|  UNA MAGICA AMICIZIA
  
            
             Gli
            psicologi sostengono che la presenza di un cane sia molto importante
            per la crescita armoniosa di un bambino - Cani e bambini vanno
            istintivamente d’accordo perchè parlano la stessa lingua, quella
            del “linguaggio corporeo” 
            
               
            
             I migliori compagni della mia infanzia
            sono stati tre cani. Mi sono stati accanto ogni giorno, facendomi da
            amici e consiglieri, giocando con me, proteggendomi, donandomi una
            serenità che allora non capivo ma che adesso, ripensandoci, ritrovo
            spesso dentro di me. Se chiudo gli occhi, ogni mio ricordo di
            bambino è legato a loro: a Max, Ludwig e Wolfgang. Restano
            speciali. Devo a quei fratelli ormai scomparsi parte delle qualità
            dell’uomo che oggi sono diventato. I difetti che possiedo invece,
            quelli sono solo opera mia.
            
            
            
              Non ho mai smesso di vivere coi cani.
            Bruckner, Zucchino, Dvorak se ne sono andati da tempo lasciandomi
            segni profondi. Azucena, Wagner e Ricky seguitano a fare la strada
            insieme a me. Eppure i tre amici d’infanzia, li sento diversi da
            tutti gli altri che li hanno seguiti. Forse è perché sono stati
            presenti nel tempo della magia, nei giorni di bimbo in cui tutto
            sembrava possibile e ogni novità era una meraviglia. Certo è che
            sono stato davvero fortunato ad avere avuto simili maestri.
 “Ogni
            cucciolo dovrebbe avere un bambino” scrisse Konrad Lorenz
            riferendosi al legame magico che si crea tra un cane e un bimbo. Un
            legame che spiega, in modo onesto e silenzioso, la comprensione, il
            rispetto, l’attenzione per gli altri esseri viventi.
            
             Oggi
            i vantaggi di questo rapporto sono ormai accertati dagli psicologi.
            Sostengono, infatti, che la presenza di un cane sia importantissima
            per scaricare le tensioni e le paure tipiche di quel delicato
            periodo in cui il bambino impara a camminare, e si stacca pian piano
            dalla mamma. Ed è risaputo che i bambini cresciuti insieme ad un
            cane dimostrano di apprendere più in fretta, di essere più curiosi
            e ben disposti verso gli altri.
            
             Ma
            qual è il segreto di un’intesa così perfetta? 
            
             La risposta assomiglia ad una favola. I
            bambini vanno così d’accordo con i cani perché parlano la stessa
            lingua.
            
              I cani, lo sappiamo, sono esperti nel
            linguaggio corporeo. Tra di loro comunicano attraverso espressioni
            del muso e movimenti di coda e orecchie, ognuno con un particolare
            significato. Questa è la ragione per cui noi siamo libri aperti per
            il nostro cane. Lui ci legge in viso i nostri sentimenti e il nostro
            umore, interpretando movimenti muscolari per noi impercettibili ma
            per lui invece chiarissimi. Questo, però, è anche ciò che fanno i
            bambini piccoli. Non ancora capaci di esprimersi con un linguaggio
            vocale, colgono le emozioni di chi sta loro accanto semplicemente
            guardandole in viso oppure ascoltando il tono della voce.
 Ecco perché un cane e un bimbo possono
            restare ore intere da soli, in apparente silenzio. In realtà tra
            loro è in atto una vera e propria conversazione.
            
             C’è
            però chi è contrario a far interagire tra loro cani e bambini
            perché pensa che un animale possa essere pericoloso. Così facendo,
            trasferisce il proprio timore al bambino, col risultato di farlo
            crescere con la paura dei cani. Lorenz, nel suo libro “E l’uomo
            incontrò il cane”, ha scritto: “Il timore che un cane possa
            fare male ad un bambino è ridicolo. Molto più giustificata è la
            preoccupazione opposta, cioè che il cane si lasci troppo
            strapazzare dal bambino." Non si deve dimenticare, infatti,
            che, proprio come tutti i cuccioli, il bimbo possiede una vasta
            gamma di “segnali infantili” - la forma rotonda della testa, ad esempio, o gli occhi grandi e
            lucidi - che inibiscono qualsiasi aggressività. I fatti drammatici
            che ogni tanto vengono riportati sui giornali, in cui un cane ha
            aggredito un bimbo, non rappresentano la normalità ma solo
            sporadici incidenti. Se si analizza come sono andate le cose, si
            scoprono quasi sempre colpe dovute alle persone che hanno tenuto
            troppo isolato il cane, che hanno scelto una razza non adatta, che
            non hanno rispettato le semplici regole di convivenza che tutti i
            possessori di animali dovrebbe conoscere bene. Molto
            più frequenti invece i casi in cui un cane rischia la propria vita
            per salvare quella di un bambino, anche se non appartiene al suo
            gruppo familiare. Nel mio libro “Amore e fedeltà”, che ho
            scritto insieme a mio padre che ama i cani probabilmente più di me,
            ho raccolto diversi fatti di questo tipo. Uno di questi è accaduto
            negli Stati Uniti, nella cittadina di Cassville, Missouri. John
            Carlisle era un bambino down di dieci anni. Si perse nei boschi e
            cadde in un dirupo. Si mise a piangere ma nessuno riusciva a
            sentirlo. Nessuno tranne due cani randagi. Lo raggiunsero e per tre
            giorni e tre notti rimasero accucciati contro il piccolo, tenendolo
            al caldo e abbaiando per chiamare i soccorsi. Quando poi le squadre
            di volontari, attirati dagli ululati, trovarono il piccolo John, i
            due cani scomparvero nei boschi e di loro non si seppe più nulla.
            
             
 
            Foto di 
 Nicola ALLEGRI
            
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