Un caffè in casa Allegri parlando di squali

Copyright © 2004  editorialegliolmi.it   tonyassante.com 

Foto di Nicola ALLEGRI

E’ il periodo delle prime partenze per le vacanze. E le spiagge cominciano a riempirsi di gente desiderosa di lasciarsi alle spalle le città piene di smog, ansie e problemi. Il sogno è quello di godersi il sole abbronzandosi e nuotando. Ma se in acqua ci fossero gli squali?

Fra tutte le persone che si tuffano, c’è sempre chi, forse suggestionato dai film o dai romanzi, sente nascere dentro di sé il timore di fare brutti incontri. E allora si mette a scrutare a lungo la distesa del mare preoccupato di scorgere la minacciosa pinna triangolare di uno squalo. Si tratta di fobie ingiustificate? Forse. Ma è un dato di fatto che lo squalo evoca in noi il terrore puro collegato all’ancestrale paura di essere divorati. Film e libri sui “pesci assassini” non aiutano a stare tranquilli. Basti pensare al celebre film “Lo squalo” di Steven Spielberg e al più recente “Open Water”. Oppure ai famosi romanzi di Peter Benchley e Steve Alten.

<<La possibilità di essere attaccati da uno squalo è talmente remota che non vale neanche la pena preoccuparsi>>, mi dice il mio amico Alessandro De Maddalena, uno che agli squali dà del “tu”, uno dei nagguiri esperti europei di questi animali. L’ho invitato a prendere un caffè da me e siamo stati costretti a restare in casa perché oggi la giornata è fredda e piovosa e l’estate sembra essersi allontanata. Allora ci siamo divertiti a fare delle foto, preparando una specie di set in un angolo del mio studio. Abbiamo appeso alla parete centinaia di foto di squali e Alessandro ha contribuito alla scenografia con alcune mascelle della sua collezione.

<<Per capire come le probabilità di essere morsi da uno squalo siano basse>>, mi spiega, <<si deve tenere conto che questo tipo di attacchi sono meno di un centinaio l’anno in tutto il mondo, e di questi solo una decina hanno esito tragico. Se pensiamo all’immenso numero di persone che nello stesso periodo entrano in mare per nuotare e fare una qualsiasi attività subacquea e al fatto che le specie di squali potenzialmente pericolose per l’uomo si trovano in tutti i mari, la cosa che stupisce è che gli attacchi siano invece così pochi. La verità è che gli squali tendono ad evitare gli esseri umani, che non figurano certo tra le loro prede abituali.>>

Presidente della “Società Ittiologica Italiana” e fondatore del “Gruppo Mediterraneo di Ricerca sugli Squali”, Alessandro De Maddalena, 35 anni, è il curatore della “Banca Dati Italiana Squalo Bianco”, un organismo unico nel suo genere che da dieci anni raccoglie informazioni e notizie di avvistamenti del grande squalo bianco nei mari italiani.

<<Il famoso squalo bianco, protagonista di film e romanzi, è proprio una delle cinquanta specie di squali presenti stabilmente nei nostri mari>>, dice Alessandro. <<Ma non è facile incontrarlo perché è schivo e non sopporta la confusione delle zone troppo frequentate. Ha una brutta fama e certo è pericoloso perché si tratta di un grosso predatore. E’ lungo in genere più di cinque metri e pesa un paio di tonnellate. E’ responsabile di numerosi attacchi all’uomo ma se si considerano tutti gli incidenti mortali nel mondo, fanno più vittime i leoni o i serpenti velenosi. Lo squalo bianco è una specie rara e le probabilità di incontrarlo sono molto scarse. Film e libri che esaltano la sua ferocia non fanno altro che innescare un sentimento di odio nei suoi confronti. Pensa che nel 1976, dopo l’uscita del film “Lo squalo”, in tutto il mondo si è verificato un massacro di squali di tutte le specie, sull’onda dell’emozione e della paura scatenata da quella pellicola. Per fortuna oggi lo squalo bianco è protetto da leggi severe. Il Sudafrica è stata la prima nazione, nel 1991, a dichiararlo specie protetta. E in Italia lo è formalmente dal 1999 anche se ogni tanto viene catturato dai pescatori professionisti. Occasionalmente capita anche di trovarlo sui mercati del pesce, venduto fresco o congelato, spesso sotto il nome di palombo o pesce spada.

<<Un tempo si pensava che gli squali bianchi entrassero nel Mediterraneo seguendo la scia delle navi attraverso lo stretto di Gibilterra. Ma oggi sappiamo che invece è una specie stabile nelle nostre acque. Significa che vive e si riproduce lungo le nostre coste. La “Banca Dati Italiana Squalo Bianco” che ho costituito nel 1996, ha raccolto i dati delle catture e degli avvistamenti in duecento anni. La maggior parte delle oltre seicento segnalazioni sono avvenute attorno alla Sicilia, specie lungo le coste delle isole Egadi e nello Stretto di Messina. Poi nel Tirreno, nel Mar Ligure e nell’Adriatico. All’isola la Formica, davanti a Trapani, nel 1974 è stato pescato il più grande squalo bianco mai catturato in acque italiane. Era lungo 6 metri e 40 centimetri per un peso di circa 2,5 tonnellate.

<<Lo squalo bianco però resta un animale raro e la possibilità di incontrarne uno facendo il bagno è praticamente irrisoria. E’ un animale che non ama le zone frequentate e le coste italiane, si sa, sono sfruttate in maniera clamorosa. Se uno squalo bianco dovesse avvicinarsi a riva, sarebbe davvero un caso eccezionale. Ma se dovesse capitare e dovesse anche incontrare un bagnante non è detto che debba per forza accadere la tragedia. In genere gli squali si avvicinano all’uomo senza avere l’intenzione di attaccare, solo perché sono molto curiosi. Certo, se ti dovesse capitare di incontrarne uno mentre sei in acqua la prima cosa da fare è restare calmo. Più facile da dirsi che a farsi, lo ammetto, ma sono i movimenti bruschi e scomposti che lo spingono all’attacco. E’ bene però cercare di evitare di trovarsi in situazioni del genere. Ci sono regole da rispettare, ad esempio evitare di immergersi da soli, di notte, in acque torbide, in zone ricche di pesci. Non si deve mai praticare la pesca subacquea quando nelle vicinanze è stato avvistato uno squalo, anche a distanza di giorni. Mai portare con sé i pesci fiocinati ma portarli subito fuori dall’acqua e mai restare in acqua se c’è presenza di sangue.>>

Io e Alessandro continuiamo a divertirci nel fare le foto. Io faccio finta di essere aggredito dalle mascelle di un mako. <<Quali sono gli squali presenti nei nostri mari?>>, domando.

<<Saranno circa una cinquantina di specie, anche se molte di queste sono poco abbondanti. Le più comuni sono la verdesca, il palombo stellato, il palombo liscio, lo spinarolo, il gattuccio. Se si esclude la verdesca, che può raggiungere i quattro metri di lunghezza e che in certi casi può diventare pericolosa, si tratta di animali di piccole dimensioni e del tutto innocui. Anzi, noi siamo un pericolo per loro e non viceversa. Le loro carni sono infatti commestibili e alcuni di loro perciò vengono pescati con regolarità. Ogni tanto nelle nostre acque si possono incontrare altri squali “esotici” come lo squalo elefante, un vero gigante gentile di 12 metri che si nutre di plancton e quindi è inoffensivo. Oppure lo squalo mako, descritto superbamente da Hemingway ne “Il vecchio e il mare”, che può essere pericoloso.

<<Oggi però, la tendenza è quella di avere meno paura di questi bellissimi animali. Il merito è dei documentari e dei libri che presentano lo squalo come è in realtà e non come il mostro assetato di sangue. Abbiamo finalmente imparato a considerare gli squali come creature eleganti e affascinanti, che vanno rispettate e protette. Recentemente ho curato a Brescia una mostra dedicata proprio allo squalo bianco e mi ha colpito il fatto che la maggior parte dei visitatori siano stati i bambini, con una preparazione di base ottima. Accade sempre anche alle conferenze che tengo in giro per l’Italia. I più attenti e quelli che fanno le domande più intelligenti sono proprio i ragazzini. Gli squali, soprattutto quelli molto grossi come lo squalo bianco, esercitano su di loro un grande fascino. Ricordano i dinosauri, hanno l’aspetto di creature preistoriche e in parte lo sono, dal momento che negli ultimi cento milioni di anni non hanno subito cambiamenti evolutivi. Vederli muoversi, così maestosi e imponenti, è come trovare intatto un pezzetto di preistoria.>>