Il 29 giugno prossimo, festa dei santi Pietro e
Paolo, con una solenne Messa papale in San Pietro avranno inizio i
festeggiamenti per ricordare che la celebre Basilica Vaticana compie
500 anni. Festeggiamenti che continueranno con varie iniziative per
almeno un anno. Infatti, si tratta di un evento di grandissimo
significato spirituale e culturale.<<Oggi la Basilica Vaticana>>, ha
detto monsignor Angelo Comastri, Vicario del Santo Padre per lo
Stato del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro << non
è soltanto la casa di tutti i cattolici, bensì la casa dell’intera
umanità, in quanto il papa di Roma è riconosciuto come punto comune
di riferimento morale>>.
Proprio perché si tratta di un grande evento,
Benedetto XVI, ha voluto essere lui, in persona, a dare l’annuncio
al mondo di questa ricorrenza.
Lo ha fatto il 17 aprile, festa
dell’Angelo, prima della recita del “Regina Coeli”: <<Nel contesto
pasquale>>, ha detto Benedetto XVI << mi piace quest'oggi
condividere con voi anche la gioia di un anniversario molto
significativo: 500 anni or sono, precisamente il 18 aprile 1506, il
Papa Giulio II poneva la prima pietra della nuova Basilica di San
Pietro, che il mondo intero ammira nella possente armonia delle sue
forme. Desidero ricordare con gratitudine i Sommi Pontefici che
hanno voluto quest'opera straordinaria sulla tomba dell'Apostolo
Pietro. Ricordo con ammirazione gli artisti che hanno contribuito
con il loro genio a edificarla e decorarla, come pure sono grato al
personale della Fabbrica di San Pietro che egregiamente provvede
alla manutenzione e alla salvaguardia di un così singolare
capolavoro d'arte e di fede>>.
Il
Papa ha definito la Basilica di San Pietro “capolavoro d’arte e di
fede”, ed ha sottolineato la sua gratitudine ai “Sommi Pontefici che
hanno voluto quest'opera straordinaria sulla tomba dell'Apostolo
Pietro”.
Ecco, è proprio questo particolare, e cioè il fatto
che la Basilica sorge sulla tomba di San Pietro che la rende unica
al mondo, “madre di tutta la cristianità”, centro del
cattolicesimo. Ed è per questo che il suo 500° compleanno merita di
essere celebrato solennemente.
La Basilica di San Pietro è, quindi, strettamente
legata a eventi che portano all’alba del Cristianesimo. Sorge sul
luogo dove, nel secolo IV, l’Imperatore Costantino volle erigere una
grande Basilica. Il Cristianesimo usciva allora dalle Catacombe,
aveva ricevuto da Costantino il diritto di esistere, e l’Imperatore
stesso, convertito, con la costruzione di quella Basilica volle
confermare ai posteri che in quel luogo era stato sepolto l’apostolo
Pietro, la “roccia”, la “pietra” su chi Gesù aveva posto le
fondamenta della sua Chiesa. L’attuale Basilica di San Pietro, che
500 anni fa ha sostituito quella costantiniana, rappresenta quindi
una continuità ininterrotta di “contatti fisici” che legano il
nostro tempo all’inizio della storia della Chiesa. E sta proprio
qui il valore storico di incalcolabile importanza della Basilica
vaticana, che è, per questa ragione, l’ultimo tratto di un autentico
cordone ombelicale che ci riporta a Gesù, attraverso Pietro.
La
Basilica di San Pietro
è uno dei monumenti più importanti del mondo. Alta
132 metri, lunga 186, con una superficie complessiva di 22 mila
metri quadrati è in grado di accogliere 20 mila fedeli. E’ la più
grande cattedrale della cristianità. Negli oltre cento anni occorsi
alla sua realizzazione, vi lavorarono i più grandi artisti del
tempo, da Bramante a Raffaello, da Michelangelo al Vignola, da
Sangallo il Giovane, a Giacomo della Porta, da Alessandro Bernini a
Domenico Fontana, Carlo Maderno e tanti altri. Nel 1980 è stata
dichiarata dall’Unesco “patrimonio dell’Umanità”.
Da un punto di vista artistico e culturale ha un
valore incalcolabile. Ma il suo valore vero, profondo, grandissimo
proviene proprio dal fatto che è stata costruita sulla tomba di San
Pietro. Guardando la Basilica, noi sappiamo che è come un bellissimo
fiore sbocciato sulla tomba del principe degli Apostoli. Questa
verità storica investe la Basilica vaticana di una valenza speciale,
di un’autorità spirituale che la rende unica, il vero “tempio della
cristianità”>>.
Abbiamo chiesto al dottor Pietro Zander, archeologo,
che lavora presso l’Ufficio tecnico scientifico della Fabbrica di
San Pietro, di illustrarci questa caratteristica della Basilica di
San Pietro, cioè quella di essere sorta sopra la tomba di San pietro.
<<Oggi abbiamo la certezza che la tomba di Pietro si
trova in quel luogo>>, dice. <<Per quasi duemila anni ci siamo
affidati alla tradizione e ad alcune testimonianze scritte dagli
antichi Padri della Chiesa. Ma a metà del secolo scorso sono stati
compiuti degli scavi archeologici che hanno portato alla luce la
tomba dell’apostolo e confermato con tutta una serie di prove
archeologie e scientifiche quanto la tradizione ci aveva tramandato
e quanto gli antichi Padri avevano scritto>>.
Quando morì l’apostolo Pietro?
<<Morì martire sotto Nerone nell’anno 64, dopo
l’incendio della città che avvenne nel luglio di quell’anno, come
riferito da Tacito. Il martirio fu consumato nella zona del Circo, a
sud dell’attuale Basilica. Probabilmente, secondo recenti studi, il
13 ottobre del 64. Subito dopo, il corpo di Pietro venne sepolto
nella Necropoli, ai piedi del colle Vaticano, che era zona
cimiteriale, come dimostrano numerose epigrafi, sia pagane che
cristiane trovate durante gli scavi. Fu sepolto in una fossa scavata
nella nuda terra. Una tomba semplice, umile, senza alcuna apparenza
esteriore. I cristiani erano perseguitati e probabilmente dovevano
tenere nascoste anche le tombe dei loro morti. Però, tutti i
cristiani sapevano dove era la tomba di Pietro. E, sia pure di
nascosto e furtivamente, si recavano a pregare su quella tomba,
lasciando segni di devozione e di affetto>>.
Ci
sono documenti che attestano questo?
<<Come ho detto, fino a 60 anni fa, tutto era basato
sulla tradizione. Ma c’erano anche documenti scritti. Il più antico
è quello riportato da Eusebio di Cesarea nella sua “Historia
Ecclesiastica”. Si tratta di una lettera, trovata in una Biblioteca
di Gerusalemme e scritta del presbitero Gaio, vissuto al tempo di
Papa Zeffirino, cioè tra la fine del secondo secolo e l’inizio del
terzo. La lettera era indirizzata a un certo Proclo, che, a Roma,
guidava la setta eretica dei montanisti e vantava l'antichità e il
prestigio del suo movimento. Gaio gli richiama la memoria sugli
apostoli. “Ma io posso mostrare i trofei degli Apostoli”, scrisse.
“Se infatti ti incamminerai per la via Regia verso il Vaticano o
sulla via di Ostia, troverai i trofei di coloro che fondarono questa
Chiesa". Indicazione precisa, confermata poi dagli scavi
archeologici>>
Che cosa hanno messo in evidenza gli scavi
archeologici?
<<Va precisato che, come ho già detto, gli scavi
archeologici sotto la Basilica di San Pietro sono recenti, risalgono
al secolo scorso durante il papato di Pio XII. Sono stati compiuti
tra il 1941 e il 1950. Quindi, per quasi duemila anni è stata la
tradizione a tenere banco. Ma gli scavi hanno confermato in modo
scientifico che le informazioni tramandate dalla tradizione erano
precise ed esatte.
<<Secondo la tradizione, l’imperatore Costantino
aveva costruito la prima Basilica dedicata a San Pietro sulla tomba
dell’apostolo. E, nel 1506, quando fu deciso di erigere una nuova
Basilica, perché quella costantiniana era diventata pericolante, si
fece in modo che l’altare della nuova Basilica cadesse
perpendicolare sopra quello della Basilica costantiniana, prestando
così fede cieca alla tradizione che affermava che Costantino aveva
voluto l’altare della sua Basilica proprio sopra la tomba
dell’apostolo. E gli scavi eseguiti sotto Pio XII confermarono. La
tomba di San Pietro fu trovata proprio sotto l'altare della
"Confessione" della Basilica Vaticana. A chiusura dell’Anno Santo
1950, Papa Pacelli, nel radiomessaggio natalizio, potè dare la
notizia al mondo. “É stata veramente trovala la tomba di San
Pietro? A tale domanda la conclusione dei lavori e degli studi
risponde con un chiarissimo Sì: la tomba del Principe degli Apostoli
è stata ritrovata!”».
Il
luogo era un antico cimitero: come è stato possibile riconoscere la
tomba di Pietro tra tante altre?
<<L’archeologia, oggi, è una scienza esatta. Le
informazioni che offre sono inconfutabili. Gli scavi eseguiti sotto
Pio XII sono partiti seguendo le indicazioni della tradizione.
Venne dapprima trovata una vasta necropoli di epoca precristiana.
Arrivando con gli scavi proprio sotto l’altare della Confessione, si
trovò la tomba di Pietro. Proprio come era descritta dalle
testimonianze letterarie antiche.
<<Non era possibile sbagliare. La tomba si
distingueva. Intorno c’erano altre tombe poste quasi in forma
circolare, a una certa distanza, come per rispetto, per riguardo
all’importanza del personaggio che era in quella tomba.
<<Era inoltre coperta da una piccola edicola. Una
cosa semplicissima, costituita da due colonnine di marmo a sostegno
di una lastra di travertino. Un evidente segno di venerazione.
L’edicola richiama la lettera di Gaio, che parlava di “trofeo”.
L’esame del materiale usato fa risalire quell’edicola al II secolo.
Quindi, quando si erano un po’ calmate le persecuzioni dei
cristiani, era stato eretto quel segno che indica venerazione.
Significa che i cristiani andavano in quel cimitero a rendere
omaggio all’apostolo e a pregarlo. Inoltre, sui muri adiacenti sono
stati trovati numerosi graffiti con i nomi di Gesù, Maria e Pietro.
E fra questi graffiti, ce n’è uno importantissimo. Un graffito di
sette lettere greche inciso su quello che viene chiamato il "muro
rosso", un muro adiacente la tomba colorato in rosso. Le sette
lettere compongono due parole. “Petr eni”, non complete come era
d’uso nelle epigrafi antiche. Furono studiate dalla professoressa
Margherita Guarducci, epigrafista di fama mondiale, e integrate con
le lettere mancanti ottenendo la frase: “Petros enesti”, che
significa “Pietro è qui”. Documento inoppugnabile. Ma la prova
fondamentale viene dal proposito di Costantino di elevare in quel
luogo una grande Basilica>>.
Perché?
<<La scelta di Costantino dimostra una volontà
precisa non solo di rendere omaggio all’apostolo Pietro, ma di farlo
in quel preciso luogo per una ragione importantissima, direi
fondamentale.
<<Quel luogo era il meno adatto per costruire una
grande Basilica. Si trovava alla periferia della città, in zona
acquitrinosa, argillosa, soggetta alle piene del Tevere, e all’acqua
che scendeva dai colli Vaticano e Gianicolo. Tacito, in uno dei suoi
scritti, cita la zona dicendo “infami luoghi del Vaticano”.
Costantino, se voleva rendere omaggio alla religione cristiana
poteva erigere una Basilica dentro la città. Invece, scelse quel
posto affrontando enormi difficoltà, oltre a quelle costituite dal
terreno. Come ho detto, in quel luogo vi era una necropoli ed era
ancora in uso. Le leggi romane proteggevano i cimiteri e nessuno
avrebbe potuto costruire in quella zona. Costantino potè farlo solo
perché era Imperatore e anche Pontefice Massimo, quindi era lui che
faceva le leggi. Anche se quella scelta era molto nociva alla sua
popolarità, non indietreggiò perché aveva una grande verità da
trasmettere ai posteri.
<<Costantino voleva che l’altare della Basilica fosse
proprio sopra la tomba di Pietro. E per ottenere questo, dovette
spostare tombe, abbassare il terreno. Tutti gli edifici sepolcrali
che superavano in altezza il pavimento della Basilica, furono
interrati. Fu necessario smuovere una grande quantità di terra,
un’impresa ciclopica. E la sua insistenza nell’ottenere ciò che si
era proposto, senza badare a spese e a difficoltà, dimostra che
voleva ad ogni costo tramandare ai posteri il luogo della tomba di
Pietro. Prima di innalzare la basilica, Costantino racchiuse la
famosa edicola dentro una teca marmorea perché potesse conservarsi
lungo i secoli, essendo un documento importantissimo. In seguito,
sopra quella teca furono costruiti tre altari: l’altare di Gregorio
Magno (590-604), l’altare di Callisto II (1123) e infine, nel 1594,
l’altare di Clemente VIII, successivamente coperto dal baldacchino
del Bernini.
Se
si facesse uno spaccato verticale della zona, si vedrebbe che
l’altare attuale, quello dell’antica basilica costantiniana,
l’edicola del secondo secolo e la tomba di Pietro scavata nella nuda
terra, sono perfettamente perpendicolari. Tutto poggia su quella
povera tomba>>.
Com’era la Basilica eretta da Costantino?
<<Un capolavoro maestoso. Da scritti antichi si
ricava che era lunga 119 metri, larga 64 e alta 30. L’interno era
diviso in cinque navate, aveva 88 colonne, 52 altari, 11 finestroni.,
pavimento in marmi e porfidi, mosaici preziosi. Venne consacrata da
Papa Silvestro I° nel 326, ma poi fu via via abbellita ed arricchita
dai vari Pontefici>>.
Perché nel 1506 fu deciso di abbatterla e costruirne
un’altra?
<<Si trovava in una condizione di pesante degrado,
bisognava sottoporla a drastici restauri e allora i vari pontefici
cominciarono a pensare di costruirne una nuova, molto più grande.
L’idea fu maturata sotto Papa Nicolò V, durante l’Anno Santo del
1450, quando a Roma arrivarono migliaia e migliaia di fedeli e la
Basilica era inadatta a contenerli. Il progetto fu via via
perfezionato, e il 18 aprile del 1506 Papa Giulio II pose la prima
pietra della nuova Basilica, dando inizio a un’avventura che durò
oltre 100 anni, interessò 18 pontefici i tutti i più grandi artisti
di quel secolo>>.
Testo di
