Intervista a Renzo Allegri , autore del libro “Toscanini, dolce tiranno”, in libreria in questi giorni.

Fu un Grande maestro ma

SOPRATTUTTO un GRANDE UOMO

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di Tony Assante

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Le celebrazioni per i cinquant’anni della morte di Arturo Toscanini, non conoscono sosta. Il celebre direttore d’orchestra italiano, considerato da molti il più grande di tutti i tempi, richiama l’attenzione delle istituzioni musicali e culturali in genere come non si vedeva da tempo. L’Orchestra che porta il suo nome non conosce riposo.  Ma anche molti altri complessi musicali tengono concerti in onore del grande direttore. Parma, la città natale di Toscanini, ha dato vita a una serie di iniziative  che richiamano appassionati e turisti. Ottima l’iniziativa editoriale di un settimanale di casa nostra, specializzato in musica leggera, “Sorrisi e Canzoni”, con una serie di incisioni discografiche curate e presentate magnificamente da  Harvey Sachs.

Sono tutte iniziative che esaltano la grande arte del maestro, ma poco dicono di lui, della sua persona, delle sue idee, delle sue convinzioni. Un lodevole tentativo in questa direzione lo fa il libro “Toscanini, dolce tiranno” di Renzo Allegri, mandato il libreria in questi giorni dalla casa editrice cattolica Ancora.

Il sottotitolo del libro dice: “La vita, l’arte, la fede nel racconto delle figlie e degli amici”, un sottotitolo intrigante, che interessa, che incuriosisce, ma che insieme sconcerta, in quanto le figlie Toscanini, Wanda e Wally, sono morte da qualche anno e anche gli amici del maestro se ne sono andati tutti. Come ha fatto l’autore a raccogliere da loro racconti inediti per costruire questo libro? Si tratta di un lavoro elaborato a tavolino, rimasticato su carte già pubblicate, o dice cose nuove?

Renzo Allegri è un noto giornalista. Nella sua lunga carriera ha pubblicato, oltre a migliaia di articoli, anche una cinquantina di libri che hanno sempre suscitato interesse, tanto che molti sono diventati dei best seller tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, ceco, albanese, russo e anche giapponese e perfino cinese.  Libri sempre pieni di cose inedite. E anche questo su Toscanini si presenta zeppo di aneddoti, informazioni, dati, risvolti, osservazioni che non si trovano nelle altre biografie conosciute. Ed ecco, quindi, la domanda all’autore:

 

<<Il suo libro è una raccolta di dati fatta a tavolino o presenta cose inedite?>>

<<Ciò che si trova in questo libro è frutto di ricerca mia personale non fatta sui libri, a tavolino, ma eseguita sul campo, cioè avvicinando le persone che sono state vicine a Toscanini, hanno lavorato con lui e quindi lo conoscevano bene. Niente informazioni di seconda mano, ma testimonianze dirette. Un libro da “cronista”, com’è mia abitudine>>.

<<Come ha fatto, tenendo conto che Toscanini è morto da mezzo secolo?>>

<<E’ un lavoro che ho compiuto soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, quando amici e parenti di Toscanini erano ancora in vita. Per fortuna, il giornale dove allora lavoravo era sensibile agli argomenti musicali e alle vicende dei grandi personaggi del mondo culturale. Io ero il critico musicale di quel rotocalco, dove tenevo una rubrica settimanale dedicata alla lirica. Ho avuto la possibilità di scrivere tanti articoli, di avvicinare tanti artisti amici di Toscanini e raccogliere materiale di estrema importanza.     Ma, come sempre accade, ciò che finisce sui giornali ha vita effimera, è destinato ad essere dimenticato. E anche i frutti di quella mia lunga e appassionata fatica erano finiti nell’oblio. Poiché li ritenevo importanti, anzi fondamentali per la conoscenza vera di Toscanini, ho voluto rivederli e raccoglierli in questo libro>>.

<<Come lo definirebbe? Una biografia, un saggio?>>

<<Né uno né l’altro. E’ un libro che “racconta di Toscanini”. Non ho voluto scrivere una biografia, perché ce ne sono diverse e alcune proprio esaurienti. Neppure un saggio, in quanto non è mia consuetudine scrivere saggi. Io sono un giornalista, un cronista, ed ho voluto anche in questo caso fare solo il “giornalista”>>.

<<Chi sono i personaggi da lei intervistati, amici di Toscanini, le cui testimonianze compaiono in questo libro?>>.

<<Prima di tutto, le figlie di Toscanini, Wally e Wanda. Schive e riservate come il padre, non avevano mai concesso ampie interiste. Nel 1972, ebbi la fortuna di convincerle e di scrivere con loro un lungo memoriale sulla vita del loro  celebre padre, che pubblicai a puntate sul settimanale “Gente”. Un memoriale ampio, dettagliato, frutto di lunghe e numerose conversazioni  nella loro casa di via Durini, e che  Wally e Wanda vollero leggere prima di darmi l’autorizzazione per la  pubblicazione. Un documento, quindi, di straordinario valore anche storico, e di estrema utilità per la conoscenza del maestro, soprattutto nella sua vita privata, in famiglia. Tanto è vero, che anche Harvey Sachs, nella sua fondamentale biografia di Toscanini, cita una ventina di volte. Ero molto dispiaciuto che quel memoriale fosse dimenticato. E sono contento di averlo salvato riproponendolo integralmente in questo libro>>.

<<Quindi, il libro è costituito dal memoriale delle figlie di Toscanini>>

<<Quel memoriale forma il filo conduttore del mio libro. E ho voluto che fosse pubblicato in corsivo, in modo che se ne veda anche fisicamente la presenza. Attorno ad esso ho  ordinato, in forma cronologica, quanto avevo raccolto in innumerevoli incontri con altri artisti che avevano conosciuto e lavorato con il Maestro. In particolare Elsa Respighi, la moglie di Ottorino Respighi, che andavo sempre a trovare a Roma ed era una miniera di ricordi;  Nicola Benois, il grande scenografo della Scala che iniziò a lavorare con Toscanini nel 1924. Arrigo Tassinari, detto “il flautista di Toscanini”. E poi, tanti cantanti prediletti dal maestro: Gilda Dalla Rizza, Toti dal Monte, Gina Cigna,  Aureliano Pertile, Tancredi Pasero, Giulietta Simionato, Giuseppe di Stefano, Renata Tebaldi eccetera. E ancora i direttori d’orchestra Carlo Maria  Giulini e Gianandrea Gavazzeni, che furono i compagni delle conversazioni negli ultimi anni di Toscanini, quando veniva in Italia. Ho conosciuto, frequentato e sono stato amico di tutti questi  grandi artisti. Quando li avvicinavo per ragioni di lavoro, qualche intervista, finivo sempre per parlare di Toscanini e in questo modo ho raccolto testimonianze storiche.

<<Un apporto straordinario me lo ha dato il baritono Giuseppe Valdengo. Un cantante che è stato molto vicino a Toscanini soprattutto negli ultimi anni dell’ attività del maestro in America. Toscanini stimava Valdengo, con lui si confidava e Valdengo, avendo intuito l’importanza della situazione in cui si trovava, teneva una specie di diario annotando tutto quello che il maestro gli diceva. In seguito, ha raccolto in un libro quel materiale, libro che è esaurito da tempo ed è un peccato perché è pieno di informazioni preziose. Più volte ho intervistato Valdengo e gli ho dato anche una mano a ordinare i suoi ricordi in quel libro, ricavandone informazioni veramente importanti per la conoscenza di Toscanini>>.

<<Quale è, secondo lei, l’aspetto nuovo del suo libro?>>

<<Toscanini fu un uomo schivo e riservatissimo.  Uomo di grandi virtù artistiche e civili, ma non parlava mai di sé e dei propri sentimenti. Amò la musica con assoluto disinteresse. Amò la Scala come nessun altro e nel 1920 vendette la propria casa per rimettere in sesto il teatro, che era abbandonato. Amò la patria, come un vero eroe. Combattè contro tutte le dittature, il fascismo, il nazismo, il razzismo, e per non collaborare con esse se ne andò in esilio volontario in America. Ma fece tutto senza mai vantarsene. E quando il Presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi, nel 1949 lo nominò, per i suoi meriti artistici e civili, senatore a vita, rifiutò.

<<Toscanini aveva anche una sua profonda e radicata fede religiosa. Ho cercato di investigare anche in questa direzione, ma con fatica, proprio perché il maestro era gelosissimo dei suoi sentimenti e delle sue convinzioni,  al punto da non parlarne mai neppure in famiglia. Ma, mettendo insieme frammenti, piccole ammissioni, accenni, frasi, si arriva a intuire scenari interiori sorprendenti, che dimostrano come questo straordinario artista fu soprattutto un grande uomo. Sono tematiche sulle quali nessuno si era mai soffermato prima, e sono quindi nuove. Io le ritengo importantissime, perché permettono di capire di più anche l’arte di Toscanini>>.

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