Scrivere libri è il sogno di molti.
Soprattutto di tanti giovani. E’ un sogno perché si tratta di
un’esperienza sublime, densa di significati eclatanti.
Il libro è una porzione dell’anima di
chi lo scrive. Gira per il mondo e finisce nelle mani di altre
persone che l’autore del libro non hai mai conosciuto. Ma mentre
queste persone leggono, nasce un dialogo, un’intesa con l’autore,
una convergenza di idee e sentimenti che supera il tempo e lo spazio
per diventare incontro vitale. L’autore dona, nel bene e nel male,
qualche cosa di se stesso.
E sta proprio in questo, nella
consapevolezza di poter donare qualche cosa ad altre persone, il
fascino segreto del desiderio di scrivere libri.
Renzo
Allegri, giornalista, scrittore molto noto, nostro caro amico e
collaboratore, sta per festeggiare l’uscita del suo cinquantesimo
libro. Ci sono, quindi, cinquanta diverse porzioni della sua anima
che viaggiano per il mondo a raccontare ad altri qualche cosa di se
stesso. Molti di questi libri hanno valicato le frontiere della
nostra patria, le barriere della nostra lingua per raggiungere
popoli diversi. Alcuni dei suoi libri, infatti, sono stati tradotti
in francese, tedesco, inglese, giapponese, spagnolo, portoghese,
rumeno, slovacco, polacco e cinese. Quante persone hanno dialogato
con lui attraverso l’immaginario incontro sulle pagine di un libro?
Impossibile stabilirlo, ma è un fatto che si è verificato ed è ciò
che conta.
Mentre facciamo di cuore gli auguri a
Renzo Allegri per questo eccezionale traguardo, approfittiamo per
porgli tre domande.
Renzo,
cosa provi quando guardi i libri che hai scritto?
<<Una stretta al cuore, provocata
dalla responsabilità nei confronti di coloro che hanno comperato i
miei libri e li hanno letti. Mi chiedo, con preoccupazione, se sono
riuscito a trasmettere loro qualche cosa di positivo, sentimenti di
speranza, di gioia, o se invece ho lasciato segni di noia e di
inutilità. M quella stretta al cuore è provocata anche da un
sentimento di grande tenerezza perché, in realtà, sento di avere un
legame affettivo reale verso tutti coloro che hanno tenuto tra le
mani un mio libro>>.
Pensi
di scrivere altri libri?
<<Se Dio mi darà tempo, sì. Ho molti
progetti per la mente e alcuni sono già in lavorazione. Mi sono
sempre guadagnato da vivere scrivendo. Non so fare altri mestieri.
Continuerò perciò a scrivere finchè ne sarò capace>>.
Puoi
dirci di che cosa tratta l’ultimo libro che hai scritto, quello di
cui attendiamo l’uscita e che, nella serie della tua produzione
porta il numero 50?
<<E’ una biografia di Giovanni Paolo
II. Una biografia un po’ particolare. Ho cercato di raccontare le
vicende dell’esistenza di questo grande uomo e l’immensa l’attività
che ha esercitato nel mondo, partendo da un fatto clamoroso: Egli,
da Papa, si è riconosciuto in quel “vescovo vestito di bianco” di
cui si parla nella terza parte del Segreto di Fatima. Quel segreto
fu rivelato ai tre bambini portoghesi il 13 luglio 1917, cioè tre
anni prima che Karol Wojtyla venisse al mondo. Quindi, la Madonna
parlò di lui, lo conosceva, sapeva che sarebbe diventato Papa quando
non era ancora stato progettato dai suoi genitori. Cosa assurda,
pazzesca, per chi non crede. Ma per i credenti, questo dato ha
significati enormi. E a un biografo offre spunti interpretativi
straordinari>>.
