IL MARITO DI GIANNA RACCONTA by Renzo Allegri
Nell’elenco dei santi cattolici, si trovano altre donne sposate, vissute però nei primi tempi del cristianesimo. Dal Medioevo in poi, c’è un solo uomo sposato elevato alla gloria degli altari: San Tommaso Moro, cancelliere di Enrico VIII, ma nessuna donna. Si trovano donne che furono sposate, ma che vissero poi a lungo da vedove o da suore. Gianna è la prima donna del secondo millennio di storia cristiana morta da sposata e proclamata santa. Alla sua canonizzazione, a Roma, il 16 maggio scorso, ci sarà anche il marito di Gianna, l’ingegner Pietro Molla. Ha 92 anni e una mente lucidissima. Lo intervistai nel 1991, quando Gianna non era ancora stata proclamata beata. Era naturalmente molto schivo e imbarazzato nel parlare con un giornalista di un argomento tanto personale e delicato, ma poi, proprio per rendere testimonianza alla moglie, si è lasciato andare alle confidenze e il suo lungo racconto è un eccezionale documento per la conoscenza di questa grande santa del nostro tempo.
<<Sapevo che era molto religiosa, che andava a Messa tutti i giorni e faceva la Comunione, che svolgeva la sua professione di medico come fosse una missione. Ma non conoscevo le innumerevoli opere caritative che compiva ogni giorno a favore degli ammalati più poveri, delle persone sofferenti, degli abbandonati. Tutte queste cose le ho scoperte con sorpresa dopo la sua tragica scomparsa. Ricordo che al suo funerale c'era una folla immensa. Molti piangevano e io non riuscivo a capire per quale ragione. Ma poi, sentendo che cosa Gianna aveva fatto per loro, allora mi sono reso conto. Era una donna di una bontà veramente infinita>>. Chiesi all’ingegner Molla di raccontarmi come aveva conosciuto Gianna.
<<Gianna, che aveva conseguito la specializzazione in pediatria, si interessava di bambini e di mamme, ma seguiva anche le persone anziane, soprattutto quelle colpite da malattie croniche. Con tutti dimostrava grande amore e grande partecipazione. Io frequentavo la parrocchia. Insegnavo catechismo ai ragazzi e agli uomini e sentivo il parroco che parlava con profonda ammirazione di quel giovane medico. La gente raccontava su di lei episodi edificanti. <<L'ambulatorio di Gianna era di fronte a casa mia. Per questo, a
volte, ci incontravamo. E fin dall'inizio
<<L'ultimo giorno di quell'anno, invitai Gianna ad assistere a uno spettacolo alla Scala. Accettò con entusiasmo, perché, come scoprii in seguito, era appassionata di musica, suonava molto bene il pianoforte e la fisarmonica. Dopo lo spettacolo la riaccompagnai a casa e mi fermai a brindare all'anno nuovo insieme con i suoi familiari. Da allora iniziò la nostra storia. <<Io e Gianna abbiamo vissuto il nostro amore nel modo più bello possibile, con una visione profondamente cristiana della vita. Gianna era una ragazza dolcissima. Il nostro fidanzamento non fu lungo, durò una decina di mesi, perché ci sposammo il 25 settembre 1955. Ma fu un periodo indimenticabile>>.
«Si, ci fu una grande festa. La mia famiglia ci teneva, io occupavo una posizione importante, ero direttore generale di una importante società, Gianna era medico. La cerimonia fu bellissima. Mia moglie si era fatta confezionare un vestito bianco molto elegante. Amava vestire bene, seguiva la moda, aveva la sua sarta di fiducia, ma sapeva scegliere con misura. Aveva molto gusto. Dopo la cerimonia religiosa, ci fu un rinfresco e poi partimmo per il viaggio di nozze. Andammo a Roma, poi a Napoli, Ischia, Capri, Palermo, Siracusa, Catania e infine a Taormina. Rientrati a Milano in aereo, ripartimmo quasi subito. Dovevo andare in Germania e in Olanda per lavoro, e Gianna venne con me. Amava molto viaggiare>>. <<Com'era la vostra vita da sposati?». <<Normalissima. Come quella di tutte le coppie di questo mondo. Abitavamo in una bella villa a Magenta, vicino alla fabbrica dove lavoravo. Ci si voleva bene e si viveva l'uno per l'altro. Gianna continuò la sua missione di medico, io seguivo la fabbrica. Tutto il tempo libero lo trascorrevamo assieme. Gianna era una donna splendida ma assolutamente normale. Era bella, intelligente, buona. Le piaceva sorridere. Era anche una donna moderna, elegante. Guidava la macchina. Amava la montagna e sciava molto bene. Le piacevano i fiori e la musica. Per anni siamo stati abbonati ai Concerti del Conservatorio di Milano.
<<Era sempre disponibile. Non disse mai di no a nessuno. Quando la chiamavano di notte, non si soffermava ad accertarsi che l'urgenza fosse reale: partiva subito, sorridendo sempre. Per le mamme aveva una tenerezza tutta particolare. Tutte le vecchiette la consideravano una loro cara amica e la ripagavano con uova, con qualche gallina o con un mazzo di fiori. Quando un suo paziente era in difficoltà economiche, dopo averlo visitato faceva la ricetta e lasciava anche i soldi per le medicine. <<D'inverno, quando faceva molto freddo, diceva alle vecchiette sue pazienti di non andare in ambulatorio ma di farla chiamare a casa. Si sacrificava lei, ma con delicatezza, senza farlo pesare. Una volta fu chiamata tre volte in una notte, andò sempre senza mai fare alcun commento. Quando qualche suo ammalato, per motivi di salute, non poteva continuare a fare il suo lavoro, si dava da fare per cercargli un altro impiego più adatto. Trattava i pazienti come fossero persone della sua famiglia. <<La vita cristiana di mia moglie non contiene episodi clamorosi. Gianna non ha compiuto azioni memorabili, stupefacenti. La sua vita fu un susseguirsi continuo, ininterrotto, di piccole azioni quotidiane compiute per amore di Dio, secondo l'insegnamento del Vangelo. Gianna viveva davanti a Dio. Trattava le persone con le quali aveva a che fare non dimenticardo mai che erano "figli di Dio". E a questi principi non è mai venuta meno>>. |