MOLOCHIO
Feudo di
diversi casati nobiliari, dalle antiche origini, divenne Comune
nel 1811. Subì gravi danni a causa del sisma del 1783. Nelle
campagne del suo territorio si possono ammirare architetture di
un certo rilievo: un mulino ad acqua, vecchie case, antiche
fontane. Nel centro abitato si evidenzia la presenza di qualche
interessante palazzotto nobiliare dai bei portali in granito e,
davanti al Duomo, due belle piazze, ampie e squadrate. Obiettivo
del turista sarà senz'altro il Convento mariano, il cui
Santuario è il stato il primo in Italia ad essere dedicato alla
Madonna di Lourdes. Da Molochio si può raggiungere
il villaggio montano denominato "Trepitò", distante
circa 10 Km, dotato di bar e ristoranti, dal quale si può poi
procedere verso lo Zillastro e il Sanatorio di Scido, nel cuore
dell’Aspromonte, oppure verso lo Zomaro e la costa jonica.
L’agricoltura di questo centro è piuttosto sviluppata, al
punto da renderlo uno dei più ricchi della provincia. Si
coltivano oliveti e agrumeti.
I suoi boschi, estesi e folti, hanno fatto nascere numerose e
fiorenti industrie per la lavorazione del legno e la produzione
del carbone. Vi è, inoltre, un’industria olearia.
Molochio è un borgo
agricolo immerso negli ulivi e sovrastato dai vicinissimi boschi
dell’Aspromonte. Ad
alta quota si trovano il pino laricio, il faggio e l’abete bianco; l’acero
, il leccio e il carpino a quote più basse. Tra questi alberi è possibile
avvistare lo scoiattolo, il lupo, la volpe, il cinghiale.
Nelle vicinanze dell’abitato si trova il torrente Barvi immerso in una
suggestiva vegetazione che custodisce le cascate Galasia e rare specie di
felci. In Contrada Vitarito, nelle vicinanze del torrente, versa in stato di
abbandono un antico mulino ad acqua “a caduta” anticamente punto di
riferimento di gran parte degli abitanti dell’area, che usavano fare il
pane, i dolci e la pasta in casa. Erano molto più diffuse le colture di
gelso, di ulivo, della vigna, dei fichi e le coltivazioni a castagneto e a
grano germano tanto da far sembrare Molochio un giardino o posto di malve come
indica lo stesso termine greco ( Molochion).
L’economia di
Molochio è basata sull’agricoltura e soprattutto sulla produzione di agrumi
e olive. L’olivicoltura è sviluppata in tutte le sue fasi anche in quella
della trasformazione; esiste infatti un’azienda per l’utilizzo della sansa
in campo industriale. I boschi dell’Aspromonte forniscono dell’ottimo
legname per gli artigiani che lo impiegano nella realizzazione di infissi,
mobili e parquet. Resistono anche gli antichi mestieri del “forgiaro” e
del marmista. Il centro abitato sorse nel 1400 come casale di Terranova,
appartenne ai Correale dal 1458 al 1501 e ai Grimaldi di Gerace fino al 1806 .
Si
distingue Molochio Superiore da Molochio Inferiore, distrutto interamente dal
sisma del 1783. Dopo il terremoto l’area si caratterizza in tre divisioni :
il centro antico, quello sorto tra le due guerre e quello di recente
formazione.
All’interno del paese Vecchio, a piazza Umberto I, sorge la chiesa di S.Vito
edificata nel XVII secolo ad opera di don Giuseppe Palermo, conserva le statue
di S.Rocco, della Madonna e di S.Vito. Anche l’Asilo Comunità di S.
Giuseppe fu commisionato da Mons. Palermo, sui resti della badia basiliana.
Ridotta in rudere nel 1783 fu ricostruita nei primi anni del Novecento
portando alla luce i ruderi della struttura bizantina. Prende il nome
dall’antica chiesa del monastero basiliano che sorgeva nei pressi del paese,
la Chiesa Parrocchiale di S.Maria di Merola oggi situata in Piazza Vittorio
Emanuele III. L’interno custodisce un quadretto del XV-XVI sec. di autore
ignoto, considerato miracoloso dai molochiesi. A questa miniatura della
Deposizione di Cristo è legato un rito che si ripete ogni anno: al termine
delle celebrazioni serali di Natale e Pasqua i fedeli baciano il quadretto beneaugurante.
All'interno si potrà
ammirare una statua in legno raffigurante Santa Maria de Merola (1550 circa),
trovata in un roveto del paese vecchio. A
Molochio è stato costruito anche il
primo santuario della Madonna di Lourdes edificato in Italia nel 1890 a
circa un kilometro dall’ odierno abitato tra ulivi secolari. Dietro
l’altare maggiore è custodita la statua lignea della Madonna di Lourdes
scolpita a Parigi alla fine del XIX sec. e donata dalla contessa Maria Probeck.
Tra i più antichi palazzi del centro urbano di Molochio Palazzo Vernì è in
stile neoclassico, costruito alla fine del settecento e Palazzo Sorrentino che
risale invece al 1896. La torre civica, definita da molti il simbolo di
Molochio fu edificata dopo il terremoto del 1908.
Sono molto fervide le manifestazioni popolari con le celebrazioni di festività
religiose e civili, le sagre, i festeggiamenti in piazza con la musica, i
fuochi d’artificio. Tipico dell’area è il rito chiamato “a Tocca” che
si svolge la domenica di Pasqua prima della celebrazione religiosa.
Il parroco accompagnato da un giovane del paese fa il giro di tutto
l’abitato con uno strumento rumoroso (la tocca) per annunciare la
Resurrezione di Cristo. Mentre il rito dei Virginei avviene la settimana prima
della festa patronale e un tempo riguardava solo i bambini più bisognosi del
paese (virginei). Oggi anche agli adulti viene offerto il pranzo di pasta e
ceci per grazia ricevuta o per”aver fatto voto”. Si hanno delle
testimonianze che a Molochio fu molto sviluppato anche l’allevamento del
baco da seta e quindi le colture del gelso bianco e delgelso moro tutt’oggi
presenti tra i boschi di ulivi. L’industria della seta resistette qui
fino al 1800 e mentre le donne attendevano allo sfrondo del baco da seta
cantavano dei versi poetici che si rifacevano alle leggende cavalleresche e
alla morte di Orlando. Gli unici versi poetici documentati, sono stati
raccolti a Molochio e, costituiscono l’elemento di continuità con la
canzone d’Aspromonte, importante poemetto epico-cavalleresco del XV
sec.recitato in riva allo Stretto, in cui viene descritta l’enfance di
Orlando mentre supera le prove per divenire cavaliere nell’Aspromonte.
Molochio fa parte del Parco Nazionale dell'aspromonte e conserva tutt'oggi una
natura incontaminata. Visitatela.
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