
Roberto
Allegri, esperto in etologia, autore di diversi libri sul
comportamento degli animali domestici, cerca di interpretare ciò che
i nostri mici vorrebbero dirci
QUELLA MALEDETTA
ALLERGIA!!!
Di
Roberto Allegri - Foto di Nicola Allegri
Copyright
© 2004 editorialegliolmi.it
tonyassante.com
E’ proprio come una
maledizione. E’ la cosa peggiore che possa accadere a chi ama i
gatti: diventare allergico e non riuscire neppure a stare nella
stessa stanza con il caro animale senza sentirsi male. Purtroppo, è
un fatto che può capitare in qualsiasi momento. E anche chi non ha
mai avuto problemi può all’improvviso sviluppare questa allergia al
micio e cominciare a starnutire, a sentire un irresistibile prurito
agli occhi, a lacrimare e, nei casi più gravi, anche a manifestare
vere e proprie crisi respiratorie tipiche dell’asma.
E’ successo anche a me. Non ho mai avuto problemi di allergia coi
gatti ma da qualche tempo la mia micia Butterfly, con la quale ho
scritto il libro “Vita da gatti”, è diventata per me quasi
“velenosa”.
Le
sto vicino e la accarezzo, tutto bene. Ma quando la prendo in
braccio e avvicino il viso al suo pelo, ecco che prendono a prudermi
gli occhi in modo insopportabile. Ne ho parlato proprio con lei,
l’altra sera.
<<So che molta gente è allergica a noi gatti>>, mi ha detto. <<Le
persone allergiche ai gatti sono purtroppo sempre di più. Noi gatti
rappresentiamo infatti la seconda più importante causa allergica
ambientale non stagionale, dopo gli acari. Comunemente, voi dite che
siete allergici al nostro pelo ma in realtà siete sensibili ad
alcune proteine contenute nella nostra saliva. E queste proteine
vengono depositate sul mantello quando ci lecchiamo per pulirci.
Quindi, la crisi allergica compare non appena toccate la nostra
pelliccia oppure anche quando siete nella stessa stanza con noi
perché, si sa, lasciamo peli un po’ ovunque.
<<Mi spiace tanto, sono mortificata>>, ha continuato la Butterfly,
<<ma noi gatti non possiamo fare a meno di leccarci il pelo perché
fa parte della nostra natura. Impariamo le
operazioni di pulizia dalla nostra mamma fin dai primi giorni di
vita e per tutta la vita conserviamo intatti quei gesti preziosi e
importanti che servono per mantenere il pelo in ordine, la cute in
salute, per assumere le vitamine depositate sul pelo dall’azione del
sole, per rinfrescare il corpo in estate, per fare ginnastica
stirando i muscoli del collo e delle zampe.
<<Così,
se una persona è allergica la soluzione migliore è quella, drastica,
di starci lontano. Soluzione terribile. Ma siamo disposti a
sacrificarci, a cambiare casa, pur di smettere di farvi stare male.
Non è così semplice, però.
Un’indagine svolta da alcuni ricercatori tedeschi ha evidenziato
come la gran parte delle persone allergiche continua a vivere col
proprio gatto nonostante i disagi e le crisi di asma. Non solo, ma
se queste persone perdono il micio in seguito ad un incidente o per
morte naturale dell’animale, ne prendono subito un altro. Non c’è
bisogno di spiegare il perché di questo comportamento: il rapporto
che si instaura fra di noi è talmente intimo e profondo da rendere
ridicolo qualsiasi malore, anche una interminabile serie di starnuti
o difficoltà nella respirazione.
<<E’
stato però verificato che l’allergia continua ad essere presente per
mesi anche dopo che il gatto in questione è stato allontanato,
perché i peli rimangono sui mobili, sui tappeti e sui vestiti e ci
vuole del tempo prima che scompaiano del tutto. Interpellate quindi
un allergologo,
prima
di prendere la decisione di separarvi da noi.
Ci sono precauzioni da prendere che funzionano a seconda dei livelli
di allergia, ad esempio lavarsi sempre le mani dopo averci toccato,
evitare che possiamo strusciarci contro il vostro viso, usare dei
purificatori d’aria in casa, pulire sempre con cura i luoghi che più
frequentiamo. E poi ci sono anche i farmaci: il medico saprà
indicare gli antistaminici più efficaci per un momentaneo sollievo
oppure, se è il caso, anche un vaccino.>>

|