidiano per me. In fin dei conti vivo questo tipo di esperienze da quando ero bambina. Allora vedevo delle presenze. Soprattutto in questa casa, in biblioteca, e fuori sul limitare del bosco. Vedevo un gruppo di persone, vestite in modo strano, con tuniche e placche di metallo sul petto. Mi guardavano curiosi, stavano un po’ in disparte, a volte cercavano di avvicinarsi. Io avevo cinque o sei anni e quelle presenze sconosciute mi intimorivano. Capii chi era quella gente anni dopo, quando visitai un Museo dedicato ai Piceni, l’antico popolo delle marche di oltre tremila anni fa. Erano proprio dei Piceni quelli che venivano a farmi visita. Io però non avevo ancora coscienza di possedere delle doti extrasensoriali. Me ne resi conto anni dopo, quando ci trasferimmo a Città del Messico. Feci una corso con un certo Silva, una persona che insegnava a gestire il subconscio e a farlo emergere con tutte le potenzialità. Sotto la sua supervisione, ero riuscita anche a sviluppare la capacità di fare una specie di diagnosi medica alle persone. Mi veniva detto il nome di un malato e la sua età, e io riuscivo a visualizzare la sua malattia. Ricordo ad esempio che mi dissero il nome di un uomo e io percepii chiaramente in quella persona delle gambe rattrappite ma anche che non era nato così. Dissi quello che “avevo visto” e mi spiegarono che l’uomo aveva avuto la poliomielite quando aveva tre anni.

 

<<Crescendo però finii per trascurare le mie facoltà. La mia vita ha preso un’altra strada, ho iniziato a viaggiare, mi sono sposata. Ho vissuto sempre in modo frenetico, passando da un Paese all’altro, con mille impegni. Ma quando sono stata costretta a fermarmi, quando ho fatto ritorno in questa casa tra le colline, allora ho riscoperto la vera parte di me stessa, sono tornata ad essere quella bambina che parlava con gli spiriti. Ed è iniziata la mia straordinaria, anche se incredibile per gli altri, avventura.>>

 

Acquista i libri della Principessa Colonna su IBS

 

Testo di

 

 

Foto di