Film, serial televisivi e libri riaccandono l’interesse per il mostro del lago di Loch Ness

 

 TUTTE LE IPOTESI

 di Roberto Allegri Foto di Nicola Allegri

 

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Qualche giorno fa mi è capitato di rivedere il film “Loch Ness” con Ted Danson e Ian Holme. Era parecchio tempo che non lo davano in televisione e, come tutte le volte precedenti, mi ha completamente affascinato. Il mistero che circonda il famoso lago scozzese dove, secondo la tradizione e le testimonianze di molta gente, vivrebbe una gigantesca creatura acquatica – il mostro di Loch Ness appunto – non smette di accendere i miei sogni.

Esiste davvero un simile animale? Tra quelle acque si nasconde sul serio un rettile preistorico, come in molti sono pronti a giurare? E lo stanno cercando? Si stanno organizzando spedizioni scientifiche per appurare la verità? Sono domande che assillano tutti quelli che, come me, sarebbero ben felici di sapere che il pianeta dove viviamo possa ancora riservare sorprese e che, al di là di internet e delle comunicazioni satellitari, la Natura riesca ancora a tenere nascosti importanti segreti.

<<Il mito del mostro del lago Loch Ness non muore mai>>, mi spiega il dottor Franco Tassi, esperto di Criptozoologia (cioè la scienza che studia gli animali misteriosi) e fondatore del Gruppo Criptozoologia Italia. <<Quando la curiosità della gente sembra svanire, succede sempre qualche cosa che ravviva l’interesse. Di recente, il serial televisivo “Surface” in onda su Fox e imperniato sui mostri acquatici, e poi il romanzo “Il quinto giorno” di Frank Schatzing, che tratta lo stesso argomento, hanno riacceso le fantasie. Negli Stati Uniti, la prima puntata di “Surface”  è stata seguita da oltre undici milioni di spettatori. E anche in Europa ha avuto un grande seguito. Passando da Loch Ness, in Scozia, si nota che sono tornate ad essere numerose le persone che sostano sulla rive del lago scrutando le onde, a volte armate di grossi binocoli, con la speranza di poter vedere, e magari fotografare, il celebre mostro>>.

Quando voglio sapere qualcosa che riguarda la Criptozoologia, mi rivolgo sempre al mio amico Franco Tassi. Con la pazienza di un maestro, mi spiega, mi mostra libri e fotografie e reperti. Poche ore in sua compagnia sono vere e proprie lezioni che difficilmente si possono dimenticare.

<<Quello del “mostro di Loch Ness” è senza dubbio uno dei misteri più affascinanti. Di sicuro è il più famoso>>, mi dice. <<La strana e gigantesca creatura che, stando agli avvistamenti verificatesi dal Medioevo fino ad oggi, abiterebbe le acque del lago Loch Ness in Scozia è ormai arcinota. Il mostro è stato battezzato “Nessie” dagli appassionati, ha attirato con la sua fama milioni di turisti sul lago, ha alimentato la fantasia di romanzieri e cineasti, e infiammato i cuori dei ricercatori scientifici.

<<Stando ai numerosi avvistamenti, pare che uno o più animali di grandi dimensioni vivano realmente in quelle acque. Le testimonianze, molto numerose a partire dagli anni Trenta, concordano sulla descrizione del “mostro”: lungo circa una decina di metri, munito di una o più gobbe sul dorso, un lungo collo flessibile e una testa di piccole dimensioni. Sul lago Loch Ness si fanno ricerche da decenni però nessuna spedizione scientifica ha fino ad ora ottenuto risultati soddisfacenti. E’ stato calcolato che sono necessarie in media 350 ore di appostamento per riuscire a vedere “qualcosa”: praticamente è come cercare un ago in un pagliaio.

<<Il Loch Ness è il lago più grande della Gran Bretagna, ha una superficie di 65 chilometri quadrati e contiene più acqua di tutti i laghi di Scozia, Galles e Inghilterra messi assieme. La sua profondità è in media di una trentina di metri ma in alcuni punti arriva anche a duecentocinquanta. Le sue acque sono torbide a cause dei fiumi immissari che vi gettano depositi di terra e perciò, dopo pochi metri di profondità, la visibilità è notevolmente ridotta. Insomma, si presenta come il rifugio perfetto per una creatura misteriosa che non desidera essere scoperta.>>

Franco Tassi mi mostra una foto in bianco e nero. Vedo una distesa chiara che sembra l’acqua del lago e poi una forma scura, una sorta di collo serpentiforme.

<<Esistono molte foto che ritraggono uno strano animale nel lago. Ma molte di queste immagini sono state smascherate e si tratta di falsi clamorosi. Questa è la più famosa e per oltre trent’anni ha diviso l’opinione pubblica. E’ stata scattata il 19 aprile del 1934 dal dottor Robert Kenneth Wilson. La foto mostra un animale dal lungo collo, a forma di serpente, che esce dall’acqua. Per tanti anni è stata creduta autentica ma poi, al momento della sua morte avvenuta nel 1969, il dottor Wilson cambiò idea e spiegò di aver fotografato non il “mostro” ma soltanto un oggetto che galleggiava sull’acqua.

<<Ogni tanto compaiono immagini dell’ipotetico Nessie ma dopo accurate analisi si scopre sempre che si tratta di bufale. Molti burloni infatti si sono divertiti giocando con la leggenda del mostro. C’è chi ha lasciato impronte sulle rive usando un posacenere a forma di zampa di ippopotamo o chi, come alcuni inservienti di uno zoo inglese, hanno abbandonato sulla sponda del lago la carcassa di un elefante. Ma non tutte le foto sono da scartare. Ce ne sono alcune che, pur con la massima  cautela, possono essere prese in considerazione. Sono quelle subacque, scattate nel 1972 dal dottor Robert Rines, presidente dell’Accademia delle Scienze Applicate di Boston. Usando un sonar e una macchina fotografica posta a 13 metri di profondità, il dottor Rines ottenne delle foto che si possono definire inquietanti: una pinna a forma di diamante attaccata ad un corpo molto grosso. Tre anni dopo, il dottor Rines riuscì a fotografare anche una specie di testa bitorzoluta che divenne famosa. Tutti credevano di avere finalmente trovato l’aspetto di Nessie ma successive indagini rivelarono che l’oggetto fotografato era in realtà un tronco d’albero rimosso dal fondo. Il mistero continuava a restare intatto e fittissimo.

<<Nel complesso, vere e proprie spedizioni scientifiche sul lago Loch Ness ce ne sono state ben poche perché è  sempre difficile trovare qualcuno disposto a finanziare la ricerca di un animale che potrebbe benissimo non esistere. Negli anni Novanta, ad esempio, sono state scandagliate le acque del lago alla ricerca di caverne sottomarine e in quel caso a finanziare l’impresa fu una compagnia petrolifera. I risultati però furono deludenti. Al massimo si riscontrò qualche strano contatto sonar. Ci sono molti studiosi che credono fermamente nell’esistenza di qualcosa di strano nel lago, anche se non lo ammettono apertamente proprio perché non ci sono prove scientifiche. Ma non si possono ignorare le moltissime testimonianze e dall’insieme di quelle si ricava che qualche cosa di molto speciale ci deve essere nel lago. Una creatura sconosciuta, o un essere acquatico gigantesco.

<<Nel corso degli anni, sono state avanzate numerose ipotesi sulla reale natura del “mostro”. Quella che ha fatto più presa nell’immaginario collettivo è l’ipotesi del rettile preistorico, del plesiosauro, sopravvissuto all’estinzione. E su questa ipotesi sono stati basati diversi film. Bernard Heuvalmans, il padre della Criptozoologia, sosteneva invece che si trattasse di un’otaria, cioè un pinnipede come la foca, dotata di un collo lungo. Io ritengo però che la creatura misteriosa potrebbe essere un’anguilla gigante. Sarebbe un fenomeno anomalo ma non impossibile. Spiegherebbe la comparsa ciclica della creatura, il fatto che sia elusiva, il suo movimento. In specchi d’acqua limitati in cui la temperatura rimane costante tutto l’anno, come nel caso del Loch Ness, le anguille tendono a crescere in modo straordinario. Anche tra individui della stessa specie e della stessa età, ci possono essere differenze di dimensioni molto notevoli. In passato, presso la centrale idroelettrica di Foyers, sul Loch Ness, è stata trovata un’anguilla di oltre cinque metri. Inoltre, quando aumentano le dimensioni, le anguille tendono ad ispessire la parte ventrale del loro corpo, risultando più grosse e simili a ciò che, in diverse occasioni, è stato avvistato nel lago.>>

L’ipotesi dell’anguilla gigante, devo dire la verità, mi ha colto di sorpresa. Certo, sarebbe più “romantico” credere all’esistenza di un rettile sopravvissuto dopo milioni di anni, ma forse l’anguilla rappresenta una via di mezzo tra la leggenda e quella che può essere la realtà. E’ un’ipotesi infatti, condivisa anche da altri studiosi importanti, tra i quali il dottor Neil Clark, paleontologo del Museo dell’Università di Glasgow in Scozia, che sul Loch Ness ha condotto diverse ricerche. Anch’egli rifiuta categoricamente che il presunto mostro del lago sia un plesiosauro. <<Prima di tutto>>, mi ha detto al telefono, <<perché l’acqua è troppo fredda per un rettile e poi un plesiosauro dovrebbe emergere per respirare e verrebbe avvistato molto più spesso. Inoltre tutti i laghi scozzesi sono poveri di sostanze nutritive e perciò è escluso che vi possano vivere popolazioni di grossi animali. Potrebbe trattarsi di un’anguilla molto grande o anche uno storione. E’ noto come nel Loch Ness e in altri laghi della zona, siano entrati storioni di oltre tre metri di lunghezza. Vi sono notizie di uno storione pescato nel Loch Ness alla fine del 1600 lunfo più di tre metri e mezzo.

<Io sono uno uomo di scienza e voglio tenere i piedi ben piantata per terra. Ascolto e valuto tutte le ipotesi. Non escludo affatto quella di una suggestione collettiva. Ma molti degli avvistamenti riportati possono benissimo essere spiegati con una serie di fenomeni naturali comuni come i tronchi d’albero, le onde, uccelli acquatici, foche, barche. Oppure, ed è quello che penso sia la realtà, animali da circo come cammelli ed elefanti. Gli avvistamenti veri e propri sono iniziati praticamente negli anni Trenta quando venne aperta la strada A82 che costeggia il lago. Questa strada era percorsa spesso dai convogli dei circhi che a volte facevano soste e lasciavano alcuni animali, cammelli o elefanti, liberi di bagnarsi nell’acqua del lago. Ecco perché i testimoni che affermano di aver visto il mostro in quel periodo, lo descrivono come “simile ad un elefante o ad un cammello.” Ma si deve anche tenere presente che in Scozia sono molto vivide le leggende celtiche e la gente crede ancora oggi all’esistenza di folletti e fate. La fantasia dalle nostre parti è molto fervida, forse per un bisogno di rassicurazione che la scienza non riesce a fornire.>>

 

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