Sorpresa: ora scriverò per gli altri
Intervista di Andrea Spinelli


RIMINI : Lontano dai ludi juveniles negli stadi delle sue estati all'insegna
dell'eccesso, Claudio Baglioni approda domani al 105 Stadium di Rimini per
ribadire che piccolo è bello. E lo fa con uno show casalingo nel senso letterale
del termine, in cui tre palchi mobili lo introducono ad altrettante stanze
di vita quotidiana, facendolo passare dalla cantina al soggiorno e al tetto.
Al suo fianco, il chitarrista Paolo Gianolio e uno stuolo di nuovi arrivati,
in cui figurano Mario Guarini al basso, Stefano Melone alle tastiere, Adriano
Molinari alla batteria e un quintetto d?archi. Rimini è la terz'ultima tappa
di un cammino partito il 21 novembre da Torino.

BAGLIONI CHE BILANCIO FA DI QUESTO TOUR?
Siamo all?ultima settimana di spettacoli. Avevamo intitolato questo tour
Crescendo per altre ragioni, ma poi le numerosissime repliche che si sono
aggiunte via via hanno finito per dilatarne il significato. Alla fine saranno
56 concerti. Se i dati non ci ingannano, si tratta della più lunga tournée
mai fatta nei palasport italiani?.

GRAN FINALE A TORINO L' APRILE.
«Ci piaceva l'dea di chiudere lì dove avevamo cominciato. Il giorno dopo
ci sentiremo tutti un po'più soli, perché i concerti, le tournée, ti creano
una bella identità collettiva. Questo mestiere si comincia sempre da soli,
prendendo la chitarra in mano per cercare il gradimento della tua piccola
compagnia, con la ragazzina che ti guarda e l'mico che ti punzecchia. Ma
poi le cose prendono un'altra strada».

TRADIZIONALMENTE L'ULTIMO CONCERTO DEL TOUR È IL PIÙ GOLIARDICO DI TUTTI.

«Lo scherzo più feroce me lo fecero nell'85 allo stadio di Reggio Calabria:
i tecnici cosparsero il microfono di aglio. Finii lo spettacolo starnutendo
e lacrimando, ma arrivai in fondo lo stesso».

RISPETTO AI TOUR DEGLI ULTIMI ANNI STAVOLTA HA SMONTATO E RIMONTATO COMPLETAMENTE
LA BAND CHE RUOTA ATTORNO A GIANOLIO. SODDISFATTO DEL NUOVO ASSETTO?
«Avevo in calendario così tanti spettacoli che mi è sembrato giusto puntare
su musicisti giovani. Ci è bastata una decina di rappresentazioni per raggiungere
l'intesa piena. Soprattutto le parti dinamiche dello spettacolo mostrano
una bella solidità».

FRA GLI ARTISTI DELLA SUA GENERAZIONE C'È CHI FA TOUR PERCHÉ HA APPENA INCISO
UN DISCO E CHI INCIDE DISCHI PERCHÉ NON VEDE L'ORA DI ANDARE IN TOUR. LEI
A CHE RAZZA APPARTIENE?
«Vorrei mettermi in mezzo, ma dovendo scegliere mi sento più tra i secondi.
La passione per i concerti mi è cresciuta col tempo. Quando sei su un palco
cerchi l'abbraccio del pubblico, mentre quando incidi un disco abbracci
il vuoto in attesa che arrivi un altro ad abbracciare il tuo stesso vuoto».


DA DISOCCUPATO DELLE TOURNÉE, CHE FARÀ?
«Intanto mi prendo una decina di giorni di vacanza sul Mar Rosso, poi comincerò
a pensarci. Non so se tornerò in studio a registrare o se mi concentrerò
su due o tre concerti molto speciali».

DESIDERI PARTICOLARI?
«Vorrei scrivere delle canzoni che non canterò».

PREGO?
«A parte alcune cose composte tra il '71 e il '72 per Mia Martini, mi sono
sempre scritto addosso. Vorrei rompere questo rapporto asfissiante e cominciare
a scrivere per gli altri».

A CHI LE PIACEREBBE AFFIDARE I SUOI BRANI?
«Potrebbero andar bene a donne come Elisa, la Consoli, la Grandi o perché
no la Mannoia: assieme a Giorgia è l'unica interprete "pura" della nostra
canzone».

VOGLIA DI MUSICAL?
«Certe mie affinità col teatro sono evidenti. Dal '71 ogni volta che mi
metto a comporre scrivo di fatto dei musical che poi diventano album».

DOPO I TRIONFI DI ANIMA MIA E I TONFI DI ULTIMO VALZER, IL PRODUTTORE BALLANDI
LE AVEVA PROPOSTO UNO SHOW TV IN QUATTRO PUNTATE A BORDO DI UNA NAVE ORMEGGIATA
OGNI SETTIMANA IN UN PORTO DIVERSO. NON SE N'È FATTO NULLA. PERCHÉ?
«Perché la tv vive un momento ossessivo in cui non mi riconosco. C'è un
clima rissoso, fatto di audience, quote pubblicitarie, trionfi e sconfitte.Dovrebbe
abbassarsi a un'idea di qualità che al momento le sfugge. Anche noi musicisti
davanti alle telecamere finiamo col dare il peggio, riducendo un lavoro
di anni a cinque minuti di promozione giocati su un?ideuzza acchiappata
all'ultimo momento».