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Roma, sono popolarissime. Attirano lo sguardo. Non c’è turista,
pellegrino, viandante che, passando davanti ad un ingresso del
Vaticano, non si fermi incuriosito a osservare le famose “Guardie
Svizzere” che, immobili come statue, presidiano ogni entrata.
Vengono fotografate e filmate. Sono guardie belle, giovani,
prestanti, aitanti, di statura superiore alla media. Ma anche un po’
buffe con quelle loro divise colorate, dalle fogge cinquecentesche,
gli elmi piumati, armate di antiche alabarde.: sembrano esseri
inventati, piovuti nel nostro tempo da un altro pianeta.
Eppure, quelle “guardie” formano
l’esercito di uno Stato: lo Stato del Vaticano. Stato molto piccolo
geograficamente. Infatti, ha una superficie di appena 44 ettari,
corrispondenti a meno di mezzo chilometro quadrato, ma rappresenta
la potenza più autorevole che esista sulla faccia della terra.
Proprio
perché non fonda la sua forza su eserciti, armi, bombe, terrore,
repressione, morte, ma nella autorevolezza morale, nell’ideologia
spirituale, negli ideali d’uguaglianza, nella difesa dei diritti
umani, nella ricerca della pace fra tutti gli uomini.
L’esercito di questo singolare Stato è costituito da
appena un centinaio di soldati, che vengono chiamati “Guardie
svizzere” perché, per tradizione, provengono tutti dalla
Confederazione elvetica. E’ un esercito piccolissimo, ma antico. Il
più piccolo esercito del mondo e il più antico. Infatti, vanta già
500 anni di vita. Nel mese di gennaio 2006 festeggerà mezzo
millennio di servizio presso lo Stato Pontificio. Le Guardie
Svizzere arrivarono a Roma il 21 gennaio 1506. Il giorno dopo, 22
gennaio, presero servizio e iniziò la loro storia.
<<Siamo
un esercito singolare, totalmente diverso da tutti gli eserciti di
questo mondo perché i nostri ideali e i nostri compiti sono del
tutto particolari>>, dice il capitano Bachmann che fa parte delle
Guardie svizzere dal 1985. <<Noi siamo addetti alla difesa del Papa,
che è un uomo di pace, mai in guerra con nessuno, e quindi le armi
nelle nostre mani sarebbero una contraddizione>>.
Nel Medioevo e nel Rinascimento, la Svizzera era un
paese molto povero. Per vivere, gli uomini facevano i mercenari. I
soldati elvetici, per la loro forza d’animo, i nobili sentimenti e
la fedeltà proverbiale, erano ritenuti invincibili. Erano i migliori
soldati del tempo e per questo erano richiesti dalle varie nazioni.
Senza cavalleria e con poca artiglieria,
avevano inventato una tattica di movimento superiore a tutte le
altre. In battaglia erano delle muraglie semoventi, irte di ferro e
impenetrabili. Già nel 13° e 14° secolo, un gran numero di soldati
svizzeri militavano in Germania e in Italia. Alla fine del 1400,
scesero in Italia con l’esercito di Carlo VIII per una guerra contro
Napoli.
Con
l’esercito di Carlo VIII c’era anche il generale Giuliano Della
Rovere, che era cardinale ma anche valoroso uomo d’arme e, vedendo
questi mercenari svizzeri in battaglia, ne rimase conquistato.
Qualche anno dopo, divenuto Papa con il nome di Giulio II, volle,
come sua guardia del corpo, un manipolo di soldati svizzeri.
<<Papa Giulio II, in data 21 giugno
1505, inoltrò alla Confederazione Svizzera la richiesta di poter
avere 200 mercenari per la protezione della sua persona>>, spiega il
capitano Bachmann. <<La richiesta fu accolta. A dicembre di quell’anno,
150 soldati svizzeri si misero in marcia verso Roma. Entrarono
nella “città eterna” il 21 gennaio 1506. Presero alloggio nelle
scuderie del Papa e il giorno successivo iniziarono il loro
servizio>>
I festeggiamenti per questa singolare e
straordinaria ricorrenza sono già iniziati e continueranno fino ad
agosto del 2006.
<<500
anni di storia meritano di essere festeggiati solennemente>>, dice
il capitano Bachmann. <<Per questo abbiamo deciso di distribuire le
varie manifestazioni lungo il corso di un intero anno, che abbiamo
chiamato “Anno giubilare della Guardie Svizzere”. Abbiamo cominciato
i festeggiamenti il 21 giugno, (ricordando la richiesta di Papa
Giulio II di 500 anni fa), con un incontro in Svizzera, nel Palazzo
Federale. A settembre abbiamo festeggiato a Lucerna.
La prossima tappa
sarà il 21 e 22 gennaio che è proprio il compleanno della Guardia.
In quei giorni del 1506 i primi soldati svizzeri arrivarono a Roma e
iniziarono il loro servizio al Papa. E’ il giorno più importante per
noi, ma abbiamo deciso di festeggiarlo in forma quasi privata,
all’interno del nostro corpo, in Vaticano, senza manifestazioni
esteriori, per poterlo vivere con maggior intensità spirituale.
<<Il
culmine dei festeggiamenti pubblici, invece, lo abbiamo portato a
maggio. In genere, ogni anno, il sei maggio, noi abbiamo il
giuramento delle nuove guardie. E’ una ricorrenza cui teniamo
moltissimo. E allora abbiamo scelto di concentrare varie
manifestazioni in quel periodo. Festeggeremo per tutta una
settimana, dal giorno 2 maggio, che è un martedì, a domenica sette
maggio.
<<Ci sarà anche la “ricostruzione
storica” della marcia che portò le prime 150 Guardie Svizzere dalla
loro patria a Roma. Un centinaio di ex Guardie Svizzere hanno deciso
di ripetere quella marcia, a piedi naturalmente, così come avvenne
500 anni fa. La marcia partirà da Bellinzona il 7 aprile 2006. Sono
previste 27 tappe per un totale di 723 chilometri. Naturalmente, ad
ogni tappa ci saranno piccole feste e manifestazioni varie. L’arrivo
a Roma avverrà il 3 maggio, proprio all’inizio della settimana dei
festeggiamenti principali di questo straordinario anniversario>>.
