Una
delle emozioni più belle di questa estate l’ho provata andando a
fotografare i cani Terranova della “Scuola Italiana Cani
Salvataggio” che ha sede a Sarnico, sul lago d’Iseo.
Una
scuola fondata a Ferruccio Pilenga, bergamasco, naturalmente grande
appassionato cinofilo. Anzi, più che fondata, Pilenga questa scuola
se l’è inventata di sana pianta, perchè prima una cosa del
genere non esisteva affatto in nessuna parte del mondo. Ora è una
autentica Accademia,
che ci viene invidiata anche dai giapponesi e dagli americani. Una
Accademia dell'addestramento dei
cani per il soccorso in acqua, che trasforma questi straordinari e
fedeli amici dell’uomo in autentici bagnini, con tanto di
brevetto.
<<Qui
i cani imparano a salvare vite umane, affrontando anche le
situazioni più estreme>>,
dice Pilenga. << Attualmente i cani diplomati in questa
Accademia, quasi tutti Terranova,
sono presenti sulle spiagge di oltre 20 località di
villeggiatura, dal Veneto alla Sardegna. Affiancano i volontari
della Protezione civile pattugliando le spiagge, pronti a
intervenire quando un bagnante ne ha bisogno. Recentemente,
anche Il Comando generale dei Vigili dei fuoco mi ha chiesto di
addestrare alcune loro unità cinofile. È una grande
soddisfazione».
Il
Brevetto di Salvataggio che rilascia alla fine dei suoi corsi La
SICS è riconosciuto dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione
e dal Comando generale della Capitaneria di Porto Guardia Costiera.
Questo significa che i cani che escono dalla Scuola di Salvataggio,
sono dei veri e propri bagnini, dei «baywatchers» a quattro zampe
e possono, insieme al loro padrone, pattugliare le spiagge pronti a
correre in aiuto di bagnanti in difficoltà. Le unità cinofile
della Scuola collaborano poi con Polizia, Carabinieri, Guardia di
Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile e vengono utilizzate là
dove i mezzi più classici non possono intervenire.
«I
miei cani>>, dice Pilenga con orgoglio <<sono gli unici
al mondo che sappiano lanciarsi da un elicottero in volo librato
sopra l'acqua. Assieme al loro compagno umano, con il quale formano l'Unità
cinofila, balzano nel vuoto e si tuffano nei pressi della persona
che devono salvare. Per il cane, non significa solo fare un volo
di diversi metri di altezza, ma anche imparare a non badare al
rumore, al vento e alle onde mosse dalle pale del velivolo. E poi,
questi cani sono indispensabili quando i mezzi della Guardia
costiera non riescono a entrare in azione. Per esempio, nelle
vicinanze di una scogliera: in questi casi è
difficile per una barca avvicinarsi alla persona in difficoltà a
causa delle onde che la potrebbero spingere contro gli scogli. Allora
interviene il cane: si tuffa legato a una cima, raggiunge la persona
in difficoltà, la afferra e poi viene tirato verso il mezzo di
soccorso>>.
È
impossibile spiegare l'emozione che si prova nel vedere questi
cagnoni in azione. Sono veri campioni di coraggio. Mentre
Ferruccio Pilenga spiega le loro gesta, i cani intorno a lui abbaiano,
corrono e si tuffano nell'acqua del lago. «Sembrano dei
monelli>>, dice Pilenga. <<Sono felici di stare insieme,
di giocare e di nuotare. Ma quando c'è da fare sul serio, sanno
trasformarsi in tanti Rambo. Agili in acqua e potenti come
motoscafi. Non hanno paura di nulla se si tratta di salvare una
vita».
La
Scuola è sorta nel 1988. <<Volevo
addestrare al salvataggio nautico il mio cane, una femmina
di Terranova a cui avevo dato nome Mas>>, racconta Ferruccio
Pilenga. <<Dal momento che non esisteva in Italia una
struttura in grado di farlo, l'abbiamo creata noi. lo e Mas insieme.
Riunii alcuni amici e spiegai loro il progetto: trovare un metodo
che potesse rappresentare la base dell'addestramento per i cani da
salvataggio. Ci appoggiammo agli esperti della Marina militare e
con loro studiammo le situazioni critiche in cui un cane avrebbe
potuto agire con maggior successo dei sistemi di soccorso
tradizionali.
<<Fu
una sfida difficile perché, nonostante la grande attitudine di Mas
al soccorso in acqua, l'istinto da solo non bastava. Per
un cane è difficile trarre in salvo una persona che annega, perché
questa si agita e rischia di fare affogare anche chi sta prestando
soccorso. Cominciammo
coi tentativi e, dopo innumerevoli esperimenti, riuscimmo a mettere
a punto un metodo di addestramento valido. Quindi nacque la scuola.
Ma ogni esperimento, ogni esercizio, è sempre stato fatto con la
mia Mas. Lei è stata la prima e, quando sono arrivati gli altri cani,
è diventata un punto di riferimento per loro. Mas è morta quattro
anni fa, ma, attraverso la scuola, che considero
anche una sua creazione, il suo cuore continua a battere>>.
Dalla
riva del lago alcuni cani abbaiano, come per invitare Ferruccio a
seguirli in acqua. Si vede subito che tra loro c'è un rapporto
speciale. «La base di tutto sta nell'affiatamento che si crea tra
uomo e cane>>, dice Pilenga, avviandosi in acqua. <<La
coppia deve raggiungere 1'armonia perfetta, una sorta di simbiosi.
Quando facciamo le prove di ammissione alla nostra scuola, guardiamo
soprattutto come si comportano l'animale e il suo padrone, come
camminano al guinzaglio e come si guardano. Se c'è scintilla fra di
loro, se avvertiamo un legame profondo, che va oltre il gioco e le
carezze, sappiamo che insieme possono fare grandi cose, anche
salvare delle vite. Il resto lo si impara, ma senza l'affiatamento
di base è tutto inutile>>.
Scende
in acqua, seguito dai suoi cani. Comincio a fotografare, ma la mano
mi trema per l’emozione nel vedere con quale regalità, con quale
sicurezza, con quale amore si muovono e lavorano questi stupendi
animali.