Le notizie su

Giugno 2003

Febbraio

Marzo 

Aprile

Maggio 

Le Notizie dei primi dieci giorni di Giugno 2003 Le Notizie dall'11 al 20 di giugno 2003

Entra nella Chat dei Fans di Claudio

Torna alla HomePage di Clà

 

30 giugno 2003

 

SI RIACCENDE L’OLIMPICO PER CLAUDIO BAGLIONI

 

Si riaccendono stasera i riflettori dello Stadio Olimpico per l’attesissimo concerto di Claudio Baglioni . Il cantante che ama fare le cose in grande intende ripetere il tutto esaurito come nel ’98 e sul palco gigantesco, messo al centro del campo, ospiterà personaggi di tutto rispetto. Trenta titoli in scaletta per uno spettacolo di circa tre ore che si preannuncia come una vera e propria autobiografia del cantautore, dai suoi primi successi ai brani dell’ultimo cd. Ma quello di stasera si presenta come una festa kolossal, con luci, suoni e effetti speciali che emozioneranno gli oltre cinquantamila spettatori, romani e non.

 

 

Adnkronos

30-GIU-03  20:51

 

MUSICA: ROMA, VELTRONI INVIA LETTERA DI BENVENUTO A BAGLIONI

Il cantante in concerto allo Stadio Olimpico

 

Roma, 30 giu. (Adnkronos) - Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha affidato a una lettera indirizzata al cantante Claudio Baglioni il suo 'benvenuto' al cantante che stasera si esibira' in concerto allo stadio Olimpico. ''Un benvenuto non solo a nome mio, - scrive Veltroni - ma da parte di tutta la citta', a Roma, anche se certo suona un po' strana la parola 'benvenuto' nei confronti di chi a Roma e' nato, a Roma vive e ad essa e' legato da un amore mai nascosto, vero, profondo''.

 

30 Giugno 2003

 

Servigliano: alfieri e musici 

con Baglioni in diretta tv

 

SERVIGLIANO – Continua l'esperienza del Gruppo alfieri e musici storici del Torneo Cavalleresco al tour di Claudio Baglioni. Gli sbandieratori del Gams, dopo essersi esibiti al fianco di Baglioni nel concerto inaugurale della tournée ad Ancona, sono stati confermati dai registi Luca Tomassini e Pepi Morgia per il concerto-evento che il cantautore romano terrà questa sera allo stadio Olimpico a Roma (diretta talevisiva RaiUno). Per la rievocazione storica serviglianese, un ritorno di immagine non indifferente

 

 

STADIO OLIMPICO

IL CONCERTO KOLOSSAL DI CLAUDIO BAGLIONI

 

Claudio Baglioni canterà stasera all’Olimpico. Il cantautore romano torna in uno Stadio, dopo cinque anni, con un concerto-kolossal: oltre tre ore di show live, accompagnato da un supergruppo di 6 musicisti e da un'orchestra di 30 elementi, durante le quali presenterà alcuni assaggi del nuovo album «Sono io, l'uomo della storia accanto», insieme a un repertorio che attraversa gli ultimi trent'anni della storia della musica leggera italiana. Claudio Baglioni e Comieco - il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica - sono i protagonisti di un originale gemellaggio tra musica e ambiente: per promuovere la raccolta differenziata di carta cartone e cartoncino.

STADIO OLIMPICO stasera, ore 21, tel. 06.5922100 

 

 

 

29 giugno 2003

 

Quel sogno da cavalcare ma senza bruschi risvegli

BAGLIONI ALLA DAINESE LANCIA UN MESSAGGIO SULLA SICUREZZA

 

di Andrea Mason

La moto è un sogno, che si può cavalcare (in pista) come una tigre, ma che ogni tanto si inferocisce e ti si può rivoltare contro. E figuriamoci che può accadere sulla strada, tutti i giorni, di fronte alle altre variabili: traffico, meteo e condizioni dell’asfalto, per cominciare.

E per parlare di moto e, soprattutto, di sicurezza, la Dainese, azienda vicentina che dal ’72 protegge chi in moto ci sale, ha riunito all’autodromo del Mugello il campione Valentino Rossi, Claudio Costa, il medico che aggiusta i piloti, Vittorio Cafaggi, che cura le relazioni del griuppo vicentino e Pierluigi Collina, il fischietto più temuto del mondo, colui che di regole se ne intende.

Perchè Collina e Rossi insieme? Perchè entrambi vestono la stessa cosa: un oggetto per la sicurezza che è il paraschiena. Chi a 300 all’ora, chi a 50 all’ora magari con lo scooter, ma in città dove si dipende dagli altri, dove talvolta le regole non vengono rispettate. Quindi un concetto di "sicurezza trasversale".

Le statistiche sugli incidenti su due ruote dicono che in Italia e in Francia ci sono più morti nei centri urbani che sulle strade extraurbane. Perchè uno in città è portato a pensare «vado da qui a lì, faccio tre incroci, metto il casco e basta». Invece è proprio in questa situazione che la protezione è determinante.

Il pensiero del dottor Costa, l’ideatore della clinica mobile per i piloti del motomondiale, è illuminante. «Bisogna tenere presente che in uno sport come il motociclismo non ci potrà mai essere sicurezza assoluta: come pista che come attrezzatura. E questo è assolutamente legato allo spirito e alla sostanza di questo sport. Primo: il casco sicuramente non potrà prometterti che non avrai mai un trauma cranico, nè il paraschiena può promettere di non avere mai un trauma vertebrale, ma abbiamo prove inoppugnabili della loro importantissima funzione ed efficacia.

E poi c’è un altro aspetto molto importante: nel momento in cui uno sa che fa una cosa che può essere rischiosa, mettersi il casco o il paraschiena vuol dire vestirsi di umanità, riconoscere di essere vulnerabile e per questo proteggersi. Se non ci fosse una legge, chissà chi non metterebbe il casco. I piloti invece si sono sempre messi il casco, non hanno bisogno di leggi. E così questa nuova abitudine deve andare anche per le strade dove qualcuno si protegge proprio perchè è umano. Bisogna avere consapevolezza dei propri limiti. Quando i giovani capiranno questo sapranno che si devono proteggere perchè sono esseri umani vulnerabili. E non avranno bisogno nè di leggi, nè di norme, nè di spot di quelli "terroristici"».

Senza scordare che anche il mitico Valentino Rosasi sulla strada normale va in giro col suo caschetto, anche se magari i suoi tifosi pensano che sia una figura invincibile. «E invece il cappellino lo tiene sotto il casco - dice Costa - E magari gli appassionati ci rimangono male, quasi non ci credono che anche un asso del suo calibro è vulnerabile. È questo il problema della sicurezza. Che deve diffondersi a largo raggio».

Alla Dainese nei giorni scorsi ha fatto tappa anche Claudio Baglioni, il giorno dopo il concerto che l’ha visto protagonista allo stadio Euganeo di Padova. Appassionato di motociclismo (e della sicurezza) Baglioni ha dedicato il giubbino Dainese indossato durante il saluto al concerto di Padova all’associazione benefica "Tennis for Africa".

 

 

29 giugno 2003

Il direttore artistico ...

 

di Tiziana Capocasa

GROTTAMMARE Il direttore artistico di Grottammare Festival , Pepi Morgia , ha trovato tempo, tra un concerto e l’altro di Claudio Baglioni di cui cura la regia, di raggiungere la località rivierasca per scegliere i finalisti del concorso per nuovi comici Cabaret amore mio! .

Dopo una prima scrematura ad opera dell’associazione Lido degli Aranci che ha selezionato, nei teatri delle principali città italiane, oltre cento cabarettisti, spetta ora al direttore artistico la scelta dei dodici finalisti che saliranno sul palco del Parco comunale, i primi giorni di agosto. Nella sua prima uscita pubblica, a fianco del nuovo assessore alla Cultura, Stefano Fabbioni , Pepi Morgia ha soltanto annunciato che la formula del Festival non cambia. A causa degli inevitabili ritardi dovuti alle recenti elezioni, il direttore artistico non è stato in grado, infatti, di anticipare né i nomi dei presentatori (contattati i soliti Neri Marcorè e Natascia Stefanenko che pare avrebbero altri impegni), né quelli del vincitore dell’ Arancia d’Oro , e del Premio al sorriso .

Decade, inoltre, la collaborazione con il giornalista Vincenzo Mollica che seguiva la sezione Umorismo nell'Arte . Nell’ambito di tale sezione, a cura dell’ Associazione Artè , verrà proposto l’omaggio dell’artista Debora Ronconi ad Alberto Sordi . Omaggio che verrà anticipato dalla rassegna Cinemamio! che presenterà alcuni dei film più conosciuti girati dal grande attore romano di recente scomparso. Pepi Morgia ha rivelato soltato il nome di uno degli ospiti comici, vale a dire Caterina Guzzanti , sorella della più famosa Sabina , che ha preso parte alla trasmissione televisiva di satira Buldozer . Grazie ad un accordo con Radio 2, infine, le tre serate di cabaret verranno mandate in onda radiofonica nell’ambito del programma Ottovolante

 

 

 

 

 

29 giugno 2003

 

Domani il cantante si esibirà per tre ore su un palco gigantesco, con lui una band, un’orchestra, dame, cavalieri e sbandieratori

IL DIVO CLAUDIO SCENDE NELL’ARENA

 

L’intero stadio Olimpico per Baglioni che promette uno spettacolo “totale”

 

di Marco Molendini

ROMA - L’Olimpico, tutto lo stadio, riapre alla musica. Un’evento raro (dal ’98 sono riusciti a violare l’avarizia del Coni solo Baglioni, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti e Renato Zero). Il resto è solo curva (sud). Ora, tocca di nuovo a Baglioni, cantautore a cui non piacciono le mezze misure e che, stavolta, ha organizzato una vera invasione. A scortarlo, infatti, ci sarà un vero esercito (quattrocento fra operai, attrezzisti, tecnici, giocolieri, ballerini, artisti da strada, sbandieratori, ospiti e musicisti).

Insomma, quello di domani sera, non sarà un concerto, ma un concertone, una festa kolossal, un circo popolare. Non solo: sul palco, gigantesco, messo al centro dello stadio, sono previsti ospiti di rango (si era parlato anche di Totti, ma Baglioni ha precisato che ci sarà, però in platea), non Giorgio Panariello come si era detto (la parola d’ordine è quella di giocare a carte coperte per non rovinare l’effetto).

È una sfida, quella di Claudio. Far aprire lo stadio Olimpico per sessantamila romani (sono già stati venduti cinquantamila biglietti) in una notte di piena e bollente estate, investirli di luci, suoni e tre ore di canzoni. Trenta (più o meno) i titoli in scaletta. Vuol dire che il concerto (che già si è rodato, dopo il debutto di metà giugno ad Ancona, in cinque date ma che prevede di essere un “numero unico” in ogni città) durerà più di tre ore e che, ancora una volta, si tratterà di una vera e propria autobiografia in musica dell’ ”uomo della storia accanto”. E, l’aria che tira, verrà subito svelata con Claudio che, chitarra a tracolla, va alle origini della sua vita musicale infilando Porta Portese, W l’Inghilterra, 51 Montesacro, Signora Lia : quasi un viaggio d’antiquariato.

Il materiale del nuovo disco, Sono io (attualmente sesto in classifica), invece sarà appena citato, senza abbondare. I titoli in programma non dovrebbero essere più di cinque, sei: Sono io, Tutto in un abbraccio, Grand'uomo, Serenata in sol, Fammi andar via . Poi c’è il resto, con la scaletta che proprio in queste ore Claudio sta limando su misura per la sua notte romana: trentacinque anni di carriera, con i classici Mille giorni di te e di me , Strada facendo e Questo piccolo grande amore , rivisitati e riarrangiati. Anche rivestiti, perché mentre Baglioni canta sul palco, accompagnato da sei musicisti della sua band e da un’orchestra di trenta elementi, la folla degli accompagnatori arreda le canzoni e lo show fra coreografie (firmate da Luca Tommassini), dame, cavalieri, sbandieratori e quant’altro, giochi e luci (la regia, al solito, è di Pepi Morgia).

Quasi uno spettacolo totale, rivisto e corretto per ognuna delle sue otto tappe (l’ultima è per il 12 luglio a Catania, ospite promesso: Fiorello). Ma l’impegno di Baglioni non finisce qui. Perchè in autunno sarà di nuovo in pista con il suo spettacolo, sia pure limato e riadattato per ambienti più raccolti. Si tratterà, infatti, di un giro di concerti nei Palasport che prenderà il via da Torino a fine novembre. Potrebbe essere un’autosconfessione, visto che era stato lui a giurare, qualche tempo fa, che non avrebbe mai più suonato nei Palasport a causa della «pessima acustica». Solo che, a ottobre, Baglioni si laureerà in architettura con una tesi, guardacaso, sul recupero degli spazi nati per altri usi, per destinarli alla musica. La sfida sarà, allora, quella di fare appello al suo nuovo mestiere per riabilitare acusticamente i palazzi dello sport.

 

 

 

29 giugno 2003

 

BAGLIONI FA IL PIENO DI FANS ALL’UNIVERSITÀ E PROMETTE: «OSPITERÒ FIORELLO A CATANIA»

La Sapienza gli offre di tenere un corso sulla musica

 

di Assia Baudi Di Selve

ALLE 20.30 di ieri, nella facoltà di Scienze della Comunicazione dell'università La Sapienza di Roma, Claudio Baglioni, prossimo alla laurea in Architettura, ha incontrato studenti universitari e non solo. La sala era troppo piccola per ospitare tutti quelli che avrebbero voluto ascoltarlo. C'è chi è rimasto fuori e si è dovuto accontentare di seguire l'evento sul grande schermo nel cortile a cielo aperto. I giovani sono accorsi da tutta Roma, di sabato sera, non per sentirlo cantare bensì per parlare, sul tema "il suono delle parole", con quel timbro di voce caldo e profondo. Inconfondibile. Elegante nel su completo scuro, ma disinvolto con la camicia bianca sbottonata, ha risposto per due ore ai professori e al giornalista e critico Ernesto Assante, seduti al suo fianco e ai ragazzi suoi affezionatissimi fans.

L'università, che già cinque anni fa ha organizzato il primo appuntamento con il cantautore vorrebbe affidargli un corso sulla musica, forse proprio per il fascino che esercita e il carisma indispensabile per mantenere alta l'attenzione. Lui invece afferma di sentirsi come «Marylin Monroe quando andava a trovare le truppe:non capiva niente di guerra ma erano tutti contenti». Alla prima domanda a bruciapelo «cos'è una canzone?» ha risposto: «è la migliore delle serenate, perché è sempre rivolta a qualcun altro. Alcune resistono al tempo come gli odori. In un istante ti portano in un altro luogo e in un altro tempo».

Sono stati poi affrontati quelli che dovevano essere gli argomenti principali, ovvero il rapporto conflittuale tra l'autenticità del disco e quella di un concerto dal vivo e lo studio degli oggetti musicali attraverso il testo e il suono. Ma l'aspetto tecnico e teorico sono stati appena sorvolati. Baglioni ha parlato di sé. Dei suoi primi successi in Polonia, delle difficoltà incontrate negli anni 70 in Italia, delle sue evoluzioni e del suo continuo sperimentare. «Un cantautore deve provare a tirarsi via dal suo stesso contorno, cambiare abitlo musicale, entrando anche in campi sconosciuti». Secondo lui è concesso tutto, persino corrompere l'autenticità: è il risultato emozionale che conta. Riflessioni sulla musica contemporanea, che «ha ancora molte possibilità di essere rinnovata purché si vinca la paura», sulla televisione, «una grande lavatrice dove se si sbaglia candeggio sei finito», sul potere evocativo della musica «che arriva al cuore solo se scritta col cuore» e sull'arte, che è sofferenza perché consiste nell'estirpare qualcosa che ti è dentro. Baglioni ha parlato di tutto con semplicità e un'autoironia brillante. Colui che scherzando si è detto un pesce fuor d'acqua in quell'aula universitaria, ha dato una lezione esemplare: oltre ad essere un cantautore è prima di tutto un abile comunicatore.

Ancora ignoto l'ospite della prossima tappa, a Roma dopodomani all'Olimpico (ndr: domani – l’articolo è di ieri).

Dopo la capitale Baglioni si esibirà il 5 a Napoli, l'8 a Bari, il 12 a Catania. Ospite dell'ultima tappa dovrebbe essere Fiorello che, nato come Baglioni il 16 maggio, ricambierebbe la visita del cantautore a «Viva Radio 2» in occasione del loro compleanno

 

 

 

29 giugno 2003

BAGLIONI IN CATTEDRA: «LA TV? UNA LENTE DEFORMANTE»

 

Roma. «Mi sento come Marilyn Monroe quando andava a trovare le truppe al fronte». Così Claudio Baglioni ha aperto l'incontro con gli studenti dell’Università La Sapienza, dove circa 500 fra studenti e curiosi hanno trascorso il sabato sera con il cantautore romano.

«La tv - ha detto - è una grande lavatrice in cui se sbagli candeggio sei finito. È il posto più orrendo in cui si possa andare. È una lente deformante sotto la quale nessuno riesce ad essere se stesso. In tv tutti tirano fuori il peggio. Scattano duelli se in un duetto l'altro fa una strofa più di te, gli attori non recitano, i cantanti si esibiscono in playback e i registi, dopo mesi di lavoro, riescono a dire solo scemenze».

Dalla tv il discorso si è spostato sull'industria discografica, oggi in grave difficoltà a causa della pirateria e dell'uso dilagante di Internet per scaricare musica gratuita. Baglioni si è definito nostalgico dei dischi in vinile e ha attribuito al cd «la colpa di aver tolto alla musica il suo supporto unico», il vinile appunto, che ospitava solo musica e non anche foto e video.

Alla domanda di una ragazza che ha paragonato «L'infinto» di Leopardi alla sua «Mal d'universo», (contenuta nel penultimo album “Viaggiatore sulla coda del tempo”), Baglioni ha risposto con un umile «passo». Dei colleghi, dei quali ha ammesso di conoscere poco le canzoni, ha detto: «Ognuno di noi ascolta poco gli altri, ma li sorveglia». Restio alle collaborazioni con altri cantanti negli album, Baglioni sta ultimando un giro di concerti negli stadi in cui ha ospitato anche Bocelli, Morandi, Laura Pausini e Biagio Antonacci. Ancora ignoto l'ospite della prossima tappa, domani all'Olimpico di Roma. Dopo la capitale sarà a Napoli sabato prossimo.

 

 

 

29 Giugno 2003

DOPO BAGLIONI VINCITORE DELL’EDIZIONE 2003

PERSONAGGI ECCELLENTI ALL’8º PREMIO LUNEZIA

 

AULLA. Oltre 15mila richieste per assistere all’8º Premio Lunezia, che prevede un cast incredibile e che sfogherà il suo mandato di premio letterario delle canzoni italiane il 18, 19 e 20 luglio ad Aulla.

CONFERMATA LA PRESENZA DI CLAUDIO BAGLIONI CHE CHIUDERÀ LO SPETTACOLO DEL 20 LUGLIO CON UN MEDLEY AL PIANOFORTE, È LUI INFATTI IL VINCITORE DELL’OTTAVA EDIZIONE PER L’ALBUM “SONO IO L’UOMO DELLA STORIA ACCANTO”, si ufficializzano altre autorevoli presenze: il 18 Luglio Anna Oxa, vincitrice della sezione “Lunezia Autrice dell’Anno” si esibirà accompagnata al pianoforte, facendo da madrina alla prima serata “Giovani Autori” del Lunezia. Il 19 luglio Niccolò Fabi canterà e ritirerà il Premio Lunezia della critica per l’Album “La cura del tempo”, padrino quindi della seconda serata “Giovani Autori”.

Il 20 Luglio avrà altri due superospiti: ci sarà anche Amedeo Minghi per esibirsi e ritirare il Premio Lunezia alla Carriera, un tributo meritato per un bravissimo compositore di testi, un genio dell’intreccio fra musica e parole. Cesare Cremonini è atteso invece per ritirare il Premio Lunezia Poesia del Rock, per il brano e il testo di “ Padre e Madre “. Presentatrice della serata Francesca Senette giornalista del TG4, che sarà coadiuvata da Stefano De Martino.

Un’orchestra di 20 elementi accompagnerà la recita dei testi, testi interpretati dal protagonista di “Vivere” Edoardo Siravo e dall’attore dello stabile di Genova Andrea Pierdicca.

Le attività alberghiere della zona sono già al tutto esaurito per questa ottava edizione del Lunezia che avrà per teatro ancora Piazza Gramsci.

Dalle ore 21.30 in poi, l’organizzazione promette più platea non riservata per questo appuntamento della cultura musicale italiana, che ancora una volta si consuma nel costume e nella cultura lunigianese caratteristica di Aulla.

 

 

Ansa

ROMA, 28 giugno

MUSICA: INCONTRO BAGLIONI STUDENTI

 

- “Mi sento come Marilyn Monroe quando andava a trovare le truppe al fronte”. Così Claudio Baglioni ha aperto l'incontro serale con gli studenti della Sapienza. 500 universitari hanno trascorso il sabato sera con il cantautore a Sociologia.

Baglioni parlando dei suoi 35 anni di carriera ha detto: “La tv e' una grande lavatrice in cui se sbagli candeggio sei finito. E' il posto più orrendo in cui si possa andare, una lente deformante sotto la quale nessuno riesce ad essere se stesso. In tv tutti tirano fuori il peggio”.

29 Giugno 2003

IO CANTO PER LA CITTÀ PIÙ VIVA

 

di CLAUDIO BAGLIONI 

«SONO stato sempre altrove, non so dove, però le cose della vita le ho trovate sulla via di casa mia». Di solito non rubo i versi alle mie canzoni, ma questa era un'occasione speciale e non ho resistito. Chiedo venia. Del resto, credo che una dichiarazione d'amore per questa città la mia città su queste pagine, valga anche un piccolo peccato. Perché non c'è niente come tornare nel posto che mi ha visto nascere due volte uomo e musicista e mi ha regalato emozioni che non sarei mai in grado di raccontare.

Quando prima che questa mia avventura avesse inizio le cose non andavano ed ero quasi sul punto di rinunciare, da dietro le persiane accostate di un palazzo sconosciuto mi vennero incontro le note del mio primo 45 giri. Come se lei la città sapesse come sarebbe andata a finire e mi invitasse a tenere duro, a non mollare. E nei momenti nei quali come capita a tutti le cose sembrano non girare, ripenso a quel lontano pomeriggio di periferia e ritrovo sempre la forza per un sorriso e un supplemento di energia.

Ma tornare a Roma, più che ritrovare lei (un'affascinante signora che indossa con straordinaria disinvoltura i suoi quasi tremila anni!) è ritrovare se stessi. Una miriade di se stessi, disseminati ovunque. Nei cortili dei palazzi, all'uscita di scuola, agli angoli misteriosi dei primi appuntamenti, nei locali dove ci fingevamo adulti o nelle cantine dove chiedevamo alla musica di spiegarci cosa fosse la vita. Passare in questi angoli significa rivedere gesti e pensieri. Sentire la voce arrochirsi e farsi profonda, specchiarsi per la milionesima volta in una vetrina e scoprirsi, all'improvviso, con i capelli bianchi.

Solo a Roma è così. Solo lei custodisce tutti i segreti, con lo sguardo complice di un'amica che non li svelerà mai. E solo lei conosce la paura. La paura di essere di nuovo qui per lei, in quello stesso stadio che cinque anni fa, per la prima volta, apriva ogni angolo di sé alla musica leggera. Una paura che trentacinque anni di musica, ventidue album, mille concerti non hanno cancellato. Ed è sempre lì, compagna fedele, capace di rendere elettrizzante e imprevedibile ogni vigilia. E, allora, non ti resta che cercare di sfruttarne la forza, trasformando in energia la carica di adrenalina che ti scuote alla sola idea di trovarti di nuovo al centro dell'Olimpico. E di energia ce ne vuole e tanta per affrontarlo, perché lì in mezzo ti senti un granello di sabbia su una spiaggia deserta un istante prima che il più burrascoso degli oceani gli scarichi addosso un'onda gigantesca. Forse è proprio perché non ho dimenticato cosa significa tutto questo, che sul prato dell'Olimpico non sarò solo. Ho detto sul prato non a caso, perché non ci sarà un palco. Almeno non nel senso nel quale siamo abituati a immaginarlo. Lo show si svolgerà in uno spazio scenico innovativo realizzato insieme agli studenti dell'Accademia delle Belle Arti che occuperà quasi interamente il prato. Così, non solo offriremo uno spazio molto più grande alla creatività, all'espressività, alla voglia di improvvisazione, ma il pubblico non sarà penalizzato, né dal punto di vista della visuale (la distanza, infatti, sarà dimezzata e uguale per tutti), né da quello della qualità dell'ascolto.

Non sarò solo, dicevo, perché, oltre ai sei musicisti della band, ai trenta elementi d'orchestra e ad altrettanti performer, saranno con me centinaia di giovani artisti di strada, atleti, ballerini, fantasisti, con il loro linguaggio, la loro gestualità, la loro straordinaria carica di energia. Una sorta di "live stage", che darà a loro la chance che meritano e a voi il piacere di veder prendere forma nuove emozioni.

Tutto questo non perché i grandi spazi chiamino i grandi numeri. Non soffro di mania di gigantismo e non ho in mente un kolossal, ma uno show frutto di una pluralità di esperienze, di sensibilità, di voci, di linguaggi. Non un concerto usa e getta quindi , di quelli che scivolano via secondo il solito, collaudato (ma, ormai, consumato) copione, ma uno spettacolo dinamico, ogni volta diverso, grazie al quale, chi verrà all'Olimpico, non assisterà ad una replica, ma ad una vera e propria prima.

Ma la vera novità, non sarà l'orchestra, i performer, i giovani artisti, gli ospiti a sorpresa, né la struttura dinamica dello show. La vera novità saranno le canzoni. So che può sembrare un'affermazione ovvia, ma non è così. La verità è che questo nuovo disco mi ha fatto ritrovare la voglia di riscoprire quelle canzoni che mi hanno dato così tanto e che hanno cercato di regalare una piccola emozione anche a voi.

Per questo per la prima volta ho deciso di ripercorrere tutti i momenti più importanti di questi trentacinque anni di musica, riproponendo anche alcuni tra i brani più amati, che non suono più da tempo. Da troppo tempo, forse. Ci sarà, certo, spazio anche per il nuovo album. Non tutto, però. Qualche piccolo assaggio, attraverso quei brani che mi sembrano i più adatti ad essere eseguiti in uno stadio; perché, in fondo, è a questo "Sono io, l'uomo della storia accanto" che debbo questo sguardo nuovo e più leggero sul mondo, insieme al desiderio di incontrarci, ancora, per affrontare, fianco a fianco, un altro pezzo di strada.

29/06/2003

Luci, colori, suoni a tutta valvola
 
Luci, colori, suoni a tutta valvola. Il concerto di Claudio Baglioni allo stadio Franchi, — come da copione — è stato un trionfo annunciato. Oltre ventimila persone l'altra sera sono state a Firenze per l'atteso spettacolo del sempreverde re dell'italico melodico. In fila, fin dalle prime ore del pomeriggio, sfidando il caldo e l'afa, le tantissime fans unite da un gusto musicale che va al di là del generazionale, si sono date appuntamento per accaparrarsi il miglior posto possibile per «ascoltare Claudio da vicino». E finalmente, dopo una lunga attesa sugli spalti, alle 21,15, ecco lo spettacolo. Fantasmagorico, coloratissimo, lontano da ogni previsione. Lo show di Baglioni ha coinvolto ben cinquecento figuranti, che ballavano e si muovevano attorno a lui, che cantava su un palco che era in diagonale sul campo. Tutta l'azione scenica dei figuranti si svolgeva sul prato. Grande commozione per un pezzo cantato con il figlio, Giovanni; e altrettanta per due eseguite con Biagio Antonacci, l'ospite a sorpresa di questa tappa del tour. L'ultimo pezzo «Via» verso la mezzanotte. Niente bis di Baglioni. Solo il giro completo del campo seguito da tutti i figuranti.
 

29/06/2003
Ieri alla facoltà di Scienze della Comunicazione


Claudio Baglioni prof per una sera
 
di Gabriele Isman
Claudio Baglioni arriva a Scienze della Comunicazione e spopola: ieri sera, nel centro congressi della facoltà della Sapienza, in via Salaria, per l´incontro con il cantautore c´erano 400 studenti, soprattutto ragazze. E lui - completo nero, camicia bianca, seduto accanto ai docenti e ai ricercatori - non si risparmia. Scherza sul concerto di martedì prossimo all´Olimpico e non rivela chi sarà l´ospite: «Totti? Sarà in tribuna non sul palco». È onestissimo: «Negli anni Novanta ho scritto cose che devo ancora capire». Ricorda i tempi duri: «Prima di Piccolo grande amore ero famosissimo soltanto in Polonia. Nel 1971 volevo ritirarmi». Si fa serio quando riflette sulla canzone: «Non so esattamente cosa sia». E poi ancora onestà: «Sono giorni in cui non c´è grande coraggio nel mondo della musica. Un po´ tutti scriviamo cose già sentite». Il pubblico ascolta contento, poi verranno gli autografi. Non canta e non risponde al professor Mario Morcellini che gli offre «una presenza meno estemporanea». Sembra a proprio agio: «A ottobre mi laureo in Architettura a Valle Giulia». Ha finito. «È proprio simpatico» dice una ragazza. Poi le squilla il telefonino: la melodia è Mille giorni di te e di me.


29/06/2003

Claudio Baglioni: "La tv é orrenda" 


"La tv è orrenda: chiunque, in televisione, riesce a far emergere il proprio lato peggiore": questo, come riporta l'agenzia ANSA, è quanto dichiarato da Claudio Baglioni agli studenti dell'Università La Sapienza di Roma. Il cantautore romano ha anche confessato ai giovani: "Mi sento come Marilyn quando andava a trovare le truppe al fronte".


29/06/2003

Gli sbandieratori con Baglioni
 
di Arnaldo Valdarnini
CASTIGLION F.NO – Partito con successo da Ancona il 14 giugno e dopo averlo confermato a Milano, Padova e Firenze, il tour di Claudio Baglioni approderà allo stadio Olimpico di Roma martedi prossimo 1° luglio, dove avrà come superospite Giorgio Panariello e molto probabilmente il bomber giallorosso Totti.
Qualcuno si chiederà: “Cosa c'entra Baglioni con Castiglion Fiorentino?” Invece c'entra, eccome! E la risposta è in grado di chiarire il perché. Infatti sul palco della capitale, a far da coreografia allo spettacolo del Claudio nazionale, insieme ad altri gruppi, ma unico di sbandieratori, ci sarà anche il Gruppo Storico “Castiglion Fiorentino”, con dame, cavalieri, musici nei loro costumi rinascimentali e, logicamente, gli alfieri con le bandiere bianco-rosse.
Recentemente i componenti il “Gruppo Storico” castiglionese hanno avuto un'audizione con il cantante, il regista e il coreografo del tour, in occasione della quale sono stati illustrati i tempi e i modi delle loro esibizioni nel corso dello show romano di Baglioni. Una è prevista durante l'esecuzione di un brano musicale inedito, un'altra insieme con altri gruppi di scena, sulle note della canzone “Via” che dovrebbe concludere il concerto.
Veramente una bella esperienza per i rappresentanti bianco-rossi, attualmente impegnati in un vero tour de force.
Infatti, su invito dell'Unesco, hanno lasciato Castiglion Fiorentino venerdi sera con meta Malbronn in Germania, per partecipare (ieri 28 e oggi 29 giugno) alle manifestazioni pro- mosse per celebrare il riconoscimento del castello-monastero di quella città, quale patrimonio della cultura mondiale. Saranno di ritorno lunedi mattina. Avranno appena il tempo di disfare i bagagli, rimettere in ordine i loro costumi, recuperare energie e quindi trasferirsi immediatamente a Roma per partecipare alle prove ed allo spettacolo di Baglioni.
Seguirà una brevissima pausa, prima di una nuova partenza, questa volta in Francia, dove nei giorni 5-6-7 luglio le bandiere bianco-rosse del Gruppo Storico e Sbandieratori “Casti- glion Fiorentino” voleranno festose nel cielo di Montluçon, nella regione Bourbonnais a sud di Parigi. 
 
Ansa 

29/06/2003

Musica: Incontro con Baglioni studenti
 
ROMA, 28 giugno - “Mi sento come Marilyn Monroe quando andava a trovare le truppe al fronte”. Così Claudio Baglioni ha aperto l'incontro serale con gli studenti della Sapienza. 500 universitari hanno trascorso il sabato sera con il cantautore a Sociologia.
Baglioni parlando dei suoi 35 anni di carriera ha detto: “La tv e' una grande lavatrice in cui se sbagli candeggio sei finito. E' il posto più orrendo in cui si possa andare, una lente deformante sotto la quale nessuno riesce ad essere se stesso. In tv tutti tirano fuori il peggio”.


 

28 Giugno 2003

Tangueri, pattinatori, karateka: l´emozione, la fatica dei fiorentini ospiti della popstar ieri sera

LA NOTTE DI BAGLIONI

La strana notte dei 300 giovani sul palco dello stadio

Lo spettacolo sono loro

 

Di Fulvio Paloscia

Alle due del pomeriggio, in uno dei parcheggi sotterranei dello stadio Franchi, il caldo torrido si appiccica addosso come una morsa lattiginosa. Ma i 300 ragazzi fiorentini che Baglioni ha voluto accanto a sé in questo tour delle meraviglie, sono fieri di essere qui, in questo stanzone spoglio e buio, con degli specchi appoggiati alle pareti per chi vuole provare i passi di danza, i panini spiaccicati in terra («è tutto quello che ci hanno dato da mangiare insieme a una mela»), le bottiglie d´acqua contorte dal calore, zaini ammassati, stereo, cd e qualche sacchetto di plastica. I karateka si esercitano con le ultime mosse prima di entrare nello stadio. «Stasera ci esibiremo in un kankudai. E´ un combattimento che si esegue nelle quattro direzioni, fingendo di avere davanti un avversario». Intanto i telefonini squillano per gli ennesimi in bocca al lupo. E qualcuno azzarda anche richieste stravaganti via sms: «Portami Claudio!».

Chi balla con chi? Non è facile capirlo in mezzo a questo via vai di pattinatori, karateka e danzatori. «Ma tu non sei del flamenco?» chiede Giulia alla ragazza accanto. «Sì e infatti balliamo insieme, non te ne sei accorta?»: capita di essere un po´ confusi nella baraonda di queste prove generali. Ma a rimettere tutti a posto ci pensa l´aiuto coreografo Andrea, con il suo inseparabile megafono attraverso il quale sbraita ordini marziali, con tanto di contrappello. «Fiume est a sinistra, fiume ovest a destra», ordina. Così Baglioni ha ribattezzato le zone del campo che circondano la passerella lunga 120 metri, illuminata da luci issate su 10 torri pendenti alte 18. I ragazzi si muovono. Due lunghi serpentoni colorati che si avviano compiti e silenziosi, stile giuramento di leva, verso il centro del campo, dove provano per tutto il pomeriggio, fino a quando non vengono aperti i cancelli e il pubblico comincia ad affluire sugli spalti.

Scorrazzano qua e là a passo di danza, agitano le mani verso il cielo, percorrono ogni angolo del palco in una sorta di lenta processione, ad un certo punto si uniscono in un gigantesco girotondo. Sono tesi, emozionati, caricati a mille. Le ragazze con pantaloncini e costume da bagno, i ragazzi a torso nudo. Il sole picchia. Ogni tanto appare anche lui, Baglioni, camicia celeste e jeans, un gigantesco sombrero colorato in testa. Intorno a lui, in scena c´è di tutto: sfere trasparenti, attaccapanni, sculture fatte con bottiglie di plastica, due ragazzi portano sottobraccio un canotto coloratissimo e una ciambella da spiaggia con tanto di papera. «E´ l´unica prova che facciamo sul palco. O la va o la spacca», spiega Francesca agitata. Lei balla hip hop, stasera sarà vestita da sposa con l´abito bianco, ma ai piedi avrà le scarpe da ginnastica e in testa un enorme parrucca arancione.

Gli sbandieratori del gruppo «Città di Firenze» sono quelli più a rischio: se durante l´esibizione casca una bandiera il pubblico se ne accorgerà di sicuro. «E poi ci sono tutti i nostri amici» dicono Marco, Simone e Manuel. Ci tengono a dirlo: non c´entrano niente con quelli del calcio storico, «noi accettiamo tutti: anche le donne e i bambini». C´è chi ha invitato la ragazza, chi addirittura il capufficio, «l´ho detto a tutti, da settimane non parlo d´altro e sono giorni che ascolto solo Baglioni. Ho il cd fisso in macchina» continua Marco. La canzone affidata alle acrobazie dello loro bandiere bianche è «La via dei colori», ma a Silvia sarebbe piaciuto di più «Avrai». Paura, emozione? «Un po´, ma quando sei sul palco ti passa. Che ci siano dieci persone o migliaia di spettatori, ti isoli, ti concentri solo su quello che devi fare, la tua bandiera, e ti dimentichi di tutto il resto». Sergio è senza dubbio quello a cui stasera batte meno forte il cuore per la tensione: «Si figuri, ho sfilato in Giappone, Dubai e anche ai mondiali di calcio in Messico nel 1980. Altro che Baglioni...». Ma il divino Claudio l´avete già visto? «Ieri durante le prove – rispondono Marco e Manuel - e gli abbiamo anche rubato una foto tutti insieme».

Bandiere bianche. Come chi, in guerra, si arrende. E lo spettacolo tocca anche il tema della pace, con tanto di bandiera arcobaleno regalata a Baglioni da Palazzo Vecchio e esposta sugli spalti: il cantautore la porterà con se nelle prossime tappe del tour «come simbolo di Firenze città della pace». I ragazzi del comitato tae-kwon-do «Riviera etrusca» si esibiranno durante «Noi no» che Baglioni canta contro la guerra: «Siamo contenti di questo - spiega Gabriele - perché la nostra disciplina viene spessa tacciata di violenza e invece insegna a crescere insieme nell´armonia, è educazione dello spirito più che del corpo». E poi loro sono tutti per la pace, tranne Mario, che si dichiara «filoamericano e pro Bush» beccandosi i fischi degli amici. C´è anche Vincenzo al quale Baglioni non va proprio giù: «Avrei preferito i Pink Floyd o Paolo Conte...».

Danza egiziana di matrice araba. Molto meglio che danza del ventre «perché significa occidentalizzazione e volgarizzazione» spiegano Melania, Sara e Michela del gruppo «Le danzatrici di Iside», orgogliose di praticare questa disciplina perché è «l´essenza della femminilità». Che ci fate qui? «Stasera sperimenteremo: balleremo Baglioni rigorosamente vestite con gli abiti tipici. Non sarà facile adattare le movenze tipiche della danza egiziana alla melodia di Baglioni» dice l´insegnante. Fuori la gente si ammassa alle entrate; molti arrivano trafelati: alle 19 il traffico verso le stadio è bloccato, in viale Lavagnini non si passa. Le prove sul palco finiscono ma continuano in una palestra dello stadio dove i 300 ragazzi migliorano gli errori commessi («se la ragazza davanti a te non ti fa passare tu sgomita, non hai il tempo di chiedere permesso» dice una coreografa ad una ballerina di flamenco) affinché il caos diventi spettacolo. Perché questa non è solo la notte di Baglioni. Ma anche la loro. (hanno collaborato Serena Wiedenstritt e Elena Favilli)

 

 

 

 

28 Giugno 2003

Icona del canto leggero italiano, portò 30 anni fa Claudio Baglioni in cima alle classifiche.

E diventò un marchio indelebile sulla sua carriera

BAGLIONI: LA CANZONE DELLA VITA

 

di Michele Serra

"Quella sua maglietta fina" compie trent´anni. Milioni di lavaggi non l´hanno ancora lisa, né i fiumi della tenerezza popolare, né l´ironica sufficienza con la quale rileggiamo gli anni. Piccolo grande amore salì in cima alle classifiche e ci rimase per buona parte del ´73, anno molto politico, non ancora di piombo ma comunque tempestoso, e intensamente segnato dai moti studenteschi e dalle lotte operaie. Una trepidante canzone sentimentale, scritta da uno studente di architettura romano che si sentiva permeabile ai tempi e all´impegno, ma aveva una sua vena intimista, introversa, in apparente controtendenza con i fiammeggianti umori pubblici dell´epoca.

Quella canzone sarebbe diventata più di un classico: la vera e propria icona del cantare leggero nazionale, piccolo melodramma corale rieseguito in mille luoghi e mille forme, forse il più popolare e il più italiano di tutti i brani pop. Come Mamma, come O surdato innamorato, come Volare, ma perfino più slegata dal suo contingente melodico, dal suono del momento, come se fosse la sintesi fortunata di modi e inflessioni di molte scuole e molti periodi: qualcosa di Battisti, qualcosa di Napoli, qualcosa della moderna malinconia cantautorale, il cantare dispiegato della tradizione popolare romana, e naturalmente l´eterna influenza dell´eterno melodramma.

Baglioni ne parla volentieri, con affetto e con orgoglio. «C´è sempre un rapporto teso e difficile tra ogni cantante e la sua canzone-didascalia. Se non altro per l´obbligo di eseguirla sempre e comunque, che rischia di diventare ossessivo. Con Piccolo grande amore ho avuto anch´io, e per parecchi anni, una relazione tormentata. Costretto a furor di popolo a metterla nella scaletta dei concerti, ne ho fatte tre o quattro versioni diverse, anche piuttosto strampalate. Finché un giorno, a Palermo, alla fine di un concerto nel quale avevo eseguito una specie di riedizione new-age di Piccolo grande amore, venni duramente affrontato da una ragazzina. Gentile ma incazzata. Lei - mi disse - non può permettersi di fare così. Quella canzone non è più sua, è nostra, è di tutti. La faccia come piace a noi, la faccia come è davvero...Discussi animatamente con la ragazzina per un bel po´. Ci ripensai: niente da fare, la ragazzina aveva ragione. Piccolo grande amore non era più mia, era una specie di bene pubblico. E da allora ho fatto pace, definitivamente, con la maglietta fina...».

Che poi, Baglioni, non è così canzonetta, non è così corriva, no?

«No. Ha quattro parti che si rinnovano per due volte, e ha una introduzione importante. Ennio Morricone mi disse una volta che non è una banale canzonetta, non credo che volesse solo essere gentile. Certo, per gli anni nei quali l´ho scritta non era abbastanza impegnata. Il suo successo

travolgente, per certi aspetti, fu una vera e propria zavorra...».

In che senso, Baglioni?

«Faceva parte di un concept-album, uno dei primi nel suo genere, nel quale parlavo della vita giovanile in tutti i suoi aspetti, compresi i cortei studenteschi e la contestazione. Ennio Melis, produttore artistico della Rca, decise che di cantautori impegnati ce n´erano già troppi. Intervenne tagliando tutta la parte "politica" del disco. E poi ero arrivato ultimo in due concorsi per cantautori. Non penultimo, proprio ultimo, e in tutti e due. Ero riuscito ad avere successo solo in Bulgaria e in Cecoslovacchia, e mi trovai a dover decidere se trasferirmi lì oppure lasciare perdere. E conclusi che era meglio lasciar perdere, tornare a Valle Giulia e ricominciare a dare i miei esami di architettura...».

E poi?

«Poi, una mattina, già da ex cantautore, mi accorsi che avevo dimenticato una chitarra alla Rca, la mia casa discografica. Andai a cercarla, e quando stavo per uscire, nell´indifferenza generale, una segretaria mi fermò e mi disse: ma Claudio, lo sai che il tuo disco è entrato in classifica? E´ già al secondo posto. Tornai a casa prendendo i soliti tre autobus, abitavo a Centocelle. E ricordo perfettamente che guardai tutte le finestre di tutte le case di Roma, pensando che in quel momento, forse, c´era qualcuno che stava ascoltando il mio disco, c´era qualcuno che sapeva chi ero...».

 

 

 

28 Giugno 2003

 

L’EVENTO / Il cantautore in un megashow con band, orchestra e bolle di sapone.

E stasera incontra gli studenti alla Sapienza

BAGLIONI KOLOSSAL E SUL PALCO ANCHE TOTTI

Per il concerto di martedì l’intero stadio Olimpico e un cast di 400 persone

 

di Sandra Cesarale

Claudio Baglioni ha voluto anche le bolle di sapone nel tour che, dopo cinque anni, lo riporta negli stadi. E ci ha aggiunto 10.000 metri quadrati di stoffa, 3.000 palloncini, 150 sfere trasparenti. Un cast che, fra ballerini, figuranti e musicisti, è formato da più di 400 persone. Il colossale show arriverà a Roma martedì. Per Baglioni è pronto tutto lo Stadio Olimpico. Come nel ’98, quando il cantautore romano, prima di tutti, riuscì a ottenere per un concerto l’intero tempio del calcio romano. Dopo lui, ce l’hanno fatta Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Renato Zero. Intanto stasera all’Università La Sapienza (ore 20.30, nel centro congressi di via Salaria 113) Baglioni incontrerà gli studenti per parlare della «Musica quale strumento di comunicazione».

Quella all’Olimpico è la quinta data di un tour fatto da grandi numeri e pochi concerti (otto in tutto). Ogni serata è vissuta e allestita come se fosse un evento unico. Arrivano ospiti nuovi per ogni data: il capitano giallorosso Francesco Totti e un cantante ancora da definire. Cambiano in ogni città i figuranti che sono stati scelti con cura dal regista Pepi Morgia e dal coreografo Luca Tomassini.

Soltanto le canzoni sono le stesse: quelle del passato e le più nuove, che appartengono a «Sono Io, l’uomo della storia accanto». Un disco, lo ha detto lui stesso, «più dettato dal cuore che dalla testa. Pieno di sentimenti. Un disco di omelie, di amore verso l’amore, verso le idee e un mondo che sia più armonioso». Claudio salirà sul palco, imbracciando la chitarra, e intonerà subito «51 Montesacro», «Signora Lia», Tu come stai», «Sabato pomeriggio», «Da me a te», «Amore caro amore bello», «Porta Portese». Poi tre ore di musica, con il cinquantaduenne artista accompagnato da una band di 6 musicisti e da un’orchestra di 30 elementi.

STADIO OLIMPICO martedì ore 21, tel. 06.5922100

 

 

 

28 Giugno 2003

Il Brano

Canzone popolare e ingombrante

UN "MOSTRO" INATTACCABILE

Mai una melodia creò più dibattiti

 

di Gino Castaldo

L´amore, d´accordo, ma poi il dubbio finì per riguardare la canzone stessa: era piccola o grande? Oppure piccola «e» grande, come il «piccolo grande uomo» del film che in quegli anni era di gran voga e che forse ha ispirato il celebre ossimoro? Una cosa è certa, mai una melodia italiana ha maggiormente diviso il pubblico. Non si poteva negare che fosse ben fatta, ma cedeva a un sentimentalismo spudorato, un trionfo «popolaresco» di poesia adolescenziale che segnava un netto spartiacque col mondo adulto della canzone d´autore. Insomma, bisognava canticchiarla di nascosto. Poi arrivò Baudo che in un Sanremo di tanti anni fa decretò in pompa magna che «Questo piccolo grande amore» era la canzone del secolo. E giù polemiche, di nuovo. Una canzone può diventare una bandiera, un emblema, una piccola grande zavorra di cui Baglioni non riesce in alcun modo a disfarsi. Ha faticato sette camicie per spiegare al mondo di non essere solo quello della «maglietta fina». Col passare degli anni l´ha proposta in mille modi diversi, cercando di sporcarla e maltrattarla (in scaletta era segnata come QPGA), e in un caso perfino in stile reggae. Ma non c´è niente da fare, come un misirizzi, quella torna sempre su, uguale a se stessa, un mostro ormai indipendente dal suo creatore

 

 

 

 

28 Giugno 2003

PAROLE IN MUSICA

 

Nella Facoltà di Scienze della Comunicazione de La Sapienza, via Salaria 13, alle 20.30 Claudio Baglioni incontra gli studenti in occasione dell'iniziativa "La musica quale strumento di comunicazione". Interventi di Mario Morcellini, Paolo De Nardis, Federico Del Sordo, Ernesto Assante

28 Giugno 2003

CLAUDIO BAGLIONI STORY IN UN CONCERTO KOLOSSAL TRA EMOZIONI E NOSTALGIA

In ventimila allo stadio per la tappa fiorentina del cantautore

 

di Paolo Falconi e Gabriele Rizza

FIRENZE. Quarta tappa di un viaggio per incontrare i fans di tutta Italia, in grandi spazi. Claudio Baglioni non vuole fare il percorso da solo, ma con una band e un folto gruppo di «amici» che danno all’happening un sapore e un colore che restano inesorabilmente negli occhi e nella mente del pubblico.

E anche ieri sera l’«Artemio Franchi» di Firenze, nonostante i suoi ventimila spettatori si è rivelato un luogo troppo piccolo per contenere tutti e troppo grande per contenere uno solo, lui il Claudio nazionale di bianco vestito.

Così, il progetto di un percorso e di un viaggio in spazi infinitamente grandi (ma per questo non certo dispersivi) in lungo e in largo attraverso la penisola ha trovato nella «stazione» fiorentina un’altra finestra dove raccontare, vivere, provare a emozionarsi e riuscirci per tutte le due ore e mezzo abbondanti di canzoni «ancora buone da cantare».

Un salire e scendere continuo da quel treno di ricordi di questo cantante romano del quartiere Montesacro che da 35 anni fa sognare con le sue parole e le sue musiche intere generazioni.

E allora è bello vedere quasi sessantenni accanto a ventenni: i primi seguono Baglioni dai suoi inizi con le sette note, quando la sua «Signora Lia» metteva in gioco la sua voglia di amoreggiare, prima di arrivare all’amore vero, quello con la «maglietta fina»; i secondi, cioè i ventenni di oggi, lo conoscono con i capelli sale e pepe pronto a rimettersi in gioco e a ritrovarsi «ancora qui», magari al «di là del ponte» di una vita e di situazioni che mutano, ma sempre «fianco a fianco».

In questo progetto, la stazione fiorentina del tour, Claudio Baglioni ha avuto come spalla Biagio Antonacci; come già ebbe Andrea Bocelli all’esordio di Ancona e Gianni Morandi all’appuntamento di Padova.

Un blocco che, a dire il vero, ha riscosso successo. Insomma, il binario sul quale viaggiano le emozioni e i pensieri di Baglioni appare ancora lunghissimo.

Al di qua e al di là del finestrino compaiono ancora panorami assolati, cieli sereni e un sacco di amici.

E un sacco di artifici riguardano lo spettacolo totale messo in piedi per il tour 2003. Il precedente più illustre si chiama Wagner che alle spalle aveva miti ed eroi di teutonico spessore. Ma Claudio Baglioni non si tira indietro. E rischia. Gli spazi sono grandi come gli stadi, tanto meglio. Ci vogliono vagonate di gente, di tecnici e di attrezzature per riempirli e renderli ancora più suggestivi, come una grande cascata di luci, suoni, immagini e movimento, niente paura.

Dentro ci mettiamo di tutto e di più come recitava un vecchio (neanche tanto) slogan di quando la Rai era la Rai. Le prove generali di due anni fa all’Olimpico di Roma non sono state vane. Così come contribuisce a formulare questa nuova dimensione «kolossal e global» dello spettacolo il suo nuovo ruolo di architetto: Baglioni è tornato all’università e ora, dopo due anni di studi, c’è una bella laurea che lo aspetta a Valle Giulia, sessione autunnale. E allora vai a 360 gradi, lui al centro seduto al piano, e il resto che ruota tutt’intorno, pubblico compreso.

Nel brusio della sera dei ventimila del Franchi, calda e sudata come poche, fra effetti di luci e sciabordio di fumi, una lunghissima processione avanza verso il palco spalmato per tutta la lunghezza del campo come una strada o il ponte di prima classe di un transatlantico, circondato da bolle luminose e da dieci tralicci carichi di riflettori e diffusori.

Sono i 300 ragazzi selezionati per l’occasione, istruiti da Pepi Morgia e Luca Tommasini, ballerini performer figuranti attori sportivi sbandieratori e così via, che tutti vestiti di bianco (Claudia Tortora firma i costumi) fanno un fiume lento e solenne in maestoso incedere, prima di sprigionare dagli accendini fiammelle di benvenuto e partecipata emozione al termine del primo pezzo.

Poi ogni gruppo, (il più numeroso, un’ottantina di ragazzi, arriva dalla Palestra Victoria Club di Montemurlo) indossa il suo abito e recita la sua parte: chi balla il flamenco, chi fa break dance, chi il tango, chi sprigiona energia da match di arti marziali, chi da incontri di judo, chi si improvvisa clown e chi giocoliere, chi disegna arabeschi con le bandiere, mentre Claudio si muove da un lato all’altro del palco, dove sta l’orchestra sinfonica di una trentina di elementi (oltre alla band), seguito da uno stuolo di ballerini professionisti che tengono il ritmo e danno il «senso» coreografico ai vari brani. L’effetto è rutilante, immaginifico, sicuramente grandioso (e molto professionale).

 

28 Giugno 2003

PARRUCCHIERE PRATESI PER BAGLIONI IN TOUR

 

PRATO. Sono state le parrucchiere di «Tania e Michela Unisex» a pettinare ieri sera Claudio Baglioni, in tourneè allo stadio Franchi di Firenze. A Tania e Michela è toccato il compito di aggiustare la chioma brizzolata e sexy del cantautore, oltre ai riccioli di Biagio Antonacci e il corpo di ballo del Gruppo ballo spettacolo di Montemurlo. Lo staff di «Tania e Michela Unisex» fa parte dell’«Accademia dello spettacolo», e grazie a questa collaborazione cura le chiome di molti personaggi del mondo dello spettacolo. Erano loro infatti ad acconciare i capelli degli ospiti del «Festival di San Marino», presentato da Carlo Conti, che sarà trasmesso tra qualche settimana sulle reti Rai. Sotto i pettini e le spazzole di Tania e Michela sono passati in quell’occasione anche i Tiromancino, Elisa, Maria Adele e l’ultima Miss Italia, Gloria Zanin.

 

 

 

 

 

28 Giugno 2003

IN VENTIMILA, DAI TRENT´ANNI IN SU

Pubblico più maturo di un tempo per uno show coraggioso a metà strada fra kitsch olimpico e raffinatezze da Cirque du Soleil

 

Palloncini che si alzano verso il cielo, fiammelle che tremolano, drappi colorati: il nuovo Baglioni è un sogno in technicolor e, come in tutti i sogni, anche una piccola cosa come un accendino diventa magia. Solo che qui gli accendini sono ben trecento, tenuti in mano dai volenterosi artisti e atleti fiorentini ingaggiati dal buon Claudio (bello il momento in cui su «Uomini persi» entrano lenti in processione vestiti di bianco invadendo il campo) e illuminano lo stadio il cui colpo d´occhio non è un granché. Alcuni settori sono vuoti, su quelli affollati un pubblico (sui 20 mila) dove gli adolescenti non ci sono più: Baglioni sembra essere appannaggio di chi ha passato i trenta. Per questo il concerto inizia con un tuffo nei ricordi: Baglioni, di bianco vestito, percorre una passerella lungo i bordi del campo, solo con la sua chitarra canta «51 Montesacro», «Signora Lia», «I vecchi», «W l´Inghilterra». La scenografia è un lungo ponte da periferia industriale che guada un fiume di lenzuola bianche su cui galleggiano sfere metalliche. E tutto il concerto è fluviale, per non dire alluvionale: un´alluvione di gente, suoni, luci e canzoni (da «Strada facendo» a «Mille giorni di me e di te» da «Avrai» a «Via») che porta via anche Biagio Antonacci prima con la sua «Se io se lei» e poi partner di «Io me ne andrei», o il figlio Francesco che lo accompagna alla chitarra. Baglioni ha cercato qualcosa di nuovo, a metà tra il kitsch cerimoniale da inaugurazione di Olimpiadi e la magia del Cirque du Soleil.

 

 

27 Giugno 2003

 

TRENI SPECIALI PER IL RIENTRO DEI FANS

 

FIRENZE. In occasione del concerto di Baglioni la Divisione Trasporto Regionale di Trenitalia, continuando la tradizione a sostegno dei grandi eventi che vedono la partecipazione massiccia dei giovani, ha organizzato alcuni treni speciali che garantiranno alla fine della serata il rientro degli spettatori a Livorno, Arezzo e Pistoia.

Al termine del concerto verranno effettuati dalla stazione di Firenze Campo Marte alcuni treni speciali:

Il primo con partenza alle ore 0.15 diretto a Livorno con arrivo alle ore 2.39. Il treno effettuerà le seguenti fermate intermedie: Firenze S.M.N., Firenze Rifredi, Firenze Cascine, Signa, Montelupo, Empoli, S. Miniato, S. Romano, Pontedera Ct., Cascina, Pisa C.le, Livorno C.le.

Il secondo con partenza alle ore 0.20 diretto ad Arezzo con arrivo alle ore 2.00. Il treno effettuerà le seguenti fermate intermedie: Firenze Rovezzano, Compiobbi, Sieci, Pontassieve, S. Ellero, Rignano S/A, Incisa, Figline V.no, S. Giovanni V.no, Montevarchi, Bucine, Laterina, Ponticino, Arezzo.

Il terzo con partenza alle ore 0.20 diretto a Pistoia con arrivo alle ore 1.20. Il treno effettuerà le seguenti fermate intermedie: Firenze S.M.N., Firenze Rifredi, Firenze Castello, Sesto F.no, Prato, Parto porta al Serraglio, Montale Agliana, Pistoia.

27 Giugno 2003

ARRIVA IL MEGA-BAGLIONI-SHOW

Stasera il cantautore in concerto al «Franchi» di Firenze

Dopo Bocelli, Morandi e Pausini, sarà Biagio Antonacci l’ospite di turno. Uno spettacolo totale tra musica, teatro e circo con il rettangolo di gioco come palcoscenico

 

di Luca Doni

FIRENZE. Eccoci finalmente all’evento di musica leggera italiana più atteso di tutta la stagione, il mega show di Claudio Baglioni che questa sera è atteso con grande trepidazione dai numerosissimi fans nello stadio «Artemio Franchi» di Firenze. Dopo il grande rock di Sringsteen nel capoluogo regionale arriva la canzone d’autore.

Uno spettacolo dalle dimensioni colossali, pensato per poter essere goduto appieno da tutti gli spettatori, grazie al palco posto al centro del manto erboso.

Come aveva annunciato durante la conferenza stampa di presentazione del concerto, ogni serata avrà un ospite illustre della scena musicale italiana sul palco che duetterà assieme a Baglioni.

Pochi giorni fa, a Roma, sul palco è salito Gianni Morandi. Per la data fiorentina la sorpresa è data dalla presenza di Biagio Antonacci. Dopo Bocelli, Laura Pausini e Morandi, ecco Antonacci.

Ma l’evento in programma ha tutte le caratteristiche per porsi come un’occasione per poter gustare appieno i trenta anni di carriera di una artista che ha pensato questo tour come se ogni sera fosse un evento unico ed irripetibile.

Otto sole date, in Italia, per presentare «Sono io, l’uomo della storia accanto» - il nuovo Cd - e brani del vecchio repertorio da «E tu» e «Questo piccolo grande amore» a «Strada facendo».

Tre ore di show accompagnato da un gruppo di sei fidati musicisti e da un’orchestra di ben trenta

elementi per ricordare la forte influenza che Baglioni ha avuto sulla musica pop italiana.

Uno spettacolo ideato dallo stesso Claudio assieme a Pepi Morgia e Luca Tommassini.

Inoltre c’è da sottolineare che ogni serata vede la partecipazione di ballerini, atleti del posto, scelti durante alcune selezioni nelle città ospitanti il tour. Ci saranno poi i danzatori di flamenco del Gruppo Ballo Spettacolo Palestra Victoria club, gli Sbandieratori città di Firenze, il Karatè del Comitato regionale Toscano Fijkam, gli atleti dei Comitato Tae-Kwon-do Riviera Etrusca, i pattinatori del New Florence Group, il Tango Club Caldine e il New Heppy Dance di Scandicci, l’Associazione Le Danzatrici di Iside, il Gruppo Ballo Spettacolo e l’hip hop della Scuola Danza e Movimento.

Un Baglioni che non vuole limitarsi a cantare le sue canzoni, ma vuole divertirsi a fare divertire puntando ad una sorta di opera totale.

Un Baglioni, infine, che vuole parlare al suo pubblico ed offrirgli uno spettacolo che rimane ben impresso nella memoria proprio per la sua specificità..

Le previsioni di affluenza parlano di almeno diciottomila spettatori. Ci sono ancora biglietti disponibili.

 

 

27 Giugno 2003

BAGLIONI PROFESSORE PER UN GIORNO

 

CLAUDIO Baglioni, in attesa del mega-concerto del 1° luglio allo Stadio Olimpico, sale nuovamente in cattedra. Lo scorso anno tenne una lezione alla Facolta di Architettura; domani alle 20,30 parlerà de «La musica quale strumento di comunicazione» al Centro Congressi dell'Università La Sapienza (Via Salaria, 113). Il divino Claudio, fuori dai canoni istituzionali ma con un linguaggio vicino il più possibile a quello dei ragazzi, parlerà dell'importanza delle parole in musica.Gab. Sass

MusicaItaliana.COM

Inaspettata magia

Quel viaggio con Baglioni

Padova 24 Giugno 03

 

La data di Padova è stata bellissima, ancora più magica. Quando fai un concerto speri sempre che tutto vada come deve andare, a Milano, per esempio, eravamo eccitati all'idea di essere in una città importante, per molti di noi rappresentava la casa, per cui abbiamo calcolato tutto per non sbagliare e alla fine ci siamo caricati in modo tale da prevedere una bella serata, e così è stato. Poi fai un altro concerto, non sei a casa tua e non conosci nessuno, lo stadio è meno bello di San Siro, ma quando sali sul palco scopri una magia diversa e ti accorgi di una cosa straordinaria: che la cosa importante non è fare in modo che la serata proceda per forza in un determinato modo, ma è l'estemporaneità. La cosa che non consideri è quella che fa diventare magico il concerto.

 

Piove!

A Padova, per esempio, verso le 17, quando siamo andati a fare il sound check, c'era un caldo torrido da svenimento, così abbiamo spostato il tutto di due ore, perché era impossibile stare all'aperto. Verso le 20.15, fatte le prove con Gianni Morandi che era l'ospite della serata, un nuvolone nero si è presentato all'orizzonte, con il vento che lo portava sempre più sul palco. Il concerto è iniziato alle 21.30, un po' più tardi rispetto a Milano, perché lì si poteva e Claudio ci teneva a suonare al buio. Dopo quattro pezzi, è arrivato un grande acquazzone sul palco e noi abbiamo continuato a suonare sotto l'acqua, un po' preoccupati (soprattutto per gli strumenti e per la corrente) un po' no. I tecnici chiaramente sono volati sul palco e hanno subito protetto tutto. A un certo punto la pioggia è sparita e noi eravamo tutti contenti, venti minuti dopo un altro acquazzone, provate a immaginare cosa abbiamo provato tutti noi: c'era stupore e voglia di continuare, la gente urlava perché eccitata da questa cosa e noi suonavamo sotto l'acqua in una condizione stranissima. Ecco, sarà stato forse proprio per queste cose magiche e impreviste, ma sta di fatto che è venuto uno dei più bei concerti di Claudio. Si sentiva l'energia sul palco, noi sei musicisti abbiamo fatto i matti, ci siamo messi sulla pedana, abbiamo corso, cose pazzesche che in un contesto normale magari cerchi di guidare. Quando ti sleghi, però, tutto e più bello. Ieri sera ci siamo divertiti veramente.

 

Niente più prove

Fortunatamente, man mano che andiamo avanti, diventiamo tutti più sicuri del concerto e di conseguenza possiamo anche permetterci di non stancarci con le prove. Se ad Ancona eseguivamo la scaletta ogni giorno, e quindi quando abbiamo fatto il concerto sembrava semplicemente un'altra ulteriore prova, e anche a Milano è stato così visto che la sera prima abbiamo fatto ancora una prova generale, da Padova in poi le prove generali non ci saranno più. Quindi accuseremo meno la stanchezza e avremo più voglia di suonare quando saliremo sul palco. E poi con Claudio non si rischia neanche di annoiarsi, visto che ad ogni concerto lui introduce sempre qualcosa di nuovo. A Padova, per esempio, abbiamo fatto "Poster" e non era previsto, l'abbiamo fatto con Morandi, oltre a "Un mondo d'amore".

 

Finito il concerto...

Terminata la serata Claudio si fa una mezzoretta di massaggi, noi ci facciamo solitamente la nostra bella doccia e poi usciamo a incontrare gli amici che sono venuti a vederci. Ci distendiamo tutti un po' e generalmente succede che si organizza un aftershow, che prevede la partecipazione della band, dei ballerini e della produzione. Tendenzialmente, quindi, si sta assieme. A Claudio piace molto avere i musicisti con lui, così dopo il concerto si va in un ristorante o in una discoteca o si sta anche nei camerini, com'è successo appunto a Padova. Si resta tutti insieme a far consumare l'adrenalina della serata e si tira fino alle 4 del mattino, poi si va a casa. O meglio noi milanesi (quindi io, Paolo Costa e Lele Melotti) torniamo a casa finché siamo al nord. Da Roma in giù, invece, staremo assieme tutti i giorni e stiamo cercando anche di organizzare le giornate, speriamo di poter andare un po' al mare. Fortunatamente ci divertiamo molto tra di noi, c'è molto rispetto anche al di là dell'essere musicisti, ci rispettiamo proprio come persone. I musicisti di Claudio sono tutti molto interessanti, c'è chi è più goliardico, chi più serioso, chi più entusiasta... Walter Savelli, per esempio, è il super positivo del gruppo. Stare tutti insieme è molto bello.

 

MusicaItaliana.COM

San Siro... che emozione!

Quel viaggio con Baglioni

Milano 20 Giugno 03

 

Il campo

Appena sono entrato sul campo di calcio di San Siro mi sono emozionato. Durante le prove, quindi il giorno prima del concerto, l'eccitazione è arrivata al massimo, perché Milano è la mia città, è lì che sono nato e mi ricordo di quando mio padre o mio zio o mio cugino mi portavano allo stadio da bambino. Io non sono un tifoso del calcio, però capivo che era una cosa importante, ricordo che avevo davanti me oltre 50 mila spettatori che vedevano tutti eccitati la partita e poi quando sei bambino i calciatori sono il tuo mito... così ho mitizzato anche quel campo di calcio. E trovarsi a 40 anni a calpestarlo per la prima volta, calpestare quell'erba che è una delle più ambite in Italia e in Europa e suonarci davanti a tanti amici che erano venuti a vedermi è stata un'emozione enorme. Ovviamente non ero il solo a sentirsi agitato, tutti condividevamo l'importanza della serata, perché Milano è una tappa speciale, come lo sarà Roma. E anche lo stesso Claudio era molto eccitato. Vi sembrerò ripetitivo, ma io amo esagerare nel lasciarmi andare alle emozioni e se mi chiedeste qual è la parola che racchiude tutto ciò che provo, vi direi proprio emozione.

 

La canzone

 

Mi commuovo davanti alla musica, per esempio quando Claudio canta "Mille giorni" e i ballerini si muovono dietro una scenografia particolare, che a me piace molto, allora mi gusto quel momento e mi lascio trasportare, perché "Mille giorni" è un pezzo straordinario, per me ha un valore particolare anche perché mi ricorda una storia. Durante il concerto, quindi, quello è il momento culminante per me. Io amo questo lavoro, suono per emozionarmi e credo si senta.

 

I ballerini

Pensavo allo stuolo di ragazzi che partecipano al concerto, mi mancava proprio quel tipo di contatto. Quando facevamo il tour rosso nei palazzetti dello sport o addirittura il tour giallo, in cui si arrivava con il camion e si suonava una volta aperte le porte, senza sapere chi ci sarebbe stato a vederci, c'era di bello il contatto con il pubblico, nel sen so che proprio lo vedevi in faccia, a cinque metri al massimo da te. C'era la vicinanza con questa massa, cosa che negli stadi purtroppo non c'è, come vi dicevo già nella scorsa pagina, di conseguenza quelle poche volte in cui ci si trova in mezzo ai ragazzi che animano il campo, ritroviamo lo stesso entusiasmo di allora. Paradossalmente quindi, il concerto è più bello sul finire, quando hai tutte le persone vicine a te. Non so come arriva al pubblico questa invasione di campo, ma noi musicisti e Claudio non sentiamo nessuna oppressione, anzi diciamo 'finalmente arrivano loro a ballare e a gridare attorno a noi'. Quei ragazzi ci caricano e tutto è più bello.

27 Giugno 2003

Claudio, notte da sogno

Biagio Antonacci superospite. A Baglioni il Premio Lunezi

 

FIRENZE — L'uomo della storia accanto è tornato. Claudio Baglioni è di nuovo in mezzo al branco. E ha vinto: il suo nuovo album si è aggiudicato il Premio Lunezia 2003, che riconosce il valore letterario dei testi delle canzoni. La vittoria è stata annunciata dall'organizzazione e dalla commissione direttiva del Premio Lunezia. Il riconoscimento sarà consegnato il 20 luglio ad Aulla.

Intanto il Claudio nazionale prosegue il suo tour: stasera sarà allo stadio Artemio Franchi di Firenze per la quarta tappa del grande spettacolo dal vivo.

Dopo cinque anni, Claudio Baglioni si fa vivo con un progetto, ancora una volta, innovativo: non un tour tradizionale, ma otto pezzi unici, per altrettante «prime», caratterizzate, tra l'altro, da superospiti, impianti scenografici e quadri luce diversi di città in città.

Dopo il 14 giugno ad Ancona con Andrea Bocelli, il 19 giugno a Milano con Laura Pausini, il 23 con Gianni Morandi a Padova, è la volta di Firenze, con il superospite Biagio Antonacci.

Baglioni torna a Firenze, ancora una volta con uno spettacolo non convenzionale. Era il 28 gennaio

1992 quando partì dal Palasport di Firenze il tour Oltre il concerto, uno spettacolo in cui giovani musicisti, ospiti a sorpresa sul palco, si esibirono con l'artista romano.

Lo spettacolo sarà poi il primo luglio allo stadio Olimpico di Roma, dove sul palco lo raggiungerà Giorgio Panariello, poi il 5 al San Paolo di Napoli, l'8 all'Arena della Vittoria di Bari per concludersi il 12 luglio allo stadio Cibali di Catania.

Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano — accompagnato da un supergruppo di 6 musicisti e da un'orchestra di 30 elementi — presenterà alcuni assaggi del nuovo album Sono io, l'uomo della storia accanto, insieme al meglio di un repertorio unico e intramontabile, che unisce e appassiona, ormai, tre generazioni e racchiude alcune tra le pagine più belle e amate dell'intera musica leggera italiana.

Con lui saliranno sul palco centinaia di artisti toscani: ballerini di flamenco, sbandieratori, ginnasti e atleti di karate, pattinatori, ballerini di tango argentino, danzatrici del ventre e gruppi di danza moderna e hip hop.

Un entusiasmante viaggio in una grande fetta del pop che ha reso grande il pop italiano; uno spettacolo ideato dallo stesso Claudio Baglioni con Pepi Morgia e Luca Tommassini, rispettivamente regista e coreografo del tour. R. C. S.

27 Giugno 2003

Nel concerto scuola di ballo sul palco del big

 

di Alberto Fiorini

Ci sarà anche un pezzetto di Scandicci stasera sul grande palco allestito da Claudio Baglioni. Un concerto caratterizzato da ospiti, impianti scenografici e quadri luce diversi in ogni città toccata dal tour. E nel concerto fiorentino ci saranno anche dodici comparse scandiccesi. Sulle note di “Fammi andare via”, si esibiranno su di una parte del palco, sei coppie della New Happy Dance di Scandicci, la scuola di ballo di San Giusto diretta da Giuseppe e Cristina Salerno che in più di un'occasione ha organizzato a Scandicci i Campionati italiani di ballo. La scuola di ballo scandiccese fornirà appunto sei coppie che si esibiranno durante l'esecuzione della canzone, in un travolgente tango argentino. La coreografa del cantautore romano si è recata a Scandicci per concordare in modo preciso tutte le varie coreografie che i ballerini dovranno eseguire stasera sul grande palco: Giuseppe e Cristina, Fabrizio e Lucia, Andrea e Sandra, Franco e Lucilla, Cosimo e Sara, Marco e Katia. Questi i nomi dei dodici ballerini che, assieme a Baglioni, regaleranno qualche momento di emozione agli spettatori.

27 Giugno 2003

Stasera il gruppo «Ballo Spettacolo» va in scena a Firenze con Baglioni

MONTEMURLO — I settanta componenti del gruppo Ballo Spettacolo e Palestra Victoria Club (nella foto durante le prove) sono pronti: stasera saranno di scena allo stadio di Firenze per il concerto di Claudio Baglioni. Ecco tutti i partecipanti: Luca Bonini, Giacomo Baldi, Pietro Bartolotti, Mara Bellazzecca, Daniele Berni, Solaria Bettazzi, Martina Boganini, Alessio Bonini, Andrea Bonini, Barbara Bonini, Riccardo Bonini, Maura Bonsignori, Silvia Borgini, Marzia Brocchi, Lena Brogi, Filomena Cafaro, Erika Campopiano, Barbara Carlesi, Samantha Cecchi, Cristina Cinelli, Lorella Cinelli, Antonella Cirino, Rosanna Colligiani, Paola De Fazio, Silvia Defant, Anna Del Vecchio, Simona Fabrizi, Emiliano Festa, Francesca Fratini, Cristina Guarnieri, Maria Grazia Labella, Monica Lorusso, Gabriella Lucarelli, Alessia Magnolfi, Silvia Mancini, Annalisa Mannori, Antonella Manzo, Roberto Matteini, Fabrizio Nesi, Elisabetta Niccolai, Micaela Niccolai, Giuseppe Niccolini, David Pacini, Elisa Pacini, Alessio Paolini, Donatella Perone, Silvia Peruzzi, Silvia Pieraccioli, Laura Piras, Luca Piras, Chiara Pratesi, Valentina Pretini, Roberto Prioreschi, Lorenza Rum, Giampiero Sabino, Stefania Santoni, Alessandra Signori, Sonia Sonaglia, Andrea Stobbia, Eleonora Tesi, Ivan Tonelli, Laura Tonelli, Yuri Tonelli, Benedetta trinci, Sonia vanni, Arianna Verdone, Carlotta Visca.

27 Giugno 2003

 

Stasera (apertura cancelli ore 17, concerto alle 21) il maxishow, venduti finora 18 mila biglietti

BAGLIONI APRE IL SUO PALCOSCENICO MEZZA CITTÀ FA SPETTACOLO AL FRANCHI

 

di Fulvio Paloscia

Le prove al Franchi sono iniziate già da mercoledì pomeriggio: perché coordinare 300 artisti e sportivi di base non è un gioco da ragazzi. Ma così ha voluto Claudio Baglioni, questa è la novità dello spettacolo, che ha la regia di Pepi Morgia, le coreografie di Luca Tommasini e i costumi di Claudia Tortora: coinvolgere dilettanti delle città toccate dal tour. Da stamattina, al Franchi, si tireranno le fila con una generale no-stop. La rappresentanza più nutrita di ospiti arriva dalla Palestra Victoria Club di Montemurlo con un gruppo di 66 persone tra danza moderna e flamenco, coinvolte in «Adesso la pubblicità» e «Mille giorni di te e di me»; su «Bolero» danzeranno invece 20 coppie del Tango Club Caldine, convocati per la danza argentina insieme al New Happy Dance di Scandicci; ancora, 20 allieve del Centro Studi danza e movimento di Lilia Bertelli con coreografie hip hop in abito da sposa, 30 pattinatori del New Florence Group che ha sede al Boschetto, i karateka del comitato regionale Fijlkam, il comitato Tae-kwon-do «Riviera etrusca», gli sbandieratori «Città di Firenze», le danzatrici del ventre dell´associazione «Le danzatrici di Iside». In mezzo a questo esercito, spunterà anche Biagio Antonacci, ospite d´onore della tappa fiorentina. Tutto il circo Baglioni sarà ospitato da un palcoscenico lungo 120 metri quadri che attraversa in diagonale il campo dello stadio; le scenografie sono state realizzate con materiali di riciclo dagli allievi delle Accademie delle Belle Arti di Ancona, Milano, Padova, Catania, Napoli, Roma. Sono stati utilizzati 10.000 mq di stoffa, 300 palloncini che voleranno verso il cielo all´inizio del concerto lanciato da tutti i figuranti, 150 sfere trasparenti e una quantità imprecisata di liquido per bolle di sapone. Oltre alla band, composta da Paolo Gianolio (direttore musicale, chitarra), Walter Savelli (piano), Giovanni Boscariol (tastiere), Danilo Minotti (chitarra), Paolo Costa (basso) e Lele Melotti (batteria), un´orchestra di 33 elementi. La scaletta cambia ogni sera; in lista classici come «51 Montesacro», «Signora Lia», «Tu come stai», «I vecchi», «Sabato Pomeriggio», «Notte di note», «Amore caro amore bello», «Porta Portese», «Avrai» e pezzi dell´ultimo album come «Sono io», «Tutto in un abbraccio», «Mai più come te», «Grand´uomo». Inizio spettacolo ore 21, apertura cancelli ore 17, ci sono ancora biglietti (ne sono stati venduti 18 mila) per ogni settore: 60 euro (tribuna coperta numerata), 40 (tribuna coperta laterale numerata e maratona numerata), 25 euro (posto unico in curva Fiesole e in curva Ferrovia); saranno in vendita dalle 9 di oggi alle casse dello stadio.

27 Giugno 2003

Con questo tour torna accanto all´amico

WALTER SAVELLI UN BEAT FIORENTINO ANIMA DELLA BAND

 

Walter Savelli è rientrato nel gruppo. E´ una delle sorprese del tour-caravanserraglio di Claudio Baglioni: personaggio storico del pop a Firenze, fin dagli anni Sessanta con "I guerrieri" e "Gli Antenati" poi con gli "Extra" prodotti da Baglioni stesso, Savelli aveva mollato per rispettare i suoi impegni d´insegnante. Stavolta non ha saputo resistere al richiamo dell´amicizia ed eccolo lì, sul palco di questo concerto "del quale, confesso, non ho capito molto, e questo è il bello. Ogni sera è uno spettacolo diverso, una festa, un happening: Claudio si è avvicinato molto a quel musical che da anni vagheggia".

E come ha ritrovato Baglioni?

"Sta attraversando uno dei momenti migliori della sua vita: con l´ultimo album ha saputo fare un passo indietro con intelligenza ed eleganza. L´immediatezza è tornata ad essere il suo forte". Pianista, arrangiatore, produttore, autore (fra gli altri per la Pausini), con il suo primo album in cantiere e uno spettacolo, "Storie di una storia buffa", dove si racconta con monologhi e canzoni sue e di altri (Baglioni compreso). Ma soprattutto insegnante di tastiere moderne, inventore di metodi rivoluzionari spiegati in libri tuttora vendutissimi: "Quando uscirono fui visto come una mosca bianca, nessuno in Italia aveva pensato ad insegnare non il pianoforte applicato a Beethoven ma al rock e al pop. Ora invece le scuole di musica moderna fioriscono".

Ma che ne pensa un prof delle dilaganti accademie tv?

"Vogliono far credere a questi ragazzi che bastino pochi mesi per imparare ad essere veri artisti, cosa falsissima". Lui, sulla sua strada di insegnante ha incontrato anche il suo idolo, Paul McCartney: "Ho trascorso due giorni con lui a Roma, per il concerto al Colosseo. Come tutti i grandissimi, è alla mano. Con lui mi sembra di essere insieme a un fratellone".

Musicaitaliana.com

25 Giugno 2003

“A TEMPO DI MUSICA” CON LE FOTO DI BAGLIONI

 

Esce in contemporanea al mini tour il nuovo libro fotografico dedicato a Claudio Baglioni e intitolato "A tempo di musica" (chiaramente ispirato al suo brano "Cuore di aliante"). Il libro, curato da Guido Tognetti, contiene le fotografie scattate da Alessandro F.Dobici ed è prodotto da Cosa Edizioni Musicali. Il prezzo di vendita del volume è di 15 euro ed è possibile acquistarlo anche on line sul sito ufficiale dell'artista, dove è possibile vedere in anteprima alcune pagine.

25 Giugno 2003

i ballerini si preparano per il concerto di Baglioni: domani in scena

 

MONTEMURLO — Qualche giorno fa i settanta ballerini montemurlesi che prenderanno parte al concerto che Claudio Baglioni terrà allo stadio di Firenze domani hanno provato le coreografie messe a punto con la coreografa ufficiale del «Baglioni Tour» allo stadio Centrale, sul cui terreno era stato disegnato un mega palco simile a quello che sarà allestito a Firenze allo stadio «Artemio Franchi».

Il gruppo dei ballerini montemurlesi, formato da esponenti del Gruppo Ballo Spettacolo e della palestra Victoria Club, saranno tra i seicento artisti che animeranno con le proprie coreografie le canzoni di Baglioni.

La conferma della partecipazione era giunta al Gruppo Ballo Spettacolo lo scorso 29 maggio, dopo che il gruppo aveva partecipato alle audizioni precedenti il concerto con una coreografia messa a punto appositamente per il brano “Bolero”.

Poi, la scelta della coreografa del “Baglioni Tour” di far partecipare allo spettacolo settanta artisti.

La coreografa è stata infatti a Montemurlo le scorse settimane per analizzare e sistemare le posizioni dei ballerini per prepararsi allo spettacolo in maniera ottimale.

 

25 Giugno 2003

IL "LUNEZIA" A BAGLIONI

 

Claudio Baglioni ha vinto l'8. Premio Lunezia 2003, conferimento al valore letterario dei testi delle canzoni, per l'album "Sono io, l'uomo della storia accanto" che si consacra anche per la letteratura e la poesia dei suoi Testi. La vittoria è stata annunciata dall'organizzazione e dalla Commissione Direttiva del Premio Lunezia, formata da critici musicali e dalla scrittrice Barbara Alberti.

Baglioni riceverà il riconoscimento il 20 Luglio ad Aulla (Ms), cuore della Lunigiana, già terra di cultura e di librai. Nel contesto dello spettacolo previsto saranno consegnati anche altri premi e riconoscimenti.

25 Giugno 2003

IL CANTAUTORE DEI SOGNI E DEI BISOGNI

Il 1° luglio sarà allo Stadio Olimpico, per rinnovare il rapporto con il "suo" pubblico

Oggi come ieri parla dei sentimenti con semplicità, con piglio curioso e brillante

Un artista che cerca di stare al passo con i tempi ma senza mai tradire se stesso

 

di Ernesto Assante

C´era un tempo in cui il nome di Claudio Baglioni era legato a doppio filo alla canzone pop italiana, a quel curioso stile in bilico tra arte e artigianato, che per almeno due decenni ha dettato legge sul mercato italiano. Le sue canzoni fecero, in tal senso, scuola. Erano dei piccoli fotoromanzi in musica, dipingevano una realtà nella quale era facile identificarsi, davano corpo ai buoni sentimenti con semplicità, parlavano d´amore con un tono familiare e fraterno.

Oggi Claudio Baglioni non è più così, o almeno non è "solo" così. Di certo non ha perso il contatto con la realtà, con la cultura popolare del nostro paese, con quel sentimento diffuso che fa sì che, ancor oggi, lui riesca ad essere l´interprete dei sogni e dei bisogni di un buon pezzo di popolazione. Ma allo stesso tempo le sue canzoni non sono fatte più di "magliette fine" e di "poster", cercano di scavare con maggior profondità nei sentimenti e nelle sensazioni, provano a dipingere il mondo con toni più creativi, sono fabbricate con suoni e musiche che non cercano di uscire dalle progressioni armoniche più ovvie.

Baglioni, che cantautore è sempre stato, è oggi ancor più cantautore di ieri. E lo è a modo suo, con un piglio curioso e brillante, che lo ha portato a sperimentare e a sperimentarsi più di molti altri suoi colleghi, a rischiare in prima persona di perdere il suo oceanico seguito pur di andare lungo la strada, necessaria a dire il vero, di un profondo rinnovamento del suo far musica. Oggi il "divo" Claudio è un musicista appassionato, che non dimentica come mantenere stretto il rapporto con un pubblico che non gli chiede di essere un artista "difficile", ma piuttosto il fratello maggiore che sa raccontare in musica i tempi che cambiano, i sentimenti che mutano, i sogni che si rompono e rinascono ogni giorno. Cantautore popolare, insomma, lo è ancora, anche se usa le tecnologie, gli strumenti del comunicare, con maggior passione di una volta.

È inutile, quindi, convincere chi già lo ama e lo conosce che un suo concerto è da non mancare. Più interessante è dire a chi non lo ha frequentato che in concerto Claudio Baglioni è uno degli artisti più curiosi ed interessanti nel panorama della canzone popolare italiana, un cantante e autore che cerca di essere al passo con i tempi senza negare quello che è stato, senza tradire il suo pubblico, senza cambiare maschera. E tutti i suoi sogni, le sue passioni e i suoi dubbi, accanto a innumerevoli certezze, sono dentro un concerto che manderà in visibilio chi lo ha sempre amato. Stadio Olimpico, 1° luglio. Ore 21 circa. 50, 40, 25 euro. Infoline: 02.48057460.

25 Giugno 2003

Baglioni vince il «Lunezia»

 

ROMA — Claudio Baglioni ha vinto il Premio Lunezia 2003, che riconosce il valore letterario dei testi delle canzoni, per l'album "Sono io l'uomo della storia accanto". La vittoria è stata annunciata dall'organizzazione e dalla commissione direttiva del Premio Lunezia, formata da critici musicali e dalla scrittrice Barbara Alberti. Il riconoscimento sarà consegnato il 20 luglio ad Aulla, cuore della Lunigiana. Baglioni intanto prosegue il fortunato tour: domani sera lo show approda a Firenze, allo stadio Artemio Franchi. Ospite in palcoscenico Biagio Antonacci.

MusicaItaliana.com

25 Giugno 2003

BAGLIONI PREMIATO AL LUNEZIA

 

E' Claudio Baglioni il vincitore dell'ottava edizione del Premio Lunezia.

Il riconoscimento gli è stato conferito per il valore letterario dei testi del suo nuovo album pubblicato di recente, "Sono io l'uomo della storia accanto". «Le canzoni italiane - ha spiegato il patron dell’evento Stefano De Martino - hanno un grande valore in questo senso e se l’arte è valida quando emoziona non bisogna trascurare che, se le canzoni ci emozionano, è proprio per quella strana alchimia che nasce fondendo musica e parole, su questo credo proprio che l’album di Claudio, così come altre sue opere, abbia un tocco fatato in più».

Baglioni ritirerà il premio il prossimo 20 luglio ad Aulla (MS).

Nel contesto dello spettacolo-conferimento verranno tributati anche altri premi, i cui nomi dei vincitori saranno annunciati in sede di conferenza stampa a Milano nella seconda settimana di luglio. Ulteriori informazioni nel sito ufficiale dell'evento.

25 Giugno 2003

ANTONACCI CON BAGLIONI A FIRENZE

 

Il cantautore romano ha vinto il «Premio Lunezia»

FIRENZE. E’ Biagio Antonacci l’ospite della tappa fiorentina (domani, allo stadio Franchi) del tour di Claudio Baglioni.

Antonacci arriva ad impreziosire il concerto del cantautore romano dopo altri ospiti illustri: Bocelli (Ancona), Pausini (Milano), Morandi (Padova).

BAGLIONI TORNA A FIRENZE, ANCORA UNA VOLTA CON UNO SPETTACOLO NON CONVENZIONALE.

Era il 28 gennaio 1992 quando partì dal Palasport di Firenze il tour «Oltre il concerto», uno spettacolo in cui giovani musicisti, ospiti a sorpresa sul palco, si esibirono con l’artista romano.

 

Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano presenterà alcuni assaggi del nuovo album «Sono io, l’uomo della storia accanto», insieme al meglio DI UN REPERTORIO UNICO E INTRAMONTABILE. E proprio alla vigilia dello show fiorentino arriva la notizia che Baglioni ha vinto il Premio Lunezia 2003, che riconosce il valore letterario dei testi delle canzoni, per il suo nuovo Cd. La vittoria è stata annunciata dall’organizzazione e dalla commissione direttiva del Premio Lunezia, formata da critici musicali e dalla scrittrice Barbara Alberti. Il riconoscimento sarà consegnato il 20 luglio ad Aulla (Massa), cuore della Lunigiana. «Le canzoni italiane - ha spiegato il patron dell’evento Stefano De Martino - hanno un grande valore in questo senso e se l’arte è valida quando emoziona non bisogna trascurare che, se le canzoni ci emozionano, è proprio per quella strana alchimia che nasce fondendo musica e parole, su questo credo proprio che l’album di Claudio, così come altre sue opere, abbia un tocco fatato in più».

25 Giugno 2003

CLAUDIO BAGLIONI ATTESA TAPPA TOSCANA DEL TOUR

 

CLAUDIO BAGLIONI Attesa tappa toscana del tour «Ci sono anch’io», show spettacolare del mitico artista, vera e propria icona della canzone made in Italy.

DOVE: a FIRENZE, Stadio Franchi, domani, alle ore 21.

25 Giugno 2003

AREZZO — TReno speciale da Firenze

 

AREZZO — Treno speciale da Firenze per Arezzo. Non sono i tifosi viola che si muovono verso la nostra città, ma i fans di Claudio Baglioni. Domani sera dopo il concerto allo stadio Franchi, avranno a disposizione un mezzo tutto per loro. Partenza alle ore 0.20 da Firenze Campo di Marte e fermate previste, tra l'altro, a Rignano, Incisa, Figline, San Giovanni, Montevarchi, Bucine, Laterina, Ponticino e Arezzo.

25 Giugno 2003

A Baglioni il 'Premio Lunezia 2003'

 

Verrà assegnato a Claudio Baglioni il Premio Lunezia 2003: al cantautore romano è stato assegnato il riconoscimento per l'alta qualità letteraria dei testi inclusi nel suo ultimo lavoro, "Sono io l'uomo della storia accanto". L'artista verrà insignito del titolo nel corso della cerimonia di premiazione in programma ad Aulla il prossimo 20 luglio. I due giorni precendenti vedranno invece alternarsi sul palco della cittadina toscana i finalisti del concorso Lunezia Giovani Autori, iniziativa volta alla scoperta di giovani talenti nel panorama musicale italiano. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito Internet www.premiolunezia.it.

Migliori testi 2003

25 Giugno 2003

VINCE BAGLIONI

 

Claudio Baglioni ha vinto il Premio Lunezia 2003, che riconosce il valore letterario dei testi delle canzoni, per l'Album «Sono io l'uomo della storia accanto». La vittoria è stata annunciata dall'organizzazione e dalla commissione direttiva del Premio Lunezia, formata da critici musicali e dalla scrittrice Barbara Alberti.

La Tribuna di Treviso

24 Giugno 2003

BAGLIONI A PADOVA. Subito le grandi hit eseguite alla chitarra

SPETTACOLARE CLAUDIO

MORANDI «PRESENTA» E DUETTA IN POSTER

Straordinaria la coreografia dei 300 figuranti Ballerini di tango acrobati circensi e suore sui pattini

 

di Fabio Velo Valbrenta

Claudio Baglioni approda all'Euganeo di Padova, in un mare di gente e di voci: è la mastodontica e spettacolare tournée del cantastorie dei giorni nostri. Dopo gli interventi di Bocelli ad Ancona e di Laura Pausini a Milano (per la tappa di Firenze si parla di Biagio Antonacci), è attesissimo il duetto del viaggiatore con il superospite dell'occasione, Gianni Morandi. 51 Montesacro e tutto cominciava...: tra minacciose avvisaglie di temporale, si parte alle 21.30 con un medley acustico che l'artista esegue imbracciando la chitarra e facendo a piedi il giro del campo. Baglioni, camicia e pantaloni bianchi, appare sereno, percorso da nuova linfa vitale e rivolge un sonoro e simpatico ciao! al pubblico che incontra "strada facendo".

In questo clima rilassato e giocoso, vengono forniti assaggi da Signora Lia, Solo, E tu come stai?, Sabato pomeriggio, Notte di note, A modo mio, Da me a te, Amore bello, Porta Portese: già l'introduzione del concerto è un greatest hits. Nel frattempo, il gruppo storico del cantante, con il rientro nelle file del mitico Walter Savelli al piano, prende posto sull'immenso palco diagonale (La strada), simile ad un ponte. Mentre Baglioni lancia uno sguardo interrogativo al livido cielo, il riverbero delle prime note della fresca Sono Io si trasforma in un'esplosione di suoni e di luci che tentano di contrastare i lampi e le prime gocce di pioggia. «Buonasera», esclama il musicista, «Speriamo anche che sia una buona serata! Dopo 35 anni di musica, parole e persone, devo ringraziarvi della voglia di vita e di esserci a far battere i battiti di un unico grande cuore». Una splendida Strada facendo con controcanto della folla sul ritornello, l'arrivo degli orchestrali in Dagli il via e con il brano Uomini persi fanno la loro entrata i trecento figuranti selezionati per Padova.

Uno sciame di performers si posiziona sulla scena. L'effetto è incredibile: è come se si creasse un'estensione, un tramite, un filo diretto tra gli spettatori e la magia di stare al centro dello spettacolo. Si susseguono una miriade di successi ed emozioni in musica: dalla delicata versione di Avrai, con Baglioni al pianoforte e l'accompagnamento dei 33 elementi d'orchestra, a Domani mai; dalla scherzosa e squisita Stai su a Quante volte; da Cuore di aliante (con le comparse che scandiscono visivamente la ritmica pulsante del pezzo con l'uso di bacchette luminose) ad una Buona fortuna inizialmente per voce sola e poi rivista in chiave spiritual. Si continua con Tutto in un abbraccio che vede il girotondo per mano degli artisti e degli atleti padovani attorno al palco. Dall'ultimo album vengono proposte Mai più come te, la spassosa Serenata in sol («abbiamo voglia di essere per cinque minuti mezzo scemi») e la grintosa Grand'uomo il cui committente involontario è il figlio Giovanni. Poi il momento dell'esibizione con Gianni Morandi. Dopo Un mondo d'amore, i due cantanti si scambiano alcune divertenti battute e per qualche istante, forse, il superospite si dimentica di essere stato ospitato. Ad un certo punto, un Morandi presentatore dice: «Ho cantato una tua canzone insieme ad un gruppo di ragazzi sardi: ogni volta che la sento mi commuove». Nasce così un meraviglioso duetto sulla celebre Poster. Applausi a non finire. Bisognerebbe spendere almeno una parola per ciascuna canzone, ma purtroppo con un concerto del genere e più di tre ore di hits, è impossibile. Dai ballerini di tango di Fammi andar via, agli schermidori di Le vie dei colori, dagli acrobati circensi di Acqua dalla luna, alle lottatrici e alle suore sui pattini di E adesso la pubblicità, dai fari che proiettano sui teloni la bandiera della Pace in Ninna nanna nanna ninna, alle prodezze vocali in Mille giorni di te e di me, da Io sono qui a La vita è adesso a Via: l'evento più spettacolare a cui si possa assistere.

 

24 Giugno 2003

LIVORNO

 

Per il concerto di Claudio Baglioni che si terrà allo stadio Franchi di Firenze, Trenitalia organizza alcuni treni speciali per il ritorno a casa dei fan. Il convoglio straordinario per Livorno partirà da Firenze Campo di Marte alle 0,15 e arriverà alle 2,39.

 

24 Giugno 2003

I pattinatori di Trissino al maxi concerto

IN 25 MILA A PADOVA «ACCANTO A BAGLIONI EMOZIONE SENZA PARI»

 

di Nicoletta Martelletto

Si sono svegliati ieri, dopo mezzogiorno i pattinatori di Trissino che hanno fatto le ore piccole lunedì, dopo l’esibizione al maxi concerto di Claudio Baglioni all’Euganeo di Padova. Cotti da una giornata al sole, sul prato dello stadio, ma euforici per la straordinaria esperienza sportivo-muscale, i ragazzi del gruppo New Age guidato da Damiano De Felice hanno registrato un altro record al medagliere che li ha visti ripetutamente campioni per le loro coreografie. In 30 hanno pattinato su quella portaerei che era il palco del concerto mentre Baglioni accennava "Le vie dei colori" e poi la scatenata "Bolero". «Un’esperienza straordinaria - riferisce il roller leader Luca Caliaro, 26 anni, sui pattini da quando ne aveva 5 - È stata un’emozione intraducibile stare accanto a Baglioni e lavorare con lui. Non dimenticheremo nemmeno un minuto della giornata. È stata anche una faticaccia perché l’intera coreografia è stata provata solo lunedì da tutti i gruppi selezionati: abbiano cominciato alle 10 del mattino e finito due ore prima del concerto, con due pause - panino garantite all’organizzazione. Ognuno aveva provato per proprio conto i passi e i numeri concordati tra coreografi e allenatori delle associazioni e dei gruppi sportivi: lì abbiamo messo tutto insieme, è stato incredibile». Davvero. L’effetto scenico quasi televisivo dei 300 e più figuranti, reclutati dalla complessa macchina del tour Baglioni 2003, ha sorpreso il pubblico dei 25 mila convenuti all’Euganeo da tutta la regione. Uno spettacolo di 3 ore e un quarto secche, senza interruzioni, senza un bicchier d’acqua per Baglioni inarrestabile anche sotto la pioggia. Ha invocato piuttosto pancerine e termofori per i sei della band, "afflitti dagli acciacchi dell’età", e poi via sfidando il temporale. «Di giorno Baglioni è venuto tra noi, ci ha ringraziato quasi personalmente della collaborazione - continua Luca Caliaro - ed ha partecipato a quasi tutte le fasi delle prove sul prato. Che serata, poi...». Per la cronaca scuole di ballo, palestre e gruppi non hanno ricevuto compensi. La gloria basterà. Del tour vero e proprio - terza tappa di otto serate nei principali stadi italiani - fanno invece parte un collaudato corpo di ballo, la banda storica, 33 componenti dell’Orchestra Ars musica che si è prestata a far volare gli archetti e ai girotondi più incredibili in un clima di festa di piazza. Questo tour 2003 oltre che colossale per gli spostamenti e lo spessore dello spettacolo, è astuto nell’aggancio al territorio: coinvolge realtà giovanili, migliaia di sportivi e di famiglie, oltre che i fans di ieri e di oggi. A parte la viabilità al collasso e l’ingorgo ai botteghini, il concerto patavino ha fatto centro: canzoni vecchie e nuove - oltre 35 brani - con sei pezzi dell’ultimo cd "Sono io l’uomo della storia accanto", a segnare l’evoluzione di un artista sacralmente bianco, atleticamente perfetto, algido nell’approccio, ancora capace di inventarsi dopo 35 anni di attività. Baglioni che cantava l’amore di spiaggia oggi è sempre più incline al disincanto: c’è fatica di vivere e di fare coppia nei suoi testi, così nelle coreografie quasi da sopravvissuti, in quelle 300 tute bianche entrate sul prato al ritmo di "Uomini persi". Il suo saluto: «Manifestiamo il diritto di stare assieme, facciamo battere i battiti di un unico grande cuore». Quasi per allontanare il rimorso "di non aver amato mai abbastanza". Prossimo concerto venerdì 27 a Firenze.

 

 

24 Giugno 2003

Biagio Antonacci l'ospite a sorpresa

E per la data di Roma ecco Panariello

 

Sarà Biagio Antonacci l'ospite del concertone di Baglioni a Firenze mentre il comico toscano Panariello sarà l'ospite del concerto che si terrà a Roma. Il concerto di questo tour è stato studiato come una grande musical con la partecipazione di molti giovani che sono stati selezionati in queste settimane per speciali coreografie.

Altre curiosità: durante l' intervallo della «partita del cuore» che si è svolta venerdì scorso a Reggio Emilia, Gianni Morandi ha donato una maglia numero 10 a Claudio Baglioni. Il cantautore giocò nella nazionale cantanti nell' 81 e sostenne, cantando, la prima Partita del Cuore a Padova, nel '92. Un invito formale a tornare a indossare la divisa della nazionale. Morandi, per sostenere l' invito, ha promesso di andare, sempre a Padova, al prossimo concerto di Baglioni.

 

24 Giugno 2003

Orchestrali, ballerini e artisti di strada

«Ci sono anch'io»: iniziativa speciale

 

«Ci sono anch'io» è l'eloquente titolo dell'iniziativa che il cantante romano ha pensato per il suo tour 2003.

Un reclutamento «in loco» attraverso il quale Pepi Morgia e Luca Tomassini, rispettivamente regista e coreografo del tour, hanno arruolato centinaia di artisti per il concerto del Franchi.

Lo spettacolo sarà infatti basato sull'improvvisazione.

L'enorme palcoscenico, allestito diagonalmente rispetto al terreno di gioco, ospiterà dopodomani fino a mille artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada.

Un happening incandescente che renderà lo show di Baglioni imprevedibile, trasformando anche il concerto di Firenze in una performance unica e irripetibile.

 

 

24 Giugno 2003

Notte di note venerdì con Claudio

 

Notte di note venerdì con Claudio Baglioni al 'Franchi'. Un super appuntamento musicale dopo il concertone di Bruce Sprinsteen. Necessari alcuni consigli per raggiungere lo stadio.

Il suggerimento principale è quello di servirsi dei mezzi pubblici con particolare riferimento al treno: la zona dista soltanto 300 metri dalla stazione Fs di Firenze Campo di Marte. Ottima anche la copertura dei bus Ataf.

Fs e Ataf hanno predisposto una serie d'interventi atti a favorire proprio chi sceglierà di non usare l'auto. Le iniziative riguardano chi arriva da più lontano, ma anche chi parte da Firenze. Per quanto riguarda il treno si ripeterà dunque quanto già realizzato con successo in occasione dei precedenti concerti.

Bici - Le bici avranno libero accesso fino a ridosso dello stadio. Per arrivare a Campo di Marte si possono naturalmente usare le piste ciclabili che dai viali di circonvallazione arrivano fino al viale dei Mille e dunque allo stadio. Sotto la Maratona è previsto un posteggio custodito. Il prezzo per la custodia è di 2,00 euro (tariffa valida per l'intera durata della manifestazione). Tutto il corpo di polizia municipale sarà impegnato nel controllo della viabilità intorno allo Stadio.

Moto - Moto e motorini potranno arrivare fino al viale Maratona dove sarà ubicato un apposito posteggio. La tariffa per l'intera durata della manifestazione è di 2,00 euro.

Autobus - Campo di Marte, la zona nella quale si trova lo stadio, è ottimamente servita dai mezzi pubblici dell'Ataf. Numerose le linee che vi transitano: 3, 6, 10, 11, 17 e 20. Durante l'arco della giornata si potranno utilizzare per arrivare allo stadio, nell'orario che si preferisce. Per consultare orari e percorsi www.ataf.net. Per il ritorno le opzioni sono più articolate: si potrà usare il treno dalla vicina stazione Fs di Campo di Marte per arrivare a S. Maria Novella, e da qui proseguire con le normali linee Ataf per il resto della città; sono istituite due linee straordinarie 52 e 53. Il 52 partirà da viale Paoli (nei pressi del viale di Maratona) con direzione centro, Stazione Smn. Da qui si cambia con le linee 27 per Scandicci, 68 per Oltrarno, Porta Romana, Galluzzo, 30 per Campi Bisenzio. Il 53 invece partirà da viale Paoli (all'altezza della Piscina Costoli) con direzione Gavinana; proseguirà per viale Europa. Per raggiungere il centro città si potrà usare anche la linea 17 (fermata in viale dei Mille) che prosegue poi per Porta a Prato e piazza Puccini; utilizzabili, anche se meno frequenti, le linee notturne dell'Ataf ovvero il 68 (fermata in piazza S. Gervasio) e il 67 (fermata in viale Malta).

Treno - Le Fs hanno predisposto un nutrito programma di treni utili per raggiungere la stazione di Firenze Campo di Marte.

Auto - L'auto non è il mezzo di locomozione più indicato per arrivare al concerto. A chi proprio non potrà fare a meno di usare l'auto è consigliato l'uso combinato dei mezzi pubblici.

 

 

24 Giugno 2003

ZED APRE IL SERVIZIO CORTESIA

 

La macchina organizzativa di Zed ieri si è subito rimessa in movimento. Anche in base all'esperienza del concerto di Baglioni, in vista dell'appuntamento con i Rem sempre allo stadio Euganeo è stato attivato un vero e proprio "servizio cortesia" per i concerti.

«A tua disposizione»: così Zed offre al pubblico la possibilità di contribuire alla gestione dei «grandi eventi» con suggerimenti, opinioni, idee e anche critiche. Basta ulizzare il sito Internet: www.zedlive.com. In alternativa, c'è il numero di fax 049.8896039. Infine, anche l'e mail: info@zedlive.com. Insomma, da qui fino al concerto dei Rem la parola passa a chi vive il concerto come un "grande evento". Dall'altra parte, Zed e la sua macchina organizzativa si impegnano a tenere sempre aperto il canale di comunicazione con il pubblico.

 

 

24 Giugno 2003

FIRENZE — Un nuovo disco dopo un…

 

di Sara Monaci

FIRENZE — Un nuovo disco dopo un lungo silenzio, perché «voglio fare le cose come dico io». Paolo Vallesi torna più testardo che mai, con una raccolta che ripercorre i momenti più significativi della carriera e propone tre brani inediti, eseguiti dal vivo stasera all'Omi (nella zona dell'Osmannoro a Firenze) per la festa musicale di presentazione del nuovo cd. Già dal titolo dell'album, «The Best of Paolo Vallesi», si capisce che il cantante non aveva gettato la spugna, ma solo scelto di stare lontano da un palcoscenico poco appagante.

Cosa ha ispirato il tuo nuovo lavoro?

«Sono rimasto cocciutamente lontano dalle luci della ribalta per cinque anni, ora ho voglia di tirare le fila della mia storia artistica con canzoni conosciute e pezzi nuovi».

Qual è il brano più rappresentativo dell'album?

«Si chiama "Disegno libero", e parla di un padre che si rivolge al figlio e racconta che la vita di ognuno è unica e non omologabile, priva di regole: non c'è una trama ma, appunto, solo un disegno libero. Ho scelto un tema universale per promuovere il disco, che tra l'altro contiene anche un doppio con Aleyandro Sanz, famosissimo in Spagna».

Speri di uscire dall'Italia con questo disco?

«Per la verità ho già avuto inaspettatamente più successo in Spagna che in Italia. Una mia vecchia canzone, "La forza della vita" è stata recentemente tradotta e ricantata nelle tv spagnole per la versione locale di "Operazione trionfo". Comunque io non ho pretese, questo disco l'ho fatto essenzialmente per me stesso».

Ma dove eri sparito?

«Ho riflettuto, sono diventato padre, non ho mai smesso di fare concerti e ho rifiutato di fare cose poco interessanti in televisione, dove mi sembra che tutti vadano tanto per parlare e accaparrarsi gli spazi».

Quindi un'assenza voluta?

«Anche un po' condizionata. Ho spesso discusso con la casa discografica che mi imponeva di mantenere quell'immagine di bello per le adolescenti, un cliché che non mi apparteneva nemmeno dieci anni fa».

Cos' è rimasto in te di quel giovane che partecipò a Sanremo?

«Sono lo stesso, sempre innamorato della musica, uno che non accetta compromessi, che rischia di passare per snob solo perché rifiuta di partecipare a degli show di massa senza idee».

Quale artista ti ha più influenzato nella tua formazione musicale?

«Soprattutto Claudio Baglioni, che di tanto in tanto riesco anche a incontrare. Di lui ho sempre amato la capacità di unire gradevolezza musicale e parole importanti. Che è un po' quello che cerco di fare io».

Credi di esserci riuscito con le tue ultime canzoni?

«Per lo meno sono stato coraggioso: con l'estate alle porte, invece della solita canzoncina melodica da spiaggia, io ho messo le parole in primo piano, ho usato un testo intimo associandolo ad una musica lenta».

Chi è il pubblico di riferimento per questo disco?

«Davvero non lo so. Vorrei solo che emergesse il cuore e l'impegno con cui l' ho fatto».

Che musica ascolti?

«Di tutto. Mi definisco un no-global della musica, preferisco la tradizione alla massificazione».

L'ultimo cd che hai comprato?

«Una raccolta di canti popolari sardi».

 

 

24 Giugno 2003

Baglioni va in archivio con i disagi

EUGANEO PRESO D'ASSALTO, L'IMPATTO DEI 25 MILA SPETTATORI VA «LIMATO»

Parcheggi limitati e afflusso del pubblico sono i problemi da risolvere

Era il debutto di un cartellone estivo di grandi eventi che culminerà con i Rem a luglio

 

di Simonetta Zanetti

Alla fine il disagio peggiore è venuto dall'acquazzone che si è abbattuto improvviso durante il concerto di Claudio Baglioni. Malgrado le immancabili code in tangenziale e la ressa all'entrata dello stadio Euganeo, Padova ha ben sopportato l'impatto dei 25.000 spettatori che lunedì sera hanno preso d'assalto le tribune dell'impianto per il primo appuntamento della stagione con la grande musica dal vivo. I problemi principali prima dell'inizio dello spettacolo di Baglioni (e Morandi...), per il protrarsi delle prove fino quasi alle 19 con un ritardando di mezz'ora dell'apertura dei cancelli.

Qualche spintone in tribuna est, dove hanno preso posto i possessori di biglietti non numerati esclusi dal prato per lasciare posto alla scenografia, si sono ritrovati strizzati più del lecito. Mugugni anche in tribuna ovest dove i posti a sedere numerati sono stati fatti slittare a sinistra. «Chiedo scusa al pubblico se ha subìto dei disagi - dice Diego Zed, organizzatore dell'evento - Tuttavia posso assicurare che si è trattato di problemi ben al di sotto di quelli che si verificano nelle altre città in occasione di concerti di questa portata. Del resto stiamo portando a Padova una programmazione musicale degna di una capitale europea con eventi che prima erano appannaggio di Milano e Roma. Mi impegno personalmente a organizzare interventi approntati sulle esigenze del pubblico, affinché possa uscire dallo spettacolo sempre soddisfatto».

E proprio soddisfatti non sono stati i 25 spettatori che non trovando parcheggio hanno lasciato la macchina in via Rocco: sul parabrezza, all'uscita, multa di 35 euro: «Il nostro non è un accanimento: i divieti sono messi per tutelare la sicurezza e vanno rispettati - spiega il comandante della Polizia municipale Terrin - All'Euganeo i posti disponibili nei parcheggi non sono più di 2.700 e di conseguenza la gente non può pensare di arrivare tutta in macchina fin sotto allo stadio, ma deve imparare a sfruttare il bus navetta».

Con Baglioni si è inaugurata la lunga estate calda della musica che nelle prossime settimane si articolerà nelle tappe «satellite» con Simply Red a Piazzola, Simple Minds e Carmen Consoli a Villa Pisani, in attesa dell'evento: i Rem il 22 luglio all'Euganeo. Per loro si parla già di tutto esaurito: «Per i Rem intendiamo organizzare una conferenza di servizio con tutti gli attori preposti; in quell'occasione renderemo noti una serie di servizi che saranno motivo dominante di tutti i prossimi concerti, affinché il pubblico non debba più patire alcun disagio» conclude Zed.

 

L'INTERVENTO

 

di Massimo Catenacci

L'altra sera sono stato a vedere in concerto di Claudio Baglioni allo stadio Euganeo. "Bea bueada" si direbbe a Venezia. No, il povero Claudio non c'entra niente, anzi. I pochi veri professionisti della serata ieri erano tutti al centro del prato ed hanno offerto uno spettacolo certamente grande. Tutto il resto, però, è da dimenticare.

A cominciare dagli accessi per finire con la scoperta che il posto numerato riportato sul biglietto non esiste. Sì, proprio così. I posti 88 e 89, i miei, ma anche l'87 e il 90, della fila 14 della tribuna numerata ovest non esistono proprio. E allora perchè hanno fatto i biglietti? Perchè li hanno venduti? A 40 Euro, con le spese di prevendita e spedizione lievitati a 51. Non è un disservizio da poco, ma tanto nessuno ne risponde. Lasciano lì sulla gradinata le povere hostess a sbrogliarsela da sole, sperando che vada bene.

E' andata bene, ma solo per merito di chi era sul palco.

I problemi cominciano all'arrivo. Uno si aspetta di trovare in fondo al viale d'accesso un bel cartello con l'indicazione della tribuna ovest e di quella est. Tutti vanno verso destra e poi si scoprirà che quello è l'est. Quindi giro di tutto lo stadio e ci si accorge che un cartello con l'indicazione della tribuna numerata ovest effettivamente c'era, ma è mezzo divelto e nascosto dietro uno dei camion del merchandising. Forza del business.

Ad ogni modo eccoci ai piedi della collinetta davanti al grande cancello sormontato da un enorme striscione con scritto "Tribuna Numerata Ovest". Ecco i biglietti. No signore, questa è la tribuna Vip, questi biglietti non vanno bene qui. Ma cosa dice? Guardi cosa c'è scritto sopra la sua testa. Sì lo so cosa c'è scritto; è sbagliato il cartello, questa è la tribuna Vip. Evviva l'organizzazione della società dei grandi eventi.

Ma basta fare pochi passi più in là e c'è il cancello giusto, ma non c'è scritto niente. I biglietti vanno bene, si entra. Subito una hostess carina e gentile ci viene incontro, Fila 14 posti 88 e 89. Prego.

Scendendo la scalinata il primo fastidio. Il posto 88 è a sinistra, l'89 è a destra. Uno compra due biglietti e si ritrova con la scalinata in mezzo. Bravi questi dei grandi eventi. Quando emettono i biglietti guardano la piantina o è sempre colpa del computer?

Vabbè, poi ci si scambia con i vicini, uno pensa. E invece no, i vicini hanno lo stesso problema nostro: i posti non ci sono, non esistono. Al loro posto una bella transenna metallica. Ci hanno venduto dei posti che non ci sono. Bravi, ancora loro, quelli dei grandi eventi.

La hostess impallidisce, e sparisce. Dopo un po' ritorna. Sedetevi dove volete qui vicino (la fila è ancora libera), se arriva il proprietario del posto chiamatemi. Uno non può neanche mangiarsi un panino in pace che il proprietario arriva. Ovviamente.

Chiamata della hostess e nuovo spostamento. L'ultimo. Ma non perchè è quello verso il posto definitivo, ma solo perchè voglio mangiarmi il panino in pace e non accetterò altri spostamenti se non per un posto sicuro. Arriva il nuovo proprietario, nuova spiegazione, nuovo invito della hostess a spostarci. Non se ne parla, o ci garantisce il posto definitivo oppure restiamo qui. Il vero proprietario si innervosisce. La hostess anche, ma si muove.

Dopo un po' ritorna tutta raggiante. Seguitemi, vi porto in tribuna Vip. Ma non è quella dove non ci avevano lasciati entrare prima? La seguiamo, ma la poverina non aveva ancora finito di tribolare. Ci porta davanti alla transenna della tribuna Vip e confabula col collega, evidentemente cercando di spiegargli la situazione, ma quello niente. Qui non si può, questa è la tribuna Vip. L'avevo già sentita questa....

Prova con un altro collega un po' più in là e questo capisce al volo. Finalmente. Ecco i nostri posti in tribuna Vip. La hostess sorride sollevata e riparte verso un nuovo problema. Neanche il tempo di sedersi che spunta Claudio tutto vestito di bianco, non si può dire che l'attesa sia stata noiosa. Bravo Claudio, hai rimesso le cose a posto. Ah, il primo luglio c'è il concerto dei Simply Red a Piazzola sul Brenta? Ci avevo fatto un pensierino, ma poi ho cambiato idea. L'organizzazione è la stessa, quella dei grandi eventi.

 

 

23 Giugno 2003

ALL'EUGANEO

 

Per l'unica data del Nord est, lo stadio Euganeo ospiterà stasera il concerto di Claudio Baglioni. Con lui 12 straordinari musicisti, 42 elementi di orchestra, un balletto di 80 persone e oltre 800 figuranti, tra performer, atleti e artisti di strada, che animeranno il kolossal-show per oltre 3 ore di emozioni. Inizio alle 21. Evento nell'evento si annuncia la partecipazione di una grande guest-star italiana che uscirà a sorpresa a fianco di Baglioni durante la serata: Gianni Morandi. Secondo alcune voci potrebbe essserci anche Biagio Antonacci. L'apertura degli ingressi dopo le 18.30 (al termine del sound-check). 

PARCHEGGI 

Verranno allestiti per l'occasione appositi parcheggi temporanei a pagamento lungo gli anelli perimetrali dello Stadio Euganeo; in alternativa sono previsti parcheggi presso l'ex Foro Boario di Corso Australia o nel centro cittadino (zona Fiera di Padova) con servizio A/R di bus navetta. 

CAMBIO/RITIRO PRENOTAZIONI TICKETS e ONLINE 

Il servizio di conversione delle prenotazioni è attivo dalle ore 11 Le biglietterie chiudono dopo l'inizio dello spettacolo. Per il ritiro delle prenotazioni acquistate online è necessario recarsi presso le biglietterie dello Stadio con regolare attestazione d'acquisto, unitamente ad un documento d'identità valido. 

STADIO EUGANEO 

L'accesso al campo da gioco è interdetto al pubblico poiché la produzione prevede una passerella centrale su tutta l'area del prato. Si consiglia di osservare bene la segnaletica interna ed esterna al fine di non incanalarsi inutilmente in un settore sbagliato. Il personale di controllo e di sicurezza è disponibile per dare informazioni ed indicazioni precise sui posti acquistati. Il servizio di hostess è a disposizione per trovare il proprio posto numerato.

I portatori di handicap potranno usufruire dell'accesso gratuito all'evento con l'ausilio di un accompagnatore (che paga il prezzo minimo dei biglietti in vendita); lo spazio riservato è posizionato ai bordi del campo da gioco, con pedana rialzata. 

COME ARRIVARE 

Per l'evento di Claudio Baglioni verranno realizzati appositi tragitti A/R dal Centro Città di Padova e dalla Stazione ferroviaria con servizio speciale di bus navetta da e per lo Stadio Euganeo.

Per ulteriori informazioni: ZED Ticketline 0498 644 888www.zedlive.com: il nuovissimo portale dei Grandi Eventi sulla rete web aggiornato in tempo reale

23 Giugno 2003

Oggi A Padova

UN CONCERTO GIGANTE, FRA I PERFORMER DELLA PORTA ACCANTO

 

Padova Alle 21.30, calato il sole, lo spettacolo di Claudio Baglioni andrà in scena allo stadio Euganeo di Padova, con il suo immenso palco lungo oltre cento metri posto sul prato, l'orchestra di 33 elementi, la band (guidata da Paolo Gianolio alla chitarra, con Lele Melotti batteria, Paolo Costa basso, Walter Savelli piano, Gianni Boscariol Hammond e tastiere, Danilo Minotti, chitarra), i 33 elementi del corpo di ballo stabile e le diverse centinaia di performer selezionati in tutto il Veneto nelle settimane scorse, che realizzeranno le coreografie studiate da Luca Tommassini.

La traccia dello show, della durata di circa tre ore, dovrebbe essere quella disegnata ad Ancona e Milano con poche variazioni e il duetto inedito con Gianni Morandi «penso che faremo "Poster" per chè mi ha detto che l'aveva già cantata un'altra volta», confida Claudio.

Lo show partirà con Claudio da solo con la chitarra a girare attorno al campo cantando alcune sue canzoni storiche. Poi lo spettacolo salvo variazioni proseguirà con "Sono io", "Strada facendo", "Quanto ti voglio", "Un giorno nuovo", "Dagli il via" fino al primo ingresso dei performer in "Uomini Persi". Si ascolteranno "Avrai" al pianoforte, "Domani mai", "Stai su", "Quante volte" con contorno di ballerine in bikini in bolle trasparenti, "Cuore di aliante". "Buona fortuna" per sole voci precederà "Tutto in un abbraccio", "Mai più come te", "Grand'uomo", prima della comparsa di Gianni Morandi.

Quindi le coreografie si susseguiranno efficaci per "Fammi andar via", "Vie dei colori", "Acqua dalla luna", "Bolero", "E tu" , "E adesso la pubblicità, "Ninna nanna nanna ninna", "Noi no".

"Mille giorni di te e di me", precederà poi un a curiosa versione di "Questo piccolo grande amore", "Io sono qui", "La vita è adesso" in un bagno di folla e di follia collettiva.

"Via" chiuderà definitivamente lo show che dovrebbe avere in autunno una nuova versione adattata per spazi chiusi, maggiormente basata sul nuovo disco "Sono io, l'uomo della storia accanto".

23 Giugno 2003

L’incontro del cantautore romano con i lettori del Gazzettino: due ore di conversazione raccontandosi con ironia e in libertà

CLAUDIO BAGLIONI: DI QUA DAL PONTE, CON I SUOI FAN

«Adoravo Celentano, e una volta io e De Gregori, ragazzini, corremmo dietro ai Pooh per un intero tour»

 

Lei si alza in piedi, timida e impacciata. È il momento atteso da una vita. «Claudio finalmente ti trovo...». «Perché? Sei dell'Interpol?» Ridono di gusto le fan invitate al giornale fra coloro che hanno mandato le loro domande da fare al cantautore romano. Lui, camicia bianca, jeans grigio scuri, foulard, arriva poco dopo le 15, affiancato dal direttore Luigi Bacialli e dal critico Giò Alajmo che guida l'incontro. E fa una confessione choc.

«Sono stato anch'io un fan, e di quelli scatenati.Io e De Gregori nei primi anni '70 abbiamo seguito un'intera tournée dei Pooh. Eravamo in prima fila. Mi piaceva D'Orazio. Aveva una batteria così grossa che la canzone era già finita e lui non aveva ancora finito di colpire tutti i piatti...» Poi si siede, pronto a rispondere a tutti. Ecco una sintesi di oltre due ore di "chiacchiere".

Ti hanno detto di essere un sentimentale. È una patente...

«Sono 35 anni che faccio dischi. Il primo l'ho inciso tra la fine del '67 e l'inizio del '68. Erano dei provini fatti a Milano. Non sono stati mai pubblicati. Mi convocò la casa discografica Ricordi, mi chiese di fare questi quattro brani con tre musicisti molto scocciati ai quali non fregava niente di questo ragazzetto di sedici anni e mezzo. Io, molto intimidito, stavo con mia madre che mi aveva accompagnato. Perché all'epoca ci accompagnavano le mamme, come a miss Italia. Il discografico che mi venne a visionare disse: ma com'è che stai tutto "rincagnato"? E io con una depressione pazzesca, tornai alla mia pensioncina, aprii la finestra e dissi: ve la farò vedere, un giorno sarò un grand'uomo. Poi ho scritto canzoni difficilissime e un album "Questo piccolo grande amore" dove c'era una storia d'amore postadolescenziale. Era un album più complicato di quelli che ho fatto negli anni '90. C'era una canzone divenuta popolare e da allora ho avuto la targhetta sotto la fotografia di cantore sentimentale».

Fino all'ultimo disco. Tutti a dire: è più semplice, finalmente...

«Io non lo credo, così come non credo che sia la riproposta di esperienze passate ma che ne sia piuttosto una revisione. Mentre nei tre album precedenti c'era una voglia molto velleitaria di ricerca dentro la musica e i testi in direzioni sconosciute, in questo ho cercato di farla in una direzione più conosciuta, nelle cose più vicine a me, nelle cose in cui, facendo un bilancio musicale, potevo riconoscermi di più. Per dare una definizione questo disco potrebbe essere un'antologia di inediti. Certe canzoni hanno una certa complessità come struttura melodica e degli arrangiamenti. Ma non ho avuto il tempo di rifare le cose come piace a me. Me l'hanno strappato. Io stesso del resto mi ero imposto tempi più brevi. Ci ho messo 10 mesi invece dei 3-4 anni che ci impiego di solito».

Dentro cosa c'è?

«C'è la voglia, dopo tante parole e tanta musica, di essere più diretto, di cercare di colpire me stesso ma anche gli altri senza troppe perifrasi o giri di parole con un linguaggio che sia spero semplice ma non banale. Un album molto apprezzato finora. Una bella soddisfazione perché pensavo di aver fatto uno schifo. Questo a dire la verità lo penso sempre, ogni volta che sta per uscire. Ma a un certo punto è una questione di sopravvivenza meritarsi la benevolenza di molte persone. Che lo apprezzino è il mio più grande successo».

L'amore è ancora un tema conduttore?

«Ho tentato in tutti i modi di non avere un filo conduttore nel disco e di tenere lontani i temi per non schiacciare alcuna canzone, perché quando poi si parte con l'idea di fare un album a concetto, o con un comun denominatore, qualcuna delle canzoni come in una squadra di ciclismo finisce per fare il gregario e tirare la volata alla campionessa. Mio malgrado ho la sensazione che si siano riaccostate quasi un po' da sole. Non so se sono canzoni tutte d'amore ma sicuramente vi prevale l'urgenza dell'amore, detto con più forza e con più insistenza alle persone e al mondo. Ovvero l'idea che l'amore, inteso come abbraccio fra le persone, è l'unica medicina possibile fra tante che hanno abitudini così diverse, culture così diverse, religioni così diverse, soldi, fame, così diverse. È solamente questo il collante, il cemento, ovvero questa reciproca accettazione fra individui, non fra occidentali e orientali, arabi e israeliani, cattolici e maomettani, ma solo fra persone in quanto possessori di una vita identica».

Ma i testi vengono da dentro o ti fai... aiutare?

«Mio Dio che domanda, voglio giocare il Jolly... (ride). Vivo una sorta di strabismo compositivo fra la parte musicale e i testi. Scrivo al 99 per cento sempre prima la musica perché mi dà felicità, il senso della magìa. E poi scrivo le... omelie. Ma la maggior parte del pubblico non è un musicista quindi delle canzoni prende la parte dello struggimento, della commozione. Le parole tutti le usano e colpiscono, anche le parole sceme. Io ho cominciato come musicista, non avevo velleità poetiche. Così le parole sono la mia parte terribile. Quando scrivo divento un dannato, vado in depressione».

Le canzoni sono un viaggio nella vita?

«Tutto quello che uno scrive è irrimediabilmente autobiografico. Però se dovessi raccontare esattamente quello che è accaduto direi una cosa che magari non è nemmeno commovente, tanto è vero che ci sono delle canzoni in cui ho mescolato più storie diverse. Poi il grande privilegio di gente che fa il mio mestiere è di raccontare i propri cavoli agli altri che li ascoltano e ti danno pure i soldi...»

Ma ce ne sono alcune che non vorresti mai aver scritto?

«Beh, vorrei riscrivere parti di certe canzoni. Una di queste è Bolero (mormorio di disapprovazione in sala) perché non riesco proprio a memorizzare certe strofe. Ho comprato anche quei cosi che si mettono nelle orecchie la notte con la mia cassetta che va, ma niente. La canto ma mi devo chinare su un foglio dove c'è scritta una parte del testo. Ogni tanto mi giro nei concerti e cerco di vedere la gente cosa canta per copiarli... (risate). E ho ripetuto l'errore in "A domani" che sembra un' "Ora pro nobis". Dopo tre mesi mi ero pentito anche di "Sabato pomeriggio"... Poi l'ho tenuta».

Però non ti dà fastidio sentirle "rubate" dai cori?

«È curioso, è come se tutti quelli che ascoltano Pollini si mettessero a suonare.. Beh, magari capita che studi per otto giorni un'introduzione al pianoforte e appena stacchi i piedi dal pedale nel silenzio si sente un grido... "Claudio!!!". Eh, sono io Claudio, lo so. Ma vorrei suicidarmi. Però no, non sono geloso. Ad Ancona mi hanno detto di aver visto delle persone coi fogli e le lucette per poter cantare i testi...»

Eppure anche tu hai massacrato certe canzoni simbolo. Parliamo di Qpga...

«Questo piccolo grande amore l'ho rifatto tre, quattro volte (si ferma, poi: chi offre di più?). Una volta sono stato affrontato da una signora a Palermo: la canzone è nostra non la deve modificare. Io mi sono messo (e mima il gesto della comare con le braccia sui fianchi) a discutere. Poi ho capito che aveva ragione».

Hai mai conosciuto grandi uomini?

«Ho conosciuto molte persone comuni che senza essere citate da nessun libro di storia a me hanno dato la sensazione di esserlo. Persone che avevano come strada principale della loro vita il tentativo di essere onesti a tutti i costi in un mondo che ti mette sotto i piedi delle trappole per non esserlo. Risposta facile sarebbe dire: mio padre. Ma non so se un padre è un grand'uomo. Un padre è comunque un uomo grande quando sei piccolo, ti copre, ti protegge. Ho scritto una canzone su di lui ma più che altro per l'assenza di una guida per me. Mi piacerebbe avere una mano che mi indichi la direzione giusta. Ma anche nel mondo si sono persi uomini intellettualmente onesti che sapevano traghettare l'umanità verso un mondo migliore».

La vita. Bisogna viverla con un pizzico di follia?

«È un'esperienza straordinaria ed è l'unica che conosciamo quindi ce la dobbiamo tenere vicina. Cos'è che fa importante la vita? La curiosità, che non andrebbe mai spenta. Poi la fantasia, la possibilità di non diventare troppo adulti, mai. Che ci si sia sempre quel pizzico di cialtroneria, di buffoneria, di voglia di giocare. Amo proprio questa possibilità. Faccio un mestiere molto meno serio di altri dove in uno spettacolo dal vivo si può continuare a inseguire la favola, il gioco, senza diventare adulti e maturi a tutti i costi».

Il tuo spettacolo. Che Claudio vediamo oggi?

«È lo spettacolo più grosso che io abbia mai fatto. C'era voglia di completare quello che nel '98 non ero riuscito a fare, una cosa vagheggiata da Wagner che pensava che l'orchestra potesse suonare le sue composizioni in una formazione allargata. L'inizio del teatro totale. Insieme alla musica potevano esserci anche altre espressioni, le più popolari e povere, gli artisti di strada, i comici. Stavolta ci sono danzatrici del ventre, e di flamenco, suore sui pattini, quelli che fanno il judo, schermidori. Dicono che canto in playback? Ci sono dei frammenti "campionati", come usano tutti, ma è tutto fatto in casa tranne un tentativo di doppia voce in un paio di canzoni, dove dovremmo essere in due, io e me stesso. Il fatto è che a 90 metri di distanza dai musicisti il suono per un principio fisico arriva con un secondo di ritardo quindi io muovo la bocca e il ritorno del suono mi fa sembrare sfalsato».

Quando sentiremo vecchie canzoni mai eseguite?

«In un grande stadio si radunano persone che non sanno tutte le canzoni una ad una. Il 20 per cento sono curiosi o sono trascinati da altri. Improponibile, penserebbero che sono tutte nuove. Per quanto riguarda la stesura invece le devo metabolizzare, ho bisogno di distanza dalle cose per poterle raccontare. Prima c'era un'esuberanza di suggestioni ora una carestia. E io mi autorassicuro. Giro con un libricino, scrivo le tre notine e poi non le uso mai. Però mi conforta sapere che c'è».

L'ansia di futuro, di andare al di là del ponte. Che cosa ci aspetta?

«Questo inizio di secolo ha mancato l'idea dell'"adesso cambieremo e andremo da un'altra parte" che ci era stata promessa. Invece viviamo uno dei momenti più disorientanti. Non ci sono veri valori condivisibili da tutti. Ho pensato che noi stavamo come seduti davanti a un ponte. Era quello il primo metro che dovevamo fare per entrare nel futuro, traversarlo. Siamo ancora all'inizio del ponte ma penso che oltre ci sia qualcosa di bello. Come penso che dietro la collina ci sia il sole, il mare che vedi per la prima volta, una campagna, la gente che balla. Bisogna avere il coraggio di fare quel metro e credere, con la speranza che diventa come un'ombra che ci segue. È la tenacia il senso di ogni essere umano che dà un senso alla propria esistenza e a quella degli altri».

A proposito di futuro sei in procinto di laurearti?

«Sì ma fra concerti e dischi... Ho ancora un esame da fare e poi mi laureerei con una tesi sul restauro architettonico e la rivalutazione degli spazi per l'intrattenimento popolare. Ho studiato tre anni quand'ero studente Qualche tempo fa per caso ho incontrato il preside della mia vecchia facoltà di Architettura. Voleva che parlassi agli studenti. Quando sono andato mi sembrava di essere la Monroe alle truppe americane. Poi lui è stato da mia madre per convincerla a farmi riprendere gli studi e da lì è finita. Ho pagato le tasse fino ad oggi, approfittando della nuova legge. Una cifra!..»

E la musica italiana? Mai avuto un idolo?

«Ce l'avevo, Celentano. Era il cantante moderno quando c'era il gap generazionale che oggi per fortuna non c'è (e ridacchia). Per quanto riguarda le canzoni italiane io vorrei averle scritte quasi tutte, quelle degli altri. Mi piacciono molto quelle degli anni '60, "Io che amo solo te" di Endrigo ad esempio. Dei giovani amo Elisa e Carmen Consoli, il genio di Daniele Silvestri, Samuele Bersani, Fabi. E i vecchi? Oramai sono vecchi».

Aiuterebbe la musica un modo discografico migliore?

«All'inizio della carriera per i primi 7-8 anni il discografico comandava poi non ho più subìto pressioni. Oggi certe volte lamento l'assenza della discografia. Sembrano alla disfatta della campagna di Russia. Tornasse ad essere un'industria forte, autentica, con un rapporto migliore con la musica, sarebbe meglio».

 

MUSICAITALIANA.COM

TOP20 – MUSICAITALIANA.COM

23 Giugno 2003 

“Sono io”, il singolo di Claudio Baglioni non accenna alcuna scesa in Top20.

La prima posizione resta sua ancora una volta, seguito da “un’emozione per sempre” di Eros Ramazzotti.

Intanto si affaccia sul podio “bastardo”, la nuova canzone di Rettore.

http://www.musicaitaliana.it/top20/

 

www.padovanet.it

CLAUDIO BAGLIONI

 

23 Giugno 2003 

(…) I dati parlano chiaro: a poco meno di un mese dall’apertura delle prevendite per l'evento di Claudio Baglioni, già si parla di un record di biglietti venduti per lo spettacolo più atteso della stagione estiva.

Claudio Baglioni, uno dei cantautori più grandi della storia della musica italiana si esibirà in un concerto sensazionale presso lo stadio Euganeo di Padova per l’unica data del nord-est Italia.

Claudio Baglioni farà un grande ritorno con una tournee che toccherà solo pochi grandi stadi italiani tra cui Padova a rappresentanza del Triveneto: i circuiti di vendita dei biglietti stanno registrando notevoli impennate con un’affluenza nelle rivendite quasi “epocale”.

Sembra che sia scoppiata una vera “Baglioni-mania” che sta contagiando tutto il territorio. La produzione d’altronde si preannuncia imponente come non mai:si parla addirittura del più grande spettacolo mai visto fin’ora, con un enorme palcoscenico centrale, raggiunto da passerelle, che sorgerà imponente nel centro del campo da gioco dello stadio.

Qui prenderà il via l’evento live più straordinario dell’estate.

Un’occasione unica per vivere l’incanto Baglioni, a distanza di cinque anni dallo storico tour dei record “DA ME A TE”, un appuntamento imperdibile, un vero e proprio momento per vivere in musica la storia della musica italiana. (…)

23 Giugno 2003 

Stasera alle 21.30 allo stadio Euganeo di Padova la terza delle otto tappe del nuovo tour: dopo anni il cantautore torna nei grandi spazi e si racconta

 

BAGLIONI: «CON ME AVRETE IL BATTICUORE»

 

Padova. Stasera Claudio Baglioni sarà allo Stadio Euganeo di Padova per la terza tappa dello spettacolo negli stadi italiani. Baglioni torna non con un tour tradizionale, ma otto tappe caratterizzate da ospiti, impianti scenografici e quadri luce diversi di città in città. Dopo il 14 giugno ad Ancona con Andrea Bocelli, il 19 giugno a Milano con Laura Pausini, a Padova sarà ospite Gianni Morandi. Baglioni torna a Padova dopo due anni. Era il 14 agosto del 2001 quando arrivò all'Euganeo la tappa del tour "Viaggio". Lo spettacolo sarà il 27 allo Stadio Artemio Franchi di Firenze, il 1 luglio allo Stadio Olimpico di Roma, il 5 luglio al San Paolo di Napoli, l'8 luglio allo Stadio di Bari per concludersi il 12 luglio allo stadio Cibali di Catania. Oltre tre ore di show live per alcuni assaggi del nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto", insieme al meglio di un repertorio unico e intramontabile. Le prevendite continuano oggi. Disponibili i seguenti ordini di posto: tribuna non numerata a 25 euro e tribuna numerata est/ovest a 40 euro più diritti di prevendita e commissioni on-line. Le biglietterie dello stadio saranno aperte dalle 11 con orario continuato fino all'inizio dello spettacolo; chiusura cassa alle 21.30. Non sono accettati pagamenti con bancomat e carta di credito. L'apertura degli ingressi dopo le 18.30 (al termine del sound-check). Informazioni sul portale dei Grandi Eventi, www.zedlive.com. di Claudio Baglioni

Trentacinque anni di musica, ventidue album e mille concerti ed è sempre la prima volta. Come quando, da bambino, salii su una sedia e - per il lauto compenso di un'aranciata - intonai "Una casetta in Canadà". Quando è la passione che ci anima, ogni volta è una prima volta. Non esiste la routine. Ogni vigilia è al cardiopalma. Da sempre. E, anche se mi ci sono quasi rassegnato, non riesco ad abituarmici. Forse perché alla paura non ci si abitua mai. Alla sola idea di trovarmi al centro di uno stadio, mi sento attraversare da una scarica di adrenalina difficile da sostenere, dalla quale cerco di ricavare l'energia che serve - e ce ne vuole davvero tanta - a raccogliere la sfida. Perché è più o meno come trovarsi da soli, in mezzo a una spiaggia deserta, nel momento nel quale il più burrascoso degli oceani ha deciso di scaricarti addosso un'onda gigantesca. Non suono in uno stadio dal '98, ma so cosa significa veder ondeggiare a ritmo di musica una muraglia di corpi, avvertire che i loro cuori battono insieme al tuo, mentre decine di migliaia di voci intonano una tua canzone. È un'emozione senza paragoni. In realtà, stasera allo stadio Euganeo (che, per una notte almeno, diventerà il secondo luogo di Padova nel quale non c'è il prato che ci si aspetta!) non sarò solo. Sei straordinari musicisti, 42 elementi di orchestra, un balletto di 80 persone e quasi un migliaio tra performer, atleti e artisti di strada, infatti, animeranno, insieme a me, qualcosa di più di un semplice concerto: uno spettacolo, ogni sera, diverso. E non per un particolare gusto per il kolossal o perché - come si dice - i grandi spazi chiamano i grandi numeri. Al contrario. Il concerto che ho in mente è la risultante di una pluralità di voci, di linguaggi, di gesti, di elementi. Ogni concerto sarà diverso perché ogni sera daremo una diversa lettura, una diversa interpretazione, una nuova valenza a questo nostro dividere la scena. Proprio come in uno spartito, dove ogni nota ha un valore fondamentale, senza il quale la musica non sarebbe completa e, comunque, non sarebbe più la stessa. E questo accento sull'insieme, sul valore di una molteplicità costituita da diverse individualità è uno dei temi di questo mio nuovo disco. Una riflessione sull'importanza dei tanti "io" che con le loro piccole storie animano la grande storia la quale, senza queste mille anime sconosciute, non sarebbe quell'affascinante linea che conosciamo, ma un disordinato e slegato insieme di segmenti.

Ma, forse, la vera novità di questo appuntamento nei grandi stadi, non sarà tanto nella struttura dello show, nella presenza di altri artisti e nel grande spazio lasciato all'improvvisazione e alla sorpresa. Saranno le canzoni. Perché, in questo tour, per la prima volta, ho deciso di ripercorrere tutti i momenti per me più significativi di questi trentacinque anni di musica, riproponendo anche canzoni importanti che non suono più dal vivo da molto tempo. Suonarle tutte (come vorrei) non è fisicamente possibile, ma ho cercato di non sacrificare nulla di quelle parole e quelle note che legano la mia piccola storia alla vostra, con la speranza di riuscire a regalare una notte che valga la pena di essere ricordata. Una notte nella quale anche il mio cuore sia, per voi, "senza porte", come le grandi sale di uno dei luoghi simbolo di questa straordinaria città.

MusicaItaliana.COM

22 Giugno 2003

CON IL LIVE A SAN SIRO DI CLAUDIO BAGLIONI…

dichiaro aperta la mia stagione di concerti.

Lo scorso giovedì, 19 giugno, ero nella tribuna stampa ad applaudire il grande mago che ha fatto un concerto di ben tre ore, intonando canzoni vecchie e nuove.

A colpirmi è stata la gran quantità di gente che c'era…  non negli spalti, ma nel campo!!!

Ragazze e ragazzi perlopiù giovanissimi hanno affollato il campo esibendosi in strane danze ispirate a varie discipline sportive.

Erano talmente tanti che a volte non riuscivo neanche a vedere i (bravissimi) musicisti della band e spesso neanche lo stesso Clà!

...che bello, però... non ero mai stata ad un suo concerto negli stadi, beh, EMMA consiglia: non perdetelo!

(EMMA – E Mail Music Area)

21Giugno 2003

L’orario anticipato degli spettacoli e il volume abbassato dividono pubblico e artisti. Il promoter di Springsteen: il Boss è abituato a suonare di giorno

Concerti con il coprifuoco, fan in rivolta

 

MESSAGGI DI PROTESTA ALLE RADIO: BAGLIONI A SAN SIRO COSTRETTO A CANTARE CON IL SOLE, MANCAVA L’ATMOSFERA

 

di Gianni Santucci

Come cenare a lume di candela col sole ancora alto. Zero atmosfera e romanticismo nullo. Stadio San Siro, giovedì sera, il concerto di Claudio Baglioni inizia alle 20.30. La luce compromette per un’ora effetti e coreografie, il cantante chiede scusa al pubblico («Per motivi che non dipendono da noi abbiamo dovuto iniziare troppo presto, abbiate pazienza se manca l’atmosfera»), gli spettatori sono insofferenti per uno show che non decolla. E il mattino dopo inondano radio e chat con messaggi di protesta: «Abbiamo pagato per uno spettacolo rovinato dall’orario d’inizio e dai limiti al volume». Accusati: gli abitanti delle zone intorno al Meazza che protestano per il «rumore» e il Comune che «ingabbia la musica» con un orario tassativo per la fine dei concerti (le 23.30). Limiti che «danno fastidio» anche a Vasco Rossi. L’avvio anticipato dello show di Baglioni provoca però anche un altro inconveniente. A quell’ora il traffico intorno allo stadio è nel marasma. Risultato: molti arrivano in ritardo. E la prima mezz’ora di spettacolo è disturbata dal via vai di spettatori che cercano posto. Conclude Antonella Milli, 39 anni di www.tonyassante.com , rappresentante dei fans di Baglioni in Lombardia: «Gente che andava e veniva, effetti annullati dalla luce, atmosfera smorta: per la prima ora, il concerto sembrava una prova. Ma noi abbiamo pagato prezzi da teatro» (fino a 57,50 euro per il secondo anello, 67 per il primo).

Un passo indietro. Ad aprile inizia il tira e molla tra Palazzo Marino e abitanti di San Siro. Si trova l’accordo per 6 concerti al Meazza che non dovranno andare oltre le 23. Ancora discussioni. Gli organizzatori strappano mezz’ora in più. Qualcuno chiede ai Rolling Stones, prima del concerto dello scorso 10 giugno: dispiaciuti di dover cominciare a suonare col giorno? Mick Jagger sorride: «Non siamo mica dei vampiri». E l’assessore comunale agli Eventi, Giovanni Bozzetti, dice polemicamente: «Al momento di presentare il concerto, Baglioni mi ha ringraziato pubblicamente per aver posticipato l’orario di chiusura. Le sue lamentele durante lo show mi sembrano improprie e gratuite».

Risponde Ferdinando Falzano, promoter del concerto: «Baglioni ha studiato un kolossal con centinaia di performer, un evento unico pensato per il buio. Siamo dispiaciuti perché il pubblico non ha potuto godere a pieno dello spettacolo». E gli abitanti? «Potrebbero fare un minimo sacrificio. Protesta assurda per una città ai vertici della musica europea». Rincara la dose il direttore dei programmi di Rtl, Luca Viscardi, che l’altra sera ha assistito al concerto e ieri ha ricevuto decine di email e sms di protesta: «Effetti di luce penalizzati e volume basso. Un concerto ingabbiato in restrizioni inaudite. Condivido le lamentele».

Al tam tam delle radio fanno eco messaggi su messaggi nelle chat dedicate al cantante romano, da «tonyassante.com» a «51montesacro.it»: Stefy da Monza, «un concerto nel tardo pomeriggio non piace a nessuno, l’atmosfera non si scalda»; Daniela da Rho, «audio scarso», Lorenzo da Milano: «Di musica non è mai morto nessuno». E nel pieno delle polemiche, si pensa già ai prossimi appuntamenti. Bruce Springsteen suona a San Siro il 28 giugno. Inizio alle 20. «Nessun problema - assicura il promoter Claudio Trotta - il Boss è abituato a cominciare col giorno. Capisco Baglioni, che vuole proteggere il proprio lavoro. Gli abitanti però hanno i loro diritti. Se i concerti iniziassero ancor prima, ci sarebbero meno disagi per tutti». Ultima parola a Vasco Rossi (a San Siro il 4, 5 e 8 luglio), che, in un’intervista su «ViviMilano» in edicola mercoledì prossimo, dice: i limiti imposti a Milano «danno fastidio. Ma noi siamo abituati a combattere per suonare, il rock è anche questo».

21 giugno 2003

Marika Zanforlin domani
con Baglioni

Dopo l'emozionante e avvincente performance del 14 giugno ad Ancona, Marika Zanforlin è stata chiamata dal cast organizzatore della tournée di Claudio Baglioni a prendere parte al concerto di domani allo Stadio Euganeo di Padova. L'esibizione fatta dai pattinatori durante il debutto stagionale di Baglioni ad Ancona ha fortemente impressionato il cantautore che ha voluto la loro presenza anche nel concerto padovano.
Così fra il gruppo di pattinatori presenti ci sarà anche la rodigina Marika Zanforlin che si esibirà in coppia col partner Federico Degli Esposti. E questa volta per loro la responsabilità sarà ancora maggiore poiché saranno gli atleti più in vista considerato che, per l'appuntamento di Padova, la coppia campione del mondo, formata da Patrick Venerucci-Beatrice Palazzi Rossi, non sarà presente per un impegno preso in precedenza.
«Nel concerto di Ancona – dichiara Marika – davanti a 18mila spettatori, ho vissuto un'emozione grandissima e di certo non è stato facile pattinare davanti a tanti occhi. Certo è che sia io ma tutti i pattinatori che erano presenti, abbiamo dato il massimo per essere all'altezza della situazione».
Osvaldo Prestia

21 giugno 2003

BAGLIONI, LA PAUSINI "E TU..." A MILANO

 

di Bruno Marzi

Milano. Baglioni "tenerone" e Pausini emozionatissima. E così "funziona" il duetto di "E tu", con la tonalità - ci sembra - modificata sul registro della cantante romagnola, che spara a mille il famoso "... E adesso non ci sei che tu... ", doppiata dai circa 40mila presenti al "Meazza" di San Siro. In tribuna c'è Fabio Fazio, da poco in libreria con un libro-diario, Eugenio Finardi, e un fiorilegio di calciatori, vip e vippini. Tra gli addetti ai lavori invece è attenta un' abbronzatissima Marianna Morandi, probabilmente in "visita tecnica" per spiegare meglio a papà Gianni, ieri sera impegnato a Reggio Emilia nella "Partita del Cuore" contro la Ferrari, cosa lo attende all' Euganeo di Padova lunedì 23.

"Claudione", che domani alle 15 sarà a disposizione dei fan selezionati dal Gazzettino tra i tanti che hanno prenotato una domanda al loro idolo, sta già preparando con cura l' appuntamento con il pubblico del Triveneto. Tale e tanta è la complessità della macchina organizzativa, e delle eventuali modifiche alla "scaletta" e alla scenografia dettate dalle circostanze, che tra uno show e l' altro di questa "passerella" mostre in otto tappe non possono trascorrere meno di quattro, cinque giorni. È successo per il "Meazza" di San Siro, addobbato con cura così come accadde cinque anni fa per lo show in diretta televisiva che seppe dettare nuove regole coreografiche e di spettacolarizzazione.

Lo show, tre ore per trenta brani-quadro scenografico, è quello raccontato già all' esordio di Ancona, con la presenza di Giovanni Baglioni in scena accanto al padre per "Mai più come te". A Padova, come detto ci sarà Morandi, mentre Biagio Antonacci dovrebbe essere l'ospite della successiva tappa di Firenze.

Il Tirreno

21 giugno 2003

Il Gruppo ballo spettacolo parteciperà venerdì al concerto fiorentino del cantautore

TUTTI I RAGAZZI DI CLAUDIO BAGLIONI

 

MONTEMURLO. In attesa di iniziare le prove con lo staff di Claudio Baglioni, il Gruppo Ballo Spettacolo e Palestra Victoria Club, lunedì scorso ha organizzato una prova generale allo stadio comunale di Montemurlo, per abituare i ballerini, ben 70, a ballare sul grande palcoscenico. I ragazzi del Gruppo Ballo Spettacolo che parteciperanno a questo evento Luca Bovini, responsabile generale degli istruttori, Giacomo Baldi, Pietro Bartolotti, Mara Bellazzecca, Daniele Berni, Solaria Bettazzi, Martina Boganini, Alessio Bonini, Andrea Bovini, Barbara Bonini, Riccardo Bonini, Maura Monsignori, Silvia Borgini, Marzia Brocchi, Lena Brogi, Filomena Cafaro, Erika Campopiano, Barbara Carlesi, Cristina Cinelli, Samantha Cecchi, Lorella Cinelli, Antonella Cirino, Rosanna Colligiani, Paola De Fazio, Silvia Defant, Anna Del Vecchio, Simona Fabrizi, Emiliano Festa, Francesca Fratini, Cristina Guarnirei, Mariagrazia Labella, Monica Lo russo, Gabriella Lucarelli, Alessia Magnolfi, Silvia Mancini, Annalisa Mannari, Antonella Manzo, Roberto Mattini, Fabrizio Nesi, Elisabetta Niccolai, Micaela Niccolai, Giuseppe Nicolini, David Pacini, Elisa Pacini, Alessio Paolini, Donatella Perone, Silvia Peruzzi, Silvia Pieraccioli, Laura Piras, Luca Piras, Chiara Pratesi, Valentina Pretini, Roberto Prioreschi, Francesco Pur razzo, Lorenza Rum, Giampiero Sabino, Stefania Santoni, Alessandra Signori, Sonia Sonaglia, Andrea Stabbia, Eleonora Tesi, Ivan Tonelli, Laura Tonelli, Yuri Tonelli, Benedetta Trinci, Sonia Vanni, Arianna Verdone e Carlotta Visca.

La Gazzetta di Reggio

21 Giugno 2003

IL MATCH VISTO IN TV RA GOL E SPETTACOLO

Reggio fa un figurone davanti a milioni di telespettatori

 

di Mauro Grasselli

REGGIO. Prima il collegamento pre-partita con il Tg1, con le prime immagini in diretta che propongono uno Giglio strepitosamente pieno e imbandierato. Poi il colpo del ko: Schumacher che, al microfono, parla in italiano. E' uno shock, la Partita del Cuore vista in tivù: uno show ricco di gags, gol e buoni sentimenti. E Reggio «vende» un'ottima immagine di sé a milioni di telespettatori.

Amadeus apre la diretta sottolineando l'applauso dei trentamila del Giglio: «E' una grande accoglienza, quella di Reggio Emilia. Lo stadio è pienissimo». La splendida Vanessa Incontrada, collaboratrice di Amadeus, sembra smarrita in mezzo al campo e a quella marea di gente sulle tribune: «Mai vista tanta gente in vita mia!» Intanto le telecamere alternano panoramiche a zoomate su spettatori che fanno ciao con la manina.

Vengono presentati i protagonisti, da Todt a Baglioni, fino a Rubens Barrichello, che si autodefinisce «l'unico brasiliano che non gioca a calcio». Sugli schermi televisivi torna l'ufficialità quando il presidente Carlo Azeglio Ciampi chiede agli italiani di «essere generosi per sostenere questa iniziativa». Amadeus salta sulle zolle del Giglio urlando «trentamila!», mentre Giampiero Galeazzi, speaker tecnico, presenta i giocatori delle due squadre (tra cui Pupo, che si confonde con i bimbi-mascotte) e cita «l'amico Chiarino Cimurri», volto noto dello sport nazionale fin dai tempi delle grandi imprese tennistiche.

Sul tavolo da biliardo reggiano, il ritmo del gioco non è da infarto, ma al Giglio spesso si è visto di peggio. Galeazzi pizzica Pupo: «Ha inventato l'autotacco, un colpo da esportazione». Vanessa intervista il reggiano Paolo Belli, che si proclama «il più grosso calciatore della Nazionale Cantanti». Claudio Baglioni elogia i reggiani: «Uno stadio così bello riempie il cuore». Galeazzi marchia Barrichello: «Un brasiliano che non sa giocare a calcio è come un napoletano che non sa cantare».

Nella ripresa il pubblico fa la ola e canta Aleee-oh-oh! Aleee-oh-oh!, mentre Pupo elogia Gianni Morandi: «Negli ultimi dieci giorni si è fatto tutte le feste, tutte le sagre della provincia di Reggio per vendere i biglietti».

Galeazzi torna su Pupo: «Una cena con me non te la puoi permettere, perché se perdi sei rovinato». Nicola Legrottaglie esce dal campo e racconta l'emozione di fronte al Giglio pieno come un uovo. Galeazzi ricorda che «la Reggiana si è salvata all'ultima giornata, ma questo stadio è una bomboniera». Viene annunciato l'incasso della partita, e sugli schermi compare la scritta «Grazie Reggio Emilia». Michael Schumacher: «Sono soddisfatto per la partita ma soprattutto per i bambini dell'Iraq». Jean Todt: «Bella partita, avevamo 28 ragazzi e hanno giocato tutti». Anche Dino Zoff, altro mister ferrarista, ha parole di elogio per la serata di sport e solidarietà: «Di questa felicità possiamo far godere qualcun altro». Rubens Barrichello commenta la gara di Schumacher: «Aveva una prima troppo lunga. Aspettava troppo tempo per scattare». Poi torna serio: «Siamo contenti di partecipare a queste iniziative, perché sono importanti». Gianni Morandi: «Questa volta noi abbiamo sbagliato il pit-stop». Claudio Baglioni: «Abbiamo sbagliato la mescola delle gomme». Luca Barbarossa: «Erano tanti, erano giovani, erano forti e hanno pure vinto».

Microfono ai calciatori iracheni torturati nel loro paese dopo ogni partita «sbagliata»: «Sotto il regime di Saddam, siano stati incarcerati e umiliati e torturati quando perdevamo. Ora siamo ottimisti. Ringraziamo tutti gli italiani, a cominciare dal presidente della Repubblica». Anche Miriam Makeba ringrazia tutti per l'iniziativa. Chiude Galeazzi: «Speriamo che questo pubblico porti bene alla Reggiana e a Chiarino Cimurri».

La Gazzetta di Reggio

21 Giugno 2003

In 28 mila allo stadio Giglio per aiutare i bimbi iracheni

 

di Matteo Iori

Una serata da brividi. La Partita del Cuore ha infiammato sul serio i cuori dei reggiani, scatenando la grande anima solidale della nostra città a favore dei bimbi iracheni.

Erano addirittura in più di 28.000 ieri sera in uno stadio Giglio mai così colmo a trepidare per i duetti – non canori, ma in area di rigore – di Eros Ramazzotti e Luca Barbarossa, per le sgommate a tutto campo del divino Michael Schumacher, per le sontuose chiusure difensive di Gianni Morandi, per l'estro brasiliano di Rubens Barrichello.

La sfida tra la benemerita nazionale cantanti – 40 milioni di euro di incassi per beneficenza in ventitre anni di attività – e la rappresentativa della scuderia Ferrari si è conclusa col punteggio di 4 a 1 in favore del Cavallino rampante (reti di Badoer, Barbarossa, Jaber, Trotta, Schumacher). Ma, si sa, in queste occasioni la sfida sul campo e il risultato finale sono solo un pretesto per mettere in moto la grande e gioiosa macchina della solidarietà.

Il ricavato di questa dodicesima edizione della Partita del Cuore – 233.000 euro – è stato devoluto alla Croce Rossa, che nella Bagdad del dopoguerra costruirà un ospedale per bambini. I big della nazionale cantanti hanno visitato la capitale irachena all'inizio di giugno per portare una prima parte di fondi: entro la fine dell'anno l'intervento umanitario si concluderà con un match a Bagdad tra Antonacci e compagni contro una selezione di artisti locali.

Tornando alla serata, era davvero un pezzo che non si vedevano tanti bei nomi tutti insieme e soprattutto spalti così pieni al Giglio. Al di là della lodevole causa benefica, l'evento di ieri resterà insomma a buon diritto nell'album dei ricordi più belli della nostra città. La diretta di Rai Uno – con Amadeus, Vanessa Incontrada e Bisteccone Galeazzi a fare da padroni di casa – ha contribuito a fare per una serata dello stadio di Mancasale il centro dello “star system” italiano e della città del Tricolore la capitale della solidarietà.

Tra i tanti volti noti – c'erano anche i calciatori veri Legrottaglie, Ferrara e Tommasi – particolarmente significativa la presenza in campo dei sei nazionali iracheni che Udai, il figlio di Saddam Hussein, “allenava” con metodi barbari e torturava per un rigore sbagliato: la loro

testimonianza è stata forse il momento più forte e toccante dell'evento.

Queste le formazioni scese in campo ieri sera al Giglio.

NAZ. CANTANTI: Thema, Mogol, Samir Kazem, Gianni Morandi, Niccolò Fabi, Pupo, Nicola Legrottaglie, Cesare Cremonini, Luca Barbarossa, Biagio Antonacci, Eros Ramazzotti. Sono entrati: Francesco Baccini, Habib Ekal, Qusaai Saleh, Riccardo Fogli, Paolo Vallesi, Stragà, Marco Morandi, Enrico Ruggeri, Paolo Belli. All. Damiano Tommasi e Sandro Giacobbe, con il sostegno di Claudio Baglioni.

FERRARI: Domenicali, Malagò, Ivan Capelli, Gualtieri, Ciro Ferrara, Jaber, Matteo Montezemolo, Badoer, Felipe Massa, Barrichello, Michael Schumacher. All. Jean Todt e Dino Zoff, con il sostegno di Gerry Scotti.