Cento milioni di bottiglie di spumante italiano per le prossime feste nel mondo

 

CIN CIN CON  LE

“SIGNORE DEL FRANCIACORTA”

Di Francesco Valli - Foto di Nicola Allegri

 

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Il Natale è fatto di tante cose. Ci sono le sensazioni che nascono dal significato profondo, quello religioso, della ricorrenza. E ci sono anche le immagini, forse più superficiali ma non per questo meno emozionanti, legate alla festa in sé e cioè le luci dell’albero addobbato, il panettone, i regali avvolti in pacchi multicolori. E le bollicine dello spumante.

Lo spumante italiano sta diventando il protagonista nei cenoni di Natale e Capodanno, insidiando quel primato che per anni è stato detenuto dallo Champagne francese. Gli esperti hanno calcolato che nelle prossime feste di fine anno nei diversi continenti le bottiglie di spumante italiano superano per la prima volta nella storia la soglia di 100 milioni di bottiglie. Un incremento medio del venti per cento rispetto agli anni trascorsi. Con punte estremamente significative: in Giappone le richieste sono aumentate del 62%; negli Stati Uniti, del 21 per cento; in  Germania, del 13% e in  Spagna, addirittura del 113%. Perfino in Francia, patria dello Champagne, la domanda dello spumante italiano ha avuto un incremento del 30%.

“Il Faustino” ha voluto “entrare” in un bicchiere di spumante e fare una rapida chiacchierata con chi di questo vino se ne intende. Abbiamo, infatti, incontrato Maddalena Bersi Serlini, 36 anni, che insieme alla sorella Chiara, 33, si occupano dell’azienda vinicola di famiglia a Provaglio d’Iseo, in provincia di Brescia, nella celeberrima zona del vino Franciacorta. La scelta di questa azienda, fra le varie e importanti presenti nella zona del Franciacorta, è stata dettata anche da una curiosità. E’ inusuale, infatti, trovare presenze femminili protagoniste ad alto livello del mondo del vino. Maddalena Bersi Serlini è una di queste e si è acquistata sul campo il titolo di “Signora del Franciacorta”.

<<Io sono praticamente nata in mezzo alle viti>>, dice con orgoglio. <<Ho sempre respirato questa particolare atmosfera. L’azienda “Bersi Serlini” appartiene alla mia famiglia fin dal 1886 e io ne sono alla guida da una decina di anni>>.

Maddalena Bersi Serlini è una manager preparatissima e una lavoratrice infaticabile. Fa parete dell’Associazione Nazionale “Le donne del vino”, è membro del Consiglio del Consorzio di tutela del Franciacorta, e consigliere anche dell’Associazione Strada del Franciacorta.

La sua azienda, che si trova tra Provaglio d’Iseo e Timoline di Cortefranca, in località Cerreto, è inserita in un contesto ambientale affascinante, il parco delle Torbiere del Sebino. Ed ha una storia antichissima. I terreni dell’azienda furono bonificati nel 1083 dai monaci benedettini di Cluny, per coltivarli a vigneto e rimasero proprietà dei monaci per secoli. Ancor oggi le cantine rispecchiano la tipica architettura quattrocentesca con ambienti in cotto, dalle volte a sesto, con affreschi sotto i porticati della cascina.

<<Quando i miei avi, nel 1886 comperarono l’azienda>>, dice Maddalena <<qui c’era una cascina e una sorta di laboratorio agricolo che dipendeva ancora da un monastero di benedettini>>.

E fu il nonno di Maddalena, Piero Bersi Serlini, a ottenere, durante la presidenza Einaudi, che la zona diventasse di tutela ambientale, sotto la giurisdizione del monastero di San Pietro in Lamosa.

<<Io ho imparato dal nonno, da mio padre e da mio zio l’amore per questo lavoro>>, racconta Maddalena. <<Un tempo qui si produceva vino rosso ma negli anni Sessanta la mia famiglia scelse una via che si potrebbe definire drastica. Mio nonno, e altre otto famiglie della zona, decisero di estirpare le viti che davano vino rosso per piantare quelle dello Chardonnay, bianco. Era una scelta folle. Si trattava di produrre un vino spumante, cioè un vino che si consumava solo in poche occasioni nel corso dell’anno, durante le Feste. Furono presi per matti e non certo per imprenditori. Furono derisi ma col tempo la loro decisione si rivelò vincente. Quel vino, che inizialmente veniva chiamato “champenoise di Franciacorta”, in seguito ha ottenuto il permesso dal Ministero dell’Agricoltura di prendere il nome di “Franciacorta”, come la zona di origine. Con questo termine oggi si identifica il vino spumante DOCG e anche il metodo di produzione>>.

Maddalena ritiene che le donne siano più adatte che non gli uomini ad occuparsi della produzione vinicola. <<L’approccio dell’uomo nei confronti del vino>>, afferma <<è molto più rude, e spesso questo non è un vantaggio. Inoltre l’uomo generalmente non ha la pazienza di aspettare. Mentre invece è proprio nella natura di una donna dare il giusto peso all’attesa. L’uomo è un grande lavoratore ma è impaziente. Vorrebbe vedere subito il risultato, per poi passare ad un altro progetto. Ma una donna sa che le cose migliori hanno bisogno di tempo. E poi, bisogna dirlo, quando una donna si mette in testa una cosa è irremovibile. Quando è il caso, noi donne sappiamo diventare anche molto combattive>>.

Per questa sua convinzione, Maddalena Bersi Serlini ha scelto come sua prima e principale collaboratrice un’altra donna, sua sorella Chiara. <<Lei è architetto>>, dice <<e fino a poco tempo fa lavorava a Londra. Ma io l’ho convertita al vino. Si è data molto da fare soprattutto nella ristrutturazione dell’azienda apportando quel tocco femminile che è prezioso e fondamentale>>.

Due donne, giovani e graziose, alla guida di una grande azienda di spumante italiano è una novità. Ma dai risultati sembra sia anche una iniziativa proprio vincente.

 

 

Testo di Francesco Valli

Foto di Nicola Allegri