LA SANTA PROTETTRICE DELLE MAMME E DEI BAMBINI

by Renzo Allegri

Mesero, piccolo centro lombardo vicino a Magenta, dove Gianna Beretta è vissuta, dove aveva l’ambulatorio e dove è sepolta, è meta di numerosi pellegrini. <<Molti vengono dall’estero, anche dall’America>>, dice il parroco di Mesero, don Giuseppe. <<Stiamo ristrutturando una chiesa del Seicento che diventerà il santuario di Santa Gianna. Quando saranno ultimati i lavori di restauro, porteremo la salma di Gianna in questa chiesa, e sarà collocata sotto un magnifico altare in legno, opera del grande ebanista Pino Pedano.

<<Intanto tutto il paese è impegnato per i preparativi della canonizzazione, il 16 maggio. Subito dopo la canonizzazione, avremo qui, ospiti a Mesero, le famiglie dei due miracoli ufficiali. A giugno, faremo una festa sulla cima del Monte Rosa, dove Gianna, amante della montagna, si è recata. Ci sarà anche la guida alpina che l’ha accompagnata lassù. Poi terremo un concerto di musica classica, con i professori dell’Orchestra della Scala, per ricordare la passione di Gianna per le opere liriche e i concerti. E poi ci sono molte iniziative di tipo spirituale e formativo, legate alla “Fondazione Gianna Beretta Molla”, che opera nel campo della pedagogia familiare, dell’accoglienza e dell’aiuto alla vita fin dal suo concepimento.

<<Ricevo molte lettere da parte di persone che affermano di aver ricevuto grazie straordinarie per intercessione di Gianna. E sono in prevalenza lettere di mamme, per le quali Gianna continua ad avere una predilezione anche in cielo, come l’aveva quando era medico qui a Mesero. Si può dire che Santa Gianna sta diventando la protettrice delle mamme e dei bambini>>.

<<Anche i due miracoli ufficiali, quelli serviti per la beatificazione e per la canonizzazione riguardano delle mamme>>, mi racconta monsignor Serafino Spreafico, vescovo e amico della famiglia di Gianna. <<E sono accaduti tutti e due in Brasile, dove Gianna è molto conosciuta. Io penso che siano accaduti in Brasile perché Gianna, appena laureata in medicina, voleva andare in quella nazione come missionaria laica, per fare il medico accanto a suo fratello, Padre Alberto.

<<Il primo miracolo si verificò nel 1977 nella diocesi di Grajaù, dove io ero vescovo e dove era missionario il fratello di Gianna. Protagonista, una mamma di nome Lucia Cirillo. Una povera donna, che viveva in una capanna, nella foresta, ed era di religione protestante. Aveva già tre figli. Il quarto morì nell’utero, provocando nella donna conseguenze gravissime, con infezioni, una fistola, e altri terribili malanni. Lucia doveva essere operata d’urgenza, ma l’ospedale più vicino era a quasi settecento chilometri, praticamente irraggiungibile per mancanza di strade in mezzo alla foresta. La donna era rassegnata alla morte. Se ne stava nella sua capanna, abbandonata a se stessa. Una suora missionaria andò a trovarla e la invitò a pregare Gianna, sorella di Padre Alberto. La suora mise una reliquia di Gianna sotto il cuscino del giaciglio della moribonda e rimase a pregare a lungo. Nel pomeriggio, Lucia, come lei stessa in seguito raccontò, sentì come delle scosse forti in tutto il corpo. I dolori lancinanti che la tormentavano, sparirono. E lei si addormentò. Qualche ora dopo si svegliò e si sentiva bene. Era completamente guarita. In seguito i medici constatarono che tutti i malanni che quella donna aveva erano totalmente scomparsi. La fistola si era cicatrizzata. Un fatto clamoroso.

<<L’altro miracolo si verificò a Franca, vicino a San Paolo, sempre in Brasile. Questa volta avvenne in una famiglia molto credente, impegnata nell’azione missionaria, e testimone principale fu il vescovo di Franca, monsignor Diogenes Silva Mathes. I coniugi Elisabetta e Cesar Arcolino, avevano già tre figli. Alla fine del 1999, Elisabetta rimase incinta per la quarta volta. Al quarto mese, cominciarono le complicazioni, perdite, emorragia, e infine la rottura del sacco amniotico con la perdita del liquido. Il bambino non poteva vivere e si doveva ricorrere all’aborto per salvare la madre.

<<Elisabetta e Cesar conoscevano la beata Gianna e il loro vescovo, Diogenes, era un grande devoto di questa donna italiana. Si affidarono a lei. Cominciarono a pregarla. I medici non davano alcuna speranza, proprio perché era impossibile che il feto potesse vivere senza liquido amniotico. Per farla breve, la gravidanza continuò per altri cinque mesi in quelle condizioni impossibili, cioè senza liquido amniotico. Alle fine, nacque una bellissima bambina che è stata chiamata Gianna Maria. Un miracolo strepitoso, complesso, che ha coinvolto varie persone: il bambino che è sopravvissuto senza liquido amniotico, la madre, che ha tenuto il bambino in quelle condizioni e anche il medico ginecologo, una donna, che di fronte a questo prodigio si è convertita.

<<Tutti e due i miracolati saranno presenti a Roma il 16 maggio per la canonizzazione. E poi io li accompagnerò a Mesero a visitare i luoghi dove Santa Gianna è vissuta>>.