Un CD per il Papa

di Tony Assante

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Abbiamo incontrato per voi una giovane promessa della Musica Italiana, Francesco...

Francesco Paolo Cimmino nasce a Gragnano (NA) il 26 febbraio 1989.

Sin da piccolo è amante della musica, in particolare di quella italiana, tra i vari artisti preferiti vi sono i Pooh, Venditti, Pausini, Zarrillo. Studia canto in una scuola d’arte di Castellammare di Stabia., successivamente si dedica allo studio del pianoforte, per scoprire poi una vera passione per la chitarra, che tutt’ora studia.

L’amore per la musica è tale da portare Francesco a scrivere molte canzoni già all’età di 14 anni e per vari problemi (e forse mancanza di coraggio) non incide.

Ma di recente accade un evento che lo segna profondamente: la scomparsa del Santo padre Giovanni Paolo II. Francesco è così scosso nell’apprendere la notizia che decide di esporre i suoi pensieri e alla fine li trasforma in una canzone dalla quale traspare la tristezza di aver perduto quello che era un forte punto di riferimento per lui e per molti altri giovani, ma questo è anche un silenzioso grido di ringraziamento per quel grande Papa che tanto ci ha insegnato.

 

  1. Come hai cominciato ad appassionarti alla chitarra?

La passione per la chitarra è nata nella mia parrocchia. La sentivo suonare da un seminarista e anche se allora studiavo il pianoforte sentivo che questo strumento non mi trasmetteva le sensazioni che mi faceva sentire il suono della chitarra. Così tornato a casa ho comunicato a mio padre il desiderio di suonare questo strumento. In questo modo giorno dopo giorno, nota dopo nota la mia passione per la chitarra aumenta sempre di più.

 

  1. Da quanti anni la suoni?

Ho iniziato tre anni fa, da autodidatta; poi dopo un anno ho deciso di prendere lezioni con il Maestro Verdolina con il quale studio tutt’ora.

 

  1. Ci racconti un episodio simpatico e suggestivo legato al brano “21.37, piazza San Pietro”?

Più che un singolo episodio suggestivo, mi fa sorridere il fatto che da quando ho cantato la prima volta in pubblico la canzone, mi è capitato più volte che le persone in strada o a scuola mi riconoscono. Questo ovviamente mi fa piacere, perché è un passo importante per la mia realizzazione musicale e umana.

 

  1. Avevi sedici anni quando Karol Wojtyla ci ha lasciati. Come ha potuto la sua figura lasciarti un segno così profondo?

Fin dall’infanzia la figura del Papa l’ho sempre associata al Karol Wojtyla ma al di là di questo sapevo che il suo operato era profondamente diverso dai suoi predecessori; era innovativo, moderno e credeva fermamente nei giovani tanto da istituire la GMG dedicata appunto ai giovani. È soprattutto per questo che mi ha sempre affascinato.

 

  1. Quali sono i tuoi sogni e progetti per il futuro?

Il mio sogno sarebbe quello di entrare nel mondo della musica da professionista per poter diffondere e trasmettere a più persone il mio mondo interiore. So che per raggiungere questo obiettivo dovrò faticare non poco a cominciare da vari progetti che ho intenzione di realizzare. Tutto ciò non implica l’abbandono per gli studi, anzi, tre i miei piani c’è la laurea in Ingegneria Informatica.

 

  1. Come si svolge la tua vita e la tua attività musicale?

La mia vita è abbastanza comune a quella di tutti i giovani. Frequento l’ultimo anno di un Istituto Tecnico, mi dedico allo studio della chitarra con il Maestro Verdolina e nel mio tempo libero mi occupo delle attività parrocchiali legate alla musica.