INVI(T)ATO A TAVOLA

Roberto Allegri, giornalista e scrittore, in un suo curioso pellegrinare per ristoranti e trattorie, ci fa conoscere le emozioni, i profumi, e i retroscena culturali e di costume che sono legati ad antiche ricette di tipici piatti  italiani

UNA “BRICIOLA” CHE VALE UN TESORO

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DI Roberto Allegri - Foto di Nicola Allegri

 

Arriviamo a Grottaferrata direttamente da Milano. Sei ore di autostrada tra rallentamenti, pioggia e camion che sorpassano come in Formula Uno. Siamo stanchi, stufi di stare chiusi in auto e soprattutto affamati.

Ci troviamo sui colli romani per realizzare un servizio nella Specola, l’Osservatorio astronomico del Vaticano, che sta proprio sulle sponde del lago di Albano. Lo faremo l’indomani ma stasera, prima di andare finalmente a dormire, vogliamo cenare alla grande. Stasera andiamo alla “Briciola”.

Con me, mio fratello Nicola, che realizzerà le fotografie per il giornale, e Davide Di Tria, tecnico delle luci e buongustaio.

Alloggiamo proprio a pochi metri dal lago. La vista dalla finestra promette di essere mozzafiato. Per il momento, il buio lascia intravedere solo la scura distesa d’acqua, con le luci delle rive che si riflettono tremolanti come candele in chiesa. Dopo una doccia, ci rimettiamo in auto e tempo una decina di minuti, arriviamo a Grottaferrata. Parcheggiamo e facciamo il resto della strada a piedi.

Abbiamo lasciato Milano stretta in un freddo glaciale, coi campi scintillanti di brina e un’aria gelida che faceva stridere le ossa. Ma qui, a pochi passi da Roma, troviamo invece un’atmosfera che grida a piena voce l’arrivo della primavera. L’aria è frizzante e profumata, trasparente. Non c’è neve accumulata lungo il bordo delle strade e nemmeno quella fitta trama di nebbia alla quale siamo purtroppo abituati. Camminando per le strade della cittadina, assaporiamo un insolito tepore che mette allegria, ripulisce dalla fatica del viaggio e mette ancora più appetito. Questa è la terra della porchetta. Ariccia, infatti, considerato il luogo natio del famoso maiale arrostito, è ad una manciata di chilometri da qui. Ricordo di aver letto che la porchetta di Ariccia è tipica per il rosmarino che viene messo nel ripieno. Lo scrisse anche Gadda: “la porca co un bosco de rosmarino in de la panza”. Da queste parti, non si contano i chioschi, ormai chiusi data l’ora, che promettono le delizie di un voluminoso panino con la porchetta. Credo proprio sarà un’esperienza che affronteremo domani, a lavoro ultimato.

Ma ecco un’ultima svolta, poi una stretta strada in salita. Siamo arrivati.

Il locale è piccolo, stipato di quadri e fotografie alle pareti. Vi si respira immediatamente un’aria familiare, come essere entrati in casa di un lontano parente che non si visita da un pezzo. A venirci incontro è la signora Adriana, la proprietaria, e lo fa proprio come una zia che non vediamo da tempo, tendendoci le mani e sfoggiando un sorriso che è il migliore degli antipasti. Ci dice “Benvenuti”, parola rara nei ristoranti, e ci fa accomodare.

Siamo circondati da fotografie di cantanti. Vedo Lucio Battisti, Mogol, Gianni Morandi, Renzo Arbore, i Ricchi e Poveri: tutti personaggi che sono passati per i locali di famiglia. Sì perché la signora Adriana ha una lunga storia di cucina e ristorazione alle sue spalle.

Il suo cognome è Montellanico. Ed è un cognome molto legato alla cucina romana. Alcuni locali storici di Roma sono stati gestiti proprio dai Montellanico, come “Il Gladiatore” e “Il Cardinale”. La signora Adriana Montellanico ora si dedica, con il marito Alberto e il figlio Raul, a “La Briciola”.

Mentre il signor Alberto, grande appassionato di musica leggera, che possiede circa ventimila dischi e ha conosciuto tutti i grandi e soprattutto Lucio Battisti, di cui era amico intimo, ci racconta episodi inediti sul mondo delle canzone, inizia la sinfonia delle pietanze. In fretta veniamo trascinati in un mondo di sogno fatto di profumi deliziosi e sapori che non si possono dimenticare. La cucina della signora Adriana colma l’aria come una romanza di Puccini.

Iniziamo con i carciofi alla romana, cotti nel vino bianco secondo una ricetta molto antica. Si sciolgono in bocca. Il tortino di spinaci e ricotta adagiato su uno strato di insalata mista è soffice come una nuvola e una volta assaggiato fa subito sorridere di piacere. Ma le zucchine alla velletrana rapiscono il mio cuore all’istante. Ne chiederei un secondo piatto ma la musica prosegue con un piatto di pappardelle al ragù fatte in casa, con le mezzemaniche al sugo di cavolfiore e salsiccia di prosciutto, e con dei rotolini di pasta sfoglia con formaggio e tartufo.

E’ tutto così meraviglioso. Siamo saturi di sensazioni. La stanchezza del viaggio piano piano scivola via di dosso, aiutata anche dal vino rosso che stiamo bevendo. Il cibo dona calore, il morbido languore di una domenica pomeriggio trascorsa a letto. I sapori, intrecci di piccante e salato e dolce, mescolati al velluto dell’olio di oliva, rimangono sulle labbra come un bacio.

E’ un’esperienza che non vogliamo lasciare a metà ed è così con gioia che entriamo nel capitolo dei secondi piatti. Spezzatino di filetto con peperoni e pomodoro, e fagottini di vitello con ripieno di scamorza affumicata. Mangiamo con ardore, ma nello stesso tempo adagio, gustando ogni colpo di forchetta. E quando il cibo lo chiama, concediamo spazio al vino, in piccoli sorsi che amalgamano i gusti e li vestono a festa.

Per tutta la cena, il signor Alberto ci tiene compagnia e ci racconta di Battisti, di Fiorella Mannoia, di Modugno, di Morandi, dei Gatti di Vicolo Miracoli che <<quando hanno iniziato erano in cinque. Tutti lo dimenticano, ma c’era anche una ragazza>>.

<<Io e Battisti stavamo alzati anche tutta la notte a parlare>>, continua. <<Lui all’inizio scriveva le canzoni per gli altri. Una volta mi disse: “quando io comincerò a cantare le mie canzoni, saranno anni di buio per tutti gli altri compreso Gianni Morandi. E così fu.>>

Ci accorgiamo di essere sazi e che la bottiglia del vino è ormai finita. Ma non possiamo lasciare “La Briciola” senza almeno un dolce della signora Adriana. Le millefoglioline su crema di zabaione sono un capolavoro, sono il David di Michelangelo dei dessert. Lei ci guarda finire in fretta, rimestare con foga il cucchiaino nelle ciotole per raccogliere anche l’ultima goccia di crema. Sorride soddisfatta.

E’ la celebrazione del sorriso, questa cena. Il sorriso dell’accoglienza, della bontà del cibo, della carezza del vino corposo, della gentilezza e della avviluppante consapevolezza di aver concluso una lunga giornata nel migliore dei modi.

“LA BRICIOLA di Adriana”

via D’Annunzio 12

Grottaferrata

tel. 06.9459338

labricioladiadriana@libero.it