Ai
confini della scienza dove spesso si verificano fatti straordinari
che indicano come l’essere umano sia un mistero tuttora insondato.
GIUSEPPE TRAPPO:
L’UOMO MEDICINA
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DI
Roberto
Allegri - Foto di
Nicola Allegri
Parlare o
scrivere di pranoterapia è sempre una cosa delicata. Molti sono
quelli cauti e diffidenti nei riguardi dei cosiddetti “guaritori” ed
è difficile dare loro torto perché di ciarlatani e imbroglioni
questo ambiente è decisamente pieno. Ma è doveroso dire che ci sono
anche professionisti seri che lavorano con dignità e successo,
persone che hanno realmente un “dono”, un fluido particolare che
permette di portare giovamento agli altri. Non a caso ho usato il
termine “professionisti”: si tratta di persone che praticano
quotidianamente la pranoterapia, in maniera del tutto cristallina,
risolvendo casi anche complicati di fronte ai quali la scienza
medica non può che alzare le braccia. Proprio così, perché i più
validi tra i pranoterapeuti non si sostituiscono mai al medico ma
anzi si sentono felici e sicuri quando il medico controlla e guida
il loro operato. In questo modo i risultati che ottengono diventano
non solo ancora più eclatanti ma degni del massimo rispetto.
Giuseppe
Trappo è una di queste persone.
Da quarant’anni
Trappo svolge il mestiere di pranoterapeuta ad alto livello. A
Torino è ormai un personaggio famoso per la serietà con cui
esercita. La sua storia è stata oggetto di articoli e libri e sembra
uscita da un romanzo. Cominciò applicando l’energia delle sue mani
sugli animali, sotto il controllo del professor Panichi, docente di
veterinaria all’Università di Torino e fu quel professore a
constatare per primo i risultati inconfutabili che Trappo riusciva a
ottenere su cani, gatti e cavalli. Gli consigliò di provare sulle
persone, cosa che Trappo fece con risultati sempre
straordinariamente positivi. In quarant’anni di attività, tra i suoi
“pazienti”, Trappo ha avuto medici, avvocati, professori
universitari, magistrati e anche Gianni Agnelli, come ha rivelato
Donna Allegra Agnelli nella prefazione che ha scritto per un libro
che racconta la vita di questo guaritore.
Io
lo conosco da quando ero un ragazzino. E ho imparato ad apprezzare
con grande affetto e stima la sua umiltà e la sua dedizione al
lavoro. L’ho incontrato anche poco tempo fa nel suo studio per
raccogliere una straordinaria testimonianza. Con lui c’era, il
dottor Claudio De Filippi, radiologo e presidente dell’Associazione
di Radiologia pediatrica, che mi ha raccontato la vicenda della
piccola Martina.
<<Martina
aveva una cisti aneurismatica al ginocchio, una lesione all’osso
piuttosto seria>>, mi ha detto il dottor De Filippi. <<Per tre anni
la ragazzina si è sottoposta alla terapia medica che in genere si
usa in questi casi. I risultati erano purtroppo nulli ma in questo
tipo di lesioni i tempi sono sempre molto lunghi e può volerci anche
una vita intera per ottenere la guarigione. Martina ovviamente aveva
forti dolori, faceva fatica a camminare e doveva usare una stampella
per andare a scuola. I suoi genitori, preoccupati, l’hanno portata
qui da Giuseppe Trappo e dopo la prima seduta, Martina ha smesso di
avere dolore e dopo un paio di settimane ha buttato via la
stampella. Io sono un medico, uno scienziato. E non posso
pronunciarmi su questioni di prenoterapia. Ma non posso nemmeno
negare i fatti evidenti. Le radiografie dicono chiaramente che ora
la lesione di Martina si è molto ossificata cioè che il processo di
riparazione dell’osso è andato avanti assai rapidamente.>>
Io ascoltavo
il medico e nello stesso tempo osservavo il mio amico Trappo. Se ne
stava tranquillo in disparte, con la lunga barba grigia che lo fa
assomigliare ad un mistico orientale.
<<Giuseppe, mi
sembra un risultato davvero straordinario>>, gli ho detto.
<<Io non sono
medico>>, mi ha risposto. <<Non esamino le radiografie, non ho
alcuna qualifica per farlo. Per questo oggi ho voluto con noi il
dottor De Filippi che è un esperto in materia. Lui sa leggere le
lastre del ginocchio di Martina e può testimoniare il veloce
cambiamento della lesione che le impediva di camminare>>
Accanto a
Trappo, c’era naturalmente anche Martina. Tredici anni, una
ragazzina minuta, dallo sguardo vispo e intelligente. Per
l’occasione era accompagnata dalla mamma Donatella e anche la
signora ha voluto raccontarmi i particolari della vicenda.
<<Tutto è
cominciato nel 2005>>, mi ha detto. <<Mia figlia diceva che le
faceva male la gamba quando camminava. L’abbiamo portata da un
medico e dopo avere fatto delle radiografie non ci hanno prospettato
un bel quadro. La diagnosi era “cisti aneurismatica”. Eravamo
preoccupati. Ci hanno spiegato che si trattava di una lesione
dell’osso a livello dell’articolazione del ginocchio. Praticamente
si era formata una cavità scavata nell’osso, e col tempo si sarebbe
ingrandita. Era una cosa complicata perché una lesione non si può
asportare con un intervento. L’unica via per ottenere un risultato
era quella di accelerare il processo naturale di ossificazione
usando dei farmaci.
<<Martina
camminava con fatica, zoppicando vistosamente. Ha dovuto smettere di
giocare a pallavolo, sport che le piaceva moltissimo. Le cose
peggioravano. Abbiamo iniziato la cura ma dopo sei mesi non si erano
visti miglioramenti. E’ stato necessario un tutore rigido per
sostenere la gamba. Il ginocchio era sempre gonfio. Martina andava a
scuola con una stampella. La gamba le faceva male e Martina doveva
prendere degli antidolorifici che la faceva stare tranquilla per un
determinato lasso di tempo, ma poi era necessaria un’altra dose. I
mesi passavano e noi eravamo sempre più in ansia. Siamo andati
avanti in questo modo per tre anni con risultati zero.
<<Poi, nel
marzo del 2008 qualcuno ci ha parlato di Giuseppe Trappo. E abbiamo
deciso di provare a vedere se poteva fare qualcosa con Martina. Non
speravo in nulla di eclatante, volevo solo che mia figlia riuscisse
a non avere più bisogno degli analgesici.
<<Martina
aveva preso una pastiglia all’una e mezza. Da Trappo avevamo
appuntamento alle cinque del pomeriggio. E dopo la seduta la bimba
non ha mai detto di avere male alla gamba. Solo all’una di notte ha
chiesto di nuovo l’antidolorifico. Ma è stata l’ultima volta. Non ha
più avuto dolore. Dopo la prima seduta con Trappo il ginocchio era
già meno gonfio e il dolore sparito. Dopo una decina di incontri con
lui, Martina ha buttato via la stampella. Ora ha ripreso anche a
giocare a pallavolo.
<<I
medici ci avevano detto di fare un controllo dopo sei mesi ma già
avevano constatato che la lesione era in rapida via di guarigione.
Dissero che se voleva, Martina poteva anche andare a sciare. Sono
passati dieci mesi da allora, e Martina sta sempre bene.>>
Ho guardato
Trappo. Lui mi ha sorriso gentilmente e mi ha fatto cenno di
chiedere ancora il parere del medico. Al dottor De Filippi ho
chiesto allora come era possibile una ripresa di quel genere.
<<Non si
spiega. O meglio, ci possono essere tante spiegazioni ma non
sappiamo quale sia quella esatta>>, mi ha risposto con sincerità il
medico. <<Il fatto è che la cisti prima stentava a guarire e dopo
invece la ricostruzione dell’osso ha bruscamente accelerato.
<<Come ho
detto, sono medico e credo nella scienza. Non posso dire che la
pranoterapia ha guarito Martina perché non ho prove scientifiche per
affermare che questo sia avvenuto. Però osservo i fatti e non posso
negarne l’evidenza. Io conosco bene Trappo, so che è una persona
seria. Io stesso ho avuto un’esperienza particolare con lui con
ottimi risultati. E anche in quel caso non ho saputo dare una
spiegazione a quanto successo.
<<Cinque
anni fa ho avuto il cancro ad un polmone. Per tre mesi ho dovuto
fare tutti i giorni chemioterapia e radioterapia. E’ noto che queste
cure sono debilitanti per il fisico e provocano forte nausea e
vomito. Io venivo tutti i giorni da Trappo e non ho mai accusato le
spiacevoli conseguenze della chemio. Era dovuto veramente a Giuseppe
Trappo? Non lo so. Ma se dovessi avere ancora problemi di salute non
trascurerei l’aiuto di questo mio amico.>>
