
Lavorando alla stesura del volume “Con
la musica nel cuore”, ho scoperto che il popolare
cantante pugliese è un vero artista anche con la penna
LE POESIE DI AL BANO
Di Roberto Allegri - Foto di Simone Galbiati e di
Nicola Allegri
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La sera del 9 dicembre, nella saletta degli eventi del Mondadori
Multicenter di piazza Duomo a Milano, ho presentato, insieme ad Al
Bano, il nostro nuovo libro che si intitola “Con
la musica nel cuore”.
Del libro, e di come sia stato interessante e divertente insieme
lavorare con Al Bano per realizzarlo, ho già scritto nel numero
scorso del “Faustino”. Ma desidero dividere con i lettori della
nostra “rivista on-line” le emozioni di quella serata.
Prima di tutto la cornice.
Milano
in una sera gelida, anticamera di una notte di neve. Le luminarie
delle feste, il grande albero addobbato nella piazza, il Duomo
imponente e silenzioso come un nonno saggio e austero: Milano pareva
un confetto di cristallo. La perfetta confezione della metropoli
pronta per l’imminente baraonda di Natale.
La saletta degli eventi del Multicenter era piena. Lì, per
un’oretta, Albano ed io ci siamo passati la palla di una
conversazione basata sulle sue canzoni, sugli episodi della sua vita
che hanno a che fare con Milano, anche su quel particolare grado di
“parentela” che ci lega. Sì, perché non essendo io “famoso”, ho
voluto farmi conoscere dai presenti e soprattutto spiegare per quale
motivo ho potuto scrivere due libri con Al Bano.
“Ho
39 anni e conosco Al Bano da…….39 anni!” Così ho esordito. Al Bano,
infatti, è stato padrino al mio battesimo, mi ha tenuto tra le
braccia mentre mi veniva imposto il nome. E poi, fino all’età
adulta, ho sempre trascorso parte dell’anno a casa sua, crescendo
insieme ai suoi figli e imparando a chiamare nonni i suoi genitori.
Per me, Al Bano non è mai stato il cantante famoso, il VIP
irraggiungibile, ma una persona di famiglia. Mi ha insegnato a
nuotare, ad andare a cavallo, a pescare, a camminare nel bosco, a
“parlare” con gli animali e con le piante abituandomi a considerare
la natura come una madre ricca di un’energia che collega tutti o
tutto. Ho conosciuto fin da bambino quindi l’Al Bano sciamano,
legato alla terra, attento ai ritmi del sole, rapito dal mare. E
questo mi è servito per scrivere di lui.
Non voglio dire di essere l’unico a conoscere il “vero” Al Bano
perché farei un torto ai suoi amici più cari e alle persone della
sua famiglia. Ma sono senza dubbio il depositario di emozioni
provocate da lui e sorte in me nell’infanzia, ammantate sì da un
alone di magia ma anche pure e lontane da qualsiasi influenza.
Emozioni che sono rimaste intatte, confinate nella memoria degli
affetti, e che rappresentano una riserva di materiale impagabile da
cui attingere per scrivere in modo sincero su Al Bano. Lui tutto
questo lo sa, ed è per questo che si trova bene nel lavorare con me.
Nel libro “Con
la musica nel cuore”
non c’è una sequenza di fatti e di esperienze, come nel precedente
volume “E'
la mia Vita”
che ho scritto lo scorso anno sempre con Al Bano. In questo secondo
libro, c’è qualcosa di molto più profondo. Ci sono le sue
aspirazioni artistiche e penso che poche cose siano così intime come
i sogni di un poeta.
Il libro “Con
la musica nel cuore”
parla esclusivamente delle canzoni di Al Bano e ne rivela un aspetto
inedito, che i suoi più attenti fan già conoscevano ma che forse è
sfuggito alla grande massa del pubblico.
Al
Bano è un ottimo poeta e i testi delle sue canzoni lo dimostrano
ampiamente. Ha la capacità di condensare in pochissimo spazio, lo
spazio di un brano musicale, una storia intera con parole che
muovono in modo molto forte le emozioni. Sa creare immagini chiare
come fossero dipinte, nel breve tempo di una strofa. In quella
scrittura, Al Bano mette la propria vita, le proprie esperienze, ciò
che ha visto e sentito nei viaggi, tra la gente, nelle notti
solitarie passate a guardare le stelle. Ed è immediato per lui
tradurre le vibrazioni del cuore in note musicali. Ma ha anche il
raro talento di vestire quelle note con parole efficaci, coi giusti
colori. Le sue canzoni diventano così delle autentiche “fotografie
poetiche”.
Di Al Bano, il grande pubblico conosce soprattutto le canzoni più
celebri, quelle dei festival di Sanremo, interpretate in coppia con
Romina.
Ma
la produzione di Al Bano è davvero sterminata e sono moltissimi i
brani meno noti ma nello stesso tempo
straordinari, vere e proprie poesie in musica. Perché come i grandi
artisti di sempre, come i pittori e gli scultori, Al Bano è divorato
dal bisogno di comunicare agli altri le sensazioni che agitano il
proprio cuore. E lo fa scrivendo. E accettando il rischio di ogni
poeta, quello di mettere a nudo la propria anima e diventando,
quindi, per certi versi, vulnerabile.
