Storie
di confine
Gian Marco Bragadin, da famoso
pubblicitario a solitario pensatore
ALLA RICERCA DI ME STESSO
DI Roberto Allegri Foto di Nicola Allegri
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tonyassante.com
Fu un amico a parlarmi di Gian Marco Bragadin. <<E’
stato un famoso pubblicitario di Milano>>, mi disse. <<Ora è un
editore, pubblica e scrive libri di spiritualità. E ha una storia
incredibile da raccontare.>>
Una frase del genere significava invitarmi a nozze:
sono fortemente attratto dalle storie incredibili, mi affascinano,
mi danno la percezione che il mondo non si limita ad essere quella
massa caotica di eventi tragici alla quale ci abitua la televisione
ma conserva ancora un lato magico, nascosto e sospeso a metà strada
tra la realtà sensibile e quella invisibile. Il problema, per me che
cerco storie “di confine”, sta nello scartare i mitomani, gli
esaltati, coloro che pur di avere un po’ di notorietà sono disposti
a dire qualsiasi cosa. Il fatto però che Bragadin fosse stato per
vent’anni il titolare di una delle più importanti agenzie e avesse
creato spot che sono diventati famosi in tutto il mondo, giocava a
mio favore. Erano credenziali che identificavano una persona seria,
pratica, concreta, che difficilmente si lascia influenzare.
Lo contattai. Mi diede appuntamento nella sua casa di
Appiano Gentile. E quando fui seduto sul suo divano, davanti al
camino acceso, realizzai che Bragadin non doveva essere davvero una
persona comune.
La sua casa è completamente immersa in un bosco. E
non appare come un blocco di cemento a sfigurare la natura ma come
un armonico completamento della radura. <<Il bosco è un concentrato
di energie positive>>, mi disse. <<Nel bosco ci sono forze che
rigenerano, che calmano e predispongono ad accogliere i segnali che
vengono da lontano. Che vengono dall’aldilà.>>
E mentre pronunciava la parola “aldilà” ebbi
l’impressione che stesse per confidare un segreto, un qualcosa di
intimo, personale. Poi mi raccontò la sua storia.
<<Sono ormai ventitrè anni che vivo in costante
contatto con l’aldilà. Ma non perché ho doti medianiche. E non ho
poteri di sensitivo. C’è però una persona, una donna che ho molto
amato e che purtroppo è scomparsa da tempo, che mi è sempre accanto
a mi guida. Ricevo da lei quotidianamente messaggi e segnali. E’ una
realtà straordinaria che ha trasformato del tutto la mia vita.
<<Ti
dico subito che non sono mai stato interessato al mondo del
paranormale, del soprannaturale. Anzi, sono sempre stato piuttosto
scettico riguardo a questi argomenti. Ero lontano dal mondo dello
spirito, pensavo solo al successo, ai soldi, alle belle donne. Poi
hanno cominciato ad accadermi cose incredibili e ho dovuto cambiare
per forza il mio atteggiamento. Ora pubblico libri che parlano di
spiritualità, scrivo e tengo seminari insegnando come imparare a
comprendere il significato dei segnali misteriosi che si possono
incontrare ogni giorno e che sono “cartelli stradali” messi lì
apposta per noi da una realtà superiore. Gestisco anche un sito
internet,
www.marediluce.it, che è una raccolta di insegnamenti
spirituali. Insomma ho cambiato vita e ci tengo a raccontare la mia
esperienza.
<<Venticinque anni fa mi sono innamorato di una donna
meravigliosa. Si chiamava Chiara e con lei ho scoperto l’amore con
“A” maiuscola. Purtroppo, il destino era in agguato e dopo soli tre
anni si ammalò di cancro. Vederla spegnersi a poco a poco è stato
straziante, terribile. Ma le sono rimasto vicino fino all’ultimo e
lei, in una lettera scritta poco prima di andarsene, mi disse “Sarò
con te per sempre”. E così è stato: non mi ha più abbandonato.
Chiara cominciò fin da subito a mandarmi segnali concreti della sua
presenza. Il telefono suonava e dall’altro capo non c’era nessuno, i
quadri in casa cadevano all’improvviso, le luci si spegnevano e si
accendevano, se uscivo in giardino venivo circondato da nugoli di
farfalle. Cose in apparenza banali, ma che mi davano la sensazione
di non essere solo. Poi un giorno, mentre camminavo per strada, fui
avvicinato da una signora. Non l’avevo mai vista prima. “Non mi
prenda per matta”, mi disse. “Ma io devo dirle che vedo accanto a
lei una donna bionda con gli occhi azzurri” e mi fece la descrizione
di Chiara. Quella donna era una sensitiva. La cosa si ripetè anche
in altre occasioni. Ad esempio, una sera conobbi una medium che non
riusciva a staccarmi gli occhi di dosso. Dal momento che era anche
una bella donna, mi sentii lusingato. Ma poi lei mi disse: “Mi
perdoni ma devo dirglielo. E’ un’ora che la guardo e c’è una signora
vicino a lei. E’ bionda e desidera che le dia questo messaggio: sono
sempre al tuo fianco.”
<<Erano
tutti fatti che mi disorientavano. Per forza. Ma Chiara non mi dava
tregua e seguitava ad essere presente nella mia vita come se avesse
voluto farmi capire a tutti i costi che la realtà non si limita a
quella fisica ma c’era molto di più.
<<Fin dall’inizio, quando cominciai ad avere queste
incredibili esperienze, andai a trovare un amico medium e un giorno
volli andare con lui sulla tomba di Chiara. Tramite il medium parlai
con lei per più di un’ora. Mi sembrava di essere nel film “Ghost”.
Ricordo che, come per voler essere sicuro che si trattasse proprio
di Chiara, feci una domanda al medium. Gli dissi di chiedere a
Chiara quante volte eravamo andati insieme a Venezia. Lui mi guardò
fisso. “Chiara continua a dire di no” fu la risposta. Era la verità.
Lei non aveva mai voluto andare a Venezia perché quella era la città
dove, un tempo, portavo le mie conquiste e lei era gelosa delle
donne che avevo avuto prima di lei. Il medium queste cose non poteva
saperle.
<<Una decina di anni fa attraversai un brutto
periodo, non riuscivo a risolvere alcuni problemi con il lavoro. Una
sera comprai un film in videocassetta, per cercare di rilassarmi un
po’. Ad un certo punto la protagonista del film dice al suo uomo “Io
ti salverò”. Bene, proprio in quel punto il nastro si bloccò e poi
prese ad andare avanti e indietro così che si sentiva solo quella
frase: “Io ti salverò, io ti salverò, io ti salverò”, in
continuazione. Andò così per una decina di minuti. La frase
acquistava per me un importante significato e percepii la presenza
di Chiara al mio fianco. Ritrovai la forza per reagire e superai le
difficoltà.
<<Era
la vigilia di Natale. Un mio amico musicista mi telefono per dirmi
che aveva inciso un CD e che aveva usato, per una canzone, una delle
poesie di Chiara, che io avevo pubblicato in un libro. Passai da lui
a prendere il CD ma una volta a casa mi ricordai che lo stereo era
rotto. Infatti, lo accesi per fare una prova con il CD che era già
nel lettore e non si sentì nulla. Provai con un altro CD, la stessa
cosa. Per curiosità tentai anche con quello che mi aveva dato il mio
amico e potei ascoltare perfettamente solo la quarta canzone, quella
con le parole della poesia di Chiara, che si intitolava per di più
proprio “Tu sei vicino a me”. Di fronte a “segnali” di questo
genere, come potevo rimanere scettico?
<<Dopo tutto quello che mi è accaduto, ho capito che
la realtà è molto più complessa, che esistono energie che non si
vedono, che esiste un’altra dimensione e che i suoi “abitanti” ci
guidano e ci aiutano mettendo dei “cartelli stradali” sulla nostra
strada. Non sempre questi segnali sono chiari, o meglio non sempre
siamo in grado di decifrarli. Ma si può imparare a farlo. Per questo
ho voluto anche scrivere un libro proprio su questo argomento. Si
intitola “L’interpretazione dei segni del destino” (Melchisedek
Edizioni)
Acquista online.
Interpretare questi segni, che possono essere di qualsiasi tipo ma
che per ciascuno di noi hanno un significato, è l’unico modo
concesso a tutti per incontrare l’altra dimensione. Sono necessari
però l’attenzione, l’impegno, la costanza e soprattutto la fede.
Dare ascolto a questi messaggi significa per forza intraprendere un
cambiamento di vita.>>
Ricordo che sul camino di fronte a noi, alcune
fotografie avevano attratto la mia attenzione. In alcune di quelle,
Gian Marco Bragadin era vestito con una lunga veste, calvo, in
atteggiamento di meditazione indù. <<A quel tempo ero molto attratto
dall’induismo>>, mi disse. <<Andai diverse volte in India per
incontrare Sai Baba, il famoso santone, e accaddero cose davvero
strane.
<<Subito dopo la scomparsa di Chiara mi sentivo
perduto. Prima che lei cominciasse a manifestare la sua presenza, io
ero entrato in una specie di cupa depressione. Non riuscivo a
pensare, non riuscivo a lavorare. Ero disperato. Mi attaccavo a
qualsiasi cosa pur di sopravvivere. Iniziai a leggere libri sulla
morte, sulla possibilità di comunicare con l’aldilà. E poi degli
amici mi dissero di andare con loro in India da Sai Baba, il famoso
santone. Avrebbero potuto dirmi di andare ovunque, per me sarebbe
stato lo stesso: ero talmente stordito dal dolore che un posto
valeva l’altro. Però, in quel mio primo viaggio in India scoprii la
spiritualità induista e devo dire che mi riempì di speranza. Non
incontrai Sai Baba di persona però iniziai a studiare l’induismo, le
teorie sulla reincarnazione. Fondai anche un centro Sai Baba a
Milano.
<<Un anno dopo mi trovai a casa di un amico. C’era
anche un medium. Organizzammo una seduta spiritica e l’entità che
si
presentò mi disse di tornare in India e di portare con me il
crocefisso che c’era in quella casa. Mi feci dare il crocefisso, una
sorta di croce bizantina un po’ strana e tornai in India. Stavolta
riuscii a vedere Sai Baba. Ero insieme ad altre persone, in fila, e
quando lui fu davanti a me io gli porsi il crocefisso. Lui lo prese
e mi disse “Vieni!”. Mi aveva convocato per una delle sue famose “interview”,
cioè gli incontri personali che ogni tanto concede a chi va a
trovarlo. Ero al settimo cielo. Avrei potuto chiedergli di Chiara.
Lui stava parlando con altra gente e poi mi venne vicino. Mi sorrise
e mi disse solamente poche parole: “Amico mio, tu sei molto
confuso!” Mi benedissi e se ne andò. Ero disperato. Non riuscivo a
credere che il mio incontro con Sai Baba, che per me, allora,
seguace dell’Induismo, rappresentava il divino, si fosse svolto così
in fretta.
<<Tornai in Italia. Gli amici che mi avevano dato il
crocefisso mi dissero se volevo andare con loro ad Assisi. E mi
dissero anche che quel crocefisso che avevo dato a Sai Baba, e che
io avevo trovato un po’ strano, era una copia di quello che aveva
parlato a San Francesco, conservato nella Basilica di Santa Chiara.
Per un attimo rimasi bloccato. In quelle parole mi parve di
intravedere una sorta di disegno occulto. Andai ad Assisi. E lì
accadde una cosa strabiliante.
<<Entrammo nella Basilica e scendemmo giù nella
cripta. Di colpo sentii chiaramente i canti che avevo sentito in
India da Sai Baba, i cosiddetti bajan. Pensavo ad una specie di
allucinazione. Mi guardai attorno e vidi che nella cripta c’erano
almeno un centinaio di preti e suore indiani che stavano cantando i
bajan a san Francesco. Uscii sconvolto. Avevo capito il messaggio:
la mia India era lì.>>
