Sono un folle amante dei film western. Non lo nego.
Sono cresciuto adorando questo genere, imparando a conoscerne i
grandi interpreti della Hollywood anni Cinquanta e Sessanta e
leggendari registi come John Ford, John Sturges, Burt Kennedy o
Andrew V. McLaglen.
Sono quindi sempre in attesa di un film che sappia, in qualche modo,
veicolare ancora quelle emozioni. Ma non è cosa facile perché pare
che l’arte di costruire un perfetto film western sia andata quasi
dimenticata.
Ci è riuscito, e a mio avviso molto bene, Kevin Costner con la regia
e l’interpretazione di “Balla coi lupi” del 1990 e soprattutto con
“Open Range” del 2003.
E ora c’è riuscito alla grande Ed Harris con “Appaloosa”.
La storia è semplice. “Il western è semplicità. E la semplicità è
arte” aveva detto una volta John Wayne. Due amici pistoleri, una
città sotto il tacco di un ricco proprietario terriero e dei suoi
cowboys, una donna che rischia di rovinare il legame tra i due. Poi
sparatorie, duelli, cavalcate, scenari che fanno respirare ad ampio
petto. Ingredienti “classici” che Ed Harris mescola con misura ed
eleganza ottenendo un capolavoro.
Ed
Harris è uno degli attori e dei registi più intelligenti del
panorama cinematografico americano. Come attore colleziona
nomination all’Oscar, come regista riesce a dipingere storie di rara
e straordinaria forza emozionale. Basta ricordare “Pollock” del 2000
(per cui aveva ricevuto la nomination come miglior attore
protagonista) in cui racconta la vicenda umana ed artistica del
grande pittore americano Jackson Pollock. E la scultorea, fascinosa
interpretazione di Beethoven in “Io e Beethoven”.
Ora, regala al pubblico un western alla vecchia maniera da far
venire gli occhi lucidi.
Tutto in “Appaloosa” è omaggio intelligente al classico. L’amicizia
virile tra i due pistoleri ricorda quella, immortale, tra Burt
Lancaster e Kirk Douglas di “Sfida all’Ok Korral”; la cittadina che
assolda i due sceriffi riporta alla memoria “Ultima notte a Worlock”
con Henry Fonda e Anthony Quinn; la lotta contro un malvagio e
spietato proprietario terriero richiama “El Dorado” di Howard Hughs
con quella leggenda assoluta che è John Wayne e Robert Mitchum; i
duelli realistici sono un omaggio a Lawrence Kasdan e al suo ottimo
“Wyatt Earp”, ovviamente con Kevin Costner.
Impossibile
non avere la pelle d’oca. Anche perché a fare da spalla perfetta ad
Ed Harris, regista e protagonista, c’è quel mostro di bravura che è
Viggo Mortensen, attore e poeta, grande appassionato di cavalli...e
lo si vede da come monta in sella.
Un film, “Appaloosa”, che consiglio col cuore in mano a tutti coloro
che, come me, amano e sognano il genere.
Io
possiedo un cavallo. Monto in sella tutti i giorni. E non appena
sono uscito dal cinema l’unica cosa che ho sentito il desiderio di
fare, anche se era ormai buio, è stato sellare il mio Rodin e uscire
per una cavalcata. Cosa che ho fatto, sotto una luna talmente
luminosa da sembrare l’occhio di Dio.

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