In una notte di 784 anni fa il santo di Assisi dava inizio alla più suggestiva delle tradizioni natalizie.

COSI’ FRANCESCO

INVENTO’ IL PRESEPE

Di Roberto Allegri Foto di Nicola Allegri

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<<Qui, in questo luogo, 784 anni fa, San Francesco inventò il presepio>>, dice Padre Francesco Rossi, frate francescano. Siamo a Greccio,  piccolo centro nella valle reatina,  conosciuto  in tutto il mondo come uno dei luoghi più mistici. Ci troviamo all’interno del Santuario. Di fronte a noi, una cappelletta spoglia. E’ l’antica grotta, scavata nella montagna, dove San Francesco, la notte del 24 dicembre 1223, volle rievocare in modo visivo la nascita di Gesù, dando origine alla tradizione del Presepio.

<<Il santo>>, dice padre Francesco che ci fa da guida <<si commuoveva fino alle lacrime pensando che Dio si era incarnato nascendo in una povera stalla. Pensava alla povertà della Madonna, di San Giuseppe, al disagio del piccolo bambino che era il Re dell’universo. E per poter capire meglio quanto amore ci fosse stato in quella misteriosa scelta di Dio, decise di rivivere la scena, ricostruendola visivamente, per poterla contemplare proprio con i suoi occhi>>.

In questi giorni  in tutte le chiese del mondo si trova un presepio e lo si trova anche in milioni e milioni di famiglie cattoliche sparse sulla faccia della terra. Prespi piccoli, grandi, animati, con  le casette illuminate, il canto degli angeli, la stalla con  il bue l’asinello, la Madonna, San Giuseppe e il bambino nudo nella mangiatoia. Scene bucoliche che  incantano bambini e adulti, trasmettono tenerezza e meraviglia.

Dal primo di dicembre, nelle sale cinematografiche anche italiane si poietta un ennesimo film dulla nascita di Gesù che si intitola Nativity. <<Un film che sta ottenendo grandissimo successo>>, dice Padre Francesco. <<E si potrebbe dire che la regista,  Catherine Hardwicke, si è ispirata proprio a San Francesco. Anche lei si è proposta di “ricostruire” quell’evento come era realmente  avvenuto, secondo il racconto degli evangelisti. E le scene del parto, in quella povertà assoluta, soffuse della magia del mistero che si stava compiendo sulla terra, commuovono e impressionao in modo fortissimo>>.

Padre Francesco richiama la nostra attenzione sulle immagini impresse sulle pareti della grotta. <<Sono affreschi del 1300>>, dice.  <<A sinistra, si vede ciò che accadde qui in quella notte di Natale del 1223. A destra, una scena di quanto avveniva a Betlemme dopo la nascita di Gesù: la Madonna che allatta il bambino e Giuseppe sullo sfondo. Già nel 1300 si legava Greccio a Betlemme. Là nacque Gesù; qui il presepio, cioè la consuetudine di rivivere quel mistero attraverso una rappresentazione>>.

<<Perché San Francesco, che era di Assisi,  scelse Greccio per la ricostruzione visiva della nascita di Gesù?>>, domando

<<Francesco conosceva da tempo questi luoghi>>, risponde padre Francesco. <<. Aveva cominciato a frequentarli fin dal 1208. Allora si era stabilito, con alcuni suoi compagni, sulla montagna. Ma in seguito, gli abitanti che stavano ai piedi della montagna, conoscendo la sua fama di santità, lo pregarono di andare a vivere vicino a loro. E Francesco scese e si stabilì in alcune grotte nei pressi del borgo. Greccio era un piccolo agglomerato di povere abitazioni intorno al castello. Forse contava un centinaio circa di abitanti. La zona era paludosa, malsana, e anche per questo poco abitata. Ma aveva quell’aspetto di povertà assoluta, di silenzio, di sofferenza anche fisica della natura, che a Francesco piacevano, perché lo aiutavano a meditare, a sentirsi  umile, povero.

<<Tra il 1219 e il 1220, era andato a predicare il Vangelo in Oriente Palestina, Siria, Egitto.Aveva predicato anche alla presenza del Sultano  Al-Malik al-Kamil, che lo ascoltò benevolmente. In quel viaggio volle anche visitare i Luoghi Santi. Andò anche a Betlemme,  riportandone una impressione grande. Tornato in Italia, continuava a ripensare a quel viaggio e al  mistero della nascita di Gesù. Decise di rivivere le emozioni provate a Betlemme, organizzando una “rappresentazione viva” del Natale e scelse di farlo a Greccio perché il paesaggio era molto simile a quello di Betlemme>>.

<<Storicamente, come si svolse quella “ricostruzione”?>>

<< I primi biografi del santo, erano suoi contemporanei, quindi testimoni diretti, e nei loro libri ne fanno un resoconto dettagliato,  quasi una autentica cronaca. Sorpattutto Tommaso da Celano.

<<San Francesco si  rivolse a un suo amico, Giovanni da Greccio, signore della zona, e gli chiese di organizzare per la notte di Natale di quell’anno 1223, una rappresentazione della nascita di Gesù. Non uno spettacolo per i curiosi. Ma la “ricostruzione visiva e vera” di quell’evento storico per poter capire meglio. Tommaso da Celano riporta le parole esatte che Francesco disse a Giovanni: “Vorrei rappresentare il bambino nato a Betlemme, e il qualche modo   vedere con gli  occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia, e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.

<<Molti pensano a San Francesco come a un santo romantico, un poeta, l’autore del “Cantico delle creature”, l’amante degli animali, della natura, un santo in un certo senso un po’astratto, immenso in una realtà mistica lontana dalla concretezza della vita.  Immagine completamente sbagliata.

<<San Francesco era sì un tipo romantico, un vero poeta e un autentico mistico. Ma a modo suo. Con una caratteristica che lo contraddistingueva molto bene: la concretezza.  I misteri della religione cristiana, della vita di Gesù, sono così grandi, così straordinari che si fatica ad avere di essi una comprensione adeguata. Francesco sentiva questa difficoltà e cercava di superarla. Anche con azioni che a volte, agli occhi della gente,  sembravano  stravaganti. Per capire meglio il mistero dell’Incarnazione, volle aiutarsi con una “rappresentazione reale” della nascita di Gesù>>.

<<Si conoscono i particolari di quella “rappresentazione”?>>.

<< Giovanni di Greccio organizzò ogni cosa come Francesco aveva chiesto. Inviò messi a informare la gente del luogo invitandola a radunarsi, la notte di Natale, presso la grotta dove Francesco e i frati andavano a pregare. E arrivarono pellegrini anche da altri borghi: “uomini, donne festanti, portando ciascuno, secondo le sue possibilità,  ceri e fiaccole per illuminare quella notte”, come scrisse il Celano.

<<Alla fine arrivò anche Francesco e vedendo che  tutto era predisposto secondo il suo  desiderio, era raggiante di letizia. Il Celano precisa che, a questo punto, “si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello”. Nessuno prese il posto della Madonna, di San Giuseppe, del bambino.  Se così si fosse fatto, sarebbe stato uno spettacolo. Francesco voleva vedere la scena reale su cui pensare e riflettere nel corso della Messa che sarebbe stata celebrata. La liturgia eucaristica, al momento della Consacrazione, avrebbe richiamato sull’altare la presenza “vera, reale e sostanziale” di Gesù. E in quel momento, la “rappresentazione” sarebbe diventata realtà mistica.

<<Francesco, che era diacono, indossò i paramenti solenni e  lesse il Vangelo, tenendo poi una predica. Il Celano dice che quando pronunciava le parole “Bambino di Betlemme” la sua voce tremava di tenerezza e di commozione>>.

<<In quell’occasione si manifestarono segni prodigiosi?>>

<<Il Celano dice che, nel corso della celebrazione eucaristica,  si manifestarono “in abbondanza i doni dell’Onnipotente”, cioè fatti prodigiosi. E riporta la testimonianza, che viene riferita anche da San Bonaventura,  di ciò che vide Giovanni da Greccio.  “Egli affermò”, scrisse San Bonaventura “di aver veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo fanciullo addormentato, che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno”.

<<Si verificò quindi un miracolo>>.

<<La visione di Giovanni da Greccio è una chiara indicazione di ciò che potrebbe essere accaduto e che la tradizione ha sempre tramandato: Gesù si fece realmente vivo “apparendo” nelle sembianze di un bambino sul fieno di quella mangiatoia. Ma quello non fu il solo “segno” prodigioso di quell’evento. Il fieno, che era  stato collocato nella mangiatoia e sul quale sembra fosse apparso Gesù Bambino, venne conservato, e divenne “mezzo” per diverse guarigioni miracolose, sia di animali che di persone>>.

<<Nei Natali successivi, a Greccio si ripetè l’iniziativa di  San Francesco?>>

<<Sì, da allora i frati che vivevano a Greccio ripeterono sempre quella iniziativa, così come l’aveva voluta Francesco. Poi, a poco a poco, con il passare dei decenni, come avviene sempre, subì dei cambiamenti, le persone furono sostituite da delle statue, e ebbe inizio il presepe come lo si intende oggi>>.

<< Quando venne costruito il “Santuario del Presepe” dove noi ora ci troviamo?>>

<<Dopo quanto era accaduto in quella notte del 1223, sul luogo della mangiatoia venne subito eretto un altare, poi una piccola chiesetta, che fu inaugurata nel 1228, quando Francesco, morto nel 1226, fu proclamato santo. In seguito, per ospitare i pellegrini che sempre più numerosi arrivavano per visitare quel luogo prodigioso, la chiesetta fu ingrandita. Ma non di molto perché, essendo addossata alla montagna, non c’era possibilità di allargarla.

Ora la chiesa può contenere 150-200 persone. Resta sempre piccola, a dimensione francescana, secondo lo spirito di povertà di Francesco. A Natale, quando l’afflusso dei pellegrini raggiunge il massimo, si vede un grande serpentone di gente che attende paziente di poter entrare in chiesa per pregare sul luogo dove Francesco volle il primo presepe>>.

<< Come celebrerete il prossimo Natale?>>

<<Come sempre, seguendo un programma che si ripete da anni.  A Natale noi siamo invasi dalla gente e il nostro compito e quello dell’accoglienza, e dell’assistenza spirituale. Quindi, saremo impegnati nelle confessioni, nelle celebrazioni eucaristiche, e nel fare da guide ai turisti che, visitando i luoghi, chiedono di conoscere la storia di quanto è accaduto nel 1223>>.

 

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