“SMS” PER SALVARE

I BAMBINI DI STRADA

di Roberto Allegri

 

Foto di Nicola Allegri

 

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Voglio raccontarvi di padre Kizito. L’ho conosciuto a Milano, qualche tempo fa, ed è stato uno di quegli incontri che non si dimenticano e che ogni tanto si affacciano alla memoria col sorriso di un amico. Padre Renato “Kizito” Sesana è una specie di leggenda. Da più di trent’anni si dedica ai bambini di strada in Africa e la sua figura evoca quella del dottor Albert Schweitzer, il missionario protestante tedesco che fu Premio Nobel per la pace nel 1953.

Nato a Lecco, Padre Kizito da giovane ha lavorato come perito meccanico alla Moto Guzzi di Mandello. In fabbrica ha maturato la vocazione religiosa, è diventato comboniano, assumendo il soprannome di "Kizito", lo stesso di uno dei martiri ugandesi del 1886. Ordinato sacerdote, si è poi laureato in Scienze politiche all’Università di Padova. Quando i Superiori lo incaricarono di dirigere la rivista missionaria “Nigrizia”, mise in evidenza eccezionali doti di giornalista e scrittore. Una brillante carriera lo attendeva, ma nel 1977 lasciò la vita tranquilla nel nostro Paese per andare in Africa. Prima in Zambia, poi in Sudan quindi in Kenya. Nelle baraccopoli, tra i diseredati, i perseguitati, gli affamati, i moribondi, condividendo la loro sorte quotidiana e denunciando fame, miseria, sfruttamenti, guerre, ingiustizie

Padre Kizito è uno che infiamma. Uno che quando ti stringe la mano per salutarti, ti trasmette l’entusiasmo per il prossimo. E ti viene il desiderio di fare la tua parte, nel tentativo di restare a galla con dignità in un mondo che è sempre più ingiusto e contorto. Padre Kizito ha toccato parti profonde dentro di me. Ma ancora di più ha contagiato il mio amico Arnoldo Mondadori Mosca. “Arnoldino”, come lo chiamano gli amici, potrebbe essere uno dei tanti rampolli dell’alta società che vivono senza conoscere mai il significato del verbo “donare”. In virtù dei nomi illustri che porta – Mondadori e Mosca, cioè le due famiglie che hanno segnato la cultura italiana negli ultimi sessant’anni – potrebbe concedersi un’esistenza totalmente mondana. Ma non lo fa. Contagiato dal “morbo del bene” che gli ha trasmesso padre Kizito, Arnoldo organizza, produce, pensa, realizza progetti per aiutare padre Kizito nella sua missione. In questo, loro due sono instancabili.

L’ultima iniziativa riguarda un numero, messo a disposizione da TIM, Vodafone e Omnitel Vodafone e Omnitel.  Se mandi un “SMS” con questo numero doni un 1 euro al progetto “Piccolo Fratello”.

 

Semina un “SMS” e farai nascere il sorriso su un bambino africano. E con il sorriso la speranza. E con la speranza i sogni, quelli di un mondo migliore.

Il numero è 48588 e sarà attivo fino al 20 di marzo.

 

Il progetto “Piccolo fratello”, promosso da padre Kizito, da “Amani Onlus” (Amani in kiswahili significa “pace”) che coordina i fondi raccolti, e da Arnoldo Mondadori Mosca, prevede la costruzione di una casa famiglia in Kenya, in grado di ospitare 40 bambini salvati dalla strada.

<<Nel 2010, solo in Kenya, ci saranno più di 2 milioni di bambini di strada>>, mi ha detto Arnoldo. <<E’ necessario fare qualcosa. Insieme ad un luogo di assistenza è sempre più necessario anche un lavoro educativo che possa affrontare il problema alle radici.
Per questo motivo, parte integrante del nostro progetto è quello di formare direttamente nella località interessata, educatori ed insegnanti che possano aiutare questi bambini, diventando esperti in pedagogia dell'emergenza. Formare persone del luogo, infatti, significa avere insegnanti con maggiore conoscenza di quel contesto sociale e culturale: tutto ciò può contribuire in misura più efficace a fare
qualcosa in Africa per l'Africa. Vicino allo stabile creato per i bambini, infatti, avrà sede anche il primo centro di formazione per educatori.>>