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John e Paul

Part I

di Paolo D'agostino in esclusiva per

 "IL FAUSTINO"

 

 

 

 

Sarà quest’autunno, ricco di novità “beatlesiane”, che mi invoglia ad iniziare l’avventura musicale sul faustino, parlando di due veri e propri geni. Avrete indubbiamente intuito che alludo a Mr. John Lennon & Sir Paul McCartney.

Il termine “beatlesiane” è quantomeno improprio in quanto si tratta di novità discografiche inerenti alle carriere soliste dei due Baronetti, ma che ci volete fare istintivamente la mente va a parare sui quattro ragazzi che, come recita una famosa targa esposta in quel di Liverpool, “sconvolsero il mondo” (musicale e non, aggiungerei)

Eppure la vita della band fu alquanto breve, soprattutto se paragonata agli anni di carriera di cui possono vantarsi gruppi tipo i Rolling Stones (45) oppure i Pink Floyd (30) solo per citarne alcuni tra i più famosi e longevi.

Infatti il primo lp e l’ultimo pubblicati dal quartetto inglese sono intervallati da appena 8 anni….prima che iniziasse la leggenda naturalmente!

Ebbene è proprio dalla fine che intendo iniziare, tanto per sgambettare la rigorosa cronologia e spiazzare date e dati…per portavi in un racconto “alternativo” fatto di emozioni piuttosto che di numeri.

Siamo agli inizi degli anni settanta, i favolosi Beatles (Fab four, come li chiamavano i fans) ufficialmente non esistono più da qualche mese per volere di chi non avrebbe mai voluto smettere di essere un ex-beatle: Paul McCartney.

Ma il destino vuole che l’operato di un manager (Alan Klein) manipolatore e disonesto ed un produttore (Phil Spector), capace di distruggere perle del calibro di The long and winding road , indispettiscano Paul al punto da spingerlo a fare causa ai 3 compagni di viaggio.

Il bassista dalla separazione ne esce distrutto; è come avere uno splendido lavoro il lunedì e ritrovarsi con un pugno di mosche il martedì, ricorderà anni a venire. A questo punto non bisogna far altro che rimboccarsi le maniche (certo ciò potrà far sorridere qualcuno, con quei patrimoni….penserete) ma a volte lo stato d’animo prescinde da tutto anche dal cosiddetto conto in banca, soprattutto se si è stati in cima al mondo (musicale naturalmente).

La famiglia, il partner, assumono un ruolo fondamentale.

Da rockstar a marito affettuoso e padre premuroso: ecco il segreto di un equilibrio ritrovato. Dopo anni vissuti sopra le righe il più celebre dei bassisti mancini si ritrova a condurre una vita fatta di semplice quotidianità. Evidentemente la voglia di ritrovare certi sapori ormai dimenticati, il desiderio di lasciarsi alle spalle gli assalti dei fans più esagitati (una volta si introdussero dal condotto dell’aria condizionata), le minacce e le percosse ricevute durante il tour del 1966 nelle Filippine dove la famiglia Marcos più che la democrazia promuoveva la dittatura, …insomma la volontà di vivere da vivi e non in una gabbia dorata è talmente grande che spingerà Paul ad un esilio in terra scozzese lontano dai clamori della stampa scandalistica e dalla mondanità che la Londra di quegli anni offriva.

Un solo obiettivo frulla nella testa del musicista di Liverpoool: riconquistare la propria vitalità che, tra l’altro, lo aveva sempre contraddistinto durante tutti i ’60, ed il suo innato talento ….quel talento che a soli 23 anni lo ha portato a scrivere il brano a tutt’oggi più coverizzato, più gettonato, più….tutto: YESTERDAY!

La strada è lunga e tortuosa ma con l’aiuto della moglie Linda riesce a ritrovare gli stimoli e quindi le idee musicali per una nuova carriera. Ebbene la vena poetica non tarda ad arrivare semmai giunge a singhiozzo. Maybe I’m amazed è il capolavolo del suo primo album da solista intitolato semplicemente McCartney.

Sembra incredibile pensarlo dopo un passato così ricco di successi ma, pian piano, la fiducia in se stesso, apparentemente assopita, riprende quota al punto da indurlo a fondare una nuova band: gli Wings.

La formazione fino al 1979 (anno dello scioglimento definitivo) cambia spesso ma la musica non ne risente affatto anzi migliora in modo esponenziale (non ricordo bene cosa significhi ma mi piace il termine).

“Le Ali” di McCartney sfornano Venus and Mars e Band on the run due album di rara bellezza e intraprendono un tour mondiale a metà degli anni settanta che li porterà, in una notte di mezza estate, a suonare in piazza S. Marco a Venezia davanti ad una folla entusiasta ed inumidita da qualche centimetro d’acqua della laguna.

Paradossalmente il mito dei Beatles anziché affievolirsi cresce e Paul fatica non poco a scrollarsi di dosso quell’enorme (in termini di paragone) macigno.

Viceversa per John allontanarsi dai vecchi compagni gli dà una carica straordinaria ed anche nel suo caso la moglie Yoko Ono recita un ruolo determinante soprattutto in termini di relax mentale.

Nell’ immediato post-Beatles (siamo all’incirca nel 1972) Lennon fonda la Plastic Ono Band con cui intraprende una serie di concerti negli Stati Uniti. Storico quello tenutosi al Madison Square Garden di New York, oltre che innumerevoli iniziative pacifiste. Due brani di questo periodo sono ancora oggi (aimè) di triste attualità: Give peace a chance ed Happy Xmas (war is over if you want it).  

Un personaggio come John, con i suoi slogan pacifisti e le sue campagne contro la guerra in Vietnam, non viene visto di buon grado da parte dell’amministrazione Nixon. Questi cerca di dissuaderlo o comunque di rendergli la vita difficile. In assoluto credo che l’occhialuto chitarrista sia stato il più sincero e spontaneo promotore di campagne a favore della pace nel mondo. Non a caso una ballata dalle note dolci e persuasive viene dichiarata a furor di popolo canzone del secolo.

 

Ladies & Gents…..     

Paolo #14