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DA 35 ANNI,

EREDE E SEGRETARIO DI PADRE PIO

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di Renzo Allegri  

 Fra Modestino racconta

I MIRACOLI SCONOSCIUTI DI PADRE PIO

San Giovanni Rotondo (Foggia) marzo

     <<Vivendo accanto a Padre Pio, ho visto guarigioni, conversioni, ho sentito i celestiali profumi che si sprigionavano all’improvviso, sono stato testimone delle sue profezie, delle sue bilocazioni, e ogni volta provavo un grande stupore>>, dice Fra Modestino continuando il racconto delle straordinarie esperienze che egli stesso ha fatto in quarant’anni di amicizia con il Santo di Pietrelcina (Vedi “Chi” numero  13) <<Ma ciò che mi sconvolgeva di più  in lui erano le sofferenze. Io credo che il più grande miracolo compiuto da Dio nella vita di Padre Pio sia stato quello di infondergli la capacità di sopravvivere a tanti atroci dolori. Un miracolo che è durato per tutta l’esistenza terrena del Padre.

     <<In genere, quando si parla delle sofferenze di Padre Pio, si pensa alle stigmate, alle varie malattie che lo hanno tormentato. Si dà per scontato che egli abbia sofferto. Ma quando si scende nell’analisi dei particolari, dei dettagli, allora si comincia a capire, e allora si rimane esterrefatti per quanto egli ha sofferto>>.

     Domanda. Padre Pio era un santo. Non aveva fatto mai niente di male: perché Dio lo ha punito con tante sofferenze?

     Risposta. <<Ecco, molti ragionano come te e questo significa che non avete capito niente. La sofferenza è il grande mistero della Fede cristiana. Dio ha mandato suo figlio a redimere il mondo e la redenzione è avvenuta attraverso la più atroce sofferenza, la morte in croce di Gesù. Per il cristiano, che è appunto un “seguace di Cristo”,  la sofferenza è  la prova dell’amore, è il prezzo della redenzione, della purificazione che apre le porte alla gloria eterna. Ma la sofferenza  serve non solo per purificare se stessi ma anche per salvare gli altri. Gesù era Dio, era “il Santo” per eccellenza, non aveva alcun bisogno di espiare per se stesso. Le sue immani sofferenze sono servite per redimere l’umanità.  I teologi hanno definito Padre Pio  “alter Christus”, cioè un “altro Cristo”, proprio perché hanno constatato che a lui Dio aveva affidato la missione di soffrire, come Gesù, per collaborare alla redenzione del mondo. Sta qui la grandezza vera di Padre Pio: “essere stato scelto di Dio  per diventare un altro Cristo”. Egli ha accettato questa missione ed ha sofferto per tutta la vita sofferenze grandissime perché grandissimo era il suo amore per Dio e per l’umanità>>.

      Fra Modestino, che ha appena scritto un libro su questo argomento,  “Padre Pio sulle orme del Vangelo” si infervora toccando questo tema.  Ha 86 anni, li compirà il 17 aprile, e il suo fisico è pieno di acciacchi, ma quando parla di Padre Pio, trova un vigore che lo anima e cancella dal suo viso i segni dell’età.

     D. Oltre alle stigmate e alle malattie, quali altre sofferenze segrete ha sopportato Padre Pio?

     R. <<Un momento, soffermiamoci a riflettere un attimo sulle stigmate. Le stigmate non erano delle cicatrici, cioè delle piaghe cicatrizzate. Erano piaghe vive, sanguinanti.  Quando si chiedeva al Padre se gli facevano male, diceva: “Non sono mica medaglie”. A me un giorno, indicandomi le mani,  mi ha detto: “La mia vita è un continuo martirio”.  Bastava guardarlo mentre cercava di camminare, per capire. Si muoveva adagio, facendo passettini, fermandosi continuamente, come uno che avesse dei chiodi nelle scarpe.  I suoi piedi erano sempre gonfi, e si vedeva che li metteva sul pavimento con difficoltà, con prudenza, con paura. Si comportava in quel modo perché ad ogni passo egli vedeva le stelle, come si suole dire. Il suo corpo pesava su delle ferite aperte, che venivano sollecitate, irritate, tormentate. Le ferite dei piedi, non erano superficiali, cioè non riguardavano solo l’epidermide,  ma si trattava di un foro, largo quanto un dito mignolo,  che trapassava il piede da parte a parte. Immagina quindi quali spasimi doveva sopportare il Padre camminando.

      <<Se osservi certe fotografie che ritraggono Padre Pio in mezzo alla gente, vedi che egli ha lo sguardo terrorizzato. Sembra quasi che abbia paura della gente, che voglia scappare. E in realtà era proprio così. Egli, che amava le persone, che considerava tutti “suoi figli spirituali”, quando era in mezzo alla folla aveva il terrore che lo spingessero perché ogni più piccola spinta, ogni passo mal sicuro erano tormenti. Teneva le mani protette perché i devoti, prendendole e baciandogliele, gli procuravano dolori da svenire.

     <<Ricordo di averlo tante volte osservato mentre tossiva. Era spesso raffreddato, aveva una bronchite cronica, catarro, e quindi tossiva con frequenza. Ma vedevo che ogni volta che gli veniva un colpo di tosse, si portava il fazzoletto alla bocca e tentava di soffocare la tosse,mordendosi perfino le labbra. Osservavo attentamente, e mi chiedevo perché. “Forse non vuole fare rumore, non vuole disturbare i confratelli”, mi dicevo. Ma poi ho scoperto la ragione vera. Ogni più piccolo colpo di tosse ravvivava i dolori che venivano dalla ferita del costato. Una ferita larga sette centimetri e fonda fino al cuore. Tossendo egli era costretto a contrarre i muscoli del torace, a muovere la cassa toracica e quindi a sollecitare, a irritare  quella ferita, che gli trapassava il costato.  Cercava di attutire quegli spasimi, frenando la tosse. E mentre si portava il fazzoletto alla bocca, vedevo che puntava il gomito sul torace, proprio dove c’era la ferita, nel tentativo di proteggere quella parte del corpo e sentire meno dolore.

     <<Per cinquant’anni Padre Pio è vissuto subendo questi tormenti in continuazione, giorno e notte, ora dopo ora, senza mai una tregua, neppure quando dormiva. Anche solo il distendersi sul letto per il riposo, era per lui un’operazione dolorosissima. A compiere quei semplici movimenti la piaga del costato provocava spasimi. A letto non poteva muoversi, perché ogni movimento era fonte di sofferenze lancinanti.  Quindi se ne stava immobile, leggermente girato sulla destra. Quando decideva di alzarsi, ci pensava bene, perché anche quel movimento costituiva un’impresa. Questa è stata la vita di Padre Pio: un calvario continuo, una settimana di Passione ininterrotta, sopportati per amore dei suoi “figli spirituali”, cioè di tutti.

    <<Ma le stigmate sono state solo delle cause “visibili” di tante sofferenze. Il Padre sopportava giornalmente molte altre sofferenze di cui chi li viveva accanto in realtà non sapeva niente>>.

      D. Per esempio?

      R. <<Tutti i venerdì, Padre Pio “riviveva” nel suo corpo  la “passione” di Cristo. Cioè tutte la varie sofferenze patite da Gesù durante la flagellazione, l’incoronazione di spine, il viaggio al calvario con la croce sulle spalle, la crocifissione.  Riviveva quelle sofferenze in “forma mistica”, ma che era, in realtà, una “forma” reale. Qui entriamo in un discorso complicato, difficile da spiegare. Io so, però, che Padre Pio riviveva quelle sofferenze in forma reale, fisica, visibile. Diverse volte ho avuto tra le mani le camicie che il padre si cambiava dopo quelle “esperienze mistiche”, ed  erano intrise del suo sangue. La camicia dimostrava che la sua schiena era stata sferzata con inaudita violenza, che sulla sua spalla si era formata une ecchimosi larga una ventina di centimetri come se avesse portato un grosso legno.

     <<Un giorno era rimato a lungo con quella camicia intrisa di sangue in mano,  guardando la macchia di sangue che c’era a livello della spalla. Pensando alla “passione” di Padre Pio, dissi tra me: “Padre, vorrei aiutarti a soffrire, fa sentire anche a me un po’ dei dolori che hai patito portando la croce”. Qualche attimo dopo caddi in un sonno profondo. Non so quanto dormii, ma poi provai un dolore acutissimo sulla spalla, ma così forte che mi svegliai e mi sentivo morire. In quel momento sentii la voce di Padre Pio che diceva:  “Così ho sofferto io”.

     <<E’ molto bello e gratificante parlare di miracoli di Padre Pio, dei prodigi che compiva, ma non bisogna dimenticare che il vero Padre Pio è quello delle sofferenze, sofferenze che, sull’esempio di Gesù,  ha patito per  amore, per “collaborare” alla salvezza del mondo>>.

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Renzo Allegri

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