Benedetto XVI

di Stefania Scarpulla

Sono le 17,51 di martedì 19 aprile 2005. Roma è sotto un cielo grigio che promette pioggia.

In piazza S. Pietro, una folla attenta guarda verso il tetto della Cappella Sistina.

Le televisioni di tutto il mondo inquadrano l’antico comignolo, dal quale si attende una fumata, e si spera sia bianca.

Ieri pomeriggio, dopo la celebrazione della Messa “Pro eligendo Romano Pontefice” , i cardinali sono entrati in Conclave. Il cardinale Jorge Arturo Medina Estevez, prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha chiuso il ciclo dei Novendiali per la morte di Giovanni Paolo II, ed ora attende l’elezione del nuovo Pontefice, che sarà da lui presentato ai fedeli.

Si attendono con ansia le 19, ora in cui è prevista una fumata. Si va diffondendo la notizia che uno scrutinio, il primo del pomeriggio, si è concluso. Ma, all’improvviso, un timido fumo grigio appare  dal comignolo, una fumata sulla quale ci si pronuncia prudentemente. Dopo qualche secondo, il colore si schiarisce fino a diventare bianco. In piazza i fedeli incominciano ad applaudire, felici per la notizia dell’elezione del nuovo Papa.

I minuti trascorrono lenti, si fanno ipotesi su chi possa essere il  nuovo Pontefice. Echeggia sempre più frequentemente il nome del cardinale Joseph Ratzinger, personaggio di indubbia fama e di grande rigore morale. 

Dopo circa 15 minuti dalla fumata, le campane della Basilica Vaticana cominciano a suonare a festa: è l’ultima conferma dell’avvenuta elezione del nuovo Papa ed è la prima volta che questo avviene. Nelle occasioni precedenti, l’annuncio dell’avvenuta elezione era affidato soltanto al colore della fumata, ma non sempre era chiarissimo se fosse nero o bianco.

Al suono delle campane di San Pietro, un grido di gioia si sprigiona dalla folla in piazza, che si riunisce in preghiera, in attesa dell’”habemus papam”. In tutte le Basiliche, da Santa Maria Maggiore ad Assisi, ed in tutte le chiese, le campane suonano a festa e salutano il nuovo Pontefice.

Il mondo guarda verso la loggia dalla quale si affaccerà il Santo Padre. Alle 18.55 il drappo rosso si apre e compare il cardinale Medina Estevez, per pronunciare la formula di rito: “Nunzio vobis gaudium magnum, habemus papam”. Svela l’identità del nuovo Pontefice: è Joseph Ratzinger, che assume il nome di Benedetto XVI.

 

Il nuovo Papa si affaccia sorridente, saluta gioiosamente la folla.

 

Il suo primo breve discorso si apre con il ricordo di Giovanni Paolo II e con un grazie ai cardinali che hanno eletto lui, “umile lavoratore nella vigna del Signore”. Si affida alle preghiere e confida nell’aiuto di Dio e di Maria Vergine. Impartisce poi la benedizione “Urbi et orbi” e, dopo un ulteriore caloroso saluto alle tante persone in piazza, rientra dalla loggia centrale.

Un grande applauso accompagna il nuovo Papa e cori ritmati ripetono il suo nome.

La Chiesa, orfana da diciassette giorni, ha un nuovo Padre, papa Benedetto XVI.

Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologica Internazionale, decano del Collegio Cardinalizio, nasce a Marktl am Inn, nella diocesi di Passau, in Germania, il 16 aprile 1927. Figlio di un commissario della gendarmeria, proviene da una famiglia di tradizione contadina della bassa Baviera.

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1951, dopo aver seguito con il fratello gli studi di filosofia e teologia, nel 1957 ottiene la libera docenza e si dedica all’insegnamento di dogmatica e di storia dei dogmi nel 1969 come professore ordinario in varie univesità tedesche, da Frisinga a Bonn, da  Münster a Tubinga.

Già dal 1962 acquista una certa notorietà, come consulente teologico dell’Arcivescovo di Colonia al Concilio Vaticano II.

Autore di numerose pubblicazioni, molte delle quali sulla fede e sui dogmi della Chiesa, nel 1977 viene nominato Arcivescovo di  München und Freising e successivamente Cardinale del Concistoro. Relatore alla V Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi nel 1980, nel 1983 è Presidente delegato della VI Assemblea Sinodale.

Nel 1981 viene designato da Giovanni Paolo II prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologica Internazionale.

È stato nominato nel 1998 Vice-Decano del Collegio cardinalizio, per diventarne il Decano il 30 novembre 2002.

È stato presidente della commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che dopo sei anni di lavoro ha potuto presentare al Santo Padre, nel 1992, il nuovo Catechismo.

Dopo essere stato insignito della Laurea ad honorem in Giurisprudenza, dal 13 novembre 2000 è accademico onorario della Pontificia Accademia delle Scienze.

È grande amico e collaboratore di Karol Vojtyla dal 1978. Trascorre al suo fianco 24 anni del suo Pontificato, condividendone le idee ed i principi cristiani.

La sua figura appare la più adatta a garantire la continuità del messaggio di Giovanni Paolo II nel mondo cattolico.

Venerdì 8 aprile celebra le esequie del Santo Padre, in qualità di Decano del Collegio cardinalizio.

Entrato in Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice il 18 aprile 2005, nel pomeriggio di oggi viene proclamato successore di Pietro.