UNA
PORTA PER NON DIMENTICARE
Di
Roberto Allegri
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Sabato 28 giugno
è accaduto qualcosa di veramente speciale sulla costa dell’isola di
Lampedusa. Ma non se ne è parlato con l’enfasi e la meraviglia che
sarebbero state doverose, forse perché i giornali sono troppo
occupati a seguire i matrimoni e gli amori estivi dei vari VIP in
vacanza.
Sabato 28 giugno
è stato inaugurato un monumento. Nel nostro Paese se ne inaugurano
molti, c’è sempre una delegazione di autorità che taglia cordoni e
scopre statue e targhe in memoria di questo o quello, in onore di
una persona o un fatto. Ci siamo abituati. Ma stavolta, forse a
causa del periodo storico in cui stiamo vivendo, l’occasione è stata
davvero particolare. E il significato che circonda il monumento in
questione è uno di quelli che fa la differenza, uno di quelli che ti
mette all’angolo dell’esistenza e ti costringe a riflettere. A porti
domande. Anche per questo motivo, forse, l’evento è passato un poco
in sordina.
A Lampedusa è stato inaugurato il monumento per i “migranti morti e
dispersi in mare” per raggiungere l’Italia. Un’opera d’arte del
grande artista campano Mimmo Paladino, intitolata per l’appunto
“Porta di Lampedusa, Porta d’Europa”. Una vera e propria “porta”,
alta più di cinque metri, che si affaccia sul mare e guarda
l’Africa. Una porta sempre aperta che non ha serrature né lucchetti,
dalla quale si può entrare ed uscire a piacimento. Senza paure,
minacce e ipocrisie.
Viviamo in un’epoca strana, di grandi cambiamenti e rivoluzioni. Ma
solo apparenti, perché non riescono ad intaccare il cuore della
gente. Così aggrappati al nostro benessere, quasi mai davvero
meritato, abbiamo cambiato il nostro cuore in pietra. Siamo
terrorizzati dal diverso, dal nuovo, non riusciamo a vedere oltre il
nostro salotto, il nostro televisore o il nostro frigorifero. E
dimentichiamo interamente il resto del mondo.
Tutti, senza eccezione, ci riempiamo la bocca con questioni legate
all’immigrazione, agli extracomunitari, ai campi nomadi, ai campi di
accoglienza. E lo facciamo usando solo termini come “problema”,
“invasione”, “crimine” senza accorgerci che sono termini dettati
dalla paura e dall’ignoranza. Senza accorgerci che stiamo parlando
di persone, di esseri umani.
Il monumento di Paladino vuole onorare le persone, gli esseri umani,
che sulle ali di una speranza hanno preso la via del mare per
arrivare in Italia. E hanno invece incontrato la fine. Forse, sono
proprio loro gli ultimi eroi perché sono morti tenendo un sogno nel
cuore. Cosa che noi, coi nostri telefonini e computer e canali
satellitari, non sappiamo più cosa significa.
 A volere e promuovere il progetto della “Porta”, un progetto unico
in Europa, un gruppo di associazioni umanitarie. Ma soprattutto un
uomo, Arnoldo Mosca Mondadori. Il suo “Studio MM” da anni si dedica
alla realizzazione di progetti sociali concreti, coinvolgendo grandi
nomi della cultura del nostro Paese.
Ho chiesto ad Arnoldo, che conosco bene, di parlarmi della “Porta di
Lampedusa” e dell’iniziativa che vi è alle spalle. Domande e
risposte che avrei potuto organizzare in un articolo, disponendole
qua e la, inframmezzate da commenti o considerazioni. Ma non voglio
farlo. Desidero invece riportare interamente e senza alcun taglio le
parole di Arnoldo. Per una semplice ragione. Perché parla di Dio.
Se
non sei un religioso, un sacerdote o un cardinale, è sempre
rischioso fare riferimento a Dio in questioni “delicate” come
l’immigrazione di massa. Vieni etichettato, a volte preso in giro.
Se lo fai, come lo fa il mio amico Arnoldo, è perché possiedi una
fede forte, granitica, perché non hai paura. E soprattutto perché
affrontare le questioni umane della sofferenza con l’ottica del
“cristiano” è forse il modo più naturale e spontaneo di farlo. Anche
di questo ci siamo ormai dimenticati.
D.
Caro Arnoldo, il monumento inaugurato il 28 giugno ha un profondo
significato. A chi è indirizzato il suo messaggio?
R.
<<Sono
sicuro che l’idea del progetto venga dallo spirito di tutte le
persone che dal 1988 ad oggi sono morte nel tentativo di raggiungere
l'Italia in mare, fuggendo da carestie, guerre, ingiustizie e
violenze.
Sono le anime vive di chi è già risorto a interrogarci dall'eterno.
E il linguaggio dei risorti è molto differente dal chiasso dei
nostri dibattiti politici quotidiani. Chi è vicino a Dio ci parla
con amore e pace, e io sono convinto che proprio quei migranti
annegati ora ci aiuteranno a capire meglio questo momento storico
così difficile e confuso. La nostra ignoranza e le nostre parole
hanno un raggio di durata molto breve, mentre le parole del Cristo
nell'ultimo giudizio sono le uniche che rimangono, quando dice nel
Vangelo di Matteo: "Ero straniero e mi avete accolto".>>
D.
Il momento dell’inaugurazione, avvenuta di sera, è stato toccante.
R. <<Quando siamo passati sotto la Porta di Mimmo Paladino,
nel silenzio del tramonto, con le fiaccole accese, ho capito che
quell'opera non è un solo monumento. E’ il segno vivo di qualcosa
che sta accadendo. Ho avvertito nei volti delle persone presenti e
nella loro commozione che oggi c'è un infinito bisogno di
spiritualità autentica. Siamo in fondo tutti stufi e stanchi del
marketing, del dio denaro e di tutte le grandi illusioni di questo
tempo. Siamo invece assetati di bellezza, di visione alte, di
spiritualità naturale e spontanea.>>
D.
Dietro il monumento c’è una iniziativa, un preciso appello da
sottoscrivere. Di cosa si tratta precisamente?
R.
<<E' l'appello dell’Associazione AMANI, scritto da Pietro Veronese,
ed è alla base dell'iniziativa. Parla dei migranti descrivendoli non
come dei "clandestini" pericolosi ma come delle persone che hanno
dei sogni, delle speranze di vita e di futuro e che di fatto
quotidianamente aiutano il nostro paese ad andare avanti. Per
aderire all’appello basta mandare una mail Per aderire invia una
mail all’indirizzo
monumentolampedusa@email.it
inserendo il nome, cognome e città. E scrivendo nell'oggetto
“ADERISCO ALL'APPELLO”. Vi hanno già aderito rappresentanti della
cultura, dell'arte, delle istituzioni e dell'impresa, tra cui Ennio
Morricone, Antonio Tabucchi, Arnaldo Pomodoro, Alessandro Passadore,
Andrea Aiello, Eva Cantarella, Guido Martinotti, Giulio Giorello,
Lella Costa, Khaled Fouad Allam, Lucio Dalla, Don Gino Rigoldi, Don
Virginio Colmegna, Ottavia Piccolo, Ada Gigli Marchetti, Roberto
Vecchioni, Luca Pignatelli, Maurizio Cucchi, Laura Boldrini,
Salvatore Veca, Margherita Hack, Alda Merini, Pietro Veronese, Bruno
Arpaia, Nicoletta Mondadori, Alfredo Rapetti, Fabrizio Ferri, Bianca
Beccalli, Anna Cataldi, Mimmo Paladino.>>
D.
Da dove nasce il tuo desiderio di fare qualcosa per chi non ha voce?
R.
<<Le idee che amo di più sono quelle che non hanno uno
scopo economico ma un ritorno culturale e sociale. E' una specie di
respiro che si sente e che è il motore dei progetti in cui credo e
che condivido con tante persone con cui poi di fatto li penso e li
realizzo (nel caso del progetto di Lampedusa tutto è nato con Gian
Marco Elia e l'Associazione Amani).
E poi penso che le idee più belle che sento nell'aria provengano
dalla sostanza sublime che sgorga dall'Eucarestia.>>
D.
L'immigrazione in Italia è un argomento di scottante attualità. Cosa
ti senti di rispondere a chi si presenta contrario alla tua
iniziativa?
R.
<<Prima di tutto voglio porre l’attenzione sulle parole. Chi sono i
"clandestini" o gli "extracomunitari"? Non sono forse categorie
astratte che non hanno nulla a che fare con i volti, le mani, i
sogni di ciascun bambino e donna e uomo che viene da lontano? Non
siamo forse anche noi, in questo piccolissimo pianeta disperso
nell'infinito, dei clandestini, dei migranti in cerca di noi stessi?
Penso che ci siano persone spaventate dai "clandestini" solo perchè
istigate nelle loro paura più ataviche. C'è chi vuole generare paura
per aumentare il suo potere, o per scaricare su qualcuno la
responsabilità di una crisi o di un momento economico difficile.
Il pericolo invece diventa reale quando cominciamo a creare nemici
esterni. Leggendo certe dichiarazioni di uomini di potere mi vengono
i brividi: quanta arroganza e supponenza! Ma quegli uomini, siano
essi di destra o di sinistra, dovrebbero mettere in conto che il
tempo passa velocemente, e che tra poco saranno dimenticati da
tutti. Solo la memoria dello Spirito rimane e per questo nessuno
dimenticherà mai i migranti che sono morti nel silenzio e nella
dimenticanza del mondo.>>

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