Arturo
Brachetti, il più grande illusionista del mondo racconta come ha
imparato la sua straordinaria arte
<<DON SILVIO MI HA INSEGNATO
A FAR SORRIDERE E FAR SOGNARE>>
Testo
e foto di Nicola Allegri
Copyright
© 2004 editorialegliolmi.it
tonyassante.com
Acquista i DVD di Arturo Brachetti
Attore,
illusionista, mago, umorista, regista, Arturo Brachetti è un
personaggio unico nel suo genere. Famoso in tutto il mondo, osannato
da tutti i critici, paragonato ai miti del passato, ritenuto
irrepetibile, sta compiendo una tournée mondiale. Ora si trova in
Canada, passerà poi in Inghilterra, quindi Spagna, Belgio e
all’inizio del 2007 in Italia, con tappe a Milano e a Roma.
Brachetti è un grande, grandissimo
uomo di spettacolo. Ma è anche una persona dal cuore d’oro. Senza
alcuna ostentazione, ma con sorprendente costanza, trova il modo di
dedicare, nel corso di ogni sua tournée, il ricavato di uno
spettacolo a iniziative benefiche.
Tempo fa, avevo raccontato per il
“Faustino” (Vedi “Il Faustino", giugno 2005) la storia di un
singolare religioso torinese, don Silvio Mantelli, sacerdote è anche
un famoso illusionista, che con il nome di Mago Sales, gira il mondo
a tenere spettacoli a favore dei bambini in difficoltà. Brachetti,
quando era un ragazzo, è stato allievo del Mago Sales che, oltre ai
trucchi illusionistici gli ha insegnato anche la generosità e
l’altruismo, e Brachetti ha certamente superato il maestro nell’arte
dell’illusionismo, ma non ha mai dimenticato gli insegnamenti di
bontà.
Alcuni mesi fa, nel corso di uno
spettacolo di Arturo Brachetti in Italia, gli ho portato nel
camerino il suo vecchio maestro, assistendo a un incontro commovente
per ricordi e affetto.
<<Siamo veramente due vecchi amici>>,
ha detto Brachetti. <<Amici per la pelle. Anzi, più che amici,
perchè lui, questo mago speciale, è stato il mio primo maestro, il
mio vero maestro>>.
Arturo
Brachetti sorrideva guardando affettuosamente il Mago Sales che
aveva anche lui gli occhi lucidi di commozione. <<Ricordo>>, disse
il Mago Sales << un ragazzino smilzo, timido e pallidoccio, tanti
anni fa, in un periodo di tempo fuori del tempo, proprio perché il
ragazzino che incontrai era ed è un "essere fuori del tempo">>.
<<Sì, ero un bambino particolare,
molto timido e introverso>>, disse Arturo Brachetti. E continuò,
rivelando un aspetto sconosciuto della sua vita. << Ero schivo con
gli altri ma ero molto buono e quindi la mia famiglia vide in quella
timidezza e bontà le caratteristiche perché diventassi prete. A 11
anni entrai nel seminario dei salesiani. Ma il seminario tirò fuori
la mia voglia di fare teatro. Infatti, tra le varie attività
parallele alla vita da seminarista c’era anche la scuola di magia di
Don Silvio. Ci incontrammo a Grassonay durante la colonia estiva. E
quell’incontro cambiò la mia vita. Lui aveva una stanza piena di
giochi di prestigio, di libri, di manuali di magia. Ero affascinato
da quel mondo di fantasia tanto che dopo quattro giorni avevo già le
chiavi della stanza. Passavamo ore a fare giochi e a studiare. La
mia adolescenza trascorse immerso tra le letture e i giochi che mi
prestava Don Silvio. E così feci le prime piccole esibizioni e mi
sentii realizzato e speciale. Potevo in fondo riscattarmi dagli
altri che erano bravissimi a calcio mentre io ero una schiappa.
<<Ma
Don Silvio fu importante anche in seguito. Infatti, quando a 17 anni
avevo capito che la vita in seminario non era fatta per me e non
avevo quindi la vocazione religiosa, Don Silvio mi diede un grande
insegnamento. Mi disse che l’importante non era avere una vocazione
religiosa. L’importante era avere una vocazione. E quindi se la mia
vocazione era quella di far sorridere e sognare avrei dovuto
perseverare in quello. Ed è accaduto proprio così. Io vivo il mio
lavoro come una missione. Il mio compito è di far sognare le persone
e lo sto facendo sacrificando ogni altra cosa perché questo possa
accadere.
<<La vita in seminario e l’incontro
con Don Silvio mi insegnarono un percorso di vita mica da ridere.
La solidarietà, l’amore per il prossimo, la disciplina, il rispetto.
Forse erano già in me queste cose ma un ambiente come quello del
seminario sicuramente le ha sviluppate. Per questo non dimenticherò
mai quei momenti. Mi hanno cambiato la vita. Li ricordo con
nostalgia anche nel mio spettacolo. E mi danno sempre grandi
emozioni>>.
<<Sono
frequenti i suoi spettacoli per beneficenza?>>
<<Spesso lavoro per Don Silvio e la
cosa mi fa molto piacere. Lui è un esempio di vita, un portavoce di
solidarietà e conoscendo come vive mi viene del tutto naturale far
parte dei suoi progetti. Per esempio, con il ricavato di un “tutto
esaurito” a Parigi abbiamo costruito un ospedale in Uganda. Uno
spettacolo a Parigi ha reso felici le 1500 persone che erano in
teatro e nello stesso tempo ha dato un sorriso ad altre migliaia di
persone là, in Africa, dove hanno molto bisogno di tutto. Sapere di
poter contribuire a rendere felici persone povere, ammalate,
bisognose mi rende molto molto felice>>.
<<In una ideale scala dei valori, dove
pone l’altruismo?>>
<<Al primo posto.
L’altruismo inteso non solo come aiuto economico, il dare agli altri
dei soldi. C’è un altruismo anche superiore a questo, ed è
costituito dall’amore per il prossimo, dal dare agli altri tempo,
attenzione, energia. Per me questo è la cosa più preziosa. A volte,
anche un gesto semplice, come fermarmi dopo lo spettacolo a salutare
le persone, è molto importante. L’energia che si dona può ridare
speranza, tirare fuori dalla depressione e dai momenti brutti.
Questo i soldi non sempre possono farlo>>.