Questa
è una scena che capita spesso. E’ l’ora di andare a dormire.
Dopo una lunga giornata, abbiamo trascorso la serata sul divano,
prima con un film in TV e poi con un buon libro. E ora sentiamo il
bisogno del letto.
Sdraiato
sul tappeto, profondamente addormentato, c’è il nostro cane. Dal
nostro ritorno a casa dopo il lavoro, non ci ha mollato un attimo:
ci ha seguito dappertutto e si è rannicchiato vicino ai nostri
piedi quando ci siamo seduti.
Ora
però non riusciamo a tenere gli occhi aperti e così ci alziamo,
apriamo la porta di casa e ci rivolgiamo al nostro animale:
<<Su! Fuori! E’ ora di fare la nanna!>>. Il cane si
incammina mesto e controvoglia verso la sua cuccia, nell’angolo più
riparato del giardino. Chi vive in appartamento, invece di chiudere
il cane fuori casa, lo lascia in salotto oppure in cucina: in ogni
caso lontano il più possibile dalla camera da letto.
E’
un comportamento giusto? No, è sbagliato.
Cosa
ci impedisce di permettere al nostro cane di dormire in camera con
noi? Ci vergogniamo per caso di farci vedere in pigiama? Oppure è
per qualche altra ragione?
<<E’
una questione di igiene>>, dicono molti. Ma pensiamoci un
attimo: trascorriamo tutto il giorno sotto una pesantissima cappa di
smog, maneggiamo banconote e monete piene di microbi, viaggiamo in
metropolitane affollatissime e di certo non pulite. E nonostante
questo abbiamo paura del nostro cane che abbiamo fatto vaccinare,
che abbiamo spazzolato e nutrito al meglio? E’ un po’ un
controsenso. Non ci scandalizziamo se il panettiere ci serve con le
mani. Ma facciamo gli schizzinosi se il nostro animale, che fa parte
della famiglia, insiste per dormire il più vicino possibile a noi.
Dobbiamo
ricordare che è l’istinto stesso che suggerisce al cane di
dormire accanto al padrone. L’ora del riposo notturno è per il
cane un momento di massima aggregazione e di intima comunione con il
resto del gruppo. Fa parte della sua natura di animale sociale il
voler condividere ogni attività con il capobranco, cioè con il
padrone della sua famiglia umana. E questo vale soprattutto di
notte, quando avverte l’esigenza di proteggere e di essere a sua
volta protetto e al sicuro.
Tra
i lupi allo stato selvatico, solo gli individui, che per qualche
motivo sono rifiutati dal clan, vengono
isolati e lasciati da soli col buio. Gli altri invece si radunano
tutti insieme. Il cane ragiona come un lupo per gran parte delle sue
scelte e perciò non capisce come mai la sera non gli si permette di
stare al nostro fianco. Lui vorrebbe poter dormire sul letto, avere
un contatto continuo con noi, ma si accontenta anche di restare
nella nostra stessa stanza.
Il
mio ragionamento può sembrare esagerato. Bisogna infatti ammettere
che non è sempre possibile concedere al nostro animale di passare
la notte con noi. Però, dobbiamo cercare di fare del nostro meglio
affinché non si senta escluso: questo sì.
Permettiamogli
almeno di restare in una stanza vicino alla nostra, lasciando se
possibile la porta aperta in modo che possa vederci, sentire il
nostro odore e addormentarsi tranquillo. E non dimentichiamo mai di
dargli la buona notte. Per lui, questo saluto affettuoso diventa una
specie di rito: accarezziamolo, parliamogli in modo dolce,
spieghiamogli che è arrivato il momento del sonno. Dal tono della
nostra voce, dai gesti e dal contatto fisico che gli regaliamo,
comprenderà che è tutto sotto controllo e che, anche se rimane
lontano da noi per qualche ora, non è stato escluso dal gruppo per
una colpa che non sa comprendere. Comportiamoci da capobranco
coscienzioso e sentiremo il nostro amico prendere un lungo respiro e
sbuffare profondamente: nel linguaggio canino significa che in quel
momento si sente benissimo.
Foto di
Nicola ALLEGRI
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