BAGNINI A “QUATTRO ZEMPE”

CON TANTO DI BREVETTO

Foto e testo di NICOLA ALLEGRI

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Una delle emozioni più belle di questa estate l’ho provata andando a fotografare i cani Terranova della “Scuola Italiana Cani Salvataggio” che ha sede a Sarnico, sul lago d’Iseo.

Una scuola fondata a Ferruccio Pilenga, bergamasco, naturalmente grande appassionato cinofilo. Anzi, più che fondata, Pilenga questa scuola se l’è inventata di sana pianta, perchè prima una cosa del genere non esisteva affatto in nessuna parte del mondo. Ora è una autentica  Accademia, che ci viene invidiata anche dai giapponesi e dagli americani. Una Accademia dell'addestramento dei cani per il soccorso in acqua, che trasforma questi straordinari e fedeli amici dell’uomo in autentici bagnini, con tanto di brevetto.

<<Qui i cani imparano a salvare vite umane, affrontando anche le situazioni più  estreme>>, dice Pilenga. << Attualmente i cani diplomati in questa Accademia, quasi tutti Terranova,  sono presenti sulle spiagge di oltre 20 località di villeggiatura, dal Veneto alla Sardegna. Affiancano i volontari della Protezione civile pattugliando le spiagge, pronti a intervenire quando un bagnante ne ha bisogno. Recentemente, anche Il Comando generale dei Vigili dei fuoco mi ha chiesto di addestrare alcune loro unità cinofile. È una grande soddisfazione».

Il Brevetto di Salvataggio che rilascia alla fine dei suoi corsi La SICS è riconosciuto dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione e dal Comando generale della Capitaneria di Porto Guardia Costiera. Questo significa che i cani che escono dalla Scuola di Salvataggio, sono dei veri e propri bagnini, dei «baywatchers» a quattro zampe e possono, insieme al loro padrone, pattugliare le spiagge pronti a correre in aiuto di bagnanti in difficoltà. Le unità cinofile della Scuola collaborano poi con Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile e vengono utilizzate là dove i mezzi più classici non possono intervenire.

«I miei cani>>, dice Pilenga con orgoglio <<sono gli unici al mondo che sappiano lanciarsi da un elicottero in volo librato sopra l'acqua. Assieme al loro compagno umano, con il quale formano l'Unità cinofila, balzano nel vuoto e si tuffano nei pressi della persona che de­vono salvare. Per il cane, non significa solo fare un volo di diversi metri di altezza, ma anche imparare a non badare al rumore, al vento e alle onde mosse dalle pale del velivolo. E poi, questi cani sono indispensabili quando i mezzi della Guardia costiera non riescono a entrare in azione. Per esempio, nelle vicinanze di una scogliera: in questi casi è difficile per una barca avvicinarsi alla persona in difficoltà a causa delle onde che la potrebbero spingere contro gli scogli. Allora interviene il cane: si tuffa legato a una cima, raggiunge la persona in difficoltà, la afferra e poi viene tirato verso il mezzo di soccorso>>.

È impossibile spiegare l'emozione che si prova nel vedere questi cagnoni in azione. Sono veri campioni di coraggio. Mentre Ferruccio Pilenga spiega le loro gesta, i cani intor­no a lui abbaia­no, corrono e si tuffano nell'acqua del lago. «Sembrano dei monelli>>, dice Pilenga. <<Sono felici di stare insieme, di giocare e di nuotare. Ma quando c'è da fare sul serio, sanno trasformarsi in tanti Rambo. Agili in acqua e potenti come motoscafi. Non han­no paura di nulla se si tratta di salvare una vita».

La Scuola è sorta nel 1988. <<Volevo addestrare al salvataggio nautico il mio cane, una femmina di Terranova a cui avevo dato nome Mas>>, racconta Ferruccio Pilenga. <<Dal momento che non esisteva in Italia una struttura in grado di farlo, l'abbiamo creata noi. lo e Mas insieme. Riunii alcuni amici e spiegai loro il progetto: trovare un metodo che potesse rappresentare la base dell'addestramento per i cani da salvataggio. Ci appoggiammo agli esperti della Marina militare e con loro studiammo le situazioni critiche in cui un cane avrebbe potuto agire con maggior successo dei sistemi di soccorso tradizionali.

<<Fu una sfida difficile perché, nonostante la grande attitudine di Mas al soccorso in acqua, l'istinto da solo non bastava. Per un cane è difficile trarre in salvo una persona che annega, perché questa si agita e rischia di fare affogare anche chi sta prestando soccorso. Cominciammo coi tentativi e, dopo innumerevoli esperimenti, riuscimmo a mettere a punto un metodo di addestramento valido. Quindi nacque la scuola. Ma ogni esperimento, ogni esercizio, è sempre stato fatto con la mia Mas. Lei è stata la prima e, quando sono arrivati gli altri ca­ni, è diventata un punto di riferimento per loro. Mas è morta quattro anni fa, ma, attraverso la scuola, che considero  anche una sua creazione, il suo cuore continua a battere>>.

Dalla riva del lago alcuni cani abbaiano, come per invitare Ferruccio a seguirli in acqua. Si vede subito che tra loro c'è un rapporto speciale. «La base di tutto sta nell'affiatamento che si crea tra uomo e cane>>, dice Pilenga, avviandosi in acqua. <<La coppia deve raggiungere 1'armonia perfetta, una sorta di simbiosi. Quando facciamo le prove di ammissione alla nostra scuola, guardiamo soprattutto come si comportano l'animale e il suo padrone, come camminano al guinzaglio e come si guardano. Se c'è scintilla fra di loro, se avvertiamo un legame profondo, che va oltre il gioco e le carezze, sappiamo che insieme possono fare grandi cose, anche salvare delle vite. Il resto lo si impara, ma senza l'affiatamento di base è tutto inutile>>.

Scende in acqua, seguito dai suoi cani. Comincio a fotografare, ma la mano mi trema per l’emozione nel vedere con quale regalità, con quale sicurezza, con quale amore si muovono e lavorano questi stupendi animali.