Vit>>>Skystar

 ATTESA

Non eravamo andati via. Siamo rimasti qui, a scrutare il cielo per cogliere nel firmamento le comete di note che all’improvviso scomparivano. Esplorammo le bianche lune, cercavamo penne per riempirle di parole per scrivere la bellezza e l’armonia. Ma l’autunno ci regalò cascate di foglie morte, ci rubò le stelle con invasioni di nuvole. Cercammo di bucarle con guglie di grattacieli. Là sopra salimmo per salutare comete e astronavi. Poi la luna mancò. Smarriti, cercammo nell’Universo. Trovammo buchi neri e relitti lamentosi di freddo e solitudine. Ammaliavano. La tentazione c'invase come un male oscuro. Ci traeva. Qualcuno cadde, cedette all’insolita Circe. Corsero dietro alle illusioni di meteoriti, alle vaganti filastrocche effimere per placare una fragile sete di melodie. Insieme ad altri, novelli Ulisse, continuammo a rincorrere la speranza. Poi lo spazio esplose in mille frammenti, la luce spezzò il buio, la mente limitò l’infinito. Ritrovammo le note nascoste e le lune rubate. Ballavano, danzavano tra i righi di un pentagramma che avevi nascosto nei recessi di buie malinconie. Noi le scoprimmo. E siamo corsi in mezzo alla gente a cantare le note, appiccicandole nei cuori di chi ancora contava le stelle cercando tra gli spazi sottili fermenti d’incertezza.

Vittorio