Le notizie di

Ottobre 2005

 

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IL MATTINO 31 Ottobre
Pino Daniele è il simbolo di questa prima Notte bianca, Beppe Grillo il protagonista più scatenato, Claudio Baglioni quello più applaudito, il mattatore dell’agorà più affollata. Quando inizia, a notte fonda, un pasticcio tra ora legale (le 3.10) e ora solare (le 2.10), in piazza del Plebiscito ci sono oltre duecentomila persone, forse 250.000, un record assoluto, e tante più o meno resteranno sino alla fine, quasi tre ore dopo, con l’alba ormai pronta a spuntare e la notte che va via cullata dall’accompagnamento di un quartetto d’archi al servizio delle melodie nazionalpopolari per eccellenza («Amore bello, «E tu», «Sabato pomeriggio», «Solo», «Tu come stai», «Questo piccolo grande amore»). L’inizio con «Reginella» non era in programma fino a pochi minuti prima dell’avvio dello show.
Che cosa è successo, Claudio?
«Che mi sono affacciato dal mio albergo sul lungomare e ho visto un mare di gente in festa, una festa di tipo speciale, mi veniva in mente la fine di una guerra, quando il popolo si riprende la propria vita, mette in scena il sollievo per una paura che finalmente può mettere da parte. La sensazione si è fatta ancora più intensa quando ho incontrato Bassolino che mi ha raccontato i suoi giri da un palcoscenico ad un altro. Poi, quando è toccato a me, ho detto: apro con ”Voce ’e notte”, ci vuole un regalo speciale, ma poi mi sono accorto di non ricordarne bene i versi, non volevo, anzi proprio non potevo, fare una brutta figura e ho fatto ricorso a ”Reginella” quella vera però, non la mia».
E, poi via, «Tutti qui», come suggerisce il brano inedito del triplo cofanetto antologico appena uscito.
«Non riesco ancora a trovare la maniera di raccontare quello che è successo, se non facendo ricorso alla categoria del miracolo, della dimensione parallela, del mondo a parte, dell’esperienza extrasensoriale. Non era un concerto, anche se, pur avendo cantato in tante piazze e tanti stadi, non ho mai visto prima d’ora tanta folla. E non era soltanto una festa, anche se mi sembrava di trovarmi al centro di un enorme salotto a cielo aperto. Era una Notte bianca vissuta con un’intensità, e nello stesso tempo una leggerezza, totale».
Al suo fianco, dal palco, il governatore Bassolino ha parlato di «Notte bianca più riuscita d'Europa.
«D’Europa non so, ma d’Italia certo, a Roma non c’è stata questa partecipazione, non c’è stata questa maniera totale di vivere l’evento collettivo. Alcuni miei amici hanno preso il treno a mezzanotte per arrivare a vedere l’alba di Napoli, un’alba caricatasi, forse, anche di speranze eccessive. Ma la speranza non fa mai male, anzi serve per ripartire, per continuare un lavoro duro e quotidiano che ha bisogno di pause restauratrici come questa. Ecco, per una notte s’è invertita la tendenza, la piazza telematica è tornata piazza di gente in carne e ossa, col sangue nelle vene e sogni e incubi negli occhi e nel cuore. Sogni da coltivare anche cantando e ballando insieme, incubi da esorcizzare con una camminata nel centro di una città che nessuna televisione potrà mai raccontare».
Sarà per questo che la Lecciso è stata sonoramente contestata alle Rampe Brancaccio?
«Certo che deve avere un coraggio da leone per sfilare in abito nuziale. La storia della rivolta popolare contro di lei al grido di ”Al Bano, Al Bano” gridata in stile ”yankee go home” ai cortei no global è troppo bella, un ulteriore chicca in questa avventura meravigliosa che, forse si può definire solo come un miracolo, sia pur frutto del lavoro e del desiderio di uomini e donne di buona volontà».

 

IL MESSAGGERO 31 Ottobre

La magia partenopea contagia tutti

L’ironia di Beppe Grillo («Napoli è la città più brutta e più bella del mondo», dice subito affrontando le 200 mila persone che l’aspettano in piazza Dante), il grande neapolitan blues di Pino Daniele (che ha aperto la notte al restaurato Auditorium Rai con Napul’è , la più bella, tenera, amara canzone scritta sulla città), tutto il meglio di Claudio Baglioni (che alle 3, o se preferite alle 2 ora solare, in una piazza del Plebiscito mai vista così gremita, ha attaccato Reginella prima di sfoderare il suo repertorio), e tanti altri artisti, da Franco Battiato (ha presentato al Modernissimo Musikanten , il suo film su Beethoven) alla band degli Stadio e Gegè Telesforo (alla Stazione Marina), da Mario Merola (a San Giovanni a Teduccio) a Edoardo Bennato, Enzo Gragnaniello, gli Almamegretta, i Bisca, i 24 Grana, i dj di hip hop, dub e elektro alla facoltà di archittettura, fino all’orchestra Scarlatti che ha chiuso all’alba, a San Martino, una notte piena di glamour, di vita e di gente, due milioni di persone che hanno ricordato al resto del paese come Napoli sia sede e crocevia di una cultura a più strati che rappresenta un mix incredibile quanto inossidabile.
E’ stata tutto questo, e molto di più, la Notte bianca che la città ha appena vissuto e che per il presidente della Campania Antonio Bassolino «è la più grande mai trascorsa, per numero di persone». Il fatto è che Napoli è un posto speciale, dove musica, teatro, cucina, cabaret, poesia e sceneggiata riescono a mescolarsi in modo miracoloso e a bollire nello stesso calderone conservando però tutti i proprii sapori. E bastano poche frasi pronunciate dai protagonisti della nottata per raccontarne l’atmosfera. «La notte bianca qui è un’altra cosa rispetto a Roma perché i napoletani riescono a mettere molto più pathos in tutto ciò che fanno», dice Daniele. «La vostra è una grande città capace di esprimere calore unico e persone fantastiche... come i comitati dei disoccupati, gli unici al mondo a scioperare per avere un posto di lavoro», incalza Grillo. «Erano 35 anni che sognavo di suonare in questa bellissima piazza, e stasera il mio sogno si è avverato», ha sorriso commosso Baglioni.
Non leggete queste frasi come dichiarazioni adatte all’occasione, Frugate tra le righe e vi accorgerete che Napoli ha un pizzico di magia in più che la distingue dalle altre città. Sembra pigra ma fa crescere e maturare tutto, dalla musica ai friarielli, dal rap al cabaret, dal teatro all’arte d’arrangiarsi, e basta l’esempio di poche canzoni di Pino per capire questo tipo di percorso. Prendete la versione in inglese e napoletano di O sole mio , cioè l’ It’s Now Or Never del suo ultimo album, Io so’ pazzo, A me me piace ’o blues e Quanno chiove : in soli quattro brani è un viaggio stellare. «Quattro note musicali e un po’ di luci non bastano a cancellare disoccupazione, precarietà e degrado», diceva un cartellone a piazza Dante. Certo che no, ma le note che nascono a Napoli arrivano molto più lontano delle altre e suonano molto meglio. E’ già qualcosa

 

 

AGI 31 Ottobre

NOTTE BIANCA RECORD, baglioni canta reginella

(AGI) - Napoli, 30 ott. - Non ci sono cifre ufficiali sull'affluenza di turisti, napoletani e campani, per le vie di Napoli nel corso della notte bianca, ma quelle ufficiose sono vertiginose e parlano di quasi due milioni di persone in movimento fra i 350 eventi programmati. In questura, dove per i bilanci ufficiali rispetto a problemi di ordine pubblico si deve attendere ancora, al momento risultano solo tre scippi denunciati e un ragazzo di 23 anni fermato a Pozzuoli dalla Polfer. A creare problemi e qualche malore e' stata l'enorme affluenza di persone sui mezzi pubblici. Il traffico nelle poche arterie cittadine praticabili da auto e moto, e' andato in tilt dopo la mezzanotte creando problemi anche ai bus del servizio pubblico. In tilt anche le comunicazioni, con l'impossibilita' per buona parte della notte di chiamare con i cellulari. Al 118 sono arrivate circa trecento richieste di intervento, ma le decine di ambulanze operative sul territorio erano impossibilitate a contattare la centrale operativa e hanno avuto difficolta', in alcuni casi, a prestare soccorsi per l'enorme folla di persone a piedi. Gli interventi sono stati molti, ma solo per persone in preda ad attacchi di panico per la calca o con qualche problema respiratorio. A chiudere la notte bianca di Napoli, aperta da Pino Daniele alle 18 all'Auditorium della Rai, Claudio Baglioni, nel luogo simbolo del rinascimento partenopeo, piazza del Plebiscito. Il cantautore ha intonato al via del concerto "Reginella". Il suo appello ai napoletani a lasciare la piazza con calma a fine concerto e' stato inascoltato. Ressa e spintoni non sono mancati. Vetrine aperte solo al centro e non oltre la mezzanotte. Pienone nei bar e nei ristoranti, dove pero' gia' a meta' notte si era dato fondo alle provviste. Intorno all'una del mattino, anche lo storico caffe' Gambrinus ha dovuto abbassare le saracinesche. Boom di "vu cumpra'" e bancarelle improvvisate per la vendita di bibite e panini.

 

IL MATTINO 29 Ottobre
di Claudio Baglioni
pubblicata su "Il Mattino" di oggi Trascritta da Alex per Paroleinviaggio, Tonyassante.com e doremifasol.org

"Ho visto che in italiano esistono due parole, sonno e sogno, dove il napoletano ne porta una sola, suonno. Per noi è la stessa cosa". Incanta questa identità, raccolta tra i bassi di Montedidio da Erri De Luca. Incanta e dà da pensare. Pensare a Napoli, coltivando, per una volta, il silenzio e facendosi isola, per trovare un punto d'osservazione lontano dagli scorci fin troppo ritoccati di certe cartoline, dalla simbologia rituale e stantìa che manda in onda, in tutto il mondo, il "luogo comune" Napoli; lontana dalla pruderie e dal
formulario semplificato e talvolta irritante delle cronache, quasi mai esaltanti, di televisioni e giornali.
Pensare a Napoli, non al "fenomeno Napoli". Al volto, non alla maschera. Alla voce, non all'imitazione. All'anima, non al "corpo". Tuffarsi come ci si tuffa in mare, per lasciarsi alle spalle la superficie e immergersi verso le profondità.
Qualcosa che, come per il mare, richiede preparazione e attenzione, ma, soprattutto, rispetto.
Allora, forse, noi che la guardiamo da fuori senza capirla mai veramente, noi che ne siamo attratti e respinti allo stesso tempo, affascinati e storditi, innamorati e spaventati, ci renderemo conto che non è un caso che la lingua di qui viva e proponga questa identità. Perchè Napoli sogno lo è davvero. Tanto che sembra che i suoi "mali" le siano stati buttati addosso apposta dalla divinità
che distribuisce i talenti, per cercare di compensare quanto di più era stato donato allo spirito, all'intelligenza, all'ironia, alla creatività, all'invenzione e al senso della vita di questa città. Come in un tentativo, tardivo e maldestro, di non umiliare realtà meno fortunate, nelle quali il bello è pur sempre bello, ma raramente riesce, come qui, ad elevarsi sino a divenire sublime.
Un grande scrittore americano diceva che "un uomo che non sogna è come un uomo che non suda: accumula in sè riserve di veleno" e mi piacerebbe che il sogno di questa prima notte bianca, nella quale mille artisti cercheranno di fare del loro meglio per "rubare la scena" alla città, alle sue luci, al suo mare e alla sua gente, servisse soprattutto a questo: a purgarci da ogni veleno, a farci
bucare la superficie e scendere in profondità per incontrare la Napoli di dentro. Quella che, malgrado la zavorra accumulata nel corso della sua lunga e, certo non facile, storia, riesce sempre a sconfiggere la forza di gravità dell'esistere e a
levarsi in volo, lasciando tutti lì, con gli occhi alzati e la bocca aperta, ad ammirarla, increduli. ,C'è una parola che, ogni volta che vengo, mi accoglie ancora prima che lo facciano l'odore del mare, la filigrana di questa luce (così diversa da quella che brilla a soli duecento chilomentri da qui) o la voce inconfondibile della sua gente: la parola passione. Passione intesa nel doppio
significato di amore e sofferenza, perchè credo che in pochi angoli del pianeta amore e sofferenza si fondano con altrettanta intensità, riuscendo a dar vita ad una così grande varietà e qualità di frutti. La stessa varietà e qualità che daranno,
fondendosi, i colori-simbolo dei cinque itinerari di questa prima Notte bianca di Napoli: un arcobaleno di occhi e di cuori che ricorderà a tutti l'urgenza di dare più umanità a questa nostra umanità umiliata e offesa e di insegnare a eliminare le
diffidenze per apprezzare le differenze. Le stesse di cui tutte le città, e non solo Napoli, sono figlie.
E vorrei che questo fosse anche il senso del nostro appuntamento delle prime ore del mattino in Piazza del Plebiscito e che questo "passare la notte in bianco" ritrovasse lo spirito del suo significato originale: una notte di veglia, tra pensieri e parole non banali, in attesa di un giorno importante. E quando anche l'eco delle ultime note si sarà dissolta e la luce tornerà ad illuminare questa città, il nostro "suonno" non svanirà, così come non svanirà il brivido di aver appoggiato insieme, per una notte almeno, l'orecchio sul petto
del Mediterraneo e aver ascoltato la voce rassicurante del suo sciabordio.

IL MATTINO 29 Ottobre

Si comincia con Napule è«Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de' criature che saglie chianu chianu e tu sai ca' nun si sulo». Ore 18, forse 18.30, si comincerà con Pino Daniele all’Auditorium della Rai, inevitabilmente per pochi: i 300 inviti validi per 2 persone sono stati assegnati ieri in appena quattro minuti ai navigatori più rapidi e fortunati nel compilare l'apposito modulo elettronico sul sito www.nottebiancanapoli.com, in 93.000 ci hanno provato per poi intasare la rete con messaggi di rabbia, ma gli organizzatori non disperano di poterli consolare mostrando almeno un paio delle canzoni dello show su un maxischermo di salvataggio in una delle piazze della kermesse. Si chiuderà con la Nuova Orchestra Scarlatti, pronta ad aspettare l’alba a San Martino. In mezzo, di tutto, di più, anzi una scelta di suoni e suggestioni, di risate newpolitane (la carica dei neocabarettisti continua), di arte e intrattenimento, di spettacoli di strada e di strade e piazze trasformate in spettacoli viventi. «Vivremo insieme una notte speciale. Fatta di musica, danza, teatro, cinema. Una notte di poesia. Ma anche di risveglio civile, di riscoperta del gusto di incontrarsi e condividere la bellezza di questi luoghi», spiega Bassolino dal suo blog. «Io vengo a vedere quello che succede», rilancia Beppe Grillo, atteso alle 21.30 in piazza Dante, dopo i sons et lumieres griffati Cirque du Soleil: «Non so davvero che farò, magari saltellerò o mi spoglierò», continua il comico dal sorriso amaro pensando forse allo sketch tra Celentano e Benigni. A proposito, ma la Notte bianca newpolitana è rock o lenta? «Quella è una distinzione che va bene solo per Adriano sulla base di un bel blues. La Notte bianca napoletana sarà puro godimento, che è rock o lento a seconda del ritmo del momento, dello stato del godimento». Grillo è gasato, sul suo ormai celebre blog ci sono centinaia di messaggi e suggerimenti per il recital di stasera, gli scrivono cose come «Napoli è l’unica città al mondo dove i disoccupati scioperano per avere un lavoro». La teoria massmediatica della città perduta non lo convince, come i titoloni del tipo «Napoli addio»: «Ma chi lo decide? Napoli, come tante metropoli, è tutto e il contrario di tutto». Un po’ come il cartellone di questa no-stop che tiene dentro la sperimentazione tra canone bachiano e improvvisazione jazz che Roberto De Simone affida a Maria Pia De Vito, ma anche Mario Merola col figlio Francesco. Che mette in scena i nomi che contano del neapolitan power che fu (Senese, Zurzolo, Esposito, Gragnaniello oltre al jammone Daniele), ma anche i ragazzi cresciuti nei centri sociali degli anni Novanta (Zulù, Almamegretta, 24 Grana) coi loro fratelli maggiori Bisca. Che balla la tammurriata con Eugenio Bennato, Carlo Faiello, i PietrArsa. Che suona il jazz e l’elettronica, canta con gli Stadio e con Baglioni, riapre il Salone Margherita con le melodie classiche partenopee affidate a Gianni Lamagna. Ritrova sugli schermi delle piazze principali lo show di Benigni la settimana scorsa al Med e all’Happy, elogio sviscerato alla napoletanità. Non dimentica le tradizioni (a San Giovanni a Teduccio ci saranno anche i carri allegorici). Unisce centro e periferia. Affida alle telecamere di Sandro Dionisio il compito di girare il film che racconti questa notte di note e chissà quante storie. f.v.


IL MATTINO 29 Ottobre

E arrivò il giorno della Notte bianca di Napoli, con almeno un milione di persone che si riverserà nelle strade per una manifestazione unica nel suo genere. Mille artisti per oltre 350 spettacoli: dai Decumani a Fuorigrotta, da Mergellina a San Giovanni, dal Centro direzionale a Pianura, Napoli si illuminerà per una grande kermesse. Pino Daniele si esibirà alle 18 all’auditorium della Rai, aprendo così la programmazione. Beppe Grillo sarà a piazza Dante alle 22, Claudio Baglioni in piazza del Plebiscito alle 3 del mattino, Franco Battiato presenterà al cinema Modernissimo il suo nuovo film, «Musikanten», insieme con il filosofo Manlio Sgalambro. Alla Stazione marittima gli Stadio daranno il via al loro tour. Il gran finale a San Martino, con la nuova orchestra Scarlatti che saluterà l’alba. A rendere magica la festa di luci saranno anche i negozi. Maxi-isola personale dalle 20 alle 6, con sedici varchi. Potenziate le corse degli autobus, funicolari e metrò resteranno aperti per tutta la notte. Tutto esaurito in molti alberghi.

 

kataweb musica 27 Ottobre


Baglioni aziona la macchina del tempo

In triplo CD i successi di una carriera. La nuova Tutto qui titola
l'antologia. E ci sono anche tre inediti d'annata

di Enrico Deregibus

"Santa musica leggera" canta Baglioni in Tutto qui, il brano inedito che dà il titolo al suo nuovo disco. E come dargli torto. Quel ragazzino che vestiva di nero e che aveva il soprannome di
"Agonia" è diventato, grazie alle canzoni, prima icona da poster sui muri delle camerette delle ragazzine degli anni Settanta. Poi autore via via sempre più considerato. Tanto che oggi anche gli ascoltatori più sofisticati di Baglioni dicono "non mi piace ma lo rispetto".

E rispetteranno anche Tutti qui, in uscita il 4 novembre, un triplo CD
(Baglioni da tempo è solito abbondare) con 40 hits che più greatest di così non si può, più tre inediti presi dai cassetti e il brano che intitola il disco. Per la serie: "Ora so cosa regalare a Natale alla zia". Prezzo consigliato 29,90 euro.

"Non so se sono davvero tutti qui, ma so che sono tutti qui i pezzi senza i quali, voltandomi indietro, non riconoscerei la strada, né potrei essere la persona che sono" spiega Claudio. "Se sono quello
che sono - sparate al cuore, ma risparmiate il viso - lo devo anche a loro. Sono i pezzi più fortunati, più ricordati e più cantati, certo,
anche se non necessariamente quelli che considero i più belli. Magari, prima o poi, mi deciderò a raccogliere anche quelli".

La canzone nuova, che intitola la raccolta e che è già in radio da una settimana, è un volgere lo sguardo indietro, a quasi 40 anni di canzoni. Il testo è un po' ingenuotto e un po' sognante, com'era nei Baglioni nei Settanta. Offre versi come "E una canzone non è
niente/ E' un odore o una bugia/ Soffia al cuore della gente/ Mentre prova a volar via". Non c'è il giocoliere di parole degli Ottanta e soprattutto Novanta, quando le sue mani diventavano sempre più ansiose di cose proibite.

Il brano parla anche della forza della musica, che ha, dice Baglioni, "la proprietà straordinaria di modificare il nostro rapporto con il tempo e, qualche volta, di riuscire a girarlo a nostro favore. Riascoltando queste canzoni ci accorgiamo che non serve una macchina del tempo. La macchina del tempo esiste già. E' la musica. Niente, infatti, è in grado di proiettarci
istantaneamente nel passato, restituendoci - intatti, lucidi, vividi -
fatti, luoghi, colori, profumi, voci, sensazioni, emozioni. E persone. E, se la vita è l'arte dell'incontro, la musica è l'arte che meglio di ogni altra rappresenta, fissa, perpetua quell'incontro".

I tre inediti d'annata sono curiosità ghiotte per i baglioniani. Non sono pescati a caso, ma con una scelta oculata. Il che fa sperare che in futuro venga fatta anche per altri artisti italiani, come accade spesso in altri paesi. La prima rarità è Ci fosse lei, che è
niente popò di meno che la prima versione di Questo piccolo grande amore (di cui Baglioni ha recentemente detto: "L'ho cantata 10mila volte, ci sono invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto!"). Al posto della maglietta fina all'inizio c'era "Corri corri che fai corri uomo lo sai/Verso il tuo destino", e chissà se con queste parole sarebbe arrivato lo stesso il successone.

Poi c'è Annabel Lee, il primo brano scritto da Baglioni, nel 1967 (ma la registrazione è di due anni dopo, ai tempi di una manciata di provini alla Ricordi, cestinati in fretta) e ispirato a una poesia di Edgar Allan Poe. E infine La suggestione, una delle tante canzoni
che Baglioni ha scritto per altri all'alba dei Settanta, epoca di vacche magre. In questo caso era andata a Rita Pavone, che con la versione francese Bonjour la France aveva scalato le classifiche.

Il cofanetto chiama a raccolta i pezzi più noti di Baglioni (più o meno un quinto dell'intera produzione), ma in qualche modo anche i suoi fan. Ovvero "quanti hanno fatto e fanno vivere in sé le mie
canzoni, regalandogli, di volta in volta, nuovo senso, nuovo valore, nuova vita. Perché nelle canzoni si incontrano anche persone irrimediabilmente divise dai chilometri o, addirittura, dagli anni. Anime che vibrano per simpatia, che si ritrovano ad abitare uno stesso sentimento, una passione, un sentire".

Il prossimo appuntamento per vibrare è per il 7 novembre, all'Auditorium di via della Conciliazione di Roma, per un concerto speciale con la Royal Philharmonic Orchestra a favore del Fondo per l'Ambiente Italiano.

Tutto qui - le canzoni

CD 1
Annabel Lee
La suggestione
Ci fosse lei
Signora Lia
Notte di Natale
Con tutto l'amore che posso
Porta Portese
Questo piccolo grande amore
Quanto ti voglio
W l'Inghilterra
Amore bello
Io me ne andrei
E tu
Poster
Sabato pomeriggio
Quante volte
Solo

CD 2
E tu come stai
Un po' di più
Via
Strada facendo
Buona fortuna
Fotografie
I vecchi
Avrai
La vita è adesso
E adesso la pubblicità
Amori in corso
Dagli il via
Io dal mare
Noi no

CD 3
Mille giorni di te e di me
Io sono qui
Acqua nell'acqua
Bolero
Fammi andar via
Da me a te
Cuore di aliante
Stai su
Sono io
Mai più come te
Tutto in un abbraccio
Tienimi con te
Tutti qui


Jugo.it 27 Ottobre

Tutti qui: il best of di Claudio Baglioni

Claudio Baglioni si racconta attraverso 40 anni di canzoni: esce ''Tutti qui'', il greatest hits del cantautore romano.
Correva l'anno 1964 quando l'appena 13enne Baglioni si esibiva in quel di Centocelle con uno dei brano storici di Paul Anka. Tra le note di ''Ogni volta'', l'oggi 53enne icona della musica italiana, emetteva il primo vagito di una carriera longeva e ricca di soddisfazioni.

Per segnare l'inizio della propria storia in musica, raccontata attraverso i brani di ''Tutti Qui'', Baglioni ha scelto una data che rappresenta quasi un punto d'incontro tra l'esordio canoro e la
stipula del primo contratto discografico (1969 con la RCA): il 1967. Ma il '67 è soprattutto l'anno del primo brano scritto di proprio pugno, è l'anno di ''Annabel Lee''. Tappa fondamentale nella carriera cantautorale di Claudio Baglioni, l'inedita ''Annabel Lee'', ripescata negli archivi destinati ai provini, riemerge per diventare l'incipit di ''Tutti qui'', con i maggiori successi dell'artista romano dal 1967 ad oggi. Il greatest hits, in uscita il 4 novembre 2005, si compone di tre Cd contenenti ben 40 brani rimasterizzati in digitale, 3 rarità ed un brano inedito (''Tutti qui''). Presenti tutti i successi che hanno scandito le tappe di una carriera davvero ricca di soddisfazioni, da ''Sabato pomeriggio'', ''E tu come stai'' e ''Strada facendo'', fino ad ''Avrai'', ''Mille giorni di te e di me'' e ''Tienimi con te'', solo per citarne alcuni. Non mancano poi curiosità (vere
chicche), come ''Ci fosse lei'', la canzone che sarebbe poi diventata
celebre con la versione dal titolo ''Questo piccolo grande amore''. Per Claudio Baglioni ''Collezionare queste canzoni è stato come fare l'appello. Raccogliere le cose che abbiamo sentito e che ancora sentiamo più vicine. Le stesse che hanno segnato la mia storia personale e, in qualche modo, accompagnato, punteggiato e, mi auguro, alleggerito la vostra''. L'inedito ''Tutti qui'' rappresenta poi il filo logico, la summa del sense/non-sense del tempo e del suo trascorrere che, attraverso la musica, diventa quasi superfluo.
Tra le emozioni del passato e del presente, un Baglioni zingaro del tempo ci conduce attraverso la sua e la nostra storia, in un viaggio virtuale di musica e parole. ''Tutti qui'' esce il 4 novembre... impossibile mancare all'appuntamento.

Flavio Sartini

RadioWebItalia 27 Ottobre

Il 7 novembre Baglioni in concerto per il FAI

Claudio Baglioni: Tutte le Notizie

27/10/2005 - Roma - Un cantautore straordinario per un concerto unico. Così potremmo definire lo spettacolo che Claudio Baglioni proporrà il 7 novembre prossimo presso l'Auditorium della Conciliazione, a Roma. Un vero e proprio evento nell'ambito del quale il cantautore romano ha intenzione di mettere a disposizione le proprie canzoni per questa serata, organizzata in
collaborazione ed a favore del FAI, Fondo per l'Ambiente Italiano. Il ricavato, infatti, verrà utilizzato per sostenere la gestione dei beni posti sotto la tutela dell' organizzazione. Uno spettacolo importante che conferma il FAI come uno dei centri culturali che si
adopera per diffusione di musica di qualità.
Baglioni è un monumento della tradizione cantautoriale italiana. Durante la serata ripercorrerà i momenti salienti della sua
brillante ed ormai decennale carriera.
Artista raffinato, originale ed irrequieto, ha saputo attraversare trent'anni della nostra musica, regalando perle di poesia a migliaia di persone che lo seguono fedelmente dai tempi di "Questo piccolo
grande amore", brano per cui, lui stesso, nutre un sentimento di amore ed odio.
La capacità di rinnovarsi, la voglia di stupire sono le caratteristiche che ormai lo contraddistinguono.
Il cantautore romano ha vissuto la gloria e la celebrazione di milioni di fans. E' passato indenne tra le contestazioni di gente che non capì un album geniale come "Oltre", perché, spesso, è difficile, per molti, accettare che un artista cresca, si rinnovi, abbia bisogno di
comunicare qualcosa di diverso. Baglioni ha scritto pagine indelebili
della nostra storia musicale, senza mai ripetersi, mantenendo quella integrità artistica che lo ha reso un mostro sacro della canzone italiana.
Da ricordare la sua intensa e varia attività live. Dallo strepitoso tour che, nei primi anni ottanta, trovò supporto nell'album "Alè òò", registrato nella splendida cornice di Villa Borghese, passando per "Assolo", in cui Claudio affrontava il proprio pubblico da solo, a
viso aperto, fino ai nostri giorni con i mega-concerti che hanno
riempito lo stadio Olimpico.
In occasione di questa serata, l'artista romano sarà accompagnato dalla presenza della Royal Philharmonic Orchestra, una delle più famose e prestigiose formazioni orchestrali del mondo. L'evento ha già trovato un'ampia adesione, ed i biglietti vanno verso il tutto esaurito.
Restiamo in attesa di rimanere stupiti ed attoniti di fronte all'ennesima 'magia' di Claudio.
 
ADN Kronos

MUSICA: GIA' SOLD OUT BAGLIONI CON LA ROYAL
PHILHARMONIC ORCHESTRA TUTTO ESAURITO IL CONCERTO A FAVORE DEL FAI DEL 7 NOVEMBRE
Roma, 27 ott. - (Adnkronos) - E' gia' tutto esaurito il concerto a favore del Fai, il Fondo per l'Ambiente Italiano, che Claudio aglioni, accompagnato dalla Royal Philarmonic Orchestra, terra' a Roma lunedi' 7 novembre alle 21 all'Auditorium Conciliazione, (Via onciliazione 4).

 

Il Mattino 27 Ottobre

BAGLIONI, BOX CON INEDITI

 «Così è nata Questo piccolo grande amore»

Doveva essere il suo anno sabatico, o quasi, questo 2005, ma Claudio Baglioni l’ha affollato di appuntamenti e impegni come non mai: nei negozi arriva «Tutto qui», collezione dei suoi hit dal 1967 ad oggi, sabato sarà di scena alla Notte bianca napoletana («alle tre del mattino in piazza del Plebiscito, speriamo di non arrivarci troppo stanco, anzi di arrivarci sveglio»), il 7 novembre sarà all’Auditorium Pio di Roma per riproporre il suo repertorio con la Royal Philharmonic Orchestra («con Paolo Gianolo ho preparato arrangiamenti che partono da una matrice pop per arrivare a una commistione classico-sinfonica»), ha già composto l’inno per le Olimpiadi invernali: «Dev’essere una crisi da vecchiaia, una smania d’autore, per Torino ho scritto cose tra la modernità e l’amarcord umbertino, sto persino facendo non dico da architetto, ma da coaugolatore di un progetto di riqualificazione delle Isole pontine». A riportarlo agli esordi della sua carriera ora c’è questo triplo box antologico: «È quasi un incidente di percorso, fino a ieri inimmaginabile e reso possibile dalla fusione tra le due multinazionali che detengono i diritti della mia produzione, la Bmg e la Sony. Non ci avevo mai pensato e quando è spuntata l’ipotesi non sapevo come scegliere le canzoni: con il mio gusto avrei messo in piedi una scaletta per il 60 per cento diversa, ma alla fine ho fatto prevalere il mio destino di cantore popolare». Tutti i successi, insomma, «dagli inizi a oggi, quelli veri, che la gente ha comprato, cantato e vissuto», partendo però da «Annabel Lee», inedito del 1967: «È la prima cosa che ho registrato, avevo 16 anni, ero magrissimo, vestivo di scuro e mi chiamavano ”Agonia”: cosa potevo incidere se non una bella solfa ispirata al mio scrittore preferito dell’epoca, Edgar Allan Poe, su amore e morte, Eros e Tanathos?». Se è strano ascoltare questo Baglioni, ancor più buffo è l’effetto che fa «Ci fosse lei», primissima versione di «Questo piccolo, grande amore», secondo un referundum televisivo di qualche tempo fa addirittura «la canzone del secolo». Il ritornello più o meno è quello, il resto è un sorprendente beat sinfonico, quasi progressive rock: «A quei tempi il rock classicheggiante era la trovata del momento, ”Eloise” di Barry Ryan ci aveva convinti che si poteva scrivere una piccola suite pop in 4 minuti». Terzo e ultimo inedito d’epoca (per le radio e la promozione c’è il suono più contemporaneo del pezzo che dà il titolo alla raccolta) «La suggestione», che Rita Pavone portò al successo oltralpe come «Bonjour la France»: «È un provino del tardo ’68, quando proprio non sapevo come sbarcare il lunario scrivevo per altri. Ero già sotto contratto con la Rca, facevo il turnista, suonavo la chitarra in studio, ma non bastava. Quel pezzo, semplice e orecchiabile, lontano dal filone ermetico-esistenzialista che all’epoca prediligevo, finì nelle mani di Rita, con Morandi simbolo e voce dell’Italia giovane. Quando andai a trovarla a Parigi mi accorsi che la gente la fischiettava in metropolitana». f.v.

 

 

Il Messagero 27 Ottobre

Dall’“Agonia” al successo: Baglioni è “Tutto qui”

di MARCO MOLENDINI

ROMA - Tutto Baglioni o quasi, anche quando vestiva di nero e gli amici del Prenestino lo chiamavano “Agonia”. Quaranta titoli, dai più celebri agli inevitabili resti d’archivio. Miracolo dei tempi nostri (la crisi discografica e la conseguente fusione fra Bmg ex Rca, l’etichetta che lo lanciò, e la Sony-Cbs). «Cose da archeologia» scherza Claudio. E racconta di Annabel Lee , il primo pezzo della raccolta, voce roca, quasi irriconoscibile, ispirato da una pesia di Edgar Allan Poe: «Avevo 16 anni, era il ’67. Era il mio primo provino per la Rca. “Questo qui non farà nulla di buono” commentò l’allora direttore artistico». Ci fosse lei è l’altro ripescaggio , una sorta di prima versione di Questo piccolo grande amore: «Le due canzoni hanno in comune la parte centrale. Ricordo un pomeriggio, vivevo ancora al Prenestino. Steso sul letto con la chitarra in mano composi la strofa di Piccolo amore , ma l’inizio non mi piaceva, così venne l’idea di prenderlo a prestito da Ci fosse lei , dove canto “lei era un piccolo grande amore solo un piccolo grande amore, niente più ”».
C’è un terzo inedito d’epoca nella raccolta, La suggestione : «A quel tempo facevo provini alla Rca per Sanremo, ho cantato di tutto, anche Modugno: erano dei campioni che venivano fatti sentire ai possibili interpreti per il Festival. Mi capitò, così, di incidere La spada nel cuore di Donida (ma c’è chi dice che fosse di Battisti) che poi cantò Little Tony. Ero fra quelli che soggiornavano al bar della Rca sulla Tiburtina in attesa dell’occasione giusta. E l’occasione arrivò con Rita Pavone che scelse La suggestione per farne una versione accattivante destinata all’estero. In Francia vendette un milione di copie. Mi ci sono comprato un Ford Transit». Infine c’è il brano nuovo, Tutto qui, «canzone nata dal desiderio di dare un significato a tutto ciò» spiega semplicemente Claudio che non nega la sua sofferenza nell’affrontare la selezione finale per arrivare a 40 pezzi: «A 60 ho gettato la spugna e ho lasciato fare agli altri», confessa. E aggiunge: «Fa un effetto strano riascoltarsi a distanza di tanti anni, è come guardare una vecchia foto, ma in fondo ho provato un senso di allegria, nel constatare che qualcosa è successo, che ho fatto un lungo percorso». Avrebbe voluto altre canzoni nel gruppo delle elette: per esempio Le ragazze dell’est e Notte di note . Quanto ai suoi pezzi più celebrati ammette una decisa preferenza per Mille giorni di te e di me e per Fammi andare via : «Sono quelle che mi rappresentano meglio, anche se Questo piccolo grande amore è indubbiamente una canzone ben scritta».
Il triplo album uscirà il 4 novembre. Il 7 Baglioni riproporrà di nuovo la sua collezione musicale in un concerto antologico all’Auditorium con la Royal Philarmonic orchestra (in questi giorni sta lavorando con Paolo Gianolio alle orchestrazioni). Il concerto è organizzato per sostenere il Fai, la fondazione che lavora per salvare, restaurare e aprire al pubblico luoghi d’arte e di natura tra i più belli d’Italia: «Sono per la rivoluzione della bellezza, sono d’accordo con Celentano, dobbiamo avere rispetto per le nostre città, è questa la cosa più rivoluzionaria che ha detto nel suo show televisivo».

 

IL GAZZETTINO Giovedì, 27 Ottobre 2005

 

Baglioni olimpionico: di lancio del disco

 

Oltre ai tre cd in uscita, Claudio ha scritto la sigla tv delle Olimpiadi invernali e farà il tedoforo

di GIÒ ALAJMO

«È il mio quarto "inno", dopo quello degli europei di nuoto, della nazionale di calcio e, non dimentichiamolo, dell'Atletico Van Goof - dice Claudio Baglioni - per cui si può dire che io sia un artista inno-vativo...». Sarà sua infatti la sigla che fino alla fine di febbraio segnerà gli appunamenti televisivi con le Olimpiadi invernali di Torino 2006. «I tagli al Fus hanno provocato anche una riduzione del budget olimpico, per cui salterà il concerto che avevo previsto per l'occasione, ma qualcosa inventeremo lo stesso. Intanto farò il tedoforo olimpico. Porterò la fiaccola per il mio tratto. Mi sto già allenando».

Baglioni "olimpionico" sta anche allendandosi al... lancio del disco. È infatti da oggi nei negozi la sua prima antologia "completa": tre cd che abbracciano l'intero periodo della sua carriera, dal primo provino "Annabel Lee" del 1967 di cui è stata trovatra una lacca in archivio, fino all'inedita "Tutti qui", scritta per l'occasione e che, oltre a dare il titolo alla raccolta, è un omaggio alla canzone e al suo valore.

Perchè questa raccolta?

«Perchè è capitato che le mie due case discografiche, la Bmg-Rca con cui avevo esordito, e la Sony per cui ho registrato negli ultimi lustri, si sono fuse e quindi per la prima volta è stato possibile usare in un unico progetto tanto le registrazioni di proprietà della prima quanto quelle di quest'ultima».

Il triplo album contiene «tutte le canzoni che hanno fatto la mia storia, anche se ovviamente solo una parte delle duecento che ho scritto. Ci sono alcune cose curiose e rare, come "Ci fosse lei", una «suite alla maniera di "Eloise" di Barry Ryan» che poi fu "revisionata" e si trasformò in "Questo piccolo grande amore", o "La suggestione" che non avevo mai inciso e che si prese Rita Pavone portandola in Francia e facendone un successo da un milione di copie con lo sciovinistico titolo di "Bonjour la France". I brani sono stati tutti rimasterizzati per dare una uniformità sonora, ma sono essenzialmente quelli, com'erano, in qualche caso anche con qualche imbarazzo da parte mia ma anche qualche piacevole sorpresa al riascolto dopo tanti anni. "E tu" per esempio ha ancora un suono irripetibile e alcuni arrangiamenti, come "Sabato pomeriggio" hanno una dinamica che ci siamo dimenticati. Oggi è tutto schiacciato, anche dal punto di vista della creatività. Si osa di meno».

Baglioni considera "Tutti qui" come il suo album di ricordi: «Proprio in questi gorni facevo il mio primo concorso a Centocelle, a 14 anni, al festival di San Felice di Cantalice, e quindi sono 40 anni suonati. In tutti i sensi».

E la canzone che dà il titolo alla raccolta?

«Da una parte è una domanda, dall'altra la speranza di aver raccolto in tanti anni passati, pezzi di vita e di canzoni. Un po' lo scrivo nel testo della canzone: la passione della musica leggera è nel mettere insieme persone anche lontane o che continuano a vivere nell'ascolto di quei brani».

Ma cos'è davvero la canzone?

«Continuo a pensare che sia comunque una seranata, sia che parli di sentimento, di amore, o diventi un'invettiva. La canzone di impegno civile, sociale è un lancio, una chiamata. Ma ci vedo sempre qualcuno che canta davanti a un balcone»

Per Fernanda Pivano i cantautori sono i poeti di oggi.

«Forse è perchè i poeti di una volta si sono fatti fuori da soli. Non si sono mai espressi a livello popolare. Il poeta o è di corte o dei salotti. I veri poeti popolari cominciano a essere quelli della beat generation, che facevano le letture in pubblico, mentre gli altri sono finiti nelle pubblicazioni di nicchia o a leggersi le loro cose fra di loro».

Lampedusa dopo il tuo festival "O scià" è tornata alla ribalta per l'inchiesta dell'Espresso sul centro di accoglienza.

«Sì, ho incontrato il giornalista che mi ha detto di avere approfittato della confusione per i concerti per buttarsi in acqua e farsi trovare fingendo di essere un clandestino. Mi ha detto che mentre era chiuso lì la nostra musica gli faceva compagnia. Mi auguro che tutto serva a migliorare le condizioni del centro di accoglienza o a spostarlo altrove, perchè è una vergogna assoluta. Quanto a "O' Scià" ha avuto vasta eco e l'idea si sta consolidando. L'Unione Europea se n'è interessata e l'anno prossimo dovremmo avere la collaborazione necessaria a farne un vero festival d'incontro dei popoli e delle musiche del Mediterraneo».

Il 7 novembre Baglioni si esibirà per il F.A.I. in un concerto benefico all'Auditorium di via della Conciliazione a Roma con un'orchestra sinfonica, «esperienza che mi piacerebbe ripetere un giorno a Venezia, nella nuova Fenice a cui sono molto legato». È dalla fine dell'anno promette di rimettersi al lavoro per un nuovo album.

 

Quotidiano.net 27 Ottobre

Baglioni boccia Rockpolitik
'Poco spontaneo, siamo anarchici conformisti'

Roma, 27 ottobre 2005 - «Rock e politica ormai hanno lo stesso livello di spettacolarità. Il programma di Adriano Celentano dimostra come ormai entrambi debbano recuperare un loro equilibrio». Lo ha dichiarato in un'intervista a 'Libero' il cantautore Claudio Baglioni commentando il nuovo show del molleggiato.

«Tutta quella denuncia sulla libertà di stampa - ha detto Baglioni - quella classifica dove l'Italia passava dalle retrovie al primo posto, mi sembra pura retorica. Credo che non abbia molto senso - ha aggiunto Baglioni - che Santoro vada a parlare di quello. Il fatto è che in 'Rockpolitik', Celentano segue una preparazione molto studiata, c'è un'architettura molto stabilita della trasmissione».

«Rockpolitik è troppo sotto gli occhi di tutti - ha spiegato Baglioni - e si corre il rischio di una pericolosa deformazione. A 'Svalutation' avevo partecipato e mi era piaciuto. Ma in quel programma c'era più spontaneità, improvvisazione. In questo - ha continuato Baglioni - forse si legge lo spaccato di come noi siamo. Il nostro è un Paese di anarchici conformisti: non ci si capisce nulla».

 

 

MusicaItaliana.com 26 ottobre

'Tutti qui': Baglioni rimette insieme trentotto anni di canzoni

Anche le fusioni aziendali, alla fin fine, possono avere i loro risvolti positivi. Prendiamo le major discografiche Sony e BMG, per esempio: depositarie, con gli antichi marchi CBS e RCA, dell’intero catalogo di Claudio Baglioni, stanno per dare alle stampe (l’uscita è fissata per venerdì 4 novembre) “Tutti qui”, prima “collezione” retrospettiva completa dedicata al cantautore romano, addirittura su triplo Cd (a prezzo consigliato di 29,90 euro) con quasi tutti i classici, qualche rarità ad uso e consumo di fan e collezionisti e l’inevitabile pezzo inedito da dare in pasto alle radio per promuovere l’intero progetto (si intitola come il disco, vedi News). “E’ stato un avvenimento imprevedibile, in effetti, a rendere possibile questa operazione ”, racconta Baglioni al telefono; “il mio contratto con la CBS/Sony mi dava la facoltà di vietare qualsiasi antologia, diritto che fino ad oggi ho sempre esercitato. Non mi andava che sul mercato circolassero tante raccolte diverse, e tutte incomplete”.
Questa invece ripercorre cronologicamente quasi 40 anni di carriera, spalmati su 44 titoli scelti personalmente dall’autore. “Ho voluto raccontare una storia, la successione cronologica dà l’idea di un cammino in cui le canzoni fanno da contachilometri, da pietre miliari. E’ come affacciarsi alla finestra e osservare un panorama dall’alto, o rivedere in sequenza determinati momenti della propria vita. Per questo ho selezionato i brani più popolari, quelli più eseguiti in pubblico e più cantati”. Non necessariamente i suoi preferiti, dunque. “Non è stato facile pescare da un repertorio di 160 brani… Avessi scelto in base al mio gusto personale, la scaletta probabilmente sarebbe stata diversa al 60 %. Ma qui entra in gioco il gusto un po’ aristocratico del compositore, quel vezzo di difendere sempre le opere passate inosservate. ‘Notte di note’, che ha aperto diversi miei concerti in passato, è una di quelle canzoni che avrebbero potuto esserci e non ci sono. E poi ‘Le ragazze dell’Est’, ‘Le vie dei colori’, ma anche pezzi più antichi come ‘Do re mi fa sol’. Tutto non si poteva includere, sarebbe diventata l’enciclopedia britannica”.
Le tre “rarità” stanno in apertura. La prima, “Annabel Lee”, vede un Baglioni sedicenne cimentarsi nel 1967 in un provino per la RCA, oggi recuperato dalla “lacca” originale. “Quel pezzo”, ricorda Claudio, “era ispirato a una poesia di Edgar Allan Poe. Così giovane cercavo già di darmi un tono un po’ dark… Comincia come una classica canzone cantautorale anni ‘60, alla Sergio Endrigo, e poi all’improvviso irrompe quella specie di raptus teatralizzato, come in un musical in miniatura. L’ho voluta inserire per ricordare che non è cominciato tutto con ‘Signora Lia', l’ho immaginata un po’ come quegli apripista senza numero che aprono le gare di sci. Era anni che volevo riproporla, avevo in mano una lacca di seconda generazione e poi ne abbiamo trovata una in condizioni migliori”. La seconda è un provino, tardo ’68, de “La suggestione”, canzone che con il titolo di “Bonjour la France” divenne un hit milionario oltralpe per l’interpretazione di Rita Pavone. “Scrivere per altri”, dice Baglioni, “non è mai stato il mio forte. Ma in quel momento dovevo ancora incidere le mie prime canzoni, sbarcavo il lunario senza grandi risultati. Avevo già un contratto con la RCA in tasca, facevo il turnista, suonavo la chitarra in studio, e tra i giovani autori ero uno di quelli che aveva più voce. Così cominciai a mandare provini in giro, sperando che qualche interprete si decidesse a inciderli. Mi venne fuori questo pezzo, molto semplice e molto diverso dai miei altri del periodo che erano molto più inclinati sul versante ermetico-esistenzialista. La Pavone, che in quel momento era l’artista più popolare d’Italia insieme a Morandi, la propose ai francesi con un testo molto accattivante che solleticava il loro sciovinismo. Quando andai a trovarla a Parigi mi accorsi che la gente la fischiettava in metropolitana”. Ancora più sorprendente è “Ci fosse lei”, beat sinfonico dagli accenti western (!) che nel ritornello contiene i germi del superclassico “Questo piccolo grande amore”… “C’era un po’ la moda del pop rock classicheggiante, a quei tempi. Hai presente ‘Eloise’ di Barry Ryan? Ci si sentiva autorizzati a creare minisuite, piccole sinfonie pop in quattro, cinque minuti. Altri tempi, oggi è tutto più omologato… Sembra che le mie canzoni di maggior successo debbano sempre avere una gestazione lunga e difficile. E’ successo anche con ‘Mille giorni di te e di me’, ci ho messo sei o sette anni a completarla”. Ebbe subito l’impressione, Baglioni, di aver centrato il bersaglio con il suo piccolo grande amore, e quella maglietta fina entrata nell’immaginario collettivo di più generazioni? “La suonavo alla chitarra in camera mia e avevo l’impressione di una freschezza speciale, di un racconto musicale che scorreva fluido. Avevo già inciso tutte le parti strumentali dell’album omonimo, un disco che anche a riascoltarlo oggi suona molto complesso, e poi me ne ero partito per concerti nell’Est europeo, in Polonia e in Cecoslovacchia dove ero diventato un piccolo divo e cominciavo a guadagnare soldi. Tornato in Italia non avevo neppure voglia di finirlo, quell’Lp, convinto che anche stavolta non sarebbe successo nulla. Mi spronarono a completare il lavoro, e dopo tre settimane ero già secondo in classifica. Furono Arbore e Boncompagni a ‘Per voi giovani’ ad adottare per primi ‘Questo piccolo grande amore’ e a farne un successo”.
Fu anche una sterzata decisa, determinante, di stile: “Sentivo un gran bisogno di farmi comprendere…Qualcuno, credo fosse Fabrizio Zampa sul Messaggero, sentendomi interpretare ‘Notte di Natale’ alla Mostra Internazionale di Venezia scrisse che cantavo cose isteriche e incomprensibili. Stando all’estero avevo capito che il linguaggio doveva servire a comunicare, decisi di smetterla con la ricerca ossessiva di uno stile letterario. La maglietta fina apparteneva al linguaggio della strada, dei tram e dei marciapiedi. Chi mi aveva apprezzato fino ad allora finì per togliermi il saluto…”. Già, erano gli anni ’70 delle lotte studentesche e dell’impegno, e non erano tutte rose e fiori per il paladino degli amori adolescenziali. “Per tutti gli anni ’70, in effetti, sono stato un irregolare. Il clima era teso, ogni volta ai concerti si rischiavano legnate, minacce e contestazioni. Ma forse qualcuno mi considerava persino innocuo, in fondo era più dura per gente come De Gregori: lo ricordo distrutto, a cena, la sera dopo il famoso processo pubblico a Milano. Alla fine anch’io ho avuto la mia beatificazione da parte dell’intellighenzia: senza di quella l’ingresso nell’olimpo dei grandi artisti ti è precluso…”.
Con “Solo” (1977) e il di poco successivo passaggio dalla RCA alla CBS si avverte un altro cambio di passo, di intenzioni, di atmosfere. “Concordo. Ci sono album più importanti di altri, e ‘Solo’ è uno di quelli. Anche se il taglio netto col passato arrivò con ‘Strada facendo’: lì la musica diventava più asciutta, il linguaggio più consapevole. Nella carriera di tutti esistono dischi vagone e dischi locomotiva. A quest’ultima categoria, secondo me, appartiene anche un disco come ‘Oltre’. L’album più disorientante per tutti, anche per me. Uscì otto mesi dopo il previsto, accompagnato da una campagna marketing dissennata. Rischiai la faccia e la dignità, ma volevo completarlo alle mie condizioni. Lo feci contro tutto e contro tutti: mi è servito per dare una spallata ad un muro di convenzioni, è il disco che mi ha insegnato ad avere coraggio e a mettermi in gioco. Pur con tutti i suoi difetti, le ossessioni e gli eccessi. Era anche un momento difficile della mia esistenza, in quel periodo vita privata e professionale si sovrapponevano come in un reality ante litteram”. Uno shock per i fan, comunque, una fuga brusca e volontaria dal successo e dalla popolarità accomodante, con quei testi astrusi e quelle musiche fin troppo dense. “Tutti noi cantanti”, ammette Baglioni, “attraversiamo un periodo in cui cominciamo a detestare l’idea della popolarità, chiudendoci in noi stessi e diventando un po’ antipatici. Ci sono cascato anch’io, in questa trappola, più o meno tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90. Allora mi convinsi che non fosse più il caso di consumare un rapporto così ravvicinato con il pubblico, mi stavo quasi convincendo a seguire le orme di Greta Garbo, di Mina e di Battisti. Poi, complice l’incidente d’auto che mi ha dato una sveglia, ho ricominciato a prendere le cose con più leggerezza, a rendermi conto nuovamente del privilegio che hai quando negli occhi e nei gesti della gente leggi la soddisfazione dello stare insieme. A quel punto ho ricominciato a moltiplicare le mie presenze in pubblico, soprattutto nei concerti che sono il più grande regalo che possa capitare a chi ha la fortuna di fare il mio mestiere”. Non solo. Gli anni ’90, per Baglioni, non sono solo anni di dischi e di tournée ma anche di tv al fianco di Fabio Fazio: quanto basta a stravolgerne un’immagine consolidata di cantautore serioso e un po’ ingessato. “Porta Portese” e "W l’Inghilterra”, altre selezioni di “Tutti qui”, servono anche a ricordare che un certo tono scanzonato, in fondo, gli apparteneva anche prima. “Certo, sul mio primo disco c’erano canzoni sceme come ‘Mia cara Esmeralda’ o ‘Quando tu mi baci’ che prendevano in giro la musica da piano bar. Ma sono stato etichettato come il cantante sentimentale per eccellenza, quello che, almeno per tutti gli anni ’70, scriveva gli hit dell’estate: e va bene così, per carità. La tv? Prima di andarci con Fazio ci apparivo una volta ogni tre anni, la mia immagine era così indefinita che dopo essermi tagliato i capelli potevo andare in giro senza che nessuno mi riconoscesse. In tv in genere si dà il peggio di se stessi, ma nel momento in cui ho potuto andarci senza dover fare per forza il piazzista di me stesso l’ho vissuta per quello che è, come il più grande teatro del mondo. Ho cominciato a provare un sentimento d’affetto nei confronti della telecamera, a capire che da qualche parte c’era un pubblico vero in ascolto”. Da qui a Sanremo il passo è lungo, nonostante il fresco invito di Panariello? “Lo ringrazio molto, ma insomma… ho molto da fare e chiuso il 2005 voglio prendermi una pausa di riflessione per pensare ai miei prossimi progetti, primo tra tutti un nuovo disco di inediti. In passato mi sono difeso dal festival anche con storielle sciocche: sostenendo ad esempio di non poter tradire San Felice da Cantalice, patrono del mio primo concorso canoro quarant’anni fa in una piazza di Centocelle. Dopo ‘Anima mia’ mi avevano addirittura chiesto di andarlo a presentare, Sanremo, ma poi ci fu una mezza insurrezione dei discografici che gridavano al conflitto di interessi… Mi sembra comunque che ultimamente il festival stia cominciando a riequilibrarsi in favore della musica, dopo anni di gran commedia mediatica”. A proposito di impegni: Baglioni racconta di aver già scritto l’inno per le Olimpiadi Invernali a Torino, mentre il 7 novembre, all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma, sarà sul palco con la Royal Philharmonic Orchestra per riproporre il suo repertorio in versione “sinfonica” (vedi News): “Io e Paolo Gianolio, che insieme a me ha curato tutte le orchestrazioni, non abbiamo voluto fare una trascrizione diretta degli arrangiamenti. Li abbiamo rivisti e in alcuni casi completamente trasformati in funzione dell’apporto dei 67 orchestrali della Philharmonic. L’idea è di partire da una matrice pop per arrivare ad una commistione classico-sinfonica. Abbiamo riadattato anche brani rock come ‘Via’ e ‘Strada facendo’ e sono molto curioso di ascoltare il risultato…E poi è per una buona causa, lo facciamo per il FAI. Sono convinto che la prossima vera rivoluzione avverrà quando ci metteremo a cercare la bellezza e l’armonia delle cose”.

 

 

ANSA 26 ottobre

Triplo cd con 40 brani, tra i quali un inedito e alcune sorprese da collezionista appassionato, in arrivo per Claudio Baglioni. E dal punto di vista storico, sono proprio le tre rarita' i titoli piu' sorprendenti: 'Annabel Lee', 'Ci fosse lei' e 'La suggestione'. 'Tutti qui', che e' anche il titolo della raccolta, e' l'inedito scritto per la raccolta. Tra 'Annabel Lee' e 'Tutti qui' scorre dunque la storia di uno dei protagonisti assoluti della musica italiana.

 

 

 

ADNKRONOS 26 ottobre

MUSICA: BAGLIONI, CON 'TUTTI QUI' COME FARE L'APPELLO DI 40 ANNI DI NOTE
ESCE IL 4 NOVEMBRE IL TRIPLO CD CON 40 CLASSICI, 3 RARITA' E UN INEDITO
Roma, 26 ott. (Adnkronos) - ''Non so se sono davvero Tutti qui ma so che sono tutti qui quei pezzi senza i quali, voltandomi indietro, non riconoscerei la strada fatta, ne' potrei essere la persona che sono''. Cosi' Claudio Baglioni parla del triplo cd, in uscita venerdi' 4 novembre, che mette per la prima volta insieme tutti i suoi piu' grandi successi dal 1967 ad oggi (ben 40 brani rimasterizzati in digitale), piu' 3 vere rarita' e il brano inedito ''Tutti qui'' che da' il titolo alla raccolta.
Corriere della Sera 26 Ottobre
Il cd in vendita domani con «Magazine» assieme al «Corriere» Ron: i miei duetti benefici con le star Potere della beneficenza. Jovanotti, Baglioni, Carboni, Dalla, Elisa, Consoli, Bersani, Raf e Bertè e altre star, tra le quali Anggun, nello stesso cd. Le ha riunite Ron, mente e anima di «Ma quando dici amore», cd benefico a favore dell’Aisla, associazione che si occupa di ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica (il morbo di Lou Gehrig), che sarà in vendita domani con Magazine del Corriere della Sera (a 10,90 euro oltre al prezzo di copertina). «Il progetto - spiega Ron - nasce da una mia sofferenza profonda. Un mio amico è stato colpito da questa malattia per la quale non esiste terapia: si può sperare, in futuro, solo nella ricerca». Così Ron ha preso il telefono in mano e ha convinto i colleghi. «Ho saltato gli intermediari e mi sono rivolto direttamente loro. Li ho sorpresi e hanno accettato. E tutti sono venuti gratuitamente». Ognuno ha scelto una canzone di Ron ed ecco i duetti. Nel cd c’è anche un video diretto da Renato Zero, un incontro-colloquio fra lui, Ron e l’amico colpito dalla malattia. Chi l’ha sorpreso? «Carboni. Ha scelto "Anima", canzone che era stata scritta per essere cantata a voce spiegata. Lui l’ha resa più interiore». Il cd non resta un progetto isolato: «Mi piacerebbe organizzare un grande concerto. Non finisce certo qui».Altre NOTIZIE SUL DISCO:Per un album che contribuisce alla lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica il cantautore pavese chiama a sé molti artisti Sono ben 13 i duetti che costituiscono l’assatura portante del nuovo cd di Ron, in uscita il 27 ottobre. Alla realizzazione dell’album, intitolato “Ma quando dici amore”, hanno partecipato: Anggun, Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Loredana Bertè, Luca Carboni, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Elisa (nella foto), Jovanotti, Mario Lavezzi, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Raf e Tosca. più apprezzati brani del repertorio del cantautore di Garlasco acquisiscono nuove sonorità nell’inedita interpretazione a due: Non abbiam bisogno di parole interpretato con Baglioni, Una città per cantare con Bertè, Anima con Carboni, Cambio Stagione con Consoli, Sei volata via con Jovanotti, Cosa sarà con Lavezzi, Chissà se lo sai con Nicolai/Di Battista. Ma nel CD si possono ascoltare anche brani meno noti che gli artisti hanno particolarmente apprezzato e quindi voluto riproporre insieme all’autore: Le foglie e il vento con Bersani, Le ragazze con Dalla, Ma quando dici amore con Elisa, La pace con Raf, Quanto amore c’è con Tosca. Infine, Catch you, inedito scritto proprio per questa occasione da Ron con Anggun ed interpretato dagli stessi autori, insieme per la prima volta. Tutte le canzoni sono state registrate nello studio di registrazione di Ron, l’Angelo Studio di Garlasco (Pavia) tra gennaio e giugno 2005: sei mesi durante i quali, in momenti diversi, i singoli interpreti si sono uniti a lui ciascuno per due/tre giorni di lavoro comune. Nel disco si ascolta anche la voce di Renato Zero. Ma quando dici amore è realizzato infatti per sensibilizzare l’opinione pubblica e per portare aiuto all’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), onlus impegnata nella lotta contro una malattia degenerativa a oggi ancora incurabile.
IL MATTINO 25 Ottobre
Notte bianca, alberghi verso il tutto esaurito
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Pienone da Notte bianca. Fioccano le prenotazioni per questo fine settimana. Gli alberghi sono in trend positivo rispetto all’anno scorso. E si mira in questi giorni a centrare il pienone, o almeno a sfiorarlo. «L’80% degli alberghi sono già prenotati per il fine settimana, è un motivo di soddisfazione» spiega l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Cozzolino, il padre della notte bianca napoletana. Un’occasione di sviluppo, quindi, per Napoli e le sue imprese. Non solo spettacoli. Turismo e commercio dovrebbero prendere una boccata d’ossigeno dalla Notte bianca. «Ogni euro investito - ricorda ancora l’assessore - produrrà, per la città e per le attività commerciali e turistiche, 10 euro di ricavo. Questo dimostra che l’evento non è solo un grande evento di promozione del territorio, ma anche un grande fatto economico». Coinvolti anche i commercianti, Ascom e Confesercenti, le due organizzazioni di categoria, in testa. «Non meno di duemila vetrine saranno illuminate» assicura Maurizio Maddaloni, presidente dell’Ascom. Altra luce verrà «da diecimila torce che saranno distribuite dagli albergatori ai loro clienti - afferma l’assessore comunale al turismo Luca Esposito - anche quelli dei bed e breakfast, associazione con la quale abbiamo stretto accordi perché punta a un’utenza giovanile». Massiccia quindi l’adesione degli esercenti e, naturalmente, dei pubblici locali. Tanti ristoranti proporranno un loro piatto speciale e comunque ci saranno vendite promozionali e altre iniziative. A corso Umberto, per esempio, la libreria Pisanti organizza un concerto su una pedana di legno. Un’orchestra di otto elementi in una strada rimasta fuori dal circuito di iniziative e lettura di libri. Negozi, dunque aperti almeno sino a mezzanotte, con le strade dello shopping trasformate in palchi di spettacoli e iniziative culturali, tutte a cura dei vari centri commerciali. In piazza San Francesco e in piazzetta Volturno, ad esempio, saranno allestiti palchi sui quali si esibiranno gruppi di musica popolare fino all’alba. Nella Vicaria, l’associazione «Centovie» sarà teatro dell’esibizione del campione del mondo di acconciature maschili, saranno inoltre allestiti 12 gazebo per performance e sfilate di moda. Mentre a via Nazionale la Notte bianca si prolungherà fino all’Epifania, con vetrine addobbate e luminarie natalizie accese. Sconti e gadget per chi fa compere dalle 20 in via Chiaia, mentre in via Toledo saranno aperti anche gli esercizi della grande distribuzione con iniziative promozionali. A Soccavo a partire dalle 20,30 «sagra della salsiccia» con degustazione della birra «Cerveza presidente», prodotta nella Repubblica Domenicana. Tutta la collina del Vomero sarà coinvolta fino alle 3 di notte, con i negozi aperti e spettacoli musicali a piazza Vanvitelli e lungo le principali strade dello shopping. A Fuorigrotta vetrine illuminate di bianco e promozioni speciali per i clienti fino a mezzanotte. Mentre Adolfo Masullo, presidente di Confesercenti annuncia che lungo i Decumani, i bar aderenti offriranno sfogliatella e caff‚ al costo di 1,50, mentre le pizzerie proporranno una margherita e una birra a 4 euro. Altro momento importante, l’estrazione del biglietto fortunato per vincere una crociera. Chi acquista un qualsiasi prodotto dalle 20 in poi compilerà una cartolina presso il negozio in questione. Tutte le cartoline saranno poi portate a piazza Plebiscito dove alle 5 ci sarà l’estrazione. Altra curiosità: sarà un premio doppio, cosi che - come ha ricordato l’assessore provinciale Giovanna Martano - «consumatori e commercianti potranno andare in vacanza insieme». La crociera sarà su una nave di Msc, colosso del settore che sta investendo sempre di più a Napoli, «porto toccato - dice il direttore commerciale Leonardo Massa - 67 volte nel 2006 con un movimento di 135mila croceristi».

 

IL DENARO 25 Ottobre
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La 'Notte bianca' a Napoli sarà la notte del commercio. Negozi, bar e ristoranti lungo i cinque percorsi dove avranno luogo i più di 350 spettacoli previsti, resteranno aperti, dal centro alla periferia, per vivere l'evento dello shopping sotto le stelle. Al momento, le adesioni si aggirano attorno all'80 per cento degli esercizi dislocati nelle vicinanze degli eventi. Saranno circa duemila le vetrine illuminate dei negozi del centro storico, del Vomero, di Chiaia, Fuorigrotta e Soccavo. Ci saranno vendite promozionali, esibizioni e una crociera in palio tra coloro che avranno fatto acquisti dalle 20 in poi, del 29 ottobre 2005. Un premio doppio, che andrà anche al titolare dell'esercizio presso il quale è stato effettuato il fortunato acquisto. A presentare le iniziative legate al commercio per la 'Notte bianca' sono stati, ieri mattina a bordo della nave MSC Sinfonia, l'assessore regionale alle Attività produttive Andrea Cozzolino, l'assessore al Turismo della provincia di Napoli, Giovanna Martano, l'assessore al Commercio del comune di Napoli, Raffaele Tecce. Con loro, il presidente dell'Ascom-Confcommercio della provincia di Napoli, Maurizio Maddaloni ed il presidente provinciale di Confesercenti Napoli, Adolfo Masullo. Presente, inoltre, il direttore commerciale di Msc Crociere, Leonardo Massa.
Nei giorni scorsi Antonio Bassolino, presidente della regione Campania, ha più volte ribadito l'importanza di una manifestazione che deve necessariamente vedere la collaborazione di tutti.
"L'80 per cento degli alberghi sono già prenotati per il fine settimana, è un motivo di soddisfazione per Napoli e la Campania", sottolinea l'assessore Andrea Cozzolino, il quale ricorda anche gli avvenimenti che si terranno nelle periferie, sottolineando l'elemento di legalità che si vuole evidenziare fuori dal centro cittadino: "Gli eventi sono notevoli, avremo in apertura il disco di Pino Daniele, la conclusione di Claudio Baglioni, poi la ricchezza di esibizioni sui palchi disseminati in città. Insisto sulle periferie, San Giovanni e Pianura, dove ci saranno eventi importanti. Sono due quartieri che hanno dato filo da torcere alla camorra ed è giusto che la 'notte bianca' sia dedicata soprattutto a loro", ribadisce Cozzolino. "Ogni euro investito produrrà, per la città e per le attività commerciali e turistiche, 10 euro di ricavo. Questo dimostra che l'evento non è solo un grande evento di promozione del territorio, ma anche un grande fatto economico. Il successo dell'organizzazione è merito soprattutto della grande collaborazione istituzionale e di un comitato volontario", precisa l’assessore. La città sarà sicura, garantisce Cozzolino "ringrazio il prefetto Renato Profili e le forze dell'ordine che hanno disposto il raddoppio delle normali misure di sicurezza. Questo è un impegno preso con i commercianti. E dopo la Notte Bianca si aprirà un confronto programmatico sul commercio in Regione, daremo il via agli Stati Generali del commercio e renderemo stabile la Notte Bianca, che diventerà un evento permanente anche nel resto della Regione", conclude l’assessore. Secondo Antonio Pace, presidente napoletano della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi. "La manifestazione è molto importante e merita la nostra totale collaborazione, e in tal senso l'entusiasmo dimostrato dai commercianti e nello specifico, dai gestori di bar e ristoranti, è stato sinceramente inaspettato. Per quel giorno, e ribadisco solo per quel giorno e mai più, i ristoranti serviranno un menù ‘In bianco’, ossia pietanze unicamente dal colore bianco. Mentre le pizzerie - prosegue il presidente Pace - non da meno, serviranno la pizza bianca; e i bar, pure, hanno inventato un cocktail da aperitivo di colore bianco. E' un'iniziativa che rende ancora di più l'unicità dell'evento. In occasione di questa grande festa si è pensato molto alla partecipazione dei commercianti, considerando il periodo di crisi che stanno e stiamo affrontando. Vorrei che dal 29 ottobre - conclude il presidente della Fipe - si risvegliasse quello stimolo che spinge tutti noi commercianti a fare di più, sempre". Come sottolinea Giovanni Allinoro, vice presidente dell'Ascom di Napoli, "Ritengo che una manifestazione del genere possa essere la giusta spinta affinché si risveglino gli animi troppo assopiti di questa città. Partire dall'attività del commercio mi sembra la scelta più ovvia, ed è per questo che all'Ascom di Napoli abbiamo istituito una task force per i commercianti che vorranno aderire alla "Notte Bianca". Abbiamo lavorato molto non solo per cercare più adesioni possibili - spiega Allinoro - ma anche per tutelare la sicurezza di quelli che rimarranno aperti. Il nostro intento, come Ascom, è quello di far aderire interi centri commerciali, e non il singolo commerciante, che da solo non trova stimoli a rimanere aperto l'intera notte. La risorsa commerciale, rappresenta per questa manifestazione un elemento strategico", conclude Allinoro.

 

 

La provincia di Cremona 24 Ottobre
Televisione. E’ ufficiale la conduzione del comico Panariello racconta il ‘suo’ Sanremo
  
ROMA — Un festival di Sanremo che coniuga modernità e tradizione, «con il cuore di Pippo Baudo e il cervello di un Chiambretti e di un Fazio», che vuole ripartire dalla musica con grandi artisti sia come autori che come ospiti, e che vedrà Giorgio Panariello «centrocampista anziché attaccante» come ha detto lui stesso a Saint Vincent alla consegna delle Telegrolle, dove l’incarico è stato
ufficializzato. «Partiremo dall’ottimo lavoro fatto l’anno scorso da Paolo Bonolis per quanto riguarda le classifiche e le categorie con qualche variazione», ha detto Panariello. E ha aggiunto: «Sarà un Festival alla mia maniera, ma non il Festival di Panariello, sarà la kermesse della canzone italiana». Panariello, prima di mettersi al lavoro, ha chiesto la collaborazione dei grandi cantanti italiani in veste di autori e sul palcoscenico perché, ha detto il comico «devono esserci». Tra gli ospiti che gli piacerebbe avere, Claudio Baglioni, Renato Zero, e tra i giovani Tiziano Ferro, i Negroamaro. Mentre per gli artisti stranieri, tra i grandi sogni ci sono i Rolling Stones, Springsteen, Michael Jackson, Julio Iglesias, «che si porta dietro un mondo».

 

 

Il Gazzettino 24 Ottobre
 
Saint Vincent
Un festival di Sanremo che coniuga modernità e tradizione, «con il cuore di Pippo Baudo e il cervello di un Chiambretti e di un Fazio», che vuole ripartire dalla musica con grandi artisti sia come autori che come ospiti, e che vedrà Giorgio Panariello «centrocampista anziché da centravanti che si diverte a fare gol». Giorgio Panariello parla così del suo Festival di Sanremo 2006: in settimana il comico toscano firmerà con Raiuno per l'impegno ufficializzando una notizia nota da mesi.
«Lavoriamo da giugno al progetto - spiega Panariello a Saint Vincent, dove alle Telegrolle ha vinto il premio "Scommessa vinta" per la sua interpretazione nella fiction "Matilde" - ci ho messo un po' per capire come il mondo musicale sarebbe entrato nella mia vita».

Panariello non sarà solo il presentatore, ma anche il direttore artistico del Festival assieme a Gianmarco Mazzi, alla sua terza esperienza sanremese: «Siamo come Starsky e Hutch - scherza l'attore - abbiamo cercato di capire come i discografici
avrebbero risposto a un mio eventuale sì alla conduzione. E Mazzi, che ha superato indenne anche il festival di Tony Renis, penso che ormai possa affrontare qualsiasi trincea».

Panariello parla di Festival «velluto e acciaio.
Voglio che sia un Sanremo gradito, se riesco a realizzare l'idea che ho perfettamente chiara nella mente sarò tranquillo. Gli ascolti non mi preoccupano: il risultato, rispetto all'edizione di Paolo Bonolis, sarà sicuramente negativo, non è possibile fare gli ascolti che ha fatto lui. Io voglio che la gente torni a fare gruppi di ascolto nelle case per vedere il Festival. Sono un fan di Sanremo, mi piacerebbe riportarlo ai fasti di un tempo». Per il momento, spiega Panariello, «stiamo ancora al soggetto, ora ho cominciato a pensare ai personaggi e alla sceneggiatura. Ho chiesto la collaborazione dei grandi cantanti italiani, trovo che non possano esimersi dall'essere a Sanremo che è la più grande vetrina musicale del mondo. Nomi non ne faccio ancora, sto parlando molto, sono
andato a cena con diversi cantanti. Li voglio come ospiti, in gara o anche come autori. Parlo di Baglioni, Dalla, Renato Zero», che difficilmente, visto il rapporto di amicizia che lo lega a Panariello, non sarà della partita. «Ho trovato una predisposizione ottima - dice Panariello - il lavoro fatto lo scorso anno da Bonolis è piaciuto. Ma vorrei anche Tiziano Ferro, i Negramaro, Mango. Gli ospiti? Mi piacerebbero i Rolling Stones, Springsteen e Michael Jackson ma anche Woody Allen. Ma soprattutto Julio Iglesias, che porterebbe un mondo dentro il festival. L'importante è che non arrivino ospiti solo per fare promozione e salutare in italiano».

Ovviamente Panariello non sarà da solo sul palco a presentare: «Ci sarà una presenza femminile o maschile - puntualizza - non voglio le classiche due vallette. Non intendo sconvolgere la liturgia del Festival ma ho bisogno di avere sul palco persone che siano coprotagonisti fortissimi e che mi permettano di giocare. Donne? certo, le donne con un comico sono uno schema che funziona da sempre, dai tempi di Macario. Ma nomi non ne faccio anche se un'idea ce l'ho». Tosca D'Aquino o Sabrina
Ferilli? «Vedremo».


L'abolizione delle due vallette non sarà l'unica novità del festival di Panariello: confermata l'abolizione del "Dopofestival", Sanremo punterà anche su eventi che, dalle prossime settimane fino all'inizio della rassegna, accompagneranno l'evento principale. «Voglio che l'attenzione non sia solo per l'Ariston ma che Sanremo si apra a tutta l'Italia, all'Europa e al mondo. Voglio aprire la
porta dell'Ariston portando il Festival fuori». Oltretutto, la settimana del Festival sarà quella di fine febbraio/inizio marzo, in piena par condicio elettorale: «Le tensioni che potrebbero essere provocate dalla vicinanza delle elezioni
saranno stemperate con la musica. Niente comici? Ci sono io. E comunque non voglio che il giorno dopo la
serata, sui giornali la gente legga il titolo su Benigni che tocca "il pacco" a Baudo mentre magari Mango, che è stato due mesi a preparare la sua partecipazione, non ha neanche una riga».

Per quanto riguarda i giovani che parteciperanno in gara «vorremmo riuscire a vedere direttamente noi i cantanti e a sceglierli. Già ricevo un sacco di materiale di giovani bravissimi. Ci accuseranno di avere troppo potere decisionale sulle canzoni perché saremo noi ad invitare i cantanti. Ma ho lavorato per dieci anni in radio e l'orecchio per riconoscere se uno è bravo ce l'ho. Non vorrei ritrovarmi a prendere cantanti per forza ma volentieri». Insomma, spiega l'attore, «non sarà il Festival di Panariello ma il Festival della
canzone italiana. E mi piacerebbe che alla fine il pubblico ricordi più una canzone che l'eccezionalità o le stranezze degli ospiti». Anche se il Cet di Mogol resterà il punto di riferimento per il training dei giovani cantanti che saranno selezionati, qualche nube all'orizzonte c'è già: per esempio l'irrisolta questione delle scommesse sui cantanti che lo scorso anno portò a una dura battaglia
con i discografici. «Il problema - spiega Mazzi - è che i Monopoli difendono la possibilità di scommettere su qualsiasi cosa e l'industria non gradisce. La volontà dell'industria e degli artisti è che non si scommetta più su di loro». Insomma Panariello, che già pensa a tornare alla fiction dopo l'esperienza del Festival («Ho due-tre progetti con la Rai e vorrei continuare a fare quel tipo
di cinema comico ma anche drammatico iniziato con "Matilde"»), non si nasconde e già è pronto per la battaglia: «Per un artista fare Sanremo è come entrare nell'album delle figurine o vincere uno scudetto. Come avrei potuto dire di no?» R.C.

 

DressUp

 

 

Il Denaro 21 Ottobre

dalla sede rai di Napoli

Riapre l’auditorium restaurato, occasione di rilancio per il Sud

Un palcoscenico di 700 metri quadri in grado di ospitare un'orchestra di 100 elementi ed un'ambizione dichiarata: quella di far rivivere i fasti delle prime serate tv che, in onda da Napoli, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tenevano incollati allo schermo l'Italia intera. Si presenta con una nuova veste l'auditorium del centro di produzione Rai di Napoli, restaurato in pochi mesi, e presentato ieri nel corso di una conferenza che si è tenuta nel foyer della rinnovata struttura intitolata a Domenico Scarlatti. In un video
clip scorrono le immagini della memoria: sul palco dell'auditorium napoletano si riconoscono un Gianni Morandi versione 'fatti mandare dalla mamma', Rita Pavone, Pippo Baudo, che qui nel 1974 presentò Senza Rete, e ancora Alberto Lupo, Renato
Rascel, Massimo Ranieri, la grande Mina, un imberbe Claudio Baglioni, l'orchestra della Rai. Un passato importante ed un futuro tutto da scoprire ma già denso di appuntamenti: si comincia domenica con un concerto dell'orchestra Rai, per l'occasione è
previsto un collegamento con Domenica In, la diretta radiofonica e la ripresa televisiva di Raisat, seguito sabato 29 ottobre dal concerto di Pino Daniele nell'ambito delle iniziative previste per la Notte Bianca, alla prima edizione a Napoli. Ma in cantiere ci sono anche quattro prime serate tv tra dicembre e gennaio di cui si saprà di più nelle prossime settimane, due concerti a febbraio
dell'associazione Scarlatti e ancora il balletto del San Carlo e le iniziiative del Maggio dei Monumenti. Il cartellone completo per il biennio 2006/2007 sarà disponibile entro la fine dell'anno.
“A Roma tagliano i fondi per la cultura? Noi nei prossimi giorni approveremo la legge regionale sullo spettacolo e stanzieremo più risorse a favore di questo settore”. Risponde con un annuncio il presidente della Campania Antonio Bassolino a chi gli chiede cosa pensi dei tagli previsti dalla Finanziaria per la cultura e lo spettacolo. “Il mio augurio - dice a margine della presentazione del
nuovo auditorium della Rai di Napoli - è che a Roma ci siano orecchie sensibili che sappiano raccogliere l'appello di Roberto Benigni”.
Bassolino ribadisce l'auspicio che le risorse regionali per lo spettacolo siano aggiuntive rispetto a quelle provenienti dal governo e ribadito il suo giudizio critico verso la Finanziaria. “I tagli alla cultura e allo spettacolo - ha sottolineato il governatore - sono particolarmente gravi come lo sono quelli nel sociale perché attengono alla nostra identità, mi batterò perché il Parlamento cambi la Finanziaria. In ogni caso noi facciamo la nostra parte, investiamo risorse rilevanti con la Rai a Napoli per l'Auditorium, l'archivio
multimediale delle opere d'arte, l'archivio della canzone napoletana, oltre agli accordi per le riprese sul nostro territorio delle fiction di maggior successo”.


 

Il Mattino 20 Ottobre

Notte bianca: apre Grillo, chiude Baglioni

CRISTIANO TARSIA L’ultimo big, in ordine di tempo, è Pino Daniele. Certa la sua partecipazione alla Notte Bianca. Da definire ancora location e orario, probabilmente il cantautore si esibirà all’auditorium Domenico Scarlatti sabato sera. In alternativa, ipotesi più remota, la Galleria Toledo ai Quartieri Spagnoli. È l’ultima chicca di un programma ricchissimo, che unisce centro e
periferie. Rispetto al progetto originario ogni giorno aumentano le piazze-teatro, i luoghi dove sarà possibile festeggiare la Notte Bianca. Basta dare uno sguardo a luoghi e orari per capire che c’è l’imbarazzo della scelta tra concerti, spettacoli,
cabaret, cultura, teatro, gastronomia e chi più ne ha... Diverse le piazze principali. A piazza Dante, a esempio, concerti, dalle 23, di Maurizio Capone Bungt Bangt, Enzo Gragnaniello ed Eugenio Bennato. Il tutto presentato da Maria Mazza, una delle voci di questa Notte Bianca. Nella vicina piazza Matteotti, spettacoli di danza sulle gradinate della Posta Centrale, dove alle 2 si esibirà
Peppe Lanzetta. A piazza del Carmine, alle 22, La Notte della Tammorra, mentre piazza San Francesco, a Porta Capuana, sarà il regno dei neomelodici, con l’esibizione di Mimmo Dani, Alessio, Albertuccio Cocò, Rita Siani, Maria Nazionale, Enzo Ilardi,
Natale Galletta, Fabiana e Franco Calone. Si ballerà, invece, dalle 21 alle 5 alla Stazione Marittima con i dj di Radio Capital,
l’esibizione-anteprima degli Stadio e la performance di Gegè Telesforo. Una Grande kermesse di musica, moda e cabaret
sarà invece a piazza San Pasquale, a Chiaia, con la presentazione di Ornella Mancini e il concerto di Gianni Conte (voce), Mario Sbeglia
(pianoforte) e Marzo Zurzolo (sax), a seguire di Fausto Cigliano e dei Neri per Caso. Preceduti dal cabaret di Gino Rivieccio. Musica etnica alla Rotonda Diaz, con esibizioni dalle 21.30 dei Bisca, Almamegretta, O Zulù in the al Mukawama Experiment, 24
Grana e Sud Sound System. E se alle 4.30 il Concerto della Nuova Orchestra Scarlatti a Largo San Martino sarà per veri nottambuli, alle 3 il clou da non perdere sarà a piazza Plebiscito con Claudio Baglioni. Sound anche nelle periferie. A San Giovanni a Teduccio Enzo Gragnaniello precederà il concerto di Mario e Francesco Merola. Dall’altra parte della città, a piazza Italia a Fuorigrotta, si
ballerà e canterà dalle 21 con James Senese-Napoli Centrale, Tony Cercola, Popularia, Brunella Selo, Rino Zurzolo, Umberto Sangiovanni, Il Giardino dei Semplici e Sasà Mendoza. Il tutto alternato con il cabaret di Rosalia Porcaro, Antonio e
Michele (duo comico di Zelig), Nando Varriale e Giancarlo Barbara. Performance unplugged per piano e voce al teatro Galleria Toledo a mezzanotte con Meg e i Nous. Location particolare per Eugenio Bennato nella «sua» Bagnoli, nel giardino della facoltà
di ingegneria a via Nuova Agnano. Altro big ingaggiato è Franco Battiato, che presenterà il il suo nuovo film Musikanten al Modernissimo a mezzanotte. Come detto, però, non ci sarà solo musica. A via Caracciolo, dalle 21, dimostrazioni sportive, da lbasket al tiro con l’arco, allo skateboard. Castel dell’Ovo, invece, illuminato a mezzanotte e trenta: un gruppo di subacquei con un suggestivo gioco di luci creeranno un sole sul castello.
A via Scarlatti e via Luca Giordano, mostra degli abiti storici del San Carlo. Mentre a Rampe Brancaccio Lino D’Angiò, Monica Sarnelli e Lino Daniele presentano una sfilata di moda. Altro clou della serata, ore 22, l’inaugurazione ufficiale della manifestazione, a piazza Dante, con lo spettacolo di Beppe Grillo. Nel centro storico, alle 21 a piazza del Gesù torna Strit Festival, il teatro di strada, (Teatro Nucleo, Nuovo Circo Immaginario, Du und Nichts, Adrian Kaye, Saeed Fekri, Duo Temba, con il passaggio della Banda Do Berimbau,
itinerante lungo il percorso del festival) mentre a piazza Bellini La piazza della solidarietà vedrà il teatro della Comapgnia dei Liberanti, e la musica del senegalese Mai Kad, dei tunisini del Marzouk Ensemble, dei Totramundos, con esibizione di capoeira, danza brasiliana che assomiglia a un’arte marziale e del Baule di Silvio Sgariglia,
spettacolo teatrale.

Il Denaro 20 Ottobre

Napoli

terziario & sviluppo

Notte Bianca: evento da 1 mln e 200mila euro


La città diventerà un unico grande palcoscenico. Le opportunità di scelta non mancheranno fra i 350 spettacoli previsti. Ci sarà spazio per il teatro, la cultura, la gastronomia, lo sport, i negozi terranno le saracinesche aperte: è "La Notte Bianca" di Napoli, in programma per sabato 29 ottobre, presentata ieri alla Regione Campania. L’evento comporta un investimento di circa 1 milione e
200 mila euro da parte della Regione Campania e avrà - ne sono convinti il presidente della Giunta regionale, Antonio Bassolino e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino - notevoli benefici sul commercio e sui servizi.
Negozi a saracinesche alzate, vetrine illuminate, università e chiese aperte: i napoletani, ma anche quanti verranno da fuori regione e da altre località di Italia, sottolinea il Governatore Antonio Bassolino, “avranno modo di vivere una grandissima esperienza che servirà a valorizzare anche la nostra identità di grande città europea e mediterranea”. Il sindaco Rosa Russo Iervolino
sottolinea la forte sinergia istituzionale e con le organizzazioni di categoria per progettare l'evento, ribadendo “che la città ha risposto immediatamente” e che la manifestazione riguarderà tutti i quartieri: quelli del centro e della periferia. “Napoli sa mostrare sempre il suo vero volto - aggiunge il sindaco - di città che sa vivere i momenti di gioia e di dolore”.
L'evento è promosso da Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli in collaborazione con Confcommercio e Confesercenti. Dai Decumani a Fuorigrotta, dal lungomare di Mergellina a San Giovanni, dal Centro Direzionale a Pianura, la città si illuminerà per una grande festa. Gli organizzatori hanno avuto la conferma dell'adesione di Pino Daniele, che all'auditorium Scarlatti presenterà il suo ultimo album. E ancora: Beppe Grillo a piazza Dante aprirà la manifestazione, Claudio Baglioni sarà in piazza del Plebiscito,
con le canzoni che hanno accompagnato tre generazioni di italiani. Franco Battiato, in veste di regista, presenterà al Cinema Modernissimo il suo nuovo film, "Musikanten", insieme con il filosofo Manlio Sgalambro.
“Sarà la festa dei giovani, del commercio, sarà una festa sicura. Quella notte Napoli sarà illuminata anche dalle luci dei negozi. L'organizzazione della Notte Bianca — commenta l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Cozzolino - è un evento che rappresenta una delle funzioni espletate dell'assessorato che rappresento. Bisogna promuovere anche attraverso questi eventi lo
sviluppo produttiva della Regione. Non potevamo non partire da una grande realtà come Napoli — prosegue - in uno straordinario rapporto di collaborazione con i commercianti. Questa iniziativa è rivolta innanzitutto a loro perché possano creare un’opportunità di ricchezza”. “La notte bianca di Napoli è un’iniziativa - sottolinea l’assessore regionale alla Sicurezza delle città Andrea Abbamonte - in cui la sicurezza assume una valenza cruciale. Attraverso una serie di interventi mirati, nel centro come nella periferia della città, l’assessorato alla Sicurezza delle città fornirà il proprio contribuito al successo di questa no-stop di shopping e cultura.
Attiveremo e coordineremo, in collaborazione con l’Assessorato competente, gli operatori qualificati della Protezione civile, attrezzati e dislocati in punti nevralgici. Predisporremo anche presìdi della Croce Rossa, per le emergenze, nei luoghi di maggiore affluenza e aggregazione”.
“Con questa iniziativa la Regione si conferma vicina alle esigenze dei giovani — aggiunge l’assessore regionale all’Università e alla Ricerca Teresa Armato — affiancandoli in tutte le loro iniziative, quale appunto la Notte Bianca. L’Università non deve essere considerata solo un luogo di studio e d’impegno dedicato alla formazione, ma anche un’istituzione che li affianca nei momenti di
svago e libertà. Perciò la Regione ha inteso sostenere i giovani studenti universitari nell’organizzazione di un evento dalla ricca connotazione etica e sociale”. In quest’ottica la sede in via Nuova Agnano della Facoltà d’Ingegneria — che per la prima volta aprirà al pubblico i giardini — ospita per tutta la notte un evento-spettacolo che si apre con l’esibizione di Rosalia Porcaro.
“La notte bianca — sottolinea l’assessore comunale al Turismo Luca Esposito - rappresenta una grande opportunità per Napoli. Come già in altre capitali europee, penso a Parigi e Roma, le strade della città si illumineranno per ospitare eventi e spettacoli. Dai Decumani a Scampia, dal lungomare a San Giovanni, al centro direzionale, la città diventerà un unico grande palcoscenico. Napoletani
e turisti — aggiunge - saranno attori e spettatori di un evento irripetibile. Un’iniziativa che ci permetterà di trasmettere un'immagine di Napoli fresca e dinamica e di potenziare il turismo giovane nella nostra città”.
“Non è che in una notte dimenticheremo i problemi di Napoli — dice Bassolino - ma certamente mostreremo il volto vero della nostra città, una città che sa fare davvero comunità”.
re. na.

Ansa 17 Ottobre
Torino 2006: salta lo show diretto da Claudio Baglioni17/10/2005 21.54.00
(ANSA) - TORINO, 17 OTT - Salta per mancanza di fondi lo spettacolo per 100 giorni dall'inizio di Torino 2006, di cui era direttore artistico Claudio Baglioni. L'annullamento e' stato deciso dal Toroc in accordo con lo stesso Baglioni e con la Rai, che avrebbe dovuto trasmetterlo in prima serata, "a causa della situazione finanziaria - spiega una nota del Toroc - presentata nei giorni scorsi", con la prospettiva di un possibile taglio in Finanziaria. Lo spettacolo era in programma al Palavela il 4 novembre. MRL

 

IL MATTINO 17 Ottobre
Notte Bianca. Calcetto e scherma sul lungomare
Si arricchisce di giorno in giorno il programma della Notte Bianca, notte di tredici ore (grazie al ritorno dell’ora solare) e dai mille eventi. Come anticipato, l’area del porto e di piazza Municipio saranno il centro dell’evento che ruoterà, in orari differenti, fra sedici palchi piazzati nei punti strategici della città. Al programma del 29 ottobre, stanno lavorando gli assessori comunali Parente, Furfaro Esposito, quello provinciale Martano, e gli assessori regionali Cozzolino e Cascetta. Gli Stadio alla Stazione Marittina. Sarà il porto ad ospitare l’anteprima nazionale del tour degli Stadio per un evento che animerà tutta «l’isola» compresa fra piazza del Municipio e gli imbarchi. A scaldare il pubblico i dj di Radio Capital, la radio partner della manifestazione. Dalle 22 selezioni di grandi classici ’70, ’80, ’90. Un’ora dopo l’anteprima assoluta del nuovo tour teatrale degli Stadio. Il loro «L’amore volubile» è ai primi posti delle classifiche di vendita da oltre un mese. Il palco e la notte verranno lasciati poi al Groove Master di Gegè Telesforo e la sua band. La notte dello sport. Campi di calcetto, gare, un’area della città attrezzata per chi volesse passare un’insolita nottata inseguendo un pallone. Secondo anticipazioni sul programma, che vedrebbe anche la partecipazione attiva di atleti olimpionici, questa cittadella dello sport destinata a durare tredici ore, dovrebbe sorgere a ridosso di via Caracciolo. Grillo a piazza Dante. Trecento eventi in tutto con più di mille artisti impegnati. E se l’appuntamento con Beppe Grillo - un successo ininterrotto nonostante l’ostracismo dal video - è fissato alle 20 a piazza Dante, restano da definire le coordinate di altri due eventi che dovrebbero riempire la Notte Bianca. Franco Battiato sarà comunque a Napoli, per impegni. Dovrebbe esibirsi anche nell’ambito della Notte Bianca al chiuso di una sala cinematografica. Di Claudio Baglioni si sa che non dovrebbe cambiare l’abituale location di piazza del Plebiscito, dove si è già esibito con Gigi D’Alessio. Come muoversi. Con un euro si potrà acquistare il passaporto per tutta la Notte Bianca. In città ma anche dagli altri centri di tutta la regione, i trasporti pubblici funzioneranno come se fosse giorno in quella che si preannuncia come una bella prova per i sistemi integrati regionali di trasporto. Napoli, sulla quale si convergerà innanzitutto dal resto della regione, sarà divisa in due fasce; una zona rossa, in cui non si potrà andare in auto (dalle 20 di sabato sino alle 6 di domenica mattina), e una verde. Gli itinerari «colorati». L’azzurro del cielo per la musica, la danza, le arti visive, l’astronomia; il giallo della terra per il ballo, il gusto e il teatro; il verde dell’acqua per lo sport, il mare e la moda; il rosso del fuoco per il cinema, la letteratura, la poesia e l’arte; i colori della solidarietà, quelli dell’arcobaleno e della Pace, per l'immigrazione, il commercio equo e solidale. Seguendo il colore dei drappi si percorreranno percorsi a tema. Cinque i quartieri coinvolti. Il centro (zona tra Stazione marittima, piazza Plebiscito e via Toledo), Chiaia, Vomero, Pianura e San Giovanni a Teduccio. re.cro.

 

 

mazaraonline.it  15 Ottobre
«Notte bianca» a Mazara per il Satiro tornato a casa
Il 15 Ottobre. Alla kermesse parteciperanno, fra gli altri, Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi

I capelli al vento, l'ebbrezza mistica indotta dal vino e dal moto vorticoso, il Satiro in estasi è tornato a casa, dopo avere incantato tre milioni e mezzo di ossequiosi giapponesi all'Expo di Aichi. E adesso lui, che a orge e banchetti era avvezzo, avrà una festa ben più casta, anzi una «notte bianca» ricca di ospiti, in programma il
prossimo 15 ottobre, a partire dalle 21, sul lungomare di Mazara del Vallo. Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi mai e poi mai si perderebbero l'evento e, infatti, saranno sul palco a parlare e cantare il primo, a pontificare il secondo. Ci sarà un balletto di danza contemporanea con le coreografie di Mvula Sungani dell'Italian DanceTheatre, e non mancherà la parte brillante affidata a due comici ancora top secret. Condotto da Salvo La Rosa, lo spettacolo durerà due ore, poi tutti al museo di Sant'Egidio, fino alle 6 del mattino. Ha spiegato ieri in conferenza stampa l' assessore regionale ai Beni culturali e ambientali, Alessandro Pagano: «Per questa festa vogliamo sfruttare l'onda
lunga prodotta dall'America's Cup. Con la statua bronzea abbiamo esportato la Sicilia positiva catturando una fetta di mercato turistico giapponese che in Italia non cerca più solo Firenze e Roma.
L'attenzione sui Satiro non deve mai calare, intorno a lui deve andare avanti il dibattito scientifico».
Ma come sta il nostro Satiro dopo la lunga trasferta? «Il Satiro sta bene e si muove sempre con accanto i suoi angeli custodi, ovvero i tecnici dell'Istituto Centrale del Restauro, che possono contare su tecniche avanzate che permettono l'esposizione e il trasporto della statua»,ha riferito, rassicurante, il soprintendente ai Beni culturali di Trapani, Giuseppe Gini. Il sindaco di Mazara del Vallo, Giorgio Macaddino ha annunciato che la Snav Rete Gas ha accolto la richiesta del Comune ed è disponibile a partecipare alla gestione diretta dell'appalto per una campagna di ricerca sottomarina nell'area in cui è stato ritrovato il Satiro. Bella notizia, che apre una questione importante: la ricerca di una nuova dimora per il cittadino più famoso di Mazara. L'ipotesi «da sogno» sarebbe quella di utilizzare l'ex carcere mandamentale e l'attigua chiesa di San Francesco che un ingente restauro, finanziato con fondi Por 2007/2013, trasformerebbe in un grande contenitore in grado di accogliere il «pescato» delle previste campagne di scavo nel Mediterraneo. Buone notizie anche per Francesco Adragna, capitan Ciccio, «esempio di legalità» per aver consegnato quel «fagotto» senza braccia e senza la gamba destra, catturato nel Canale
di Sicilia 114 marzo del 1998. L'iter burocratico è concluso, il capitano è vicino al suo oro, più o meno 500 mila euro, ovvero, come vuole la legge, al massimo un quarto del valore stimato dell'opera che è di circa 2 milioni e 350 mila euro. (antonella filippi)

 

 

LA SICILIA 14 Ottobre

La festa per il rientro del satiro
Baglioni, Sgarbi e don Mazzi e il museo aperto di notte

Mazara.  Sono cominciati i preparativi per «La Notte Bianca del Satiro Danzante», l'evento annunciato in una conferenza stampa, dall'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano. Da quel giorno è iniziata la concertazione fra il Comune di Mazara e l'assessorato ai Beni culturali per la definizione del programma.
Finalmente, dopo giorni di trattative con diversi artisti nazionali, è stato ufficializzato il programma della manifestazione. Così domani sera la cittadinanza potrà festeggiare il ritorno della statua bronzea pescata nel 1998 dall'equipaggio del motopesca mazarese «Capitan Ciccio». A proposito, proprio durante lo scorso Consiglio comunale, era scoppiata una polemica fra opposizione e maggioranza circa il ritardo dell'invito pervenuto all'equipaggio, protagonista del famoso ritrovamento.
I festeggiamenti inizieranno intorno alle 21.30 in Piazzale G.B. Quinci con uno spettacolo presentato dal noto intrattenitore Salvo La Rosa. Durante lo spettacolo si esibiranno: il comico "Litterio", La compagnia di danza "Mvula Sungani", la "Dance Works" diretta dalla coreografa Carla Favata, Aida Satta Flores, i "Folkage" ed i "Beati Paoli". Ospiti d'onore della serata: il critico d'arte Vittorio Sgarbi, padre don Antonio Mazzi, e Claudio Baglioni che si esibirà in alcuni dei suoi più famosi brani.
In seconda serata, dopo le 24, lo spettacolo si sposterà in Piazza della Repubblica con momenti di musica latino-americana, e con la musica del DJ Mario Cecè. Ci sarà anche la possibilità di effettuare una visita notturna gratuita al centro storico con una una guida. Al cinema Teatro Rivoli verranno proiettati alcuni film al costo di un euro. Ma il momento più atteso sarà quello della riapertura del Museo del Satiro in piazza Plebiscito, sarà così possibile riammirare l'opera che ha riscosso molto successo nella sua trasferta nipponica, e che ha contribuito a far registrare la presenza di tre milioni di visitatori all'Expo 2005. L'entrata al museo, possibile per tutta la notte e fino alle 6 del mattino, sarà gratuita.
Francesco mezzapelle

 

Il Gazzettino 13 Ottobre


MUSICA
Nuova canzone inedita per Baglioni e presto un triplo cd antologico Claudio Baglioni (foto) è appena tornato da Lampedusa dove ha tenuto il suo festival di solidarietà, ha partecipato al concertone di Gigi D'Alessio in piazza Plebiscito a Napoli e ora si appresta a
dare alle stampe un triplo cd antologico, il primo della sua lunga carriera che uscirà il 4 novembre raccogliendo un selezione di brani dal 1967 a oggi. Intanto domani sarà affidata alle radio una canzone inedita composta per l'occasione: "Tutti qui", riflessione sul particolare potere delle canzoni di "anticipare o fermare il tempo".
 

MTV.IT 13 Ottobre


Canzone Popolare e d'Autore Riparte il concorso 'Musicultura', il Festival della Canzone Popolare e d'Autore che nella passata edizione ha visto trionfare Simone Cristicchi e che nel 2003 ha lanciato Povia con "I Bambini
Fanno Oh".
Per chi fosse interessato a partecipare, sul sito www.musicultura.it si trova il bando di concorso che permette ai giovani artisti di proporre la propria candidatura per l'edizione 2006. La limitazione temporale per poter essere ammessi alle selezioni è fissata per il 14 novembre.
Le 16 canzoni finaliste saranno giudicate dal pubblico e dal Comitato Artistico di Garanzia,  formato quest'anno da artisti del calibro di Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Carmen Consoli e molti altri esponenti e pesi massimi della musica italiana.
www.musicultura.it


L'Arena 13 Ottobre

Gli annunci e le confessioni di due artisti Ultimo cd «best» per Eminem e Baglioni: «Volevo farmi frate»

Los Angeles. L’uscita del prossimo disco di Eminem prevista per il 6 dicembre, una raccolta dei suoi brani più famosi intitolata «Curtain Call», sembra confermare la sua intenzione a ritirarsi dalla scena musicale. Nonostante la scaletta dell’album non sia ancora pronta la casa discografica Aftermath/Interscope ha annunciato che ci saranno anche due nuove canzoni, oltre ai brani di successo del rapper bianco come «Stan», «The Way I Am»,
«My Name Is» e «Lose Yourself». Eminem ha iniziato a lavorare su questo disco all’inizio dell’estate, prima di essere costretto per motivi di salute a interrompere il tour. «Ci sono mie canzoni - ha affermato il cantante - che piacciono a molti, ed altre che ascolto solo io. Questo disco sarà la raccolta di quelle che piacciono a molti».

Da un cantante staraniero a uno di casa nostra. «A 16 anni volevo farmi frate». È l’esclusiva rivelazione che Claudio Baglioni  fa fatto a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in uscita. Ma anche: «Ho votato Pci e sono sempre stato di sinistra».
Questa e altre inaspettate dichiarazioni nell’intervista che Baglioni ha rilasciato alla vigilia dell’uscita il 4 novembre di «Tutti Qui», il primo «best of» della carriera dell’artista, un album in 3 cd che raccoglie una quarantina dei suoi più amati e conosciuti successi.
Nella chiacchierata emergono anche lati sconosciuti, aneddoti ed esperienze del cantante che racconta la propria vita partendo dall’adolescenza, giungendo agli anni dei grandi successi senza nascondere però i periodi di depressione, descritta come «una fedele compagna di viaggio». E ancora, sull’amore: «Ho avuto due sole donne importanti». E sull’amicizia, come quella con Francesco De Gregori «complice» con Baglioni negli anni ’80 di un improvvisato concerto notturno per le strade di Roma: «Ci mettemmo a suonare per strada con il cappello per terra. Non si fermò nessuno e rimediammo giusto 100 lire .. Nessuno ci riconobbe, come negli incubi».
Per finire con un’ironica cronistoria di «Questo piccolo grande amore» e una dichiarazione a sorpresa: «L’ho cantata 10 mila volte, ci sono invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto».

 

LA REPUBBLICA 12 Ottobre
Il cantante racconta a Vanity Fair "la vocazione" a sedici anni
L'amore, il successo, le difficoltà: "Depressione, compagna fedele"


Baglioni, nuovo disco e rivelazioni "Volevo farmi prete, poi ho votato Pci"

Esce nei negozi il suo primo "best of", dal titolo "Tutti qui"
"Le canzoni che hanno segnato la mia storia e accompagnato la vostra"

VOLEVA farsi prete, ha votato Pci, è sempre stato di sinistra, e soprattutto (chi se lo sarebbe mai aspettato) detesta Questo piccolo grande amore. Rivelazioni in parte sorprendenti e un nuovo album nei negozi (dal 4 novembre) per Claudio Baglioni, che si racconta al settimanale Vanity Fair. Confessa aspetti sconosciuti del suo carattere e della sua vita, esperienze positive ma pure negative, come la depressione, che chiama "una fedele compagna di viaggio". Mentre esce il suo primo "best of", una raccolta in tre cd intitolata Tutti qui, una quarantina di successi fra i più amati, ascoltati, conosciuti (e, forse, da lui detestati).

Dall'adolescenza all'età adulta passando per vocazioni e ideali. A sedici anni, dice, voleva farsi frate. Non accadde. E passata la confusione adolescenziale si interessò alla politica: "Ho votato per il Partito comunista italiano - racconta - e poi sono sempre stato di sinistra". Poi ci sono i successi. E l'amicizia, come quella con Francesco De Gregori, con il quale, in una notte degli anni Ottanta, improvvisò un concerto per le strade di Roma. "Ci mettemmo a suonare con il cappello in terra, ma non si fermò nessuno. Rimediammo giusto 100 lire... Nessuno ci riconobbe, come negli incubi".

Eccezion fatta per quella notte, il successo, si sa, non gli è mancato. Nonostante questo, il cantante non nasconde i suoi momenti difficili, come quando è stato vittima di una profonda depressione, "una fedele compagna di viaggio". E in quanto all'amore, rivela: "Ho avuto due sole donne importanti". Dichiarazione a sorpresa, quella su Questo piccolo grande amore, brano-simbolo di un'intera generazione: "L'ho cantata diecimila volte, ci sono invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto".

Ci penserano i suoi cultori a riascoltare ancora una volta la maglietta fina, la camminata strana, il bacio a labbra salate, grazie all'uscita di Tutti qui, raccolta di tre cd, con quaranta classici rimasterizzati digitalmente, che comprende successi dal 1967 a oggi, con tre chicche: Annabel Lee del 1967, il primo brano scritto da Baglioni, mai uscito su disco e recuperato dalla "lacca" di uno dei primi provini discografici; Ci fosse lei, primissima versione di quella che sarebbe diventata Questo piccolo grande amore, e infine La suggestione, il primo brano scritto da Baglioni per un altro artista, che Rita Pavone portò al successo in Francia, vendendo un milione di copie.

"Non so se sono davvero 'tutti qui' - spiega Baglioni nelle note di presentazione della raccolta - ma so che sono tutti qui quei pezzi senza i quali, voltandomi indietro, non riconoscerei la strada fatta, né potrei essere la persona che sono. Collezionare queste canzoni è stato un po' come fare l'appello, raccogliere le cose che abbiamo sentito e che ancora sentiamo più vicine. Le stesse che hanno segnato la mia storia personale e, in qualche modo, accompagnato, punteggiato e, mi auguro, alleggerito la vostra".

 

 

Fonte www.newsic.it 13 Ottobre
Baglioni “Tutti Qui”
Da venerdì´ 14 ottobre su tutte le radio sarà possibile ascoltare "TUTTI QUI", inedito di Claudio Baglioni, che si potrà ...
Da venerdì´ 14 ottobre su tutte le radio sarà possibile ascoltare "TUTTI QUI", inedito di Claudio Baglioni, che si potrà contemporaneamente anche acquistare in tutti i negozi digitali.
 
Il nuovo brano è stato composto appositamente e da il titolo ad una raccolta, la prima dell´artista, che uscira´ il 4 novembre e che conterra´ in tre CD i "classici"del repertorio di uno degli artisti più amati e seguiti del panorama musicale internazionale, a coprire un arco di tempo che va dal 1967 ad oggi.
 
Ed e´ da qui che  nasce il singolo "Tutti qui": come riflessione sul senso di questi anni di parole e di note e sul particolare potere delle canzoni di "anticipare o fermare il tempo". Anticiparlo -spiega Baglioni- perché "parole e note possono spingerci più avanti del punto nel quale ci troviamo" e "farci vivere, con l´intensità del presente, cose che presenti non sono"; fermarlo perché, riascoltando queste canzoni ci accorgiamo che la musica è una "macchina del tempo in grado di proiettarci istantaneamente nel passato, restituendoci intatti fatti, luoghi, colori, profumi, voci, sensazioni, emozioni".  (red)

 

LA SICILIA 12 Ottobre

 A lezione con i big musicali

Claudio Baglioni, Gianna Nannini, Jovanotti. Tre artisti e un'iniziativa: lezione d'artista, voluta e promossa da Calogero Firetto, assessore provinciale alla Pubblica istruzione. Baglioni, Jovanotti e Gianna Nannini terranno una lezione agli studenti della provincia agrigentina e, tra una nota e una battuta, racconteranno loro del mondo dorato dello spettacolo, colorato di vizi e virtù e, a volte, anche di compromessi. Ospiti importanti anche per le altre iniziative e per «Percorrendo le pagine della letteratura», il 26 novembre prossimo, Sandro Piazzese, noto scrittore palermitano, incontrerà gli studenti del liceo scientifico Leonardo. Sarà poi la volta di Piergiorgio Di Cara, scrittore, commissario della Polizia di Stato in servizio a Palermo. Con questi due noti scrittori, si concluderà il capitolo datato 2005 dell'iniziativa per dare spazio, immediatamente dopo, al nuovo ciclo legato alla stagione 2006, anch'esso ricca di personaggi in grado di attirare l'attenzione dei giovani e stimolare costruttivi dibattiti. «Il manager torna a scuola» quest'anno si avvarrà di ospiti professionalmente di successo: Katia Bonsignore, avvocato, figlia di Vito che ha curato la consulenza legale per la Società autostrade e le Case automobilistiche. Si parlerà di affari e investimenti con Stefano
Balsamo, della Jp Morgan, nota banca d'affari inglese una cui filiale è stata aperta anche in Italia. Poi sarà la volta di Massimo Cioffi di Terna (una società di teletrasmissione), di Corrado  Formiglio di Sky, di Andrea Pezzi, organizzatore di eventi e spettacoli e conduttore televisivo, di Gabriele Gabrielli, capo del personale della Wind, di Cecilia Valmarana, responsabile di Rai cinema e di Anna Adriani, responsabile marketing e relazioni esterne della Illy caffè. «Tanti personaggi, tante esperienze da far vivere ai più giovani per indirizzarli nel migliore dei modi possibile, verso il complesso meccanismo del mondo occupazionale - ha ommentato l'assessore Firetto - Ma non solo. Con «Percorrendo le pagine della letteratura» cerchiamo di avvicinare i ragazzi alla lettura, stimolando la voglia di leggere e la loro fantasia. Ogni incontro sarà caratterizzato dal dialogo».
Rita Baio

 

 

TGCOM 12 Ottobre

 

Tutti qui, una novità da Baglioni Esce il 14/10 il singolo di Claudio

Da venerdì 14 ottobre su tutte le radio sarà possibile ascoltare "Tutti qui", il nuovo brano inedito di Claudio Baglioni.
Il singolo potrà essere acquistato in tutti i negozi digitali. Il pezzo "Tutti qui" darà il titolo ad una raccolta (la prima di Baglioni), che
uscirà il 4 novembre e che conterrà in tre CD tutti i "classici" del suo repertorio, a coprire un arco di tempo che va dal 1967 ad oggi.

Quella che sbarcherà nei negozi a partire dal prossimo 4 novembre è in assoluto la prima raccolta di tutti i più grandi successi di Baglioni, dal '67 ad oggi. Ed è proprio pensando a questi ultimi 30 anni che Baglioni ha composto il brano "Tutti qui". La canzone nasce
come riflessione sul senso di questi anni di parole e di note e sul particolare potere delle canzoni di "anticipare o fermare il tempo". "Anticiparlo -  spiega Claudio - perché parole e note possono spingerci più avanti del punto nel quale ci troviamo e farci vivere, con l'intensità del presente, cose che presenti non sono".
"Fermarlo - continua l'artista - perché,  riascoltando queste canzoni ci accorgiamo che la musica è una macchina del tempo in grado di proiettarci istantaneamente nel passato, restituendoci intatti fatti, luoghi, colori, profumi, voci, sensazioni, emozioni".

In attesa del nuovo inedito, fans, ammiratori o semplici curiosi possono (nel frattempo) leggere l'intervista esclusiva che il cantautore romano ha rilasciato al settimanale "Vanity Fair", dove subito ci stupisce con una rivelazione ("A 16 anni volevo farmi frate").  Nella chiacchierata, oltre a confessare quali siano le sue convinzioni politiche, emergono anche lati sconosciuti, aneddoti ed esperienze del cantante che racconta la propria vita partendo dall'adolescenza, giungendo agli anni dei grandi successi.
Tutto questo, senza nascondere però, i periodi in cui è stato afflitto da depressione, descritta come "una fedele compagna
di viaggio". E ancora, sull'amore ("Ho avuto due sole donne importanti"). Sull'amicizia, come quella con Francesco De Gregori "complice" con Baglioni negli anni '80 di un improvvisato concerto notturno per le strade di Roma. "Ci mettemmo a suonare
per strada con il cappello per terra - racconta - non si fermò nessuno e rimediammo giusto 100 lire... Nessuno ci riconobbe, come negli incubi". Per poi concludere con un'ironica cronistoria di  "Questo Piccolo Grande Amore" e una dichiarazione a sorpresa: "L'ho cantata 10 mila volte, ci sono invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto".


 

 

ADNKRONOS 12 Ottobre

MUSICA: BAGLIONI, DA VENERDI' IL SINGOLO 'TUTTI QUI'

Arrivera' nelle radio italiane venerdi' ''Tutti qui'' il brano inedito di Claudio Baglioni. La canzone potra' essere anche contemporaneamente acquistata in tutti i negozi digitali.

 

 

PUBLIITALIA 12 Ottobre

Su reti Mediaset gli spot di Gruppo Radio Italia
Claudio Baglioni, Gianluca Grignani, Alex Britti e Gemelli Diversi sono i testimonial dello spot del Gruppo Radio Italia, che andranno in onda su Canae 5, Italia1 e Rete 4 dal 23 ottobre. Ad annunciarlo è stato il presidente del Gruppo Radio Italia Mario Volanti, ieri sera a Roma, nel corso della presentazione della nuova veste del gruppo. Come per la campagna stampa e affissione, che ha coinvolto 14 tra i più importanti artisti della musica made in Italy, anche in questo caso protagonisti degli spot televisivi sono proprio dei cantanti italiani. La campagna porta la firma di WarmUp creative consulting.

 

 

 

 

 

SEVENPRESS.COM 12 Ottobre

 

CLAUDIO BAGLIONI, MASSIMO BOLDI E CARLO CONTI OSPITI DEL SALONE NAUTICO

 

Prosegue all’insegna di un sole splendente la quarantacinquesima edizione del Salone Nautico Internazionale, in corso alla Fiera di Genova fino a domenica 16 ottobre.
Nella giornata di oggi erano in programma ben venti appuntamenti fra conferenze stampa, presentazioni e convegni. Il tema principale è stato la formazione, cui Ucina ha dedicato molti eventi, a partire dal convegno di apertura di stamattina, Nautica & formazione: manager in azienda, manager a bordo. Vanda Rebuffat del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è soffermata sul nuovo decreto sui titoli professionali del diporto e delle diverse realtà formative italiane, come gli istituti nautici e i corsi post-universitari. Paolo Colombo ha parlato del progetto ViareggiofUcina, la scuola che offre corsi di specializzazione rivolti a tutti i professionisti del settore nautico e di cui è general manager. In occasione del convegno ha debuttato la guida “I titoli professionali del diporto”, un vademecum realizzato da Ucina destinata a chi vuole intraprendere una carriera nell’ambito della nautica da diporto.
E’ stato il presidente della Provincia Alessandro Repetto a parlare della neonata “Accademia del Mare” di Genova, frutto della collaborazione tra la stessa Provincia e la Regione Liguria– due anni di istruzione post diploma con stage a bordo – che ha registrato un boom di richieste di iscrizioni : 425 su 120 posti disponibili.
*** Contemporaneamente in sala stampa si è tenuta la conferenza stampa sul progetto Le perle dell’Alto Tirreno, che coinvolge le amministrazioni regionali di Liguria, Sardegna e Toscana, con il supporto del ministero delle Attività produttive. Scopo dell’iniziativa è creare un ideale collegamenti via mare tra le regioni, promuovendo l’habitat marino di questo tratto di Mediterraneo. Tema dell’iniziativa è la riscoperta del viaggio per mare, unita alla visita dei siti di maggiore rilevanza ambientale della costa e dell’immediato entroterra.
*** 1128 kg di spazzatura raccolti, 429 sacchi di spazzatura differenziati, 34 Comuni, 24 giorni di manifestazione, 8 pescherecci partecipanti, 1.300 tra diportisti e turisti coinvolti. Sono questi i numeri di Mare Pulito 2005, il progetto integrato - varato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Liguria e realizzato dall’Osservatorio Ligure Pesca e Ambiente – finalizzato alla sensibilizzazione dei rifiuti solidi abbandonati.
*** La Guardia di Finanza durante un incontro tenuto in sala stampa ha sintetizzato i risultati dei primi nove mesi di attività nel 2005: il servizio navale ha effettuato oltre 17 mila crociere per un totale di 875 mila miglia percorse: i natanti controllati sono stati oltre 20 mila, i verbali elevati 4.314, i sequestri 1.136. In Liguria i mezzi navali a disposizione della Guardia di Finanza sono ventuno e l’attività di polizia marittima e di soccorso nel periodo gennaio-settembre 2005 si è articolata in 1.096 natanti controllati, 394 verbali elevati e dodici persone salvate. Nello specchio acqueo antistante il quartiere fieristico le unità navali delle Fiamme Gialle hanno poi effettuato una spettacolare simulazione di inseguimento.
*** Continuano gli arrivi di ospiti di prestigio: oggi è stata la volta di tre grandi nomi dello spettacolo come Claudio Baglioni, Massimo Boldi e Carlo Conti, oltre al pluriprimatista di apnea Gianluca Genoni sempre presente all’appuntamento con il Nautico.
*** Gli appuntamenti di domani Mercoledì 11 è attesa in Salone Alessandra Sensini, la velista che ha stabilito un record conquistando tre medaglie olimpiche in classe Mistral, di cui una d’oro a Sydney 2000. Fra gli appuntamenti in programma segnaliamo la presentazione del progetto Anctartica Sailing Project, che sarà la prima imbarcazione da diporto italiana a circumnavigare il continennate antartico (ore 11, Teatro del Mare). Alle 12, sempre al Teatro del Mare, la presentazione del libro Vento di prua di Amedeo Sorrentino, introdotto dal giornalista Fabio Pozzo. Sorrentino è il primo skipper italiano a partecipare alla Gloobal Challenge, e il libro racconta la storia di questa avventura nella regata intorno al mondo controvento e controcorrente. Il Salone è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. Il biglietto d’ingresso costa 13 euro, 10 euro il ridotto.

 

OGGI
Grazie a "IO e Claudio Baglioni"
Sull'isola della speranza un festival accoglie gli immigrati

I CANTANTI A LAMPEDUSA FANNO SBARCARE LA SOLIDARIETA' Leggi Tutto

 

 

L'Espresso

 

Io clandestino a Lampedusa

di Fabrizio Gatti  

Clicca qui

 

 

 

Rockol.it 6 Ottobre

Siae, aspettando il neo presidente il TAR cancella il neo direttore generale

La Siae, in questo momento, è un corpo senza testa: niente presidente, e niente direttore generale. Alla massima carica della società è stato designato - con il benestare di autori come Baglioni, Venditti, Mogol e Morricone - l’avvocato Giorgio Assumma (vedi News), tuttora in attesa di un sì da parte di Governo e Parlamento.
Ma la vera novità delle ultime ore è che la terza sezione del TAR del Lazio ha accolto un ricorso presentato dal consigliere (di nomina governativa) Giuseppe Afeltra e dal Codacons, annullando la revoca del mandato al direttore generale Gianni Profita e la sua sostituzione con Angelo Della Valle (vedi News). Al consiglio di amministrazione della società, autore delle due delibere, sono stati
contestati vizi di forma e di procedura: la prima in particolare, risalente al 30 luglio scorso, venne presa in assenza dei due membri di nomina governativa (Afeltra e Augusto Pistolesi) e dello stesso Profita, in quel momento impegnato a rappresentare la Siae in un’assemblea in corso alla Rai.
La situazione, a viale della Letteratura, resta nebulosa: Profita potrebbe essere reintegrato nelle sue funzioni, mentre qualcuno profila per l’ennesima volta l’ipotesi di un commissariamento, già minacciato dal ministro Buttiglione qualche mese
addietro. (vedi News).



Il Quotidiano 6 Ottobre

Luca Borro ancora tra "Gli amici di Maria de Filippi"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Dopo la pratecipazione al Festival "Voci nuove" di San Benedetto, il giovane cantante è nel cast del programma "Amici" in  onda su Canale 5.

Da quasi un mese ormai il giovane talento di Velletri prosegue imperterrito il suo cammino alla grande "scuola" di Maria de Filippi e compagni nonostante ha dovuto esibirsi più volte causa lo scarso approccio di alcuni suoi colleghi al pubblico e alle telecamere.
Anche Luca all'inizio si è trovato un pò spaesato ma gli è bastato poco per adattarsi alla nuova situazione e quindi gli insegnanti gli hanno affidato sempre fino a sabato scorso, l'esibizione pubblica in diretta e l'esibizione nella sigla iniziale.
Sabato scorso l'abbiamo potuto vedere ed applaudire in una ottima interpretazione del pezzo "Estate" dei Negramaro; complimenti dalla commissione e un bell'otto come voto alla sua esibizione e un buon nono posto in classifica dei risultati televisivi, mentre l'altro sabato l'emozione lo ha in parte tradito su un difficile pezzo di Baglioni ma comunque il suo talento gli ha consentito di
rimanere e di non andare mai in "sfida".
Proveniente dal "Voci Nuove" di S. Benedetto del Tronto di certo sta tenendo alto l'onore della Promostar che ha creduto in lui e continua a crederci chiedendo a tutti di sostenerlo tramite le votazioni su internet (per la verità un pò scarse!) sul sito www.canale5.com, cliccare su "amici", su "vota" e sul nome dell'Artista Luca Borro e  ...... appuntamento a sabato prossimo!


Il Messaggero 6 Ottobre

Giovedì 6 Ottobre 2005

Tredici nuovi pezzi e “’O sole mio” in versione inglese

 ROMA - «Ho cominciato dalla tazzulella ’e cafè poi ho aperto il bar» scherza Pino Daniele parlando del suo nuovo, ultimo disco. Titolo: Iguana cafè. «È l’omaggio a un posto che mi piace dove si fa musica latina dal vivo a Parigi» spiega il cantautore napoletano prima di provare al Big Mama, piccolo luogo di culto trasteverino dedicato al blues e ai suoi derivati, uno show di presentazione
delle nuove canzoni dall’album: tredici pezzi dal sapore latino, tenuti insieme dal forte senso della melodia.
È un Pino Daniele minimalista, che si offre in punta di piedi, che si fa accompagnare (nel disco) da una band raccolta (lui, Gianluca Podio alle tastiere, Karl Potter e Nanà Vasconcelos alle percussioni, Fabio Massimo Colasanti al computer programming) con l’aggiunta dei colori del quartetto d’archi Amit. Canzoni semplici, che parlano di sentimenti («scrivo poesie d’amore con la mia
cultura elementare»), senza toccare temi d’impegno («non faccio il profeta, parlo di me e della mia vita, del mio modo di essere. I discorsi sociali quando erano naturali li ho fatti, adesso non li sento credibili») . Canzoni a volte molto brevi («perchè mi interessa il discorso della qualità e non della quantità» spiega), alcune orecchiabili e gustose (l’iniziale Narcisista in azione, Ma che tempo fa, Serenata a fronne ’è limone che ricorda la vecchia Chellallà di Umberto Bertini) , altre meno riuscite. Un paio di classici riletti: la
versione morbida, assai poco presleriana, di It’s now or never (ovvero la cover inglese di ’O sole mio già trasmessa dalle radio), la rilettura semplice, quasi elementare tutta strumentale di Patricia , il celebre mambo di Perez Prado. C’è un
brano, l’unico, in napoletano («ma non ho mai smesso di cantare nella lingua della mia città») che è una curiosa strizzata d’occhio ai neomelodici Serenata a fronne ’e limone : «C’è una parte che è interessante nel neomelodico, genere nel quale non mi sarei mai sognato di infilarmi, eppure c’è qualcosa di buono anche lì, solo che poi loro si sono indirizzati verso cose moderne». Pino, però, ci
tiene a restare lontano dalle immagini da cartolina illustrata della sua città, am è pronto a difenderla dalle accuse: «Napoli viene addidata come un posto di delinquenti, ma ha gli stessi problemi di altre città, di Parigi, di New York, di Roma.
Chissà perchè, però, mettere in copertina l'immagine cattiva di Napoli va di moda».
Iguana cafè già prevede un seguito il prossimo anno («sennò la casa discografica mi ammazza»), intanto il primo episodio dovrà fare i conti con un artista che non ama i luoghi della promozione, le vetrine televisive e radiofoniche e non lo manda
a dire. «La tv è animata da una massa di ignoranti, mi sento offeso quando la guardo. Lo posso dire tanto non ho intenzione di andarci, a parte i programmi di settore come Cd live e Top of the pops. E spero che non mi costringano ad andare a Domenica in». Non c’è indulgenza neppure per un suo idolo come Maradona («bisogna saper invecchiare con dignità» è la frecciata). Ma ce ne è anche per la radio «Sono tutte uguali». E Pino assicura di non aver voglia neppure di mettersi in viaggio con l’obbligatorietà dei tour: «Voglio suonare quando mi va». Di eventi come quelli organizzati da tanti suoi colleghi neppure a provarci: «Baglioni ha Lampedusa, Dalla le Tremiti, io che faccio? Vado a Procida?».

 




Il Mattino 6 Ottobre


DALL'INVIATO FEDERICO VACALEBRE

Roma. Mentre i suoi colleghi fanno a gara a chi spara l'evento più grosso, passando dai palchi multipli ai teatri
d'opera, Pino Daniele accorcia le sue canzoni, usa le parole ormai come prestesto per fare musica, lancia il suo nuovo disco in uno storico blues club romano, il Big Mama, con il solo apporto di Alfredo Paixao al basso e di Lele Melotti alla batteria. Innanzitutto, il titolo, «Iguana Cafè». «Ero all'Iguana Cafè di Parigi, perfettamente a mio agio per la musica che mi girava intorno, quando è
nata l'idea di questo album». E poi l'iguana è un animale preistorico, un sopravvissuto, quasi come «It's now or never» o «Patricia» di Perez Prado. «Mi dava il senso del rettile che si crogiola al sole, non avevo considerato la simbologia dell'animale ”resistente” ai tempi moderni». Veniamo al sottotitolo, «latin blues e melodie». «Parto dalla ricerca madrigalistica di ”Passi d'autore” per
approdare a una forma canzone in cui il chitarrista che è in me si è sbizzarrito, si è divertito. Quasi un ”Mascalzone latino” bis. Un sound latino, unito alle mie melodie nate all'ombra del Vesuvio». Da dove arrivano «'O sole mio» e «Serenata a fronn'a 'e limone». La prima è una sorpresa: l'inventore della nuova canzone napoletana alle prese con l'elegia oleografica del capolavoro di Capurro e Di Capua. La seconda un ritorno alla scrittura in dialetto. «La melodia del classico dei classici napoletani è immortale, va ben oltre i versi
da cartolina: come nel jazz esistono gli standard, nella canzone esistono dei topos in cui è difficile non imbattersi ogni tanto. Sceglierne la versione internazionale, portata al successo da Elvis Presley, il mio mito musicale, vuol dire scegliere una Napoli patrimonio del mondo, contribuire al dibattito sul suo destino: per qualcuno è improvvisamente una città dolente e destinata a
sconfitta sicura, a me sembra simile a Roma, Londra, New York. Il dialetto? Mi appartiene anche quando non lo uso e quella piccola serenata è una sfida ai neomelodici che hanno abbandonato la loro importante trincea glocal per omologarsi». La rabbia del nero a metà, però, non c'è più. «C'è ancora, anche se lotta con la rassegnazione quotidianamente. Agli inizi era la rabbia di una generazione
ribelle e politicizzata, di una Napoli che sognava la rivoluzione. Oggi è quella di un uomo, un artista, un marito, un padre, che sa quando è il momento di esplodere, ma preferisce lasciar parlare l'amore. Per sperare ancora, per credere ancora. Resto a sinistra, anche se ho visto abbracci che avrebbero potuto spingermi verso Fini e Alemanno. E resto arrabbiato: vendermi al meglio non è il
mio obiettivo. Ormai posso permettermi di fare quelo che voglio senza l'ansia dello share, dell'hit parade. Il vero potere in Italia non ce l'ha il governo, ma l'Auditel. Quello che vedo in tv, che sento in radio, musica compresa, mi fa senso, mi offende». Oggi tutti sparano sul «Live 8» e sul «professionista della solidarietà rock» Geldof. «Io no. Ho detto la mia ritirandomi dal concertone
romano, indetto per l'Africa, ma senza artisti africani». Il «Tango della buena sorte» dello scorso cd ha portato bene a Maradona, sembra aver vinto la partita con la vita. «Vedere Diego in forma fa bene al cuore, ma vederlo in tv da Milly Carlucci... Ho cinquant'anni e ho deciso di invecchiare con dignità, non mi metterei a ballare sotto le telecamere nemmeno in cambio dell'Isola dei
Galli». E per l'«Isola dei famosi»? «Non scherziamo. Però un'isola la vorrei: Baglioni fa il suo festival a Lampedusa, Dalla alle Tremiti, io potrei farlo a Procida o a Ponza. O forse sull'isola che non c'è, quella di Bennato. A proposito, mi piacerebbe suonare con Edoardo». L'album è un inno all'amore che si chiude con «voci sospese che parlano di pace». In tempi di guerra e di ritrovata
militanza, che fa il Masaniello di «Je so pazzo»? «Crede alla forza dell'amore, come Sting, come il Benigni dell'ultimo film. Scrive poesie d'amore col suo italiano provvisorio, parla con la chitarra, usa la voce come uno strumento. Ai Bush e ai Berlusconi di oggi, come ai Lauro di ieri, posso opporre ben poco, se non il mio sdegno, ma nella mia famiglia posso seminare un futuro diverso: sono
quelli che amano, non quelli che ammazzano a cambiare il mondo. Ho amici a Marrakesh e dalle parti di Ground Zero, brave persone che le religioni vorrebbero mettere contro».

La Sicilia 6 Ottobre

L'arrivo a casa il 15 ottobre con una «notte bianca»
Il Satiro tornerà a «danzare» in Sicilia

Trapani.  Si è conclusa l'avventura giapponese del «Satiro danzante». Ora la statua bronzea è tornata a Mazara del Vallo, al museo Sant'Egidio. Ma l'assessore Alessandro Pagano e il sindaco Giorgio Macaddino non pensano di tenere l'opera in cassaforte. Così, per il 15 ottobre 2005 è stata programmata a Mazara del Vallo la «notte bianca del Satiro», una megafesta che coinvolgerà i siciliani
e il popolo dell'America's Cup. Condurrà la serata Salvo La Rosa. Tra gli ospiti Claudio Baglioni, Vittorio Sgarbi e Mvula Sungani; quest'ultimo con uno spettacolo di danza moderna. L'evento del rientro del «Satiro danzante» è stato oggetto di una conferenza stampa tenutasi ieri all'assessorato regionale ai Beni culturali. Erano presenti l'on. Alessandro Pagano, il sindaco di
Mazara del Vallo Giorgio Macaddino, il sovrintentende di Trapani Giuseppe Gini e il capo sezione archeologia Caterina Greco.
«Il Satiro - afferma l'assessore Pagano - è stato il nostro ambasciatore nel mondo e oggi  rappresenta il simbolo di un patrimonio culturale senza precedenti. E' un dato incontrovertibile, infatti, che la cultura non solo si autoalimenta, ma genera un vero business, che significa aumento del turismo e dell'occupazione. Il fatto che 3 milioni e mezzo di visitatori sono stati ammaliati dalla
statua è la conferma che avevamo visto bene nel puntare sul Giappone per realizzare un'immagine positiva della Sicilia».
Vincenzo Prestigiacomo

 

 



La Sicilia 6 Ottobre

Mazara: deciso il compenso per il ritrovamento del satiro   «Soddisfatto» capitan Ciccio


Mazara.  Si chiamerà «la Notte Bianca del Satiro» la manifestazione per celebrare la riapertura del Museo del Satir«o il 15 ottobre. La manifestazione è stata presentata ieri mattina a Palermo dall'assessore regionale ai Beni Culturali Alessandro Pagano alla presenza del sindaco Giorgio Macaddino del sovrintendente ai Beni Culturali Giuseppe Gini.
Sarà presentata dal catanese Salvo La Rosa e vedrà alcuni ospiti di eccezione quali Claudio Baglioni e il critico d'arte Vittorio Sgarbi. Non è escluso che altri noti artisti potrebbero dare la loro disponibilità per la manifestazione che prevede l'apertura al pubblico del Museo del Satiro per tutta la notte fino alle 6 del mattino. Sempre ieri Pagano ha annunciato la chiusura della transazione con l'equipaggio del motopesca «Capitan Ciccio» protagonista, nel 1998, del ritrovamento del Satiro. All'equipaggio andrà un quarto
del valore dell'opera, stimata 2 milioni e 600  mila euro.
«Ringrazio l'assessore Pagano - ha dichiarato il sindaco - per l'impegno profuso nel valorizzare un'opera d'arte».
Infine Macaddino ha voluto anticipare la disponibilità, manifestata attraverso una recente missiva della Snam Rete Gas a partecipare alla gestione diretta di un appalto finalizzato allo svolgimento di una campagna di ricerca sottomarina che possa contribuire al ritrovamento di reperti archeologici presenti nel tratto di mare del Canale di Sicilia, in cui è stato rinvenuto il Satiro. Era stato il Macaddino ad indirizzare una missiva il 3 agosto, alla direzione Costruzioni della Snam Rete Gas chiedendo la collaborazione.




IL TEMPO 6 Ottobre

Da Latina a New York col musical di Preziosi

Nuovo impegno dopo le collaborazioni in «Manuale d’amore» e «Tre metri sopra il cielo»
Emanuele Bossi, giovane artista pontino, ha diretto l’orchestra d’archi di «Datemi tre caravelle»

LATINA — Fare della propria passione un mestiere? Emanuele Bossi (nella foto), 25enne di Latina, ci è riuscito. Da sempre appassionato di musica (vista rigorosamente da «dietro le quinte» fin dai tempi del liceo al G.B.Grassi), il giovane pontino
si sta facendo strada nel panorama nazionale e non solo. Ultimo impegno: l’arrangiamento (oltre al sound engineering) delle musiche di «Datemi tre caravelle», il musical diretto dal premio Oscar Gianni Quaranta con Alessandro Preziosi - il bello
della fiction «Elisa di Rivombrosa» - Mario Venuti e Niki Nicolai. A lui, anche il compito di dirigerne l’orchestra d’archi. Lo spettacolo ha debuttato a Taormina lo scorso 20 luglio ed ora «salpa» alla volta di Genova, Milano, Torino, Roma (da marzo al teatro Sistina) per arrivare fino a New York. «Le musiche originali - ha spiegato Emanuele - sono di Stefano Di Battista, Simone Ciammarughi ed io ci siamo occupati di tutto il resto. Cosa c’è dietro un successo come questo? Due mesi di duro lavoro, tra registrazioni delle basi
musicali e live». Nel suo curriculum Emanuele, malgrado la giovane età, vanta già collaborazioni di prestigio: «Gangs of New York» di Martin Scorsese, «Te lo leggo negli occhi» di Nanni Moretti, «Il grande Torino» (Rai 1), «Cose da pazzi» di Vincenzo
Salemme, «La passione di Giosué l’ebreo» di Pasquale Scimeca nonché i campioni d’incassi al botteghino «Tre metri sopra il cielo» (cult per i giovanissimi) e «Manuale d’amore» di Carlo Verdone. «Partnership» anche con Daniele Luttazzi e Riccardo
Fogli all’indomani del trionfo nel reality show «Music Farm» condotto da Simona Ventura su Rai 2.   Attualmente Emanuele lavora a Roma dove, insieme a Simone Ciammarughi, ha fondato la House Recording Studio. «Stiamo lavorando al dvd di Renzo Arbore
- ha concluso Bossi - Si tratta del live newyorkese che ha registrato un vero e proprio record di presenze in termini di pubblico. Abbiamo appena terminato invece il remix (vale a dire la versione più ritmata) di "Sabato pomeriggio" di Claudio Baglioni». Insomma, una carriera tutta in ascesa per l’ennesimo enfant prodige di Latina. Peccato però che questi giovani trovino la Mecca al di là dei confini pontini. Sarebbe più giusto creare delle concrete opportunità di lavoro anche nella città che li ha visti crescere e muovere i primi passi in campo artistico. Al di là delle «bellezze da esportazione» delle quali la tv è satura, infatti, c’è di più.

 

VIPLINE.IT 5 Ottobre

Ron recluta per 13 duetti Jovanotti, Elisa, Bersani e AnggunPer un album che contribuisce alla lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica il cantautore pavese chiama a sé molti artisti

Sono ben 13 i duetti che costituiscono l’assatura portante del nuovo cd di Ron, in uscita il 27 ottobre. Alla realizzazione dell’album, intitolato “Ma quando dici amore”, hanno partecipato: Anggun, Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Loredana Bertè, Luca Carboni, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Elisa (nella foto), Jovanotti, Mario Lavezzi, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Raf e Tosca.

I più apprezzati brani del repertorio del cantautore di Garlasco acquisiscono nuove sonorità nell’inedita interpretazione a due: Non abbiam bisogno di parole interpretato con Baglioni, Una città per cantare con Bertè, Anima con Carboni, Cambio Stagione con Consoli, Sei volata via con Jovanotti, Cosa sarà con Lavezzi, Chissà se lo sai con Nicolai/Di Battista.
Ma nel CD si possono ascoltare anche brani meno noti che gli artisti hanno particolarmente apprezzato e quindi voluto riproporre insieme all’autore: Le foglie e il vento con Bersani, Le ragazze con Dalla, Ma quando dici amore con Elisa, La pace con Raf, Quanto amore c’è con Tosca.
Infine, Catch you, inedito scritto proprio per questa occasione da Ron con Anggun ed interpretato dagli stessi autori, insieme per la prima volta.

Tutte le canzoni sono state registrate nello studio di registrazione di Ron, l’Angelo Studio di Garlasco (Pavia) tra gennaio e giugno 2005: sei mesi durante i quali, in momenti diversi, i singoli interpreti si sono uniti a lui ciascuno per due/tre giorni di lavoro comune. Nel disco si ascolta anche la voce di Renato Zero.
Ma quando dici amore è realizzato infatti per sensibilizzare l’opinione pubblica e per portare aiuto all’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), onlus impegnata nella lotta contro una malattia degenerativa a oggi ancora incurabile.

 

AGENEWS.IT

SICILIA: DAL GIAPPONE TORNA IL SATIRO DANZANTE

(AGE) PALERMO - Il Satiro danzante torna in Sicilia. La statua bronzea ripescata nel Canale di Sicilia nella primavera del 1998 su un fondale di
circa 500 metri, e' ritornata nel museo di Mazara del Vallo il 30 settembre scorso dopo essere stata ammirata da 3,5 milioni di giapponesi in sei mesi
all'Expo di Aichi, e sara' nuovamente visitabile il 15 ottobre. Il suo rientro ''a casa'' sara' celebrato con una notte bianca, che iniziera' alle 21 con uno spettacolo condotto da Salvo La Rosa, a cui parteciperanno grandi personalita' del mondo mediatico e culturale, come Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi. Il museo sara', invece, aperto alle 23 quando i mazaresi e tutti gli altri visitatori potranno riabbracciare il Satiro e fargli compagnia fino alle 6 del mattino. ''Abbiamo voluto aspettare ancora qualche giorno - ha detto l'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano - per fare in modo che il ritorno del Satiro seguisse un'altra grande manifestazione come la Louis Vuitton Cup, in modo che tutti i turisti venuti qui per la vela potessero ammirare questa statua straordinaria''. L'incremento turistico e' stato infatti uno degli obiettivi del viaggio del Satiro in Giappone e i risultati, almeno a guardare i sondaggi, sono sorprendenti. ''Tra i giapponesi che hanno visto la statua - dice Pagano - il 62 per cento ha adesso intenzione di venire a
visitare la nostra regione''. ''La decisione di mandarlo nel paese del Sol levante piuttosto che negli Stati Uniti - ha detto il sindaco di Mazara del
Vallo, Giorgio Maccadino - e' stata sicuramente lungimirante, perche' i giapponesi hanno uno spiccato senso dell'arte''. Il rientro del Satiro anticipa
una serie di manifestazioni che vedranno l'arte siciliana protagonista a livello mondiale, come la mostra di tre quadri di Antonello da Messina
(l'Annunciazione, il Ritratto di ignoto marinaio e la Madonna con il bambino) a New York dal 12 dicembre al 12 febbraio, e la mostra in Cina a marzo dal titolo ''Continente Sicilia''. Il prossimo anno potrebbero anche cominciare le ricerche dei pezzi mancanti del Satiro e di altri tesori nascosti,
proprio nel punto dove venne trovata la statua bronzea. ''L'intervento - ha detto il sindaco - sara' finanziato dalla Snam, una societa' italo-algerina dell'Eni, con cui e' gia' stato firmato un accordo. Per iniziare le immersioni e' pero' necessario anche il benestare del governo tunisino,
perche' la statua si trovava in acque internazionali''. Sbloccato anche il pagamento del premio di ritrovamento al capitano Francesco Adragna, piu' noto come Capitan Ciccio, che assieme ad altri quattro pescatori del suo equipaggio il 4 marzo del 1998 isso' sulla barca il Satiro. ''Al capitano e
al suo equipaggio - ha detto Pagano - andranno circa 500mila euro, un quarto del valore stimato del Satira''. L'opera, alta circa 2,5 metri, potrebbe essere un originale di eta' ellenistica, datato tra la fine del IV e il III sec. a.C., oppure una replica piu' tarda realizzata tra il II e la
fine del I sec. a.C. La prossima scommessa dell'assessorato e del Comune di Mazara e' di trasferire il Satiro, ''in un luogo - ha detto Pagano - che
sia alla sua altezza e piu' vicino alle altre bellezze della citta'''. La nuova sede potrebbe essere finanziata con i fondi del Por 2007-2003.
(AGE) ANDREA NUNZIATA

 

ANSA 5 Ottobre
il Satiro Danzante torna in Sicilia

Il Satiro torna a danzare in Sicilia. Ammirata da 3,5 mln di giapponesi all'Expo di Aichi, la statua e' ritornata al
museo di Mazara del Vallo. Il suo rientro a casa sara' celebrato con una notte bianca il 15 ottobre, che iniziera' alle 21 con uno spettacolo a cui parteciperanno personalita' come Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi. Il museo aprira' invece alle 23, quando i mazaresi potranno finalmente riabbracciare il Satiro e fargli compagnia fino alle 6 del mattino.

Il Messaggero  5 Ottobre 2005
 
Antonello Venditti chiude venerdì il tour al Palalottomatica e lancia un’idea: un concerto con i colleghi romani

di MARCO MOLENDINI

ROMA - «Sarebbe entusiasmante: Claudio, Renato, Francesco, io e altri a cantare per la nostra città tutti insieme. Una bella sfida, ma ci sarebbe sicuramente qualcuno pronto a storcere il naso». Antonello Venditti, il più romano dei cantautori romani (per numero di canzoni scritte: «Sono un autore realista e Roma è il set delle mie azioni», spiega) confessa che gli piacerebbe che venissero «tempi in cui ci si rivede con la voglia di
creare assieme». In effetti, un po’ di questa voglia, l’ha provata pochi giorni fa accettando l’invito di Baglioni ad andare a Lampedusa. E lì ha
incontrato un altro “core de Roma”, Renato Zero. Quanto a De Gregori, beh sono cresciuti insieme dal Folkstudio in avanti. Chissà se mai si farà un
concerto così in una delle prossime estati. Comunque, ci si potrebbe provare: Roma che canta Roma. Intanto Antonello si prepara a ritrovare il suo
pubblico con le sue canzoni e la sua band. L’appuntamento è per venerdì al Palalottomatica, ultima tappa del viaggio estivo Campus live :
 «È il mio più lungo tour dagli anni ’70», fa notare Venditti.
È una prova di forza che la rende felice?
«Ci credo davvero ai concerti, al rapporto diretto con il pubblico. Per questo, rispetto a marzo abbiamo deciso di abbassare i prezzi. Una volta
c’era lo scandalo dei dischi, adesso lo scandalo sono i biglietti. Ci deve essere una misura fra 50, 60 euro e il “non pagare” dei tanti appuntamenti
gratuiti. La musica deve arrivare al pubblico in tutti i modi. È importante».

“Campus live” ripropone tutti i suoi grandi successi rivisitati con nuovi arrangiamenti molto rock, senza pianoforte...

«Venerdì, con il permesso della mia band, usciremo dalla gabbia degli arrangiamenti precisi. E porterò con me anche il pianoforte. Del resto sono
nato con lui».
Un modo per riconciliarsi con chi all’inizio ha storto la bocca per questa virata.

«Qualche fondamentalista c’è sempre. Il fatto è che ascoltare Ci vorrebbe un amico completamente cambiata può sconvolgere le abitudini. Adesso,
però, sarebbe difficile tornare ad ascoltarla come era prima: in questa veste rock grida la disperazione, la rabbia con un’energia che l’edizione
originale non aveva. E nel grigiore che ci circonda ha un senso preciso».

C’è una canzone, fra quelle del concerto, che descrive la sua idea dell’Italia attuale?

«Una delle tre nuove , Che fantastica storia la vita, racconta in estrema sintesi tutto. È dedicata alla famiglia e anche a Dio».

Lei è credente osservante?

«Credo, ma senza liturgie. Vado a pregare in chiesa ma anche in sinagoga o nella moschea. Prego per l’umanità. Le religioni, tutte le religioni
sono importanti, anche se qualcuno usa male questa idea dell’aldilà. Comunque, c’è un’altra canzone del concerto che ha grande forza attuale».

Un’altra delle nuove?

«No, è Sotto il segno dei pesci. È addirittura più moderna di Che fantastica storia ».

E’ una canzone degli anni ’70. Erano anni pesanti, di piombo, quelli .

«Furono un vero massacro, con uno Stato tremendo che conserva ancora adesso i suoi orribili segreti. Pasolini aveva capito tutto».

Pare di capire che oggi non è l’“ottimista dall’aria vagamente socialista”, come diceva una sua vecchia canzone.

«Siamo un Paese orfano dello Stato. Ognuno fa come gli pare. L’unica figura straordinaria a cui possiamo aggrapparci è Ciampi, è l’unico che può
rappresentarmi: tutto il resto va precipitando. C’è uno stallo totale».

Sta scrivendo qualcosa su questo?

«Certo, non potrei scamparla. Sono un realista. Un realista romantico».

 

 

rockol.it 5 ottobre

Antonello Venditti lancia un’idea: un concerto con i colleghi romani

In attesa del concerto, al Palalottomatica di Roma, che concluderà il suo tour, Antonello Venditti ha lanciato una proposta: “Sarebbe entusiasmante Claudio Baglioni, Renato Zero, Francesco De Gregori, io e altri a cantare per la nostra città tutti insieme. Una bella sfida, ma ci sarebbe sicuramente qualcuno pronto a storcere il naso”.

 

 

ADNKRONOS 4 Ottobre

MUSICA: BAGLIONI E ROYAL PHILHARMONIC IN CONCERTO PER IL FAI
Pubblicata il 04 Ottobre 05

Un concerto per sostenere la gestione dei beni posti sotto la tutela del Fondo per l'ambiente italiano (Fai). E' questa l'iniziativa realizzata dal Fai con il contributo di Bnl, Enel, Regione Lazio, Astaldi e Philip Morris. Il concerto vedra' l'esibizione di uno dei piu' amati cantanti italiani, Claudio Baglioni, e della Royal Philharmonic Orchestra. Baglioni riproporra' il suo classico repertorio rivisitato ed esaltato dai suoni e dagli arrangiamenti di un ensemble musicale famoso e stimato in tutto il mondo. Il concerto si svolgera' il prossimo 7 novembre all'Auditorium della Conciliazione a Roma.

 

 

Rockol 3 Ottobre

NUOVA OPPORTUNITA' PER GIOVANI AUTORI E COAUTORI CON L'AVVIO DEL NUOVO BANDO DI CONCORSO PER MUSICULTURA M U S I C U L T U R A FESTIVAL DELLA CANZONE POPOLARE E D’AUTORE 

(già Premio Recanati) 

AL VIA LA XVII EDIZIONE DEL CONCORSO DOPO POVIA (2003), GIUA (2004) E CRISTICCHI (2005) 

INIZIA LA RICERCA DEL NUOVO VINCITORE 

Confermati i partner RadioUno Rai e RadiocorriereTv a fianco del prestigioso Comitato Artistico La XVII edizione di “Musicultura – Festival della Canzone Popolare e d’Autore” (già Premio Recanati) ha preso il via con il nuovo bando di concorso per la selezione dei migliori cantautori ed esponenti della musica popolare emergenti in Italia. Affermatosi negli anni come uno dei più credibili banchi di prova per chi scrive e compone musica, il Musicultura Festival ha rivolto sempre una costante attenzione alla ricerca di nuovi talenti, capaci di far vibrare sulla scia delle sette note emozioni autentiche, raffinatezza musicale ed elaboratezza delle parole. Una speciale formula di selezione è il timbro di qualità che contraddistingue la scelta dei brani partecipanti al concorso. Dopo una prima scrematura ad opera di Musicultura, che prevede anche delle audizioni live aperte al pubblico, saranno individuate 16 canzoni finaliste che andranno a comporre il CD compilation del Festival. Le scelte incrociate del Comitato Artistico di Garanzia (quest’anno composto da Claudio Baglioni, Franco Battiato, Edoardo Bennato, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Teresa De Sio, Tiziano Ferro, Max Gazzè, Dacia Maraini, Alda Merini, Pacifico, Gino Paoli, Vasco Rossi, Michele Serra, Daniele Silvestri, Sandro Veronesi, Antonello Venditti, Federico Zampaglione), del pubblico di Radio 1 Rai, dei lettori del RadiocorriereTV e degli utenti web di Musicultura.it, designeranno gli otto artisti che accederanno alle serate finali del Festival - seguite nelle passate edizioni da Radio1 Rai, Rai 3 e Rai Sat - che si terranno nel mese di giugno 2006 all’Arena Sferisterio di Macerata. Al vincitore assoluto andranno in premio € 20.000,00. Ci saranno anche altri importanti riconoscimenti, come la Targa della Critica (€ 5.000,00) e tre borse di studio (€ 2.500,00 ciascuna) rispettivamente per il Miglior Testo, la Migliore Musica e la Migliore Interpretazione. Per partecipare al concorso è sufficiente inviare (entro il 14 Novembre 2005) due brani inediti di cui si è autori o coautori, e interpreti. La gara è aperta a tutti i possibili generi musicali, tutti i partecipanti riceveranno risposta scritta in merito all’esito della loro partecipazione. “Si trasformano i modi di fruizione della musica, non muta il bisogno di belle canzoni. Un brano che ti emoziona, che aggiunge un colore alla tua giornata è un piccolo miracolo: vale la pena dare una mano a coloro che questo miracolo hanno le potenzialità di rinnovarlo” Questa l’idea di Piero Cesanelli, direttore artistico di Musicultura, quando nel 1990 varò la prima edizione del concorso. Da allora, il palco di Musicultura Festival ha ospitato il gotha della canzone e della poesia italiane ed internazionali, mettendo in scena un originale confronto tra discipline diverse e allo stesso tempo affini. Tra i nomi che in passato il concorso ha contribuito a valorizzare: Avion Travel, Gian Maria Testa, Max Manfredi, Pacifico, Amalia Grè, Patrizia Laquidara, Povia… ed infine Simone Cristicchi, vincitore assoluto dell’ultima edizione, svoltasi nella splendida cornice dell’Arena Sferisterio di Macerata. Il Festival Musicultura si realizza grazie al sostegno del Comune di Macerata, della Provincia di Macerata, della Regione Marche, della C.C.I.A.A. di Macerata; tra i partner della manifestazione, oltre a Radio1 Rai e RadiocorriereTv, l’Imaie e le Università di Camerino e di Macerata. Per consultare il bando di concorso e avere maggiori informazioni: www.musicultura.it, musicultura@musicultura.it; tel: 071-7574320/1 (03 ott 2005)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL MATTINO 3 Ottobre

«Ora mi vogliono in Inghilterra e Francia»

Federico Vacalebre

Napoli.

Mario Merola e Claudio Baglioni sullo stesso palco, Lucio Dalla che torna nella «sua» piazza («non l’avevo mai vista così piena, bella, vera»), l’applausometro che incorona Alessando Siani a discapito del divo Panariello. E il coro dei duecentomila di piazza del Plebiscito che canta in coro «Non c’è vita da buttare» e «L’amore che non c’è», ma partecipa con tutt’altra intensità quando arrivano «Annarè», «Cient’anne» (naturalmente in duetto col re leone della sceneggiata), «Fotomodelle un po’ povere»)... La piedigrotta pop e glocal di Gigi D’Alessio va persino oltre le aspettative della vigilia, e poco importa che il blasonato Luca Tommasini si sia davvero sforzato poco per le coreografie e che non tutti i «friends» invitati riescano a scaldare il cuore della piazza: le presenze di Anna Falchi, Giorgio Panariello, Luciano De Crescenzo e Carlo Buccirosso (handicappato entrando in scena da una caduta) aggiungono poco o niente, ma il one man show supergeneralista e supernazionalpopolare della star neoromantica è più forte di tutto. Piaccia o meno, il potere consolatorio degli amori cantati da D’Alessio fa centro, nel backstage c’è Lapo Elkann, sponsor e fan, a fargli i complimenti; nei camerini Baglioni riflette: «Ci siamo conosciuti sul piccolo palco di una festa di piazza a Sant’Anastasia, ora ti ritrovo su questo palco-kolossal». L’insostenibile leggerezza dell’essere trova balsamo melodico nell’ugola che non rinnega le sue radici, anzi le reclama con l’orgoglio prima ricordando quel pugno di canzoni che lo resero big del contingente neomelodico, e poi sguazzando nell’oleografia di «Napule», immediatamente ripudiata con «’A città ’e Pullecenella», perla newpolitana di Claudio Mattone egualmente divisa con Dalla, Sal Da Vinci e Gigi Finizio. Dietro l’angolo c’è il rischio dell’autosantificazione, ma Simone Cristicchi («Voglio cantare come Gigi D’Alessio») e Tony Tammaro («Non chiamarmi Annarella»), come anche lo sketch di Siani, immettono salutari germi ironici nella parata di numeri clou: Baglioni, che passa da «Insieme a lei» a «Mille giorni di te e di me» e «’O surdato ’nnammurato»; il videomessaggio di Paolo Bonolis che introduce l’omaggio carosoniano di «’O sarracino»; l’ex Blue Lee Ryan che traduce in inglese «La donna che vorrei» e poi chiede al nuovo amico italiano di «scrivere qualcosa per me: l’Inghilterra ti aspetta». E non è l’unica, anche se sarà la più difficile da espugnare: Gigi l’8 sarà ad Atene, poi partirà per l’Australia, Dubai, il Kenia. E la Emi francese vorrebbe lanciarlo sul mercato d’Oltralpe, tra gli osservatori speciali del concerto partenopeo c’è un dirigente della sede parigina della multinazionale convinto più che mai delle potenzialità dell’operazione. «Tornerò in Italia a metà novembre, per lanciare ”Cuorincoro”, cd e dvd testimonianza di questa serata», racconta D’Alessio, «anche se è davvero difficile immaginare che emozioni come quelle provate venerdì possano essere catturate anche dalla più fedele delle registrazioni dal vivo. Ryan, Merola, Baglioni, il finale in quattro... Lo so che mi accusano di essere retorico, ma ogni arrivo in scena era un nuovo brivido». La soddisfazione più bella? «Quella del giorno dopo: così tante persone felici e contente, arrivate da tutta la Campania, ma anche da Torino, Venezia, Genova, la Svizzera, Bari. La piazza pulita in poche ore. nessun problema di ordine pubblico. Ma non era una città da buttare, Napoli? Non era una sfida persa, una metropoli irrecuperabile al vivere civile? I nostri censori l’avrebbero dovuta vedere come l’ho vista io, dall’alto di quel palco: bella, unita, emozionata. E noi dovremmo provare a mostrare sempre questo volto, non l’altro, che dà ragione ai nostri critici».