
A Loppiano, la cittadina della fratellanza universale, fondata da
Chiara Lubich nel 1964, è stato inaugurato un
Istituto Universitario unico al mondo.
DOTTORI IN “CARISMA DELL’UNITA’”
Di Roberto Allegri - Foto di
Nicola Allegri
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All’inizio di dicembre è accaduto in Italia un fatto di cui i
giornali non si sono occupati con il rilievo che l’evento avrebbe
meritato. E’ stato ufficialmente inaugurato un nuovo Istituto
Universitario.
Questo genere di iniziative dovrebbero sempre attrarre l’attenzione
dei media. La cultura è la linfa indispensabile per migliorare il
mondo. Un “cenacolo” universitario è un seme che, se riesce a
crescere e svilupparsi, diventa capace di influenze incredibili.
In questo specifico caso si trattava non solo di inaugurare un nuovo
Istituto Universitario, ma un Ateneo unico nel suo genere.
L’Istituto si chiama “Sophia”. Ha iniziato la sua esistenza a
Loppiano, una cittadina piccola e del tutto speciale. Il corso di
studi è riservato a studenti già laureati e al termine del biennio
offre una laurea in una materia piuttosto insolita: “Fondamenti e
prospettiva di una cultura dell’unità”
Cominciamo
con la cittadina dove questo nuovo Istituto è sorto e della quale è
una specie di emblema.
Loppiano si trova in Toscana, a una trentina di chilometri da
Firenze.
Arrivarci è semplice: sulla A1, si esce ad Incisa Val d’Arno, si
prende la strada per le colline e dopo una ventina di chilometri si
incontra la frazione di Loppiano. Non si tratta però di un convento
o di una comune di persone dagli intenti spirituali. Ci si trova di
fronte ad una vera e propria cittadina
con case, ville, aziende agricole, cantine, piccole fabbriche
immerse nei boschi e nei vigneti. E solo novecento abitante. Ma
appartenenti a settanta diversi Paesi di cinque continenti.
Non sono extracomunitari in attesa di un lavoro o del permesso di
soggiorno. E neppure turisti incantati dalla bellezza delle colline.
Loppiano è fatta di cittadini che vivono e lavorano dando vita ad
una comunità singolare che non ha eguali. Un centro cosmopolita,
ecumenico, dove non esistono distinzioni di religione, razza, etnia
o cultura. Dove ognuno segue il proprio credo, le proprie
tradizioni, ma è strettamente unito agli altri da una sola regola
che costituisce la ragione specifica della cittadina: vivere secondo
il desiderio che Gesù espresse poco prima di morire e cioè “Amatevi
gli uni gli altri come io ho amato voi”.
<<Loppiano è la città della fratellanza, della solidarietà, della
comprensione e dell’amore>>, dice Elda Pardi, rappresentante di
Loppiano per il rapporto con le istituzioni. <<E’ un punto
d’incontro tra i popoli, le culture e le fedi religiose. Un cantiere
aperto in cui sperimentare che l’unità tra uomini è davvero
possibile. Un progetto che potrebbe sembrare utopia ma che invece è
una bellissima realtà, esistente da 44 anni, e che ha già
ramificazioni in giro per il mondo>>.
La
cittadina di Loppiano è stata ideata e realizzata nel 1964 da Chiara
Lubich, (scomparsa il 14 marzo scorso), fondatrice del Movimento
Carismatico dei Focolarini, movimento che ha come ideale la
convivenza nell’amore cristiano, e che conta oggi circa sei milioni
di aderenti in tutto il mondo.
<<Nel ‘64 il Movimento era già molto diffuso>>, continua Elda Pardi,
toscana, che fu una delle prime cittadine di Loppiano. <<Il cuore
di Chiara bruciava dal desiderio di realizzare quello che lei
chiamava “il Testamento di Gesù”, e che era racchiuso nella frase da
lui pronunciata durante l’ultima cena: “Che tutti siano uno”.
Ripeteva spesso: “Per quelle parole siamo nati, per l'unità, per
concorrere a realizzarla nel mondo”. Chiara pensò di fondare delle
cittadine i cui abitanti avessero come ideale e regola di vita
“l’amore evangelico”. Uno dei suoi più stretti amici di allora era
Vincenzo Folonari, giovane rampollo della celebre famiglia bresciana
produttrice di vino, e fu lui, Vincenzo, a regalare a Chiara il
terreno per la futura cittadina dell’amore evangelico. Il sogno
prese subito forma concreta e Loppiano iniziò la sua storia. Oggi ci
sono già altre 33 cittadine simili sparse per il mondo>>.
Loppiano si estende su 260 ettari con coltivazioni di ulivi,
vigneti, alberi da frutta. E’ una cittadina moderna con negozi, sale
per incontri, centri d'arte, atelier, piccole aziende, scuole e una
grande chiesa dedicata a Maria Theotokos, cioè “madre di Dio”. Tutti
gli abitanti lavorano per vivere, ma non per arricchirsi. I beni e
il lavoro sono considerati “mezzi” per realizzare la fraternità
universale e così ognuno pensa anche agli altri. In questo modo non
esistono persone in difficoltà economiche. La cittadina è come una
grande famiglia, i cui membri vivono l’uno per l’altro.
Camminare per Loppiano è un’esperienza incantevole. Si incontrano
persone sinceramente cordiali che si fermano a chiacchierare, ti
danno subito del “tu” e il sorriso che hanno sul viso è spontaneo.
Chiediamo ad una coppia di lituani di poterli fotografare e loro
subito spariscono in casa per apparire subito dopo con la famiglia
al completo, compreso il nonno che ride e si sbraccia per salutare.
Facciamo poi la conoscenza di Rod, un ex marine degli Stati Uniti
che sembra un attore di Hollywood, che ora vive a Loppiano e mette
la sua casa a disposizione degli studenti.
In
questa cittadina è sorto ora l’Istituto Universitario “Sophia”,
inaugurato ufficialmente il primo di dicembre.
<<Le lezioni sono iniziate il 13 ottobre>>, dice monsignor Piero
Coda, preside dell’Istituto. <<Abbiamo 40 studenti che provengono da
14 nazioni diverse. Sono già tutti laureati e vengono qui per dare
alla loro preparazione scientifica una dimensione più ampia, aperta
al dialogo con gli altri, illuminata dal “carisma dell’unità” tipica
del Movimento. L’Istituto non fornisce un dottorato in un’unica
materia ma nell’approfondimento delle relazioni che legano le
diverse discipline al servizio dell’uomo nella luce del Vangelo di
Gesù.>>.
Laureato in Filosofia a Torino, per molti anni docente di Teologia
alla Pontificia Università Lateranense, presidente dell’Associazione
teologi italiani, il professor Piero Coda, è un amico di vecchia
data di Chiara Lubich. <<L’ho conosciuta una trentina di anni fa>>,
dice. <<Ho lavorato molto con lei. Anche questo progetto
dell’Università non è nato ieri. Risale a molto tempo fa. Lo abbiamo
elaborato con lunghe e interminabili riunioni cui partecipavano
diversi professori italiani e stranieri. Io siedo a questa scrivania
per volere della stessa Chiara. La sua ultima firma, prima di
morire, la fece proprio per proporre me come preside di questa
facoltà. Stare qui è come continuare a lavorare con lei.>>
Ci fermiamo a mangiare alla mensa dell’Istituto Universitario, che
è naturalmente invasa dagli studenti. Una comunità cosmopolita,
allegra ed esuberante. I giovani siedono a tavola con i loro
professori, senza alcuna distinzione. Veniamo accolti come fratelli,
i ragazzi ci raccontano le loro esperienze tra risate e brindisi.
Tutti parlano italiano, dato che le lezioni vengono tenute nella
lingua del Paese ospite. Qualcuno di loro ha trascurato importanti
borse di studio per venire a Loppiano, altri hanno lasciato mestieri
già avviati. <<Sono laureato in ingegneria e al mio Paese lavoravo
nel campo dell’Economia>>, ci dice Carlos che viene dal Messico.
<<Qui voglio vivere il pensiero dell’unità.>>
<<Io sono molto affascinata dalla figura di Chiara Lubich>>, ci dice
invece Maria Chiara, giapponese che vive in Canada. <<Sono convinta
che a Loppiano io possa anche approfondire il mio rapporto con
Dio>>.
<<Questi
ragazzi non hanno sogni legati al profitto o alla carriera di
successo>>, ci spiega il professor Coda. <<Il loro desiderio è
quello di una vita migliore, di un mondo più giusto. E sanno che
questo è possibile attraverso la fratellanza, attraverso il Vangelo
che in questa Università diventa non solo esperienza di vita ma
anche di cultura.
<<Oggi si
parla molto di economia e di finanza. Bene, qui a Loppiano abbiamo
un modo di fare economia che è assolutamente straordinario. Chiara
Lubich lo aveva chiamato “Economia di comunione”. E’ un progetto
che si rivolge principalmente alle imprese. Promuove la nascita di
aziende che si impegnano a destinare una parte degli utili ai più
poveri, una seconda parte a diffondere la cultura "del dare" e una
terza parte alla crescita e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
A Loppiano abbiamo un “polo imprenditoriale” con 21 imprese diverse
nel campo tessile e dell’artigianato, alimentare e d’arredamento.
Imprese che mettono in pratica con successo il principio
dell’”economia di comunione”. In questo modo gli studenti possono
toccare con mano il progetto. Ma anche altre nazioni hanno raccolto
questa sfida e oggi sono circa 800 le aziende che nel mondo vogliono
dimostrare come l’impresa possa davvero diventare lo strumento di un
mondo più fraterno, un’arma contro la miseria e la disuguaglianza.>>
