Roberto Allegri, esperto in etologia, autore di diversi libri sul comportamento degli animali domestici, cerca di interpretare ciò che i nostri mici vorrebbero dirci 

 

QUELLA MALEDETTA ALLERGIA!!!

 Di Roberto Allegri - Foto di Nicola Allegri

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E’ proprio come una maledizione. E’ la cosa peggiore che possa accadere a chi ama i gatti: diventare allergico e non riuscire neppure a stare nella stessa stanza con il caro animale senza sentirsi male. Purtroppo, è un fatto che può capitare in qualsiasi momento. E anche chi non ha mai avuto problemi può all’improvviso sviluppare questa allergia al micio e cominciare a starnutire, a sentire un irresistibile prurito agli occhi, a lacrimare e, nei casi più gravi, anche a manifestare vere e proprie crisi respiratorie tipiche dell’asma.

E’ successo anche a me. Non ho mai avuto problemi di allergia coi gatti ma da qualche tempo la mia micia Butterfly, con la quale ho scritto il libro “Vita da gatti”, è diventata per me quasi “velenosa”. Le sto vicino e la accarezzo, tutto bene. Ma quando la prendo in braccio e avvicino il viso al suo pelo, ecco che prendono a prudermi gli occhi in modo insopportabile. Ne ho parlato proprio con lei, l’altra sera.

<<So che molta gente è allergica a noi gatti>>, mi ha detto. <<Le persone allergiche ai gatti sono purtroppo sempre di più. Noi gatti rappresentiamo infatti la seconda più importante causa allergica ambientale non stagionale, dopo gli acari. Comunemente, voi dite che siete allergici al nostro pelo ma in realtà siete sensibili ad alcune proteine contenute nella nostra saliva. E queste proteine vengono depositate sul mantello quando ci lecchiamo per pulirci. Quindi, la crisi allergica compare non appena toccate la nostra pelliccia oppure anche quando siete nella stessa stanza con noi perché, si sa, lasciamo peli un po’ ovunque.

<<Mi spiace tanto, sono mortificata>>, ha continuato la Butterfly, <<ma noi gatti non possiamo fare a meno di leccarci il pelo perché fa parte della nostra natura. Impariamo le operazioni di pulizia dalla nostra mamma fin dai primi giorni di vita e per tutta la vita conserviamo intatti quei gesti preziosi e importanti che servono per mantenere il pelo in ordine, la cute in salute, per assumere le vitamine depositate sul pelo dall’azione del sole, per rinfrescare il corpo in estate, per fare ginnastica stirando i muscoli del collo e delle zampe.

<<Così, se una persona è allergica la soluzione migliore è quella, drastica, di starci lontano. Soluzione terribile. Ma siamo disposti a sacrificarci, a cambiare casa, pur di smettere di farvi stare male. Non è così semplice, però. Un’indagine svolta da alcuni ricercatori tedeschi ha evidenziato come la gran parte delle persone allergiche continua a vivere col proprio gatto nonostante i disagi e le crisi di asma. Non solo, ma se queste persone perdono il micio in seguito ad un incidente o per morte naturale dell’animale, ne prendono subito un altro. Non c’è bisogno di spiegare il perché di questo comportamento: il rapporto che si instaura fra di noi è talmente intimo e profondo da rendere ridicolo qualsiasi malore, anche una interminabile serie di starnuti o difficoltà nella respirazione.

<<E’ stato però verificato che l’allergia continua ad essere presente per mesi anche dopo che il gatto in questione è stato allontanato, perché i peli rimangono sui mobili, sui tappeti e sui vestiti e ci vuole del tempo prima che scompaiano del tutto. Interpellate quindi un allergologo, prima di prendere la decisione di separarvi da noi. Ci sono precauzioni da prendere che funzionano a seconda dei livelli di allergia, ad esempio lavarsi sempre le mani dopo averci toccato, evitare che possiamo strusciarci contro il vostro viso, usare dei purificatori d’aria in casa, pulire sempre con cura i luoghi che più frequentiamo. E poi ci sono anche i farmaci: il medico saprà indicare gli antistaminici più efficaci per un momentaneo sollievo oppure, se è il caso, anche un vaccino.>>