
Due cittadine, una italiana, l’altra inglese,
unite e affratellate dalla devozione per
la Madonna
IL MIRACOLO ECUMENICO DI
“NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE”
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DI
Renzo
Allegri - Foto di
Nicola Allegri
Per i
cattolici, il mese di maggio è il periodo della devozione mariana
per eccellenza. E’ anche il mese che ricorda l’inizio delle
apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917, un evento tra i più
noti e sentiti dai fedeli in tutto il mondo. Ma in questo mese si
ricorda anche una vicenda misteriosa e per certi versi prodigiosa,
legata a una antica statua lignea della Vergine conservata, fin dal
1550, a Nettuno e venerata con il nome di “Nostra Signora delle
Grazie”. La festa cade la prima domenica di maggio e le
manifestazioni dei cittadini di Nettuno continuano per una
settimana.
Però, “Nostra
Signora delle Grazie” non è festeggiata solo a Nettuno, ma anche a
Ipswich, cittadina dell’Inghilterra dove quella statua, prima di
arrivare a Nettuno, si trovava , e, nonostante siano passati tanti
anni, gli abitanti di quella comunità non l’hanno mai dimenticata. A
Ipswich, i devoti, che sono anglicani, festeggiano l’ultima
domenica di maggio e in questo modo, la Vergine Maria, sotto il
titolo di “Nostra Signora delle Grazie” unisce due comunità, una
cattolica e l’altra anglicana, che nel nome e nell’amore per la
Vergine si trovano unite.
Nettuno e
Ipswich, due cittadine sul mare. Nettuno, 50 mila abitanti, a 60
chilometri da Roma, sul litorale laziale, bagnata dalle acque del
mar Tirreno; Ipswich, cittadina inglese, 120 mila abitanti, nella
contea del Suffolk, a due ore da Londra, bagnata dalle acque del
Mare del Nord.
Unite
da una vicenda affascinante, straordinaria, commovente, che
compendia in se stessa dolorose vicende storiche di divisioni,
scismi, odi, persecuzioni, ma che, soprattutto in questi ultimi
anni, è diventata una storia di amore, di riappacificazione, di
vitalità religiosa, intrisa di ecumenismo e di forte desiderio di
unità tra cattolici e anglicani.
Ecco la storia,
come ce la racconta Mario Mazzanti, che è il priore della
Confraternita di “Nostra Signora della Grazie” di Nettuno.
Le
confraternite sono associazioni pubbliche di fedeli della Chiesa
Cattolica che affondano le loro radici in antiche tradizioni, ma che
sono disciplinate dai vari canoni del Codice di Diritto Canonico.
Sorgono con lo scopo di incrementare il culto pubblico, fare opere
di carità, di penitenza, di catechesi e anche per organizzare
manifestazioni culturali. <<La nostra Confraternita>>, spiega Mario
Mazzanti <<si dedica al culto della Madonna Nostra Signora delle
Grazie, che è patrona di Nettuno. Attualmente siamo in circa 300
iscritti: 180 confratelli e 120 consorelle, in rappresentanza di
tutte le famiglie della città. E’ nostro compito organizzare, in
collaborazione con le autorità ecclesiastiche, tutte le
manifestazioni riguardanti “Nostra Signora”, in particolare
l’annuale festa di maggio>>.
<<Qual è>>,
domandiamo a Mario
Mazzanti <<l’origine di questa festa dedicata alla Madonna e
così sentita a Nettuno?>>
<<L’origine è
legata a una statua lignea arrivata nella nostra città nel 1550,
proveniente dall’Inghilterra. Si tratta di una storia un po’
complessa nel suo svolgimento e per certi versi misteriosa. Ma con
abbondante documentazione storica in modo da risultare reale e
attendibile.
<< “Nostra
Signora delle Grazie” è raffigurata da una statua in legno che
conserviamo nel Santuario della nostra città. Per oltre quattrocento
anni, quella statua era stata venerata in un santuario a Ipswich,
santuario che richiamava pellegrini e devoti da tutta l’Inghilterra.
La Madonna era invocata con il titolo di “Our Lady of Grace”. Cioè
“Nostra signora delle Grazie”.
<<Come
è noto, nel secolo Sedicesimo ci fu in Inghilterra lo scisma, la
rottura dei rapporti tra la Chiesa cattolica e lo Stato inglese,
voluta da Enrico VIII che regnò dal 1509 al 1547. La ragione della
rottura era costituita dal fatto che Enrico voleva divorziare dalla
prima moglie, Caterina d’Aragona, per sposare Anna Bolena. Il Papa
non gli concesse l’annullamento del primo matrimonio ed Enrico
proclamò la separazione della Chiesa d'Inghilterra dalla Chiesa
Cattolica. Dopo il divorzio, sposò Anna Bolena e si fece proclamare
dal parlamento capo della Chiesa Anglicana. Dopo Anna Bolena, sposò
altre quattro donne e sfogò il suo odio per la Chiesa di Roma con
una feroce persecuzione di coloro che continuavano a proclamarsi
cattolici. Confiscò i beni di tutti i conventi e i monasteri, fece
incendiare le chiese cattoliche, fece bruciare statue, dipinti,
libri, tutto quello che richiamava alla Chiesa Cattolica di Roma. La
persecuzione continuò anche dopo la morte di Enrico VIII, anzi
divenne più acuta sotto il successore, Edorardo VI.
<<Anche la
statua della “Our Lady of Grace” di Ipswich doveva essere bruciata.
Il santuario, dove era venerata, fu distrutto nel 1538 da Thomas
Cromwell, cancelliere dello Scacchiere e consigliere nero di
Enrico VIII, il quale però, volle salvare la statua miracolosa
della Madonna e la nascose in una cappella privata di sua proprietà
a Londra. Ma quando la violenza distruttrice si intensificò sotto
Edoardo VI, alcuni pii marinai, temendo che la statua della Madonna
venisse scoperta e distrutta, decisero di sottrarla dalla casa di
Cromwell per portarla in salvo in Italia. Venne imbarcata su una
nave che doveva raggiungere Napoli. Ma giunta nel Mar Tirreno, fu
coinvolta in una terrificante tempesta e trovò scampo riparando
nell’insenatura tra Anzio e Nettuno. Passata la tempesta, i marinai
decisero di riprendere il largo, ma appena fuori dell’insenatura
del golfo, il mare si gonfiò di nuovo, le onde divennero gigantesche
e ricacciavano la nave nell’insenatura. I marinai tentarono più
volte di proseguire il viaggio, ma inutilmente. Ad un ennesimo
tentativo, la nave fu rovesciata. I marinai, in balia di quelle
onde violente, erano perduti, ma con loro incredibile meraviglia, si
ritrovarono a riva, tutti incolumi e si chiedevano, come mai questo
poteva essere accaduto. Si ricordarono dalla statua della Madonna
che avevano a bordo e si convinsero che era stata la Vergine
miracolosa a salvarli. E riflettendo sul fatto che le onde
diventavano gigantesche proprio quando la nave tentava di lasciare
l’insenatura, conclusero che la Madonna voleva restare a Nettuno.
Lì vicino al luogo dove avevano trovato scampo, c’era una
chiesetta. I marinai inglesi parlarono con la gente, raccontarono
la storia della statua di “Nostra Signora delle Grazie” che avevano
sulla nave, e dissero che forse la Madonna voleva restare a con
loro. La popolazione ne fu felice, La statua venne sbarcata e
portata in processione nella vicina chiesetta. Subito il mare si
calmò e i marinai inglesi poterono finalmente riprendere il loro
viaggio verso Napoli.
<<La
statua, arrivata in quel modo prodigioso, incontrò subito la
devozione della gente, che continuò a invocarla con il titolo di
“Our Lady of Grace”, tradotto in “Nostra Signora delle Grazie”.
Devozione che, come ho detto, andò via via aumentando e nel 1854,
anno del dogma dell’Immacolata Concezione, Papa Pio IX proclamò
“Nostra Signora delle Grazie” patrona di Nettuno.
<<La chiesetta
che aveva accolto la statua nel 1550>>, prosegue Mario Mazzanti
<<venne più volte restaurata e ingrandita lungo il corso dei secoli,
ma era sempre insufficiente ad accogliere i pellegrini e i devoti
che continuavano ad accrescere. All’inizio del secolo scorso fu
deciso di abbatterla e di costruire un nuovo grande santuario.
Questo avvenne nel 1914. La statua miracolosa fu collocata
sull’altare maggiore. In seguito in una cappella laterale fu portato
anche il corpo di Maria Goretti, una ragazza di Nettuno, uccisa a 12
da uno stupratore e proclamata santa da Pio XII nel 1950>>.
Ci sono
documenti che dimostrano come la statua di “Nostra Signora delle
Grazie” che si venera a Nettuno sia proprio quella che fino al 1550
era in Inghilterra?
<<Lungo il
corso dei secoli sono state fatte varie ricerche storiche e sono
venuti alla luce diversi documenti. In tempo recente, uno studioso
ha trovato informazioni importanti in alcuni manoscritti conservati
nella Biblioteca Vaticana. Sulla scia di questi ritrovamenti, ha
fatto delle ricerche, con relative altre interessanti scoperte,
monsignor Vincenzo Cerri, che era parroco di Nettuno. Mentre in
Inghilterra, il dottor J. Docherty di Ipswich, ha trovato, al
British Museum di Londra, una lettera scritta nel 1538 da un certo
William Lawrence a Thomas Cromwell, nella quale trovano piena
conferma le notizie tramandate dalla tradizione riguardo il
salvataggio della Statua da parte prima dello stesso Cromwell e poi
di alcuni marinai che la portarono in Italia. Ma sulla stessa
statua, durante un restauro compiuto nel 1959, sono state
evidenziate delle scritte in antica e rozza lingua inglese, che
confermano la sua origine>>.
In Inghilterra
esistono tracce di questa statua e del culto di cui godeva?
<<A Ipswich la
devozione alla “Our Lady of Grace” non è mai venuta meno. Il
Santuario dove era conservata la statua, portava questo titolo fin
dal 1152, quando la statua venne scolpita. Come ho detto, quel
santuario fu distrutto intorno al 1538, ma la gente ha sempre
continuato a pregare la Madonna “Our Lady of Grace”. La via dove
sorgeva il Santuario si chiama ancora “Lady Lane”, “strada della
Signora”. Nel punto esatto dove sorgeva l’antico Santuario è stata
posta recentemente una statua in bronzo, realizzata dallo scultore
Roberth M. Mellamphy, che si è ispirato alla nostra immagine lignea.
Sotto la statua una targa che dice: “Qui c’era
la Cappella di Nostra Signora delle
Grazie che custodiva la statua in legno di una Madonna con un
bambino. All’epoca medievale i pellegrini l’avevano annoverata tra i
più famosi oggetti della reale casa. Più tardi andò sotto la
protezione del Cardinale Thomas Work. E’ stata chiusa per ordine del
re Enrico VIII nel 1938. La statua portata a Londra per essere
bruciata è stata salvata da marinai e portata a Nettuno in Italia
dove risiede in una grande chiesa”>>.
<<Voi
certamente siete in contatto con la cittadina di Ipswich>>.
<<Siamo in
contatto, siamo andati varie volte a vedere quei luoghi e abbiamo
fatto anche di più. In accordo con la popolazione di Ipswich
abbiamo dato vita a una iniziativa straordinaria che, nel nome di
“Nostra Signora della Grazie”, mira ad avvicinare sempre più le due
Chiese, quella Cattolica e quella Anglicana, nella speranza che si
giunga un giorno alla riunione come prima dello scisma. I primi
contatti risalgono a molti anni fa, quando monsignor Cerri fece le
ricerche storiche in collaborazione con il dottor J. Docherty di
Ipswich. Nel 1975 lo scultore inglese Roberth M. Mellamphy, venne a
Nettuno a studiare la statua della nostra Signora e ne fece copia
che venne posta in una nicchia nella chiesa anglicana di Saint Mary
at the Elmes di Ipswich, che comprende il territorio dove un tempo
sorgeva il Santuario di “Nostra Signora”. Questi contatti andarono
via via intensificandosi fino ad arrivare alla formulazione di un
“gemellaggio religioso” tra Nettuno e Ipswich. Questa iniziativa si
è compiuta e realizzata definitivamente nell’agosto del 2005, quando
una delegazione della Confraternita di “Nostra Signora della Grazie”
di Nettuno si è recata a Ipswich ed è stata ospite di quella
Comunità per una settimana. Io, come priore della Confraternita,
guidavo la delegazione. C’era anche padre Padre Carlo Fioravanti,
allora Rettore del Santuario di Nostra Signora della Grazie di
Nettuno. E’ stata un’esperienza indimenticabile>>.
<<Per quali
motivi?>>
<<Per tutto.
Per tutto quello che abbiamo visto, sentito, provato. Rivedere i
luoghi dove era nata la devozione a “Nostra Signora della Grazie”,
dove per secoli era stata venerata l’immagine che ora si trova nella
nostra chiesa, conoscere la gente anglicana che ama la Madonna come
noi, sentire il loro grande desiderio di ecumenismo, condividere con
loro il sogno di tornare fratelli nella fede, perché siamo figli
della stessa Madre, la Madonna Santissima, ha suscitato emozioni
veramente indescrivibili.
<<Siamo stati
accolti dalle autorità cittadine, con il sindaco in testa, con una
cordialità che mai mi sarei aspettato. Siamo stati ospiti nelle case
di quella gente. Le emozioni raggiunsero il loro culmine quando,
nella chiesa anglicana della parrocchia, alla presenza di noi
cattolici e tanti anglicani, Padre Carlo ha celebrato la Messa. Era
la prima Messa celebrata da un Prete Cattolico Romano, in quella
chiesa anglicana dopo lo scisma del 1538. Bellissimo il momento
dello scambio della pace quando le mani di persone di religioni
diverse, si sono incrociate in un’unica fede. “Raccomandiamo la
comunità di Nettuno e quella di Ipswich a Nostra Signora delle
Grazie”, ha detto padre Carlo. “Un solo gregge unito nella lode del
Signore”. E anche padre Haley Dossor, il sacerdote anglicano parroco
della chiesa di
Saint Mary at the Elmes di Ipswich, ha
sottolineato la grandiosità di quel momento, che vedeva cattolici e
anglicani uniti in preghiera per amore della Madonna. A sera è stata
organizzata una processione per le vie della città, sul tipo di
quelle che teniamo a Nettuno a maggio, e in ricordo di quelle che si
facevano a Ipswich prima del 1538. Insomma, con quel viaggio abbiamo
dato vita a una tradizione che da allora si è ripetuta ogni anno.
Incontri
ecumenici nel nome della Madonna. Per la festa di “Nostra Signora
delle Grazie” che celebriamo all’inizio di maggio, una delegazione
di anglicani di Ipswich viene a festeggiare la Madonna da noi.
Alla fine di maggio, noi andiamo a festeggiare da loro.
<<Questo “gemellaggio”, nato da
appena quattro anni, è un segno. Forse piccolo, ma che si fa
sentire, fa parlare e speriamo contribuisca a far raggiungere al più
presto quell’unità fra cattolici e anglicani che tutti desideriamo>>
