Roberto Allegri, esperto in etologia, autore di diversi libri sul comportamento degli animali domestici, cerca di interpretare ciò che i nostri mici vorrebbero dirci

 

PER FAVORE,

FAI  LA LOTTA CON ME?

 

Di Roberto Allegri - Foto di Nicola Allegri

 

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Qualcuno mi ha detto che i gatti non amano molto essere toccati. Sì, accettano le coccole, le carezze, i buffetti ma fino ad un certo punto. Poi si stancano delle troppe attenzioni, mollano una zampata o un morso e se ne vanno offesi. Questo varrebbe soprattutto quando il micio gioca. Vanno bene tutti i giocattoli ma guai a usare le mani.

Beh, è vero solo in parte. Alcuni gatti si comportano proprio così ma non è certo la regola. In generale, i gatti amano il contatto fisico non solo quello tenero e affettuoso delle coccole ma anche quello un più rude della lotta.

<<E’ giusto quello che sto dicendo?>>, domando alla mia gatta Kundry.

<<Fino all’ultima parola>>, risponde lei dal suo cuscino preferito. <<Chi dice che noi gatti detestiamo essere toccati, sbaglia. A noi piace il contatto fisico anche quando giochiamo. Anzi, spesso siamo proprio noi a chiedere di “fare la lotta”.>>

<<Ecco brava. Spiega bene come è questa lotta.>>

<<La scena è più o meno questa. Quando ti vedo arrivare e voglio giocare, prima di tutto corro a nascondermi. Tengo di proposito un modo di muovermi un po’ buffo, con la coda alzata e la punta piegata di lato, correndo in diagonale, come se fossi ubriaca. Mi rifugio dietro un mobile o dietro il divano e lascio sporgere solo metà della testa. Resto quindi in attesa di un cenno. Se tu resti immobile, non succede niente. Ma se ti muovi, allora vuol dire che hai accettato di essere il mio compagno di giochi. Mi piace quando apri le mani come fossero artigli e poi alzi le braccia nel gesto di ghermire una preda: quello è il segnale che aspettavo. Mi acquatto sul pavimento, sollevo il posteriore e comincio a dimenarmi, come se fossi una molla che si carica. E poi scatto. Ma è un finto attacco, senza artigli né morsi. Arrivo fino ai tuoi piedi, ti tocco con una zampa e corro di nuovo a nascondermi per ricominciare. Se ci riesci, prova ad afferrarmi e girami sulla schiena per “grattarmi” la pancia. Io mi appallottolerò sulla tua mano: sul mio musetto vedrai un’espressione che sarà di inconfondibile divertimento. Durante questa “lotta” è inevitabile che usi un po’ i denti e le unghie, anche senza cattiveria. Non sono gesti violenti ma forse è meglio se indossi un guanto da forno. Certa di non farti del male, mi divertirò ancora di più.>>