La
storia di Don Silvio Mantelli, sacerdote e illusionista di fama
mondiale.
Potrebbe
essere ricco e famoso, un personaggio dello spettacolo in grado di
raccogliere gloria e applausi nei teatri e alla televisione. Il
mitico “The Magic Circle” di Londra, la Mecca degli illusionisti
internazionali, gli ha conferito la “tessera d’argento”, una specie
di “laurea” in magia riservata a pochissimi professionisti. Ma per
il Mago Sales gloria, fama, lussi, vita mondana non hanno alcun
significato. Il suo vero nome è Don Silvio Mantelli, sacerdote di
“professione” col talento per la magia.
Da anni questo prete illusionista gira il mondo facendo spettacoli
con un solo obiettivo: far sorridere i bambini poveri. <<Poveri
perchè ammalati, orfani, abbandonati, condannati a morte precoce>>,
dice. <<La mia più grande gioia è tornare a casa la sera con il
cuore pieno dei sorrisi di questi bambini. Non c’è ricchezza più
grande al mondo>>.
Ride
don Silvio, e il suo volto si illumina. Irradia un senso di bontà
che colpisce. La sua storia è talmente straordinaria che sembra
uscita da un romanzo e fa di lui un personaggio unico.
<<Sono un mago in grado da fare scherzi da prete>>, dice divertito.
<<Il mio nome d’arte, “Sales”, sta per Salesiano. Sono infatti un
religioso nella Congregazione dei salesiani, fondata da San Giovanni
Bosco. Nel 1973, sono stato ordinato sacerdote. Ho scelto di
svolgere il mio apostolato facendo anche il mago proprio per imitare
don Bosco. Egli infatti, per poter avvicinare i giovani e toglierli
dalla strada, si serviva della sua abilità di prestigiatore e di
funambolo. In questo modo conquistava la loro fiducia.>>
Don Silvio vive a Torino, dove è nato sessant’anni fa. Ma in realtà
è cittadino del mondo. <<Faccio una media di 250 spettacoli
l’anno>>, spiega. <<Sono stato in Brasile, Bolivia, Madagascar,
Cina, Filippine, India, Stati Uniti, Sud Africa, Nepal, Antille,
Albania, Etiopia, Sudan, Somalia e molti altri ancora. Ho portato la
magia in mezzo alla guerra, nei campi profughi, nei lebbrosari, tra
le baraccopoli. Non si riesce nemmeno ad immaginare quanti bambini
hanno bisogno di sorridere.
<<
Ma per realizzare una vera magia non basta solo la fantasia. Servono
aiuti concreti, cibo e acqua, case, scuole, ospedali. Ecco perchè mi
esibisco molto anche nei paesi ricchi. Infatti, le opere che ho
realizzato nel Terzo mondo e che mantengo vive, sono state rese
possibili dai bambini dei Paesi ricchi che vengono ai miei
spettacoli e che, con i loro genitori, sostengono generosamente i
miei progetti.>>
A Torino, don Silvio ha fondato un’Associazione che si chiama
“Fondazione Mago Sales”, attraverso la quale gestisce le sue
innumerevoli iniziative benefiche nei paesi poveri. Si tratta
naturalmente di un’associazione ONLUS, completamente a scopo
benefico, e tutti quelli che collaborano lo fanno gratuitamente.
Mentre
racconta, le sue mani non stanno ferme un istante. Ecco che mescola
un mazzo di carte, ne prende una, la fa sparire per poi afferrarla
nell’aria, come materializzata in quell’attimo. <<Maghi si nasce>>,
dice. <<Ho scoperto questa mia attitudine quando ero piccolo. Ero
molto timido, e forse proprio per reagire mi creavo un mondo di
fantasia in cui stavo bene. Ovviamente, per trasformare in talento
un’attitudine ci vuole un’occasione. Che arrivò da un amico,
Francesco Corradi, un taxista che scriveva poesie, suonava la
chitarra e faceva giochi di prestigio con le carte. Mi trasmise la
sua passione per il gioco dello scopone, insegnandomi alcuni
basilari trucchi. In poche parole, mi insegnò a barare. Facevamo
coppia fissa nei vari retro-bar del quartiere. La vincita era a
volte la sola consumazione, ma la gioia di riuscire era di gran
lunga superiore. Poi un giorno tirai fuori 3 sette belli e allora
gli altri capirono che c’era un trucco. In quell’occasione imparai
anche a sparire in fretta.
<<In seguito ebbi la fortuna di conoscere un grande prestigiatore.
Il mago Renato Bustelli, che fu un mito. Tra il 1925 e il 1955 era
stato il più famoso d’Europa. Già prima della seconda guerra
mondiale, incassava un milione di lire a serata. Aveva uno
spettacolo meraviglioso, con le ballerine, gli elefanti e le fontane
d’acqua. Fu proprio lui a regalarmi i primi giochi e mi insegnò
alcune tecniche che non ho mai dimenticato.
<<Purtroppo
nell’ambito della Congregazione alla quale appartengo, il fatto che
sia diventato un illusionista non è stato accolto troppo bene>>,
dice don Silvio con un’ombra di amarezza sul volto. <<Sono sempre
stato osteggiato. Anche perchè negli anni Settanta, soprattutto a
Torino, era in voga la magia nera. I miei superiori temevano che io,
sacerdote e religioso, fossi confuso con coloro che la praticavano.
Insomma la parola “mago” poteva trarre in inganno. Avrei dovuto
cambiare quel nome con un altro termine però non ho mai voluto
farlo. Per i bambini il “mago” è un personaggio buono e capace di
fare cose meravigliose.
<<Lungo il mio cammino però ho anche trovato tante persone che mi
hanno sostenuto. Missionari, gente comune, personaggi famosi. Chi mi
ha incoraggiato più di ogni altro, è stata Madre Teresa di Calcutta.
Lei si è subito entusiasmata del mio lavoro e ha capito che con i
giochi portavo il sorriso. Io scherzosamente la chiamavo il mio
manager in India. Infatti, mi scriveva su dei bigliettini gli
indirizzi degli Istituti dove andare a fare gli spettacoli. Ne
facevo anche sei in un giorno solo. Per spostarmi velocemente nel
traffico di Calcutta, madre Teresa mi aveva messo a disposizione la
sua ambulanza. Quel mezzo era così rispettato da tutti che al suo
passaggio anche le mucche si spostavano.
Don Silvio sfoglia le pagine di un atlante geografico. Ha
l’espressione di chi guarda un album di ricordi. << Feci il mio
primo viaggio nel 1993. Andai in un lebbrosario a Sao Juliao, nel
Mato Grosso del Brasile. C’erano molti bambini ammalati in quel
lebbrosario. Uno di loro, che si chiamava Paolino, mi chiese di fare
una magia per lui: di guarirlo per poter ritornare con la sua
famiglia in quanto, dopo che aveva contratto la lebbra, lo avevano
abbandonato.
Rimasi
molto scosso da quella richiesta semplice ma disarmante. Così,
tornato in Italia, mi diedi da fare con altri maghi per raccogliere
dei soldi, attraverso un grande spettacolo, per cercare di aiutare i
bambini di quel lebbrosario. E il primo a guarire fu proprio
Paolino, che ora sta bene e si è sposato.
<<Sono passati tanti anni e da allora ho rallegrato centinaia di
migliaia di bambini. Sono riuscito a dare anche molti aiuti
concreti. Oggi la mia Fondazione è operativa nelle missioni di ben
25 paesi nel mondo.
<<Però tante terribili realtà che ho visto continuano ad esistere
>>, dice Don Silvio. <<In Pakistan c’è la piaga dei bambini venduti
come schiavi. Mille dollari l’uno. Ricordo di una nave che ne
contenevano duemila. In Sudan, i ragazzi vengono utilizzati per
ripulire i campi minati e molti di loro muoiono dilaniati dalle mine
che scoppiano o restano mutilati per sempre. Sono problemi enormi,
forse irrisolvibili. Ma a volte, nelle situazioni più disperate, un
sorriso è davvero una magia. Spesso mi hanno detto che fatto ridere
dei bambini che non lo facevano da anni. Può sembrare poco, ma non
lo è dove ormai c’è solo disperazione.>>
Mentre parla, don Silvio cammina per la stanza che è satura di libri
fino al soffitto.
Tutti
volumi che hanno a che fare con la magia. <<Credo di possedere la
più ricca biblioteca di libri di illusionismo che ci sia in
Europa>>, afferma. <<Per diventare un professionista serio, ho
dovuto studiare molto. Ho avuto l’aiuto di grandi maestri, ma ho
anche letto tutto il possibile su questa arte che è anche scienza.
<<Mi
piacerebbe poter trasmettere a degli allievi il patrimonio
professionale che ho acquisito e forse, chissà, quando sarò vecchio,
potrei anche farlo. Qualcuno dovrà pur continuare la mia missione>>.
In realtà il Mago Sales ha già avuto un allievo particolarmente
dotato. Si chiama Arturo Brachetti, ed è oggi, riconosciuto da
tutti, il più grande attore trasformista del mondo.
<< Lo conobbi nel 1980. Era un ragazzo smilzo, timido e palliduccio,
dava l’idea di essere sempre “fuori del tempo". Studiava in un
nostro istituto salesiano. Mi resi conto che aveva quelle strane
doti naturali che potevano farlo diventare un grande illusionista.
Gli insegnai i primi trucchi e si appassionò. Era molto intelligente
e il resto lo ha fatto da solo. E’ unico nel suo genere. Ed è una
persona dal cuore d’oro, che mi vuole bene e mi aiuta nella mia
missione a favore dei bambini poveri.>>
Nicola Allegri
