
Intervista ad Andrea Stella, “socio” di re Juan Carlos nella battaglia
contro le barriere architettoniche che rendono difficile la vita ai
portatori di handicap.
CON
IL RE DI SPAGNA
A FAVORE DEI DISABILI
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DI
Roberto Allegri - Foto Editoriale Gli Olmi
A Valencia, per
tutto il tempo delle regate della “America’s cup”, tra le
innumerevoli imbarcazioni che affollavano il porto spiccava un
meraviglioso catamarano che attraeva l’attenzione per la sua
bellezza e perché aveva a bordo un equipaggio in gran parte
costituito da disabili in sedia a rotelle. Era “Lo spirito di
Stella”, capitanato da Andrea Stella, giovane italiano, laureato in
giurisprudenza e anche lui disabile. Un giovane meraviglioso,
simpatico, sempre sorridente, pieno di entusiasmo e di voglia di
vivere, eccezionale campione di coraggio e bontà che ha trasformato
il suo handicap in una valanga di ottimismo e di attività.
Di Andrea
Stella abbiamo già raccontato la storia nel primo numero del
“Faustino” (vedi “Il Faustino n.0 2005). Una storia drammatica, che
Stella, con un coraggio incredibile, ha fatto diventare meravigliosa
trasformando la sua tragedia personale in un grande gesto di amore e
di speranza per i disabili come lui. Sette anni fa, mentre era in
viaggio in Florida per festeggiare la laurea, venne aggredito da
alcuni delinquenti che gli spararono per rubargli l’auto. Ferito,
passò quaranta giorni in stato di coma per svegliarsi poi con le
gambe paralizzate. Dopo una comprensibile crisi di disperazione,
reagì con un coraggio che lascia senza fiato.
Appassionato
di vela, volle tornare in mare. Si fece costruire un catamarano
adatto alla sua condizione di disabile. Un diciotto metri, un vero
gioiello di tecnologia, praticità ed eleganza. E mise, quella sua
barca meravigliosa, che volle battezzare “Lo spirito di Stella”, a
disposizione di altri disabili come lui, per portarli a fare gite in
mare, in modo da trovare, a contatto con la natura, speranza e
coraggio. Quattro anni dopo l’incidente, con quella sua barca volle
tornare in Florida, sul luogo della tragedia, per esorcizzare
definitivamente l’incubo del dramma che lo aveva colpito, e in quel
viaggio attraverso l’Oceano Atlantico fu accompagnato da Giovanni
Soldini e Mauro Pelaschier, due leggende della vela italiana.
Il suo
coraggio, il suo impegno straordinario verso altri disabili ha
commosso moltissima gente. Andrea è diventato un personaggio
conosciuto e amato non solo in Italia ma anche all’estero. Molti gli
scrivono lettere. Molti vogliono conoscerlo di persona, per
esprimergli la loro stima. Perfino il re di Spagna, Juan Carlos, ha
voluto incontrarlo.
<<Sì, ho avuto
l’onore di ospitare il Re di Spagna su questa mia barca>>, dice
Andrea Stella. <<Aveva letto la mia storia ed ha voluto
conoscermi>>.
Quando vi siete
incontrati?
<<Due anni fa.
Con il mio catamarano, “Lo Spirito di Stella” ogni anno, da fine
marzo a fine ottobre, sono presente in varie località costiere
d’Italia e di Spagna, per dare la possibilità a ragazzi disabili di
fare un’esperienza di mare eccezionale. Nel luglio del 2005, mentre
ero qui, nel porto di Valencia, il Re è venuto a trovarmi>>.
Di
che cosa avete parlato?
<< Abbiamo
parlato a lungo dei problemi dei disabili, in particolare di quello
costituito dalle barriere architettoniche. Lui mi ha detto: “Io ho
una sorella cieca dalla nascita. Conosco bene tutte le difficoltà
che devono affrontare quotidianamente i portatori di Handicap”. Ha
voluto che gli illustrassi nei dettagli il mio catamarano, che è
stato creato proprio perché anche un disabile possa vivere a bordo.
E’ stato realizzato dal cantiere “Mattia & Cecco 56” e chi è
costretto a vivere in carrozzina, qui, su questa barca può muoversi
alla stessa velocità di qualsiasi altro velista. Tutti gli spazi
interni ed esterni sono adattati alla sedia a rotelle e le
possibilità di governare l’imbarcazione sono accessibili a tutti. Ci
sono quattro ascensori (due per le cabine, uno per entrare in acqua
e uno per raccordare il ponte con la cabina di pilotaggio), cinque
servizi igienici, quattro cabine, dieci posti letto. Tutti i
movimenti della barca possono essere governati manualmente ma anche
con un telecomando.
<<Re Juan
Carlos era entusiasta. E’ rimasto molto impressionato dalle
soluzioni tecniche che sono state ideate per questa barca al fine di
eliminare ogni tipo di barriera architettonica. "Se si può fare su
una barca si può fare dappertutto", mi ha detto il re. Mi ha poi
raccontato di aver messo a fuoco con il sindaco di Madrid un
progetto per l'abbattimento delle barriere nella capitale spagnola e
di voler impegnarsi in prima persona affinché le città spagnole
diventino finalmente accessibili ai disabili>>.
Alle
parole sono seguiti fatti concreti?
<<Certamente.
Dopo quell’incontro, il Re si è fatto promotore di una Fondazione
spagnola che si chiama “Un mar sin barreras” e che, come la mia, “Lo
spirito di Stella”, ha lo scopo di diffondere lo sport e
l'integrazione delle persone diversamente abili attraverso la vela.
A giugno, durante le regate qui a Valenzia per la Coppa America, la
Fondazione “Un mar sin barreras” ha inaugurato un catamarano simile
al mio per portare in giro per il mare giovani disabili>>.
Sei sempre in
contatto con il Re di Spagna?
<<Non ci siamo
più incontrati personalmente, ma siamo legati da progetti comuni che
riguardano i disabili. E poiché l’impegno di Re Juan Carlos in
queste problematiche è fortissimo, i nostri contatti, sia pure per
via indiretta, cioè attraverso le persone che il Re ha incaricato,
sono praticamente frequenti>>.
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