Cagliari, 17/03/07
Scrivere un "pezzo"
per "Il Faustino". Scrivere. Qualche volta mi capita di riflettere sulla
magia della scrittura e mi proietto con il pensiero verso quell'era in cui
si sviluppò la parola, che sicuramente è venuta prima della scrittura.
Immagino allora i nostri lontanissimi antenati emettere dei suoni vocali
per indicare le cose. Sempre gli stessi suoni per indicare, per esempio,
il fuoco. Sempre gli stessi via via ripetuti da tutti i membri della
comunità affinchè il fuoco fosse identificato con certezza. Ed anche tutte
le altre cose che si volevano indicare: le stelle, il sole, la luna, gli
animali, la caverna. Più difficile mettere le parole in sequenza e formare
una frase di senso compiuto. Ancora più difficile sviluppare i verbi che
indicano le azioni o creare parole che descrivono i sentimenti come la
gioia, l'amore, la tristezza e via dicendo. Ma la scrittura? C'è stato un
primo uomo che ha disegnato il fuoco, ma successivamente qualcuno ha
cominciato a mettere uno dietro l'altro dei segni, sempre gli stessi, per
scrivere la parola "fuoco", per poi far vedere questo insieme di segni ad
un altro uomo spiegandogliene il significato. Quante centinaia d'anni
saranno occorsi per raggiungere la formazione di un alfabeto? Nel migrare
e diffondersi su tutto il pianeta, gli uomini hanno sviluppato metodi di
scrittura completamente diversi l'uno dall'altro, per cui oggi abbiamo i
segni che utilizziamo noi, quelli giapponesi e cinesi e quelli arabi.
Tutti consentono all'uomo di esprimere completamente i pensieri, le gioie,
le sofferenze.
Ho fantasticato così, ma sicuramente gli studiosi hanno già dato risposte più complete rispetto alle mie infantili riflessioni. Accettate il mio sforzo, fatto per cercare di sollevare un piccolissimo lembo del velo del mistero sulle origini della scrittura, senza la quale non avrei potuto mettere insieme questo "pezzo" per "Il Faustino". Giorgio Giovanni Lai |